Coppi Night 20/02/2011 - Hot tube time machine

So che non conoscete questo film. Non potete averlo visto, perché non è ancora uscito. Mymovies, che dovrebbe essere una fonte affidabile, sostiene che uscirà il 24 giugno con l'orrido titolo di Un tuffo nel passato. Ma forse proprio perché c'è di mezzo il viaggio nel tempo, in qualche modo questo film è pervenuto nella nostra Coppi Night, in una versione perfettamente doppiata, audio e video perfetto. È uno di quei casi un po' anomali come quando capitò di vedere Le origini di Wolverine con disegni fatti in paint al posto degli effetti speciali.

Comunque sia, il film si potrebbe descrivere come "The Hangover meets Back to the Future". Del primo (chiamatelo Una notte da leoni, se preferite) ha la classica trama di un gruppo di amici (più un intruso) che si ritrova nella situazione adatta per disfarsi completamente. Mentre in The Hangover il giorno dopo i sopravvissuti dovevano ricostruire la notte precedente per ritovare l'amico scomparso, qui il gruppo deve ricordare una notte di vent'anni prima per ripetere le stesse azioni e non rischiare di distruggere il continuum spazio-temporale. Di Ritorno al futuro c'è evidentemente la componente del viaggio nel passato, ma anche alcuni riferimenti fin troppo espliciti, come l'esibizione sul palco con una canzone del futuro sconosciuta al pubblico, e lo "sfarfallamento" di uno dei cronoviaggiatori quando le circostanze del suo concepimento rischiano di non ripetersi.

Spunti non troppo originali quindi, ma risultato apprezzabile. Alcuni sketch sono di buon livello, e il film è piuttosto esplicito anche nelle gag a tema sessuale. Da rilevare anche che gli autori hanno trovato l'occasione per un battuta su tutti i fluidi corporali più divertenti: merda, piscio, sperma e vomito, che qui ho messo in ordine alfabetico per non rovinarvi il piacere di indovinare in quale sequenza si presentano.

Futurama 6x07 - The Late Philip J. Fry / Fry il ritardatario

Solitamente gli episodi con una maggiore carica emotiva, che riguardano più nel profondo i rapporti e i sentimenti dei personaggi, sono distanziati da alcuni episodi più "frivoli" (il che non vuol dire più inutili) che si concentrano su situazioni più esterne ai personaggi. In questo caso invece, dopo aver mostrato Bender alle prese con la sua mortalità, si passa a una puntata in cui è la storica relazione Fry/Leela a costituire il nucleo della vicenda.

Assodata l'esistenza di un sentimento reciproco con Into the Wild Green Yonder e Rebirth, il rapporto era stato trascurato o sottinteso negli episodi seguenti, e alcune volte quasi regredito a una semplice "amicizia". Qui però viene finalmente ribadito che esiste una relazione in corso, e anzi la situazione iniziale (suggerita dal titolo) è quella di Fry che non riesce ad arrivare in tempo a un appuntamento con Leela. Il punto interessante però è che diversamente dal solito non è solo Fry ad esprimere il suo amore nei confronti della collega, ma Leela che, nel corso dell'episodio, arriva ad affermare i suoi sentimenti per lui; cosa che gratifica immensamente le orde di fan che per dieci anni hanno atteso un cedimento da parte della monocola.


Ma l'episodio non si limita a questo. Infatti, nonostante all'inizio dello show gli autori avessero intenzione di non impelagarsi mai col viaggio temporale,   ecco che invece il plot procede direttamente a partire da una macchina del tempo che per il suo design renderebbe orgoglioso Herbert George Wells. Così, mentre in Roswell that Ends Well il viaggio era accidentale e in Bender's Big Score era possibile tornare solo nel passato, stavolta il Professore inventa una macchina in grado soltanto di avanzare nel tempo, e decide di testarla con Bender e Fry. Quando per errore i tre si ritroveranno troppo avanti rispetto alla loro epoca, non avranno altra scelta che avanzare ancora, assistendo ad ascese e declini di numerose civiltà umane e umanoidi, mentre nel frattempo viene mostrato il futuro della Planet Express e degli altri personaggi in assenza dei tre. Il tutto procede fino alla geniale e sorprendente conclusione, che congiunge perfettamente sia il nucleo sentimentale che quello fantascienfico della vicenda, con momenti di grande intensità emotiva e un sapiente utilizzo del sense of wonder.

Inoltre il viaggio in avanti nel tempo è il pretesto per concedersi numerose citazioni dei classici della fantascienza, da Il pianeta delle scimmie a La macchina del tempo a Terminator. E nella corsa finale c'è tempo anche per alcuni riferimenti diretti ad altri episodi della serie, dal primo in assoluto a uno dei più recenti. Altri elementi degni di nota: la canzone che accompanga i successivi salti nel futuro dei tre viaggiatori è una parodia di In the Year 2525 di Zager & Evans; e come veniva precedentemente segnalato, Amy si conferma in questa occasione ancora più promiscua, visto che se la fa anche con un Cubert ormai anziano.

Mi associo quindi ai molti che sostengono che questo sia uno dei migliori episodi di sempre di Futurama. E per quanto possa sembrare poco obiettivo, mi sento di assegnargli un voto: 10/10

L'osso del pene

L'avevo detto che avrei di nuovo sfoderato Il gene egoista di Richard Dawkins, letto il mese scorso, per un intervento su questo blog. Dopo aver riportato nei [quote] un interessante brano dedicato alla contraccezione, torno a citare (questa volta indirettamente) il libro che mi ha tanto sconvolto con un argomento sempre legato alla sessualità e riproduzione. E poi, diciamolo, a parlare di cazzi si fa sempre audience.

Il titolo di questo post è ingannevole, perché in realtà si parla dell'assenza dell'osso del pene nell'uomo. Il fatto appare naturale, forse perché molti non sanno che la maggior parte dei mammiferi ha un "osso penico", chiamato baculum. Sì, anche il vostro cane e il vostro gatto ce l'hanno. E questa bestiola che vedete qui accanto ne ha uno che è anche più lungo dei denti che espone con tanto orgoglio. In effetti, se ci pensate, la presenza di un osso all'interno del pene è ragionevole: dato che per poter copulare il pene deve essere rigido, il metodo più semplice per ottenere questo risultato è lasciarci crescere dentro un'"impalcatura". E per la maggior parte dei mammiferi è appunto così. Il baculum è assente solo nell'uomo, negli equini (che se la cavano bene anche senza, vero?), nei monotremi (la famiglia dell'ornitorinco, quindi è gente strana già di suo che non fa testo), nei conigli (notoriamente grandi zufolatori pure loro), nei marsupiali (ma loro hanno un sistema riproduttivo più fantasioso), nei cetacei (l'accoppiamento in acqua evidentemente funziona in modo diverso) e nelle iene (che pure hanno qualche altra deformità sessuale, e dal pene partoriscono). Quello che però è interessante è che l'uomo è l'unico primate ad esserne completamente privo, mentre anche scimpanzè e gorilla lo hanno, seppur in dimensioni ridotte, al limite del vestigiale.


Si può quindi supporre che la scomparsa del baculum sia una precisa strada evolutiva intrapresa dall'uomo. Ma perché? Dawkins, in una lunga nota al capitolo de Il gene egoista dedicato alla competizione sessuale, formula una sua teoria plausibile tanto a livello scientifico che empirico.

Se siete degli uomini, avete un pene. Se siete degli uomini fortunati, vi capita di utilizzare il pene anche al di là della sua funzione escretoria. Quindi, sapete come funziona e non c'è bisogno che vi racconti di api, fiori e polline. Quello che ci interessa in questa sede è che il pene raggiunge la sua rigidità con un sistema idraulico: quando è propriamente eretto, il pene umano è abbastanza (perdonate il tecnicismo) duro da far pensare che contenga un osso, come presumibilmente era un paio di milioni di anni fa. Questo sistema idraulico tuttavia, è molto più dispendioso, in termini di energia e concentrazione, di un supporto osseo, tant'è che a volte è sufficiente un momento di stress intenso perché l'erezione svanisca. Anche fattori biologici molto più concreti possono portare lo stesso risultato: bassa pressione sanguigna, diabete, disturbi neurologici. Pertanto, un'erezione soddisfacente è un buon indicatore di un grado di salute fisica e mentale adeguato. Adeguato per cosa? Per riprodursi, che altro!

Se siete delle donne, non avete un pene. Ma se siete delle donne fortunate, vi sarà capitato di averne visti e utilizzati in circostanze varie. Secondo la teoria di Dawkins, quando vi trovate lì lì per accoppiarvi con un uomo, il vostro giudizio sulla validità del partner passa attraverso l'analisi della sua erezione. Le vostre antenate ancestrali scartavano i maschi che non riuscivano ad avere peni abbastanza eretti, e voi probabilmente lo fate tuttora. Di fatto la copula con un pene flaccido è impossibile, senza un baculum. Ecco quindi che la pressione selettiva ha portato le donne ancestrali (poco più che primati appena distanziatisi dal ramo di scimpanzè e affini) a scegliere maschi di cui potessero riconoscere l'autentica erezione non-ossea. Avendo modo di vedere il pene dei vari individui sia "a riposo" che "in azione", le femmine protoumane hanno deciso di prediligere quelli che ottenevano un erezione migliore, facendo sì che l'osso del pene perdesse importanza e i suoi geni non finissero alle generazioni successive.

In definitiva, l'assenza di osso nel pene serve a rendere l'erezione un buon "termometro" dello stato di salute del maschio, e la sua scomparsa può essere considerata una conseguenza di quella stessa "teoria dell'handicap" che, sempre ne Il gene egoista viene usata per spiegare le sproporzionatamente enormi code dell'uccello del paradiso (troppo facile la battuta qui, evitatela) e tanti altri comportamenti assurdi dei maschi che sembrano voler dire "Ehi femmina, guarda, nonostante faccia di tutto per farmi del male sono ancora in salute, quindi sono uno con le palle!". Un po' come il fumo alla scuola media e le moto di grossa cilindrata. Ma questo è un discorso ancora più ampio che non è il caso di espandere qui.

Rimane il fatto che, come Freud ha cercato di convincerci, il pene sia in effetti il metro di misura (raramente la misura di un metro, ha ha!) della società, e tutto derivi in maniera più o meno diretta dalla gara a chi ha il pene più duro. Immaginate una società di uomini dotati di baculum: niente menhir, niente torre di babele, niente sigarette, niente calippi, niente spam, niente lega nord.

Vorreste vivere in un mondo del genere?

Coppi Night 13/02/2011 - Animal House

La tecnologia ci semplifica la vita. Infatti, se il Coppi Club fosse nato trent'anni fa, i membri avrebbero dovuto noleggiare un pacco di ingombranti videocassette, infilare il vincitore nel videoregistratore e poi riportarle tutte indietro, ricordandosi anche di avvolgere il nastro. Uno spreco di risorse intollerabile.

Nell'Era dell'Informazione invece, ce la si cava con una decina di film scaricati la settimana prima del turno di Anfitrionaggio. I problemi sorgono però al momento di riprodurre i file, perché qualche divinità codificata nei bit deve essere fermamente contraria a questo tipo di usufrutto delle opere d'ingegno, e di conseguenza capita spesso che non si riesca a far partire il film vincitore. Per ovviare a questi inconvenienti tecnici, si è evoluta una progressiva integrazione di apparecchi diversi per consentire la riproduzione del maggior numero di formati. Il livello di base era un lettore dvd collegato alla tv. Poi si è passati alla playstation in cui venivano inseriti i dvd. In seguito alla stessa sono state collegate chiavette usb. Quando anche questo non era d'aiuto, si è passati alla proiezione direttamente sul monitor del pc. In seguito è avvenuto il collegamento tra pc e tv  tramite cavo hdmi che passa per il decoder sky. Dopodiché, come ultimo gradino, è stato collegato un hard disk al computer collegato al decoder collegato alla tv.

Domenica scorsa, quando si è scoperto che l'hard disk era solo per mac e non veniva rilevato da un pc, nemmeno questo è bastato. Per cui, invece del legittimo vincitore (Die Hard 3), il Coppi Club ha dovuto ripiegare sull'unico film tra quelli proposti fruibile da dvd: Animal House.

Non credo di poter dire che mi sia piaciuto. Ma nemmeno mi è dispiaciuto. Mi ha lasciato piuttosto indifferente, le risate sono state poche ma sono comunque riuscito a godere il film. Aver visto questo film ha comunque riempito un pezzo importante della mia cultura cinematografica, visto che si tratta di una pellicola storica da cui molti altri film (e non solo) hanno tratto ispirazione per temi e tipo di comicità.  Dopo aver visto questo film sono riuscito a cogliere innumerevoli citazioni che mi erano passate davanti senza che potessi ricollegarle, viste in altri film, telefilm, cartoni, sketch, spettacoli, filmati, eccetera.. Quella goliardia americana fatta di campus universitari, festini alcolici e fanciulle più che disponibili  (che in tempi recenti si è evoluta nei prodotti del filone American Pie) nasce tutta da qui. Forse è proprio per questo che le gag appaiono svanite: sono ormai una parte così fondamentale della cultura popolare che le si danno quasi per scontate, mentre qui sono presentate nella loro forma originale.


Massimo rispetto per John Belushi che riesce a ingurgitare un'intera boccia di Jack Daniel's in pochi secondi. Sì, anch'io pensavo che fosse orzata o succo di mela, ma a quanto dice wikipedia quello era davvero whisky.

Futurama 6x06 - Lethal Inspection / Ispezione letale

Come nell'episodio precedente, anche qui una due personaggi principali si trovano accoppiati più o meno volontariamente in un'avventura. E in questo caso, si ha un duo che mai, nei precedenti 90 e più episodi, si era visto: Hermes e Bender. L'indo-giamaicano si offre infatti per aiutare il robot a trovare l'ispettore 5, l'anonimo burocrate che ha dichiarato Bender idoneo una volta uscito dalla catena di montaggio, nonostante (come si scopre) il robot sia privo dell'unità di back-up che gli consente di scaricare la sua personalità in un altro corpo in caso di incidente. La conseguenza di questo non rilevato difetto di fabbricazione è che Bender, a differenza di quanto credeva egli stesso, è mortale quanto i personaggi umani (o alieni) della serie.


Questo è un elemento importante che viene introdotto ed entra a far parte del "canone", che come il nome suggerisce è una grossa bestia cattiva che decide cosa è coerente e cosa non lo è. È Bender stesso a spiegare come mai, nonostante la presunta immortalità, sia sempre spaventato quando è in pericolo, affermando che "i never said i wasn't a drama queen". E questo non è l'unico dettaglio rilevante che viene mostrato dall'episodio: viene aggiunto infatti un po' si background al personaggio di Hermes, che finora aveva avuto un unico episodio a lui dedicato, e per il resto (in particolare in questi primi episodi della sesta stagione) è relegato al ruolo piuttosto marginale di una o due battute in ogni puntata.

Inoltre, vedere Bender che per una volta mostra un suo lato "umano" e si lascia andare allo sconforto di fronte alla prospettiva della morte risulta quasi toccante, e funziona bene nel dare consistenza al personaggio, che se a volte mostra dei sentimenti, questi sono di solito gelosia o brama di qualcosa, quindi comunque derivanti da possessività ed egocentrismo. Qui invece, è costretto a fare i conti con la sua poco robotica fallibilità.

Simpatici anche i collegamenti ad altri episodi, come il centro burocrazia, gli audiolesi killbot introdotti per la prima volta in Bender's Game, e la battuta di Bender "i was in Italy last week", che stabilisce una precisa continuità con l'episodio precedente.

In definitiva, considerando anche l'apparizione dell'iguana, posso affermare che questo è finora l'episodio migliore della stagione 6. Voto: 9/10

Rapporto letture - Gennaio 2011

A meno di catastrofi planetarie o disgrazie personali, il 2011 sarà il primo anno interamente coperto dai rapporti letture mensili sul blog. La pratica è iniziata nell'agosto dell'anno scorso sul vecchio blog, e da ottobre si è trasferita da questa parte. In ogni caso, già dal 2009 le mie letture sono costantemente segnalate e commentate sulla mia pagina aNobii, un ausilio che forse è più utile a me che al resto del mondo. Come potrei altrimenti sgomentarmi al pensiero che ho attualmente 393 libri non letti che mi aspettano sugli scaffali?

Ma veniamo al primo mese dell'anno. Se avete seguito le puntate precedenti, sapete che dicembre è stato un mese piuttosto sfortunato, segnato da letture non del tutto coinvolgenti e da due di quelli che in seguito ho premiato come i peggior libri dell'anno. Ma gennaio ha ampiamente compensato questa tendenza negativa, con sei titoli che, come vedrete, raggiungono una media di voto davvero elevata.


More about CarnevaleUltima uscita delle Edizioni XII è l'antologia Carnevale, che mi sono procurato subito e ho voluto leggere prima possibile. Qualcuno potrebbe ricordare le ottime impressioni lasciate da altri libri della stessa casa editrice (e qualcun altro potrebbe anche notare che si tratta di quelli che mi hanno fatto finire su un segnalibro), e in questo caso devo ripetermi negli elogi per il lavoro svolto da questa combriccola. In Carnevale dodici racconti di carattere principalmente horror (ma con qualche incursione anche in altri generi come la fantascienza) si incrociano a Venezia durante il giovedì grasso del carnevale 2009. I dodici lavori, tenuti insieme da una cornice che aumenta la loro interdipendenza, sono tutti di livello più che buono, con alcune punte di eccellenza. Non mi dilungo sui singoli racconti sia perché l'ho già fatto qui (warning, spoiler ahead!), sia perché, quando sarà il tempo, forse parlerò più ampiamente di questo libro. Ma posso dire che attraversando Venezia seguendo storie e stili diversi che si combinano per creare una miscela univoca, sono riuscito a percepire davvero l'atmosfera di un luogo speciale, tanto che sono rimasto così affascinato e inquietato al tempo stesso dalla città che, un giorno, vorrò vederla. Voto: 9/10


More about Il gene egoistaLa mia biblioteca è composta quasi interamente da libri di narrativa. Sono rari i casi in cui divergo da questa linea e leggo testi di saggistica, forse perché sono convinto che per avere nuove idee non serva necessariamente farsele spiegare. Ma ogni tanto capita anche questo, e ringrazio qualunque entità superiore mi stia ascoltando di averlo fatto, perché Il gene egoista di Richard Dawkins è uno dei libri che più mi hanno sconvolto. Sì, proprio sconvolto. Ma in modo positivo,  nel senso di "scosso", "indotto a pensare". L'autore è attualmente noto soprattutto per il suo attivismo pro-razionalismo, ed è l'esponente principale del cosiddetto ateismo radicale. Forse per questa sua posizione può apparire come un personaggio antipatico, ma non bisogna dimenticare che Dawkins è prima di tutto un biologo. La teoria che presenta in questo libro non è solo scientificamente corretta, ma rivoluzionaria sotto ogni punto di vista, illuminante a livello etico, storico, psicologico, artistico, architettonico, e, boh, metteteci qualsiasi aggetivo perché sarebbe comunque appropriato. Conoscevo già la teoria del "gene egoista" da altri scritti (avevo già letto L'orologiaio cieco), ma nonostante questo leggere questo libro mi ha, ripeto, sconvolto (infatti poco tempo fa ho tratto da qui un [quote], e presto estrarrò altri brani/argomenti interessanti). Tra l'altro, dopo aver letto questo libro si capisce perfettamente la prospettiva atea di Dawkins, e si arriva ad accettarla come naturale pur senza aver letto uno dei suoi ultimi libri dedicato proprio all'argomento, L'illusione di dio. Voto: 10/10 - best of the month!


More about Nascita del SuperuomoTheodore Sturgeon non mi ha mai deluso. In questo Nascita del superuomo, uno dei primi Urania Collezione, un gruppo di bambini minorati in un senso, ma dotati di poteri straordinari in un altro, si uniscono (non in senso fisico) a costituire un unico essere super-umano, che verrà in seguito definito homo gestalt. Come nei suoi migliori romanzi Sturgeon utilizza come protagonisti dei freaks relegati ai margini della società e mostra in loro la vera umanità. Ma il senso di questa storia si ha nell'ultima parte, dove con grande forza viene mostrato il valore della morale e dell'etica, e viene affermata la natura dell'uomo in quanto individuo e specie. Voto: 9/10


More about Alla fine dell'arcobalenoCredo di poter affermare che A fire upon the deep, aka Universo incostante, sia uno dei miei libri preferiti. Si tratta di una di quelle space opera contemporanee costituita non solo da esplorazioni e guerre interplanetarie, ma da rivelazioni sull'origine e destino dell'universo intero. A parte questo romanzo però, Vernor Vinge non mi ha mai impressionato parecchio, pur dopo aver letto numerosi suoi racconti. Per questo ero leggermente scettico ad avvicinarmi ad Alla fine dell'arcobaleno, temendo un'altra delusione. Ad abbassare ulterioremente le aspettative c'era anche la polemica scatenata nei confronti di Urania dopo l'uscita del libro, a causa dei pesanti tagli operati sul romanzo (e a quanto pare, non solo su questo). Ma, alla fine, è andato tutto bene. In questa sorta di Neuromante aggiornato all'inizio del XXI secolo, molti elementi vengono messi in gioco, e nonostante un inizio un po' fiacco la storia riesce a farsi avvincente, pur conservando qualche punto oscuro. Si spera che questa oscurità non sia rimasta a causa dei famigerati tagli... Voto: 8/10


More about Stella variabileAnche nei confronti di Stella variabile (uno dei titoli usciti nella breve collana Nuova Galassia di Armenia) sono partito prevenuto, principalmente per il fatto che in copertina ci fossero due nomi: Robert A. Heinlein e Spider Robinson. Il cielo sa quanto sia scettico nei confronti di queste opere a quattro mani, dove accanto a un nome illustre se ne affianca uno di livello tutt'altro che notevole. Potrei chiamare sul banco degli imputati Brian Herbert e Kevin J. Anderson, o anche Eoin Colfer, ma non è questa la sede adatta. Ma questo signor Ragno non ha solo preso in affitto un nome da mettere sulla sua copertina per vendere di più: Robinson ha scritto una storia alla Heinlein, ma a modo suo. Si sente che l'idea originale era di uno dei Maestri della fantascienza, ma il romanzo non sa di tentativo di imitazione. Nel tempo in cui l'astronave impiega a raggiungere Brazil Novo si ha anche modi di fare un sacco di considerazioni interessanti su storia, psicologia, musica, agricoltura, terraformazione, ninfomania eccetera. Inoltre il romanzo si conclude con una sorta di "making of", in cui Robinson spiega chiaramente come è arrivato ad essere l'autore di quest'opera perduta di Heinlein. Questo autore finora sconosciuto ha ottenuto tutta la mia stima. Voto: 8.5/10


More about Le stelle senzientiRelativamente irrilevante nel mese, letto in un giorno e mezzo (ma sono solo un centinaio di pagine), Le stelle senzienti di Lucius Shepard, pubblicato nella collana Odissea della Delos, mi ha convinto poco. Una storia piuttosto banale, con strane creature sferoidali provenienti (forse) da un'altra dimensione che sembrano "coltivare" il talento, ma soprattutto tanto blaterare intorno al lavoro di un produttore di musica rock alla ricerca di nuovi talenti di cui, francamente, avrei fatto volentieri a meno. Ma il mese era già andato troppo bene per arrabbiarmi, quindi, a sto punto non ma la sento nemmeno di trattarlo male. Voto: 5/10


Coppi Night 6/02/2011 - eXistenZ

L'Anfitrione della prima Coppi Night di febbraio ero io, che dopo essere riuscito nel mio precedente turno a far proiettare Memento, stavolta ho voluto proporre una selezione di film incomprensibili, da L'uomo che cadde sulla Terra a Immortal ad vitam. Ho dedicato la serata a Il pasto nudo (che era stato visto in una Coppi Night precedente ai primi resoconti pubblicati sul vecchio blog), di cui ho cercato di ricalcare lo spirito di completa assurdità, evitando al tempo stesso la boria di roba come Mulholland Drive. E, vuoi per fiducia verso il regista, vuoi perché l'avevo presentato come uno dei film più coerenti nella loro incomprensibilità, è stato proprio un'altra opera di Cronenberg a passare le votazioni. Con tutto il rispeto per David Bowie che, onestamente, nel film tratto dal pur meraviglioso romanzo di Walter Tevis, è davvero inguardabile.

eXistenZ è un film strano, già per l'incosueta disposizione delle maiuscole nel suo titolo. Come molti classici (diciamo, quelli meglio riusciti) della fantascienza letteraria o cinematografica, gioca sulla definizione di realtà, costringendo lo spettatore a chiedersi se quello che sta vedendo sia quello che davvero succede o solo un livello inferiore di simulazione, coinvolgendolo letteralmente in un gioco-nel-gioco-nel-gioco di cui non si riesce a intravedere con chiarezza l'origine. E allo spettatore smaliziato, questo piace, nevvero? A questa tensione di fondo si aggiunge la limitazione del libero arbitrio, quando i personaggi si vedono costringere a eseguire azioni e battute necessarie allo sviluppo della trama (del gioco), e non ci si può che chiedere se anche gli altri personaggi non facciano lo stesso, e quindi non siano a loro volta protagonisti, e forse non siamo noi stessi spettatori, e allora forse sono loro che, e andate avanti finché ne avete voglia. Tanto no troverete una risposta convincente. In sostanza, parlandone oggi si potrebbe definire questo film come il fratello minore di Inception, dove livelli successivi di realtà nidificate vengono presentati e non si è mai sicuri di quando ci possa fermare, ma qui non è la dimensione onirica a rendere possibile questa immersione, ma una "semplice" tecnologia di simulazione che può ricordare quella di Matrix o Il tredicesimo piano, anche se in questo caso utilizzata per più innocenti scopi ludici. Ho detto che si potrebbe definirlo il fratello minore, se non fosse che è uscito undici anni prima: insomma, quando è nato Inception, eXistenZ aveva già iniziato a guardare sotto la gonnella delle compagne di scuola.

Se a tutto questo si aggiunge anche qualche simpatico mostriciattolo gommoso tipicamente cronebergiano, un pizzico di erotismo intorno alle "bioporte" che si lubrificano con la saliva come un qualsiasi altro orifizio umano, e armi costituite di ossa di lucertole mutanti che sparano denti umani (che a quanto pare sono un'ottima arma), si ottiene una miscela capace di rendere questo film quantomeno memorabile.

Bene, allora. Ho vinto io?

L'ultimo post

Quando £eggerete queste paro£e, probabi£mente sarò morto. Ho programmato questo post per essere pubb£icato a££a mezzanotte de£ 10 febbraio 2016, quattro giorni da adesso, i£ momento in cui sto scrivendo. £'ho fatto perché non scriverò più qui, so che non sarò in grado di far£o per un motivo o un a£tro, e preferisco pensare che £'u£tima traccia di me sia qua£cosa di comp£eto e coerente. Se pubb£icassi subito dopo aver scritto, so che avrei £a tentazione di tornare presto per aggiornare circa £a mia situazione, e potreste ritrovarvi a £eggere una serie di post crescentemente incomprensibi£ie. Avete presente Fiori per A£gernon? Ecco, è qua£cosa che vog£io evitare. Anzi, come potete vedere per £a prima vo£ta sto scrivendo in modo ordinato, con maiusco£e, punteggiatura e senza errori. Mi scuso so£o per £e numerose "£ire" che trovate: purtroppo £a £ettera e££e su££a tastiera non funziona più, e posso compensare so£o in questo modo.

Ho già detto che questo sarà i£ mio u£timo post. È curioso, perché è proprio a causa di un "u£timo post" che ho iniziato a pubb£icare i£ mio diario di sopravvivenza. Pensare a££a parabo£a che mi ha portato da que££o a£ mio u£timo post mi fa sorridere, anche se non credo che direste che sto sorridendo, se poteste vedermi in quei momenti. Anzi, credo che se mi vedeste adesso, scrivere accucciato sotto una tettoia che mi offre un moderato riparo da£ vento tag£iente che soffia da più di due giorni, £a vostra reazione sarebbe piuttosto vio£enta: scappereste ne£ mig£iore dei casi. Mi puntereste i£ fuci£e se ne avete uno.

Credo che da quanto dicevo ne££'u£timo a££ucinato post che ho £asciato qui, abbiate capito che cosa ho fatto. Ho cercato £'infezione. Ho fatto in modo che i£ prione entrasse in me, e ci sono riuscito. Adesso sono visibi£mente ma£ato, £a mia pe££e è già itterica e come quando si ha una febbre mo£to a£ta riesco a sentire i£ sangue pu£sarmi dietro £e orecchie, in fondo a££a go£a, ne££e tempie. Qua£cosa sta cambiando, e anche se £a mia metamorfosi (se si può usare questo termine) non è comp£eta, ormai è inevitabi£e. Mi sono deciso circa una settimana fa, quando sono fuggito da£ mio rifugio che fino a que£ momento mi aveva offerto un riparo sicuro dai gia££i e dag£i a£tri abomini che affo££ano £e strade di questi tempi.

Non vi chiedo di compatirmi. Non vi chiedo di comprendere £a mia sce£ta. Mi rendo conto che que££o che ho fatto è sconsideratamente stupido e ottusamente fo££e. Don't try this at home, mi verrebbe da consig£iare. Perché non è piacevo£e, ve £o posso assicurare. Sentire £'infezione maturare dentro di voi è straziante, ne£ fisico come ne££o spirito. Pensare che tra poche ore, e sicuramente quando voi £eggerete questo, sarò uno di quei mostri che tutti noi abbiamo combattuto, que££i che mi sono divertito a ca£pestare trovando£i conge£ati ne££a neve, £'incarnazione di quanto è non-umano, £'incubo  rea£izzato de£ non-morto, de££'infetto, de££o zombie, e sapere a£ tempo stesso che non sarò più me stesso, che non ricorderò niente di tutto ciò e che queste stesse paro£e saranno come scritte da un'a£tra persona... sono tutte ragioni abbastanza va£ide perché nessuno di voi faccia que££o che io ho fatto.

Ma se io £'ho fatto non è stato per un capriccio, per vincere £a noia de£ sopravvissuto rimasto so£o. È che £eggendo i vostri resoconti, e ripercorrendo £a mia storia di questi u£timi mesi, ho capito qua£cosa. Idea£mente, io e i£ mio gruppo avremmo potuto sopravvivere per anni. Ne£ nostro rifugio ben attrezzato non ce £a passavamo affatto ma£e. Cazzo, in qua£che modo siamo riusciti pure a festeggiare i£ capodanno! Eppure c'era qua£cosa di sbag£iato ne££'idea che ci portava a rintanarci e tenerci fuori da£ conf£itto. Percepivo qua£cosa di profondamente distorto in tutti i vostri messaggi in cui vi vantavate de££e uccisini di gia££i, o vi ra££egravate per aver trovato dei compagni di viaggio. Se a££'inizio i£ so££ievo di aver trovato qua£cuno che condividesse i£ mio destino era grande, co£ tempo ho iniziato a notare che non era davvero que££o di cui avevo bisogno.

Que££o che ho visto era £a stasi. Ammetto che forse non sarei arrivato a e£aborare questi pensieri se £a crisi che ha sconvo£to i£ mio gruppo non mi avesse fatto rimanere so£o a compiangermi, ma penso che prima o poi £a cosa si sarebbe manifestata comunque, anche a mie spese. C'è grande vita£ità, un forte senso di rivincita e vog£ia di £ibertà, a mettere su un gruppo di cacciatori armati e andare a irrompere nei quartieri affo££ati da gia££i per sterminar£i; si sente tutta £'umanità di sentimenti come empatia e carità ne£ prendersi cura di a£tri sopravvissuti e cercare insieme di aiutarsi a vicenda. Tutto questo è £odevo£e, davvero. Ma è so£o i£ sintomo di una stasi insuperabi£e, i£ segno de££'inadeguatezza de££'uomo nei confronti di un mondo che è andato avanti.

Ricordo un be££issimo racconto di Fredric Brown, che ho £etto in £ingua origina£e prima de££a fine de£ mondo, e si intito£ava Runaround. I£ protagonista de£ racconto è un grosso dinosauro teropode, probabi£mente un tirannosauro anche se non sono sicuro se venisse specificato, di cui si raccontano g£i u£timi momenti di vita. I£ tirannosauro è affamato e stanco, e terribi£mente frustrato. Affamato perché non mangia, stanco perché non fa che correre, frustrato perché i suoi nuovi nemici non g£i danno £a possibi£ità di combattere come faceva un tempo per affermare i£ suo dominio. I nuovi avversari de£ tirannosauro sono dei minusco£i topo£ini: per quanto £ui tenti di inseguir£i, catturar£i e mangiar£i, non può fare niente per raggiungere que££e bestio£ine che non combattono, non si fermano, ma corrono via, fuori da££a sua vista e dai suoi denti, e £o £asciano a correre e soffrire £a fame e rimpiangere i tempi in cui poteva confrontarsi con un fiero triceratopo.

Noi siamo que£ tirannosauro. Ci affanniamo per continuare con £e nostre vite, facciamo di tutto per rimettere insieme i£ mondo che conoscevamo prima de££a pandemia, corriamo e corriamo in una direzione o ne££'a£tra, in caccia o in fuga, combattendo contro nemici rea£i o metaforici che non potremo mai battere perché non ci stanno combattendo. Quando dei gia££i ci aggrediscono, è faci£e pensare che siamo in guerra con £oro, ma que££o che sta succedendo non è un bana£e atto osti£e, né uno scontro di civi£tà: è £a fine di un'era. Ci è sempre piaciuto pensare che £a nostra specie, £a nostra società, fosse immorta£e, destinata a esistere fino a££a fine dei tempi, raggiungere £e ste££e più £ontane e proc£amare tutta £a sua g£oria. Non è così. Ci siamo dimenticati che £'evo£uzione £avora con strumenti ben diversi dai nostri: non ha onore né ragione. Non importa come questa apoca£isse ci sia giunta addosso: ormai nessuna guida può più garantirci £a sopravvivenza in un mondo che non è più adatto a supportare £a nostra presenza.

Questo spiega perché ho sce£to £'infezione? In parte. Questo è que££o che sono arrivato a capire, o forse di cui mi sono vo£uto convincere. Se ho sce£to £a "gia££ificazione" è perché, incredibi£mente, potevo sceg£ier£o. So che come uomo sarei stato condannato a una morte probabi£mente non immediata, ma inevitabi£e. Niente di tutto que££o che avrei potuto fare avrebbe cambiato £a mia sorte, tanto meno que££a de££a mia specie. Ma i gia££i, questi post-umani che, nonostante £e opposizioni, stanno assumendo i£ contro££o de£ pianeta, hanno un campo di potenzia£ità indefinito, e probabi£mente i££imitato, in questo nuovo mondo post-pandemico. Credo che nessuno si sia fermato a considerare questo aspetto: potrebbero i gia££i, sfruttando £a £oro eredità bio£ogica umana, costruire una nuova società, differente da que££a cro££ata neg£i u£timi anni e di cui, francamente, nessuno sembra rimpiangere troppo £a morte? Forse, quando i nemici dei gia££i saranno tutti scomparsi, ovvero quando £'uomo sarà estinto, questa nuova specie mutata si ingegnerà a produrre una propria civi£tà. O forse, anche tutti £oro moriranno, e i£ mondo rimarrà ai gatti, che fin da££'inizio si sono tirati fuori da££a £otta, dimostrandosi come sempre più furbi di tutti.

Io non so come andrà a finire. Ma mi piacerebbe scoprir£o. Chiamatemi traditore, se vo£ete. Non mi importa, perché quando £eggerete queste paro£e probabi£mente sarò morto, consumato da££a fame che non ho saputo soddisfare o fa£ciato da una scarica di pa££ini che qua£che umano ha pensato di £anciarmi addosso. E se non sarò morto, sarò comunque troppo stupido per capire que££o che io stesso ho pensato. A£meno credo. Ci hanno sempre detto che i gia££i sono anima£i senza cerve££o, ma chi dice che dietro i£ £oro aspetto bruta£e e ottuso non conservino una scinti££a di consapevo£ezza, i£ germe de££'umanità da cui si sono evo£uti? Ma forse questa è £'ennesima inuti£e speranza. No, mi correggo: è £'u£tima inuti£e speranza.

Come questo è i£ mio u£timo post. E questo è i£ mio u£timo sa£uto. Mi auguro che non ci incontreremo mai, perché £a cosa potrebbe essere spiacevo£e per entrambi. Ma, in qua£che modo, mi auguro anche qua£cuno, tra noi, abbia sce£to £a trada giusta. E che qualcuno tra noi possa scoprire come andrà a finire.

Immagine # 24

Una ragazzina entra in un bar, passa dietro al bancone, e chiede alla donna china sulla vetrina: "C'è mia mamma?" La barista la guarda e risponde quasi in tono di scusa: "Sono io tua mamma!"


Ok, ammetto che sembra uno sketch da cabaret, e che forse non ha il potere evocativo che dovrebbero avere le immagini pubblicate su questo blog. Ma è comunque qualcosa di insolito, no? A quanti di voi è capitato di non riconoscere vostra madre?

Come compito a casa riflettete sull'assurdità di questa situazione.

Coppi Night 30/01/2011 - Lo chiamavano Trinità

La settimana scorsa mi ero scagliato senza pietà su Bomber, l'improponibile film "comico" (!?) che probabilmente in seguito a brogli elettorali era emerso dalle votazioni, specificando però di non avere nessun acredine particolare nei confronti dei protagonisti, nel caso specifico il signor Pedersoli in particolare.

La visione del primo dei due leggendari capitoli di Trinità mi dà l'occasione per confermare questa tesi: in questo film di tutt'altra risma Bud Spencer inerpreta alla perfezione il suo ruolo, così come la sua storica controparte Terence Hill. In effetti, anche se forse non sono in molti a saperlo, i due non erano nuovi al genere western, e anzi la coppia si è formata per la prima volta nel film Dio perdona, io no.

Lo chiamavano Trinità (e il discorso vale anche per il suo seguito) è un ottimo spaghetti western, in cui si ritrovano tutti gli elementi e personaggi classici di questo genere che ammetto di apprezzare particolarmente. con la gustosa variante che a dettare legge non sono tanto le pistole quanto i cazzotti. Ma per il resto si ritrovano sceriffi e gaglioffi, spacconi e mormoni, messicani e mandriani. 

Da riportare la segnalazione di uno dei membri della Coppi Night (il responsabile della visione di Bomber della settimana precedente) secondo cui, nonostante come in molti altri film anche qui Terence Hill sia doppiato, il rutto che si sente dopo che ha ingurgitato mezza padellata di fagioli e il primo bicchiere di vino è genuinamente suo. Applausi.

Futurama 6x05 - The Duh-Vinci Code / Il grande Da Vinci

Spesso nel corso della serie, è stato notato come Fry sia un individuo tutt'altro che sveglio, anzi, anche piuttosto stupido. In parte la sua condizione è dovuta all'anomalia genetica che ha determinato accoppiandosi con sua nonna e risultando così nonno di se stesso, circostanza che lo rende privo della "onda delta" e rende la sua mente inaccessibile alle altre creature (come la brain slug), ma in parte... beh, è soltanto stupido. In questo episodio, la sua stupidità è un argomento centrale, in particolare paragonata alla grande intelligenza del Professore, che si ritiene per questo motivo notevolmente superiore a lui.

Come suggerisce il titolo, l'episodio è anche una parodia di The Da Vinci Code che viene citato anche direttamente, e tutti gli mistery-archeo-history-thriller similari. Pare infatti che Leonardo Da Vinci, di cui il professore è un grande fan, nascondesse un ultimo segreto, e per scoprirlo l'equipaggio visiterà per la prima volta l'Italia, per esplorare le tombe vaticane. Essenzialmente la puntata si divide in tre fasi (e in effetti ogni puntata è scritta pensando a una suddivisione in tre "atti", che corrispondono agli inserti pubblicitari durante la trasmissione): la scoperta del mistero nel laboratorio del Professore, la decifrazione del mistero attraverso gli indizi (piuttosto vaghi e apofenici), e la rivelazione finale sulle origini di tutta la storia.

Nella nuova stagione, questo è forse l'episodio che per primo si avvicina di più alle trame "classiche": è presente infatti un elemento fantascientifico (il mistero di Leonardo), lo sviluppo di un particolare rapporto tra due personaggi (Fry e il professore) e un tema (la stupidità di Fry, ma in senso esteso i differenti livelli di intelligenza) che viene proposto all'inizio della puntata e viene portato avanti fino alla conclusione, quando diventa rilevante per i due personaggi e la trama centrale. Oltre ala costruzione "classica", la quantità e qualità delle gag raggiunge un buon livello, rendendo questo epidosio uno dei migliori (finora) della nuova stagione.

Certo, mi sono chiesto anch'io, come Hermes: "didn't we use to be a delivery company?" Voto: 8/10

febbraio 2016 - uno di loro

non sono davvero sicuro che sia febbraio ma non ha importanza, non mi servre più sapere che giorno è, il calendario è finito il giorno in cui ho deciso che avrei cambiato. la batteria del computer è a metà non posso scrivere molto e non lo farò. sono ancora vivo ma anche in questo caso non è esattamente questo che mi interessa. ero morto già prima di adesso, prima che capissi che c'era un altro modo di affrontare la pandemia piuttosto che nascondersi. ieri ho tovato quello che cercavo, un gruppeto di gialli, erano quattro, mi hanno visto e mi hanno attaccato, ma non ero pronto a farmi ammazzare da loro per cui ho dovuto reagire e ho dovuto sparare, e sorprendentemente ho esistato a tirae il grilletto, mi sembrava di compiere un abominio nonostante i loro sguardi assatanati le bocche sbavanti i versi inumani. ho sparato, due alla testa sono andati giù il terzo solo ferito è andato a terra e l'ho lasciato lì non poteva muoversi. era la situazione perfetta, adesso sono sicuro di essere libero, infine anche se non so cosa succederà dopo di questo potrei morire domani e nessuno lo saprebbe, ma io ero già morto, già prima di pensare di diventare un di loro.