Non ho una cadenza precisa con cui mi reco al mio store di fiducia per riempirmi lo zaino di nuovi cd, ma osservando le tendenze degli ultimi acquisti sto notando che le mie visite al Mastelloni avvengono una volta ogni due mesi. Graziaddio non sono più frequenti, altrimenti lo stipendio non mi basterebbe per gli altri vizi, come i libri e le M&M's. Anche in questo caso, come a giugno, mi conviene spezzare il post in due parti, in modo da non affaticare troppo il lettore (se mai ce ne sarà uno...).
Avevo letto dell'uscita dell'album di Robag Wruhme su Dj Mag Italia, e avevo espressamente ordinato il cd per potermi immergere quanto prima. Robag (bifronte di Gabor, il suo vero nome) è un autore che non ho mai approfondito: mi è capitato spesso di incontrarlo, soprattutto come remixer (anche in Luna), ma non lo avevo mai seguito come produttore. Thora Vukk rivela che il buon Gabor ha una sensibilità particolare, e riesce a combinare suoni estremamente caldi in una techno solida ma non troppo dura. Molto suggestivo Ende, il pezzo che chiude l'album, nel cui coro compaiono le voci di numerosi dj di livello internazionale come Ada, Sascha Funke, Miss Kittin, Fritz Kalkbrenner eccetera. Un ottimo album che mi ha sorpreso, in modo del tutto positivo.
Dj T è uno dei fondatori della Get Physical, una delle etichette electro-house attualmente più valide. Un suo album è quindi un oggetto interessante, che vale la pena di valutare. Con questo The Pleasure Principle uscito da poco (ovviamente su Get Physical), Il signor T fornisce una panoramica di pezzi in regola con lo stile della sua etichetta: in equilibrio tra house commerciale ed electro, con qualche pezzo piuttosto facile, costruito intorno al refrain vocale. Tracce ascoltabili ma tutto sommato niente di particolarmente originale, un compitino ben svolto e che può funzionare in situazioni da club non troppo esclusive, con un pubblico senza grandi pretese.
Più raffinate invece le sonorità offerte da Nicolas Jaar, talento piuttosto recente della scena internazionale. Space Is Only Noise, già dal titolo, si propone come una raccolta di tracce più riflessive, quasi intimiste, in un mix tra house e downtempo. Pezzi brevi, molti dei quali puramente strumentali e costituiti da brani di film/documentari, con solo un paio di tracce riconoscibili come pezzi di chiara impostazione tech-house. Si tratta comunque di un lavoro interessante nel suo complesso, nel cui si riesce a scorgere un tema di fondo che viene ripreso tanto dall'intro acquatico quanto dalla nenia della traccia che dà il titolo all'album: replace the word space with dream and forget it space is only noise if you can see...
Un altro album che mi ha sorpreso è stato Wherever I Lay My Head, perché da Vincenzo (che contrariamente a quanto potreste pensare è di Amburgo, non di Amalfi) mi aspettavo qualcosa di più rigorosamente techno. Invece l'artista è riuscito a creare un buon amalgama di pezzi che se tassonomicamente rientrano appunto nella techno (sfiorando il confine della house), a livello di atmosfere riescono a coinvolgere più di una normale raccolta di tracce da dancefloor. Pezzi come Where You Are e Balted Breath riescono ad avvolgere con il loro calore durante l'ascolto, nonostante si tratti di musica che non stonerebbe all'interno di un sano dj set techno.
Sconosciuto numero uno: probabilmente è colpa mia, ma non conoscevo Mikael Delta. A quanto pare però si tratta di un dj di origine greca piuttosto famoso, attivo almeno da una decina d'anni, e col senno di poi mi rammarico di non averlo scoperto prima. Infatti Tech Me Away è un album eccellente, che offre una panoramica di generi e stili differenti ma utilizzati in modo sapiente, dalla techno più pura a quella electroide, dalla vocal house a tracce strumentali e breakbeat. Un album che è, come dichiarato dallo stesso autore, un omaggio alla techno in tutte le forme in cui si è evoluta fin dalla sua nascita negli anni 80, e che risulta a suo modo anche istruttivo. Da ascoltare a volume alto.
Sconosciuto numero due: chi è questo June? Anagraficamente si chiama Τσαμπίκος Φρόνας, quindi si apprende che è greco come il Mikael Delta di poco fa, ma le nozioni si fermano qui. E il titolo Cytheria non aiuta, dato che so solo che è il nome d'arte di una pornostar campionessa mondiale di squirting (già pregusto le migliaia di visite che arriveranno sul blog solo per aver usato questa parola...). Ma questo album che è uscito nel corso di quest'anno sull'improbabile etichetta These Days (fondata da Argy, che è greco pure lui) si rivela comunque valido: una raccolta di pezzi electro vecchio stile, che ricordano nei suoni l'Italo Disco e l'acid anni 80. Non avrei mai scoperto questo artista se non mi fosse stato proposto in negozio dal grande Roby, e questa è una di quelle cose per cui continuo obsoletamente a recarmi di persona in un luogo fisico, parlando con un venditore umano, per fare i miei acquisti.