Riflessi di Interviste Incantate

 
Oh sì, questo è un post decisamente egocentrico. Ma in compenso sarà molto breve.

L'unica ragione di questo autopromo è quella di informarvi della comparsa, sul sito di RiLL, di una serie di interviste dedicate agli otto autori dei dieci racconti pubblicati nella raccolta realizzata in seguito al XVI Trofeo, Riflessi di Mondi Incantati.


Come sicuramente siete a conoscenza, avendo più volte consultato la pagina delle mie pubblicazioni, sono presente nel libro qui accanto con ben due racconti, il che significa anche due separate interviste.

Segnalo solo un'imprecisione: non sono un pistoiese. No davvero. Sia chiaro.

Futurama su Italia 1!

Aggiornamento: questo è un post vecchio, ma vedo che continua ad essere cliccato, probabilmente per le parole-chiave usate nei motori di ricerca. Per chi approda sul blog per la prima volta, segnalo che la stagione 6 di Futurama è in seguito stata trasmessa a partire dal giugno 2012. Inoltre, qui si trova la lista di tutti gli episodi della sesta stagione da me recensiti.

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Non voglio illudermi di essere un trendmaker o un fashionleader o un doppelganger, ma sono passate appena due settimane da quando ho annunciato la pubblicazione delle mie recensioni dei nuovi episodi di Futurama, e ho fatto giusto in tempo a inserire i primi due, che già qualcosa si muove.

Proprio oggi, ho acceso come di consueto la televisione durante la pausa pranzo per scandire a dovere i tempi di preparazione e consumazione del cibo, e invece della detestabilmente leziosa benedetta parodi che mi raccontava di quanto le sue bambine adoooooooorano questo dolce, mi sono trovato a sentire alcune note note. Cioè, note conosciute. Insomma, queste:


"Wow" mi sono detto. "Vedere qualche replica di Futurama in italiano non potrà che farmi bene."

Ma poi ho riconosciuto le prime immagini de Il gioco di Bender, e... "Wow!" mi sono detto di nuovo, stavolta col punto esclamativo. "Non sono repliche, sono episodi inediti!" Con il che intendo inediti per la televisione italiana. Il gioco di Bender infatti, insieme all'ultimo dei quattro film era uscito in Italia come dvd, ma non ancora trasmesso in tv.

Si scopre quindi che Italia 1 trasmetterà i due film rimanenti, suddivisi in quattro parti ciascuno. Non è chiaro se dopo di questi la programmazione ripartirà con i vecchi episodi, dato che l'ultima news ufficiale disponibile è piuttosto remota e poco chiara. Sperare che dopo gli otto episodi costituitenti i due film verrano passate le nuove puntate della stagione 6 è (ironicamente) fantascientifico, ma può anche darsi che i capoccioni abbiano pensato di "rinfrescare" la memoria del pubblico per farlo riaffezionare alla serie, prima di partire con gli episodi (davvero) inediti. 


Quindi, anche se adesso hanno scombinato i miei ritmi durante la pausa pranzo, non posso che ritenermi soddisfatto. In culo alle figlie di benedetta parodi, con tutto il rispetto per i bambini.







Futurama 6x02 - In a Gadda-da-Leela

Il secondo episodio della sesta stagione di Futurama (che è stato trasmesso di seguito al primo in una doppia season premiere) inizia con una delle situazioni più tipiche della fantascienza classica (già sfruttata più volte nello stesso Futurama): un oggetto non identificato che minaccia di distruggere la Terra. Per scongiurare il pericolo, il presidente Nixon chiede l'aiuto del Professore che propone di utilizzare la sua ultima invenzione per infiltrare e distruggere la death sphere in avvicinamento. Più o meno volontariamente vengono scetli per la missione Leela e il capitano Brannigan, i quali, dopo essere naufragati su un pianeta sconosciuto, si ritrovano a impersonare i nuovi Adamo ed Eva.

Fin dalla sua prima apparizione, Zapp Brannigan si è sempre dimostrato molto "interessato" nei confronti di Leela (così come, in effetti, di qualsiasi altra donna, e nono solo quella), ma la sua passione è tutt'altro che corrisposta. In questa puntata, i due si trovano soli per buona parte del tempo, e il capitano avrà così occasione di sfruttare le sue doti manipolative per cercare di convincere Leela a concedersi. È infatti da notare che, pur essendo per ogni altro aspetto un completo idiota, Zapp possiede una certa abilità nello sfruttare i punti deboli delle sue prede in modo da ottenere la sua occasionale dose di sesso, come in precedenza è riuscito a fare sia con Leela che con Amy.
Questo episodio (il cui titolo cita una nota canzone degli Iron Butterfly che deriverebbe da "giardino dell'Eden") è insolitamente "esplicito" per lo standard di Futurama, con lunghe scene di quasi-nudo, numerose battute e riferimenti al sesso e agli organi genitali. Arrivati alla fine si può forse pensare che la minaccia della sfera della morte rappresenta sia stata sottovalutata rispetto al suo potenziale, mentre la storia tra Zapp e Leela avrebbe potuto svolgersi benissimo anche in altre circostanze. Ma è proprio Brannigan a dare la maggior forza all'episodio, e qualsiasi uomo di ogni epoca storica non può che sentirsi solidale con lui, quando messo alle strette confessa "my motives were pure!". Voto: 7.5/10

26/12/2015 - i'm dreaming for a yellow christmas

no, non è vero. non ho mai sognato un natale giallo, e se è per quello nemmeno bianco. sapere che ieri era un giorno che in una vita precedente avremmo celebrato con lunghi pranzi, intense bevute e numerosi regali non mi deprime più di quanto lo sia già. non so se lo stesso valga per gli altri qui con me. dopo la catartica nevicata della settimana scorsa, qualcosa si è spezzato nel nostro gruppo.

per quanto mi riguarda, sono rimasto turbato da un commento che mi ha fatto notare la nostra leggerezza. potremmo essere scoperti, a causa dell'imprudenza di quel giorno. possibile allora che l'unico momento da mesi in cui mi sentivo finalmente vivo possa rivelarsi la causa della mia morte?

sì, è possibile. e non avrei dovuto dimenticarlo.

sto cominciando a pensare di dovermi applicare di più nell'arte della sopravvivenza. leggere i resoconti di altri survival blogger che sono in condizioni molto peggiore della nostra, e altri che stanno applicando la più crudele legge della giungla, mi ricorda che questo non è un gioco, non è un esperimento. in questi giorni è ricomparsa anche Cristina Riccione, la prima giornalita italiana ad aver documentato la pandemia. è la prima "celebrità" che si è unita alla comunità di survivalisti nata alcune settimane fa. e i suoi contributi mi convincono una volta di più che dovrei iniziare a fare qualcosa.

parlo al singolare. sto cominciando a pensare per me stesso. non è molto natalizio, vero?

ma come ho detto, non ho mai sognato il natale. di nessun colore.

Coppi Night 20/12/2010 - La nona porta

Mi rendo conto che quando un film mi piace, come nel caso dell'ultima Coppi Night, sono restio a riportarne i dettagli, per non levare a chi non l'ha visto il piacere di goderselo tutto; mentre invece quando rimango deluso, o disgustato, non ho problemi a rivelare qualsiasi dettaglio della trama, per dare maggiore credibilità alle mie recriminazioni.

Per cui, se non avete visto il film in oggetto e avete intenzione di farlo, non leggete oltre. Oppure, meglio ancora, leggete oltre e non guardate il film.

Che poi, non si tratta di un brutto film. La prima parte, con Johnny Depp che va a caccia di libri rari, mi ha anzi affascinato (forse per la mia sensibilità all'argomento), anche se tutto scorreva un po' a rilento. Il problema sorge quando dalla raccolta degli indizi ci si avvicina alla soluzione dell'enigma: possibile che satana sia così superficiale che, lasciando indizi in forma di illustrazioni da lui stesso realizzate (perché poi le iniziali LCF dovrebbero ricondurre a "Lucifero", poi...) abbia affidato all'abile solutore un'indicazione vaga del tipo "segui tutte le strade senza temere spese e sacrifici per raggiungere il premio massimo"? Mettendomi nei panni di un onesto satanista, che cazzo di rito dovrei compiere, una volta ottenuta questa risposta, per acquisire i pieni poteri infernali? La soluzione sembra più un messaggio da biscotto della fortuna, o il testo di una canzone di tiziano ferro, che un'evocazione demoniaca. Il villain stesso del film fa le spese di questa incomprensione di fondo, quando impegnandosi nel rito satanico standar (pentacolo infuocato) ci rimane secco perché la procedura non funziona. Ma vabbè, lui era il cattivo, era scontato che non ci riuscisse. Ora sicuramente ci prova Johnny Depp e... fine.
 
Non nel senso "è la fine". Nel senso: fine del film.

Ora, io non pretendo di avere qualcosa da insegnare a Polanski né a nessun altro. Ma in qualche anno di esperienza di scrittura, ci sono alcune cose che ho imparato. Una di queste è che niente è più irritante per il lettore di un finale che non finisce. Attenzione, non sto criticando il cosiddetto "finale aperto": una vicenda non conclusa non è necessariamente una storia non finita. Ma se io scrivessi un racconto di cui poi, arrivato  in prossimità della fine, non fossi in grado di riprendere e chiudere le fila, butterei tutto al maiale. Non risolverei con una luce bianca accecante come hanno fatto Polanski in questo film o gli autori di Lost nell'ultimo episodio della serie.

Arrivando alla non-fine del film l'unica cosa che si è imparato è che andando alla ricerca dei disegni del diavolo si può avere l'occasione di scoparsi una creatura soprannaturale (non è chiaro se un angelo o un demone) che ogni tanto plana dall'alto di una gradinata fino in basso sullo sfondo di un castello in fiamme. Francamente ho trovato morali più soddisfacenti in film di wrestler (con il che non intendo The Wrestler: proprio film con protagonisti dei wrestler).

Insomma, come prima esperienza di Coppi posticipato al lunedì (i più arguti avranno notato la data non corrispondente a una domenica) a causa delle sfavorevoli condizioni atmosferiche del weekend, non è stata delle più gratificanti. Ma il lunedì è sempre stato una giornata di merda.

Immagine # 23

Ciao Isabella, sono Mirko
ho perso il tuo numero,
mi puoi chiamare e importante
xxx/xxxxxxx
mi manchi tanto
buon natale


Il testo di un biglietto che qualcuno (presumibilmente tale Mirko) ha lasciato sotto il tergicristallo della mia macchina. Punteggiatura e ortografia sono fedelmente riportati, ho solo censurato il numero di telefono per evidenti ragioni di privacy. Purtroppo, con tutta la buona volontà, non riesco proprio ad essere abbastanza Isabella per accogliere il suo appello e chiamarlo. Il meglio che ho potuto fare è stato avvertirlo con un sms che deve aver pedinato l'auto sbagliata.

In fondo, tra venti minuti è natale. Questa conta come buona azione.

Thumb Thing

Questo post potrà sembrare un lungo comunicato pubblicitario, e... beh, alla fine dei conti è proprio così. Ma attenzione: come potete notare il post non è etichettato anche per la rubrica autopromo, perché quello che viene reclamizzato non è un mio prodotto. Se gli concedo questo spazio, è perché ciò di cui sto per parlarvi si è rivelato utile oltre ogni previsione, e la sua diffusione non può che recare beneficio all'intera umanità.

L'oggetto in oggetto si chiama ufficialmente "thumb thing", ma se proprio volete dargli un nome con un significato potete chiamarlo "reggilibro", che forse rende meglio di "coso per il dito". Eccolo qui:


Che cos'è?

Si tratta di un semplice aggeggio di plastica, non più lungo di cinque centimetri da un braccio all'altro. Il buco è pensato per poterci infilare il pollice, mentre la cunetta centrale e le due ali fanno pressione. Pressione su cosa? Beh, se avete un minimo di immaginazione visivo-spaziale e siete stati attenti finora l'avete capito. L'affarino tiene premute le pagine di un libro per consentire di tenerlo aperto con una mano sola, così:



"Ah, bella cazzata", stai pensando. Bene, allora non hai mai provato a leggere stando in piedi sul treno, o mentre mangi un gelato, o sdraiato supino sul letto. Probabilmente non sei un lettore abituale, per cui puoi anche smettere di leggere questo post.

Ma se invece vedendo l'immagine di sopra hanno cominciato a brillarti gli occhi per le infinte possibilità che ti si aprono davanti, hai capito tutto. Perché è proprio così: grazie a questo infimo pezzo di platica, non ci sono limiti a situazioni, posizioni e luoghi in cui puoi leggere! Sarai in grado di tenere il libro aperto con una sola mano, sforzandoti solo di usarle entrambe per girare le pagine (ma con un po' di abilità puoi riuscire anche in questo senza scomodare l'arto libero), mentre con l'altra potrai fare di tutto: rumare la polenta, accarezzare il gatto, scrivere sms, imbiancare casa, giocare a freccette, scolare una boccia di maraschino, tirare la corda del paracadute, compilare la dichiarazione dei redditi, e se hai il cambio automatico anche guidare (ma declino ogni responsabilità per incidenti occorsi in tali circostanze).

E non finisce qui. Il produttore suggerisce infatti che il thumb thing si può utilizzare anche come segnalibro, infilato di piatto all'interno della pagina. Sì, è vero... ma non solo. In quasi due anni di esperienza con l'oggetto, ho scoperto che le sue applicazioni sono infinite. Può infatti essere usato per aprire le lettere e le odisoe pellicole di plastica dei barattolini d gelato; funziona da passepartout per le serrature che si trovano negli uffici e nei cessi delle autogrill, quelle che presentano solo una fessura piatta; è utile per mantenere l'igiene personale in qualità di stuzzicadenti e apparecchio scaccolatore che mantiene pulite le dita; è valido come forchetta d'emergenza e con un po' di destrezza anche come cucchiaio; si rivela particolarmente efficace nell'attrarre l'attenzione se picchiettato su vetri, scrivanie, spalle ecc; se tenuto in bocca per una delle estremità sostituisce sigarette ed altri vizi e feticci sessuali nella loro funzione anti-stress; infine, se legato al polso tramite un apposito laccio, concede gli stessi benefici del power balance (cioè nessuno) più il fatto di rimanere sempre a disposizione per ognuna delle altre eventualità elencate.

Tutto questo per l'irrisorio prezzo di 3 euro!

In un mondo ideale i thumb thing pioverebbero dal cielo, ma la realtà spesso è crudele. Infatti, per procurarvelo dovrete probabilmente recarvi in libreria, e questo non vi garantisce comunque di trovarlo. Di solito lo si trova nei pressi della cassa, insieme a tutti quegli amennicoli dell'ultim'ora come segnalibri, bigliettini, portachiavi, lucette e stronzatelle affini, ma non è altrettanto comune. È probabile che dobbiate girare almeno tre-quattro negozi per vedere infine questo piccolo miracolo di semplicità e funzionalità in tutte le sue varianti glamour di colore. Se sarete così fortunati, compratene subito tre: uno da usare subito, uno di scorta per voi, e uno da regalare al primo che vi chiederà che cos'è quell'affare che avete al dito e ne rimarrà estasiato.

In un non richiesto slancio di patriottismo, si potrebbe anche notare come l'azienda che produce e commercializza thumb thing, insieme ad altri interessanti supporti alla lettura, è italiana. Quindi, se non volete farlo per i libri, fatelo per il PIL.

E se siete ancora scettici, provatelo. Mi ringrazierete dopo. Non scherzavo quando dicevo che ne ho uno di scorta.

Futurama 6x01 - Rebirth / Rinascita

"On the count of three you'll awake and feel refreshed, as if Futurama was never canceled by idiots, then brought back by bigger idiots."

È con queste parole pronunciate con l'ipnorospo su schermo che inizia la sesta stagione di Futurama. Il riferimento è chiaramente alle vicissitudini "contrattuali" della serie, precedentemente cancellata, poi rinnovata per quattro lungometraggi, e infine riportata di nuovo al formato di stagione televisiva composta di episodi standard. A pochi minuti dall'inizio si ha un altro riferimento alla stessa vicenda, quando con un opportuno gioco di parole il professore afferma che adesso l'equipaggio si trova "on a comedy central channel".

L'episodio, come il titolo suggerisce, serve principalmente a celebrare il ritorno della serie. I personaggi devono essere letteralmente riportati in vita dopo l'incidente provocato dall'inseguimento della Nimbus, ma il processo non funziona alla perfezione con tutti: Bender è costretto ad utilizzare una nuova fonte di energia e Leela rimane in stato di coma. Fry cercherà di compensare la sua perdita, originando una serie di equivoci che condurrano a una rivelazione nel finale.

L'episodio procede bene, anche considerando la piccola introduzione e il sub-plot di Bender. La storia non evolve in modo particolare i rapporti tra i personaggi, dato che l'obiettivo è dichiaratamente quello di riportare tutti "in vita", letteralmente e metateleviforicamente. È però da notare che, contrariamente a come alcuni fan avevano temuto, la nuova stagione non parte con un reset della situazione precedente, ovvero l'ormai affermata relazione tra Fry e Leela, che se nelle precedenti stagioni era stato principalmente un sentimento a senso unico del ragazzo del XX secolo nei confronti della ciclope (con occasionali e ambigui accenni di corresponsione da parte di lei), con le scene finali di Into the Wild Green Yonder veniva finalmente confermata nella sua reciprocità. Anzi, le immagini della conclusione del film sono esplicitamente riproposte, e la situazione di "Rebirth" si origina appunto dalle ultime fasi di questo.

In sostanza, se pure non brilla per gag e situazioni particolarmente riuscite e originali, la puntata costituisce un buon punto della situazione e riesce comunque a toccare in un paio di occasioni lo spettatore. Ancora più gustosa conoscendo il background della serie. Voto: 8/10

19/12/2015 - bianco su giallo

è passata una settimana dall'ultimo aggiornamento sulle condizioni del mio gruppo di sopravvissuti. nel corso di questi sette giorni non è successo niente di rilevante, almeno non qui. sempre che non si voglia considerare rilevante il fatto che abbiamo finito le uova, con un'ultima frittatona di cipolle che ho preparato personalmente. l'abbiamo mangiata tutti di gusto e qualche frammento l'abbiamo lasciato ai gatti, che però si sono mostrati un po' scettici. quello che ritengo l'aspetto più importante di questi ultimi giorni è stato scoprire tanti altri sopravvissuti, sparsi in piccoli gruppi per tutto il territorio, ognuno col suo messaggio di resistenza e speranza. dopo il primo appello emerso da un blog ormai dimenticato, tanti altri si sono uniti, e sembra che ci sia motivo per non ritenersi sconfitti. non ancora.

due giorni fa ha nevicato. ormai ci sono abituato, anche se per i primi venti anni di vita per me era raro vedere anche solo i fiocchi scendere la cielo. vedere la neve accumularsi sui tetti e sulle strade era un evento eccezionale. ma dalla seconda metà del primo decennio del duemila il clima dev'essere cambiato. la neve si è vista ogni inverno, e con una puntualità incredibile sul finire della terza settimana di dicembre. ma quest'anno ha nevicato proprio TANTO, ancora più dell'inverno 2010, che è stato il peggiore finora. la neve si è accumulata sul portone di casa così alta che abbiamo dovuto spingere in due per riuscire ad aprire. camminando fuori ci siamo trovati immersi fino al polpaccio. i gatti si erano infilati nello scatolone che usano come tana, in un'unica pallottola di pelo multicolore, immobili. abbiamo temuto che potessero essere morti, ma stavano bene.

c'era un grande silenzio. voglio dire, ultimamente fuori c'è sempre silenzio, specialmente da queste parti. ma... dio, forse sarà anche vedere il paesaggio completamente bianco, eppure era più di un'assenza di rumori, era come un buco nero (cioè, bianco) che inghiottiva ogni suono. io e il ragazzo di mia sorella siamo usciti insieme ed esitavamo a parlare, timorosi di rompere quell'incantesimo, che una sola parola potesse far precipitare il mondo di nuovo in quello che era quando abbiamo chiuso la porta la sera prima. perché sì, sembrava di vivere in un mondo diverso, come se la neve avesse resettato gli ultimi anni e non ci fosse traccia di pandemia.

circondati dal ghiaccio, sembrava davvero di stare in un freezer. era davvero freddo. ci siamo guardati, pensando la stessa cosa: i gialli non sopravvivono a queste temperature. abbiamo chiamato gli altri dentro, invitandoli ad uscire. per precauzione abbiamo anche preso le poche armi a nostra disposizione... ma dopo mezz'ora giacevano in mezzo alla neve, abbandonate.

siamo corsi fuori, e ci siamo di nuovo sentiti liberi, padroni del nostro mondo. correvamo per le strade, gridando, cantando, scivolando, tirandoci pallate di neve e rotolandoci in quella farina gelata. eravamo sei bambini che hanno saltato la scuola, non sei sopravvissuti in guerra contro i mostri. forse è stato imprudente da parte nostra, ma ci siamo allontanati da casa. siamo arrivati fino ai limiti del paese, trovando ovunque la stessa scena silenziosa e imbiancata, ma nessun altro sopravvissuto. verso metà mattinata ci siamo imbattuti in un cumulo di neve dalla forma anomala. abbiamo scavato, e sotto c'erano tre gialli, accatastati uno sull'altro, rigidi. morti. quella vista ci ha inquietato, sulle prime. temevamo che da un momento all'altro i mostri si sarebbero risvegliati e ci avrebbero attaccati. poi, un tonfo: una palla di neve ha colpito in pieno viso uno dei tre zombi. era stato claudio, uno degli amici rifugiato insieme a me. ci ha guardati e ha riso. e allora ho capito cosa voleva dire: possiamo vincere. loro sono morti, noi vivi. noi siamo vivi. abbiamo tempestato i tre cadaveri di proiettili di neve, per poi dissotterrarli e ricominciare, ancora e ancora, fino ad avere le dita completamente intirizzite e le guance rosse per il freddo. abbiamo pisciato insieme sui corpi congelati, pensando solo vagamente che un tempo erano persone "normali" come noi. abbiamo riso tanto, tutti insieme.

la breve giornata stava già finendo, e senza il sole cominciava ad essere tropppo freddo, quando siamo rientrati. in casa non abbiamo parlato di quello che era successo, ma so che tutti ci abbiamo pensato. per due notti, ho dormito tranquillo. ho sognato un mondo coperto di neve, un mondo bianco. un mondo nostro.

Bustina # 17

Pensavo che il cervello fosse l'organo più importante del corpo, finché non ho capito chi fosse a dirmelo.



Ammetto che non conoscevo questo personaggio prima di aver letto questa citazione che si trova in epigrafe al racconto Seconda persona tempo presente di Daryl Gregory (di cui ho parlato nell'ultimo rapporto letture). Scoprire che si tratta di un comico, piuttosto che di uno psichiatra o un neurochirurgo, mi ha dato una piccola soddisfazione in più. Questa breve battuta è più profonda di quanto possa sembrare, richiama in un certo senso quella concezione di competizione evoluzionistica interna all'individuo di cui parla Richard Dawkins nel suo Il gene egoista. Insomma, non fidatevi di quello che avete dentro.


Spero che per essere la prima bustina di zucchero pubblicata sul nuovo blog sia abbastanza efficace. Se volete leggere le sedici precedenti, tuffatevi nel flashback. E se non avete capito di che cosa si tratta, probabilmente non avete letto l'elenco delle rubriche.

Coppi Night 12/12/2010 - Memento

L'ultima Coppi Night, per una combinazione aritmetica nell'avvicendamento dei turni di anfitrionaggio e incarico dolciario, mi ha visto come responsabile sia dei film che del dolce.

Per i film, ho deciso di proporre il classico tema del viaggio, in tre declinazioni: viaggi nello spazio, nel tempo, e nella mente. Un repertorio che includeva Guida Galattica per Autostoppisti e Non ci resta che piangere, Eternal Sunshine of the Spotless Mind e La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo (dei cui titoli italiani non ci occuperemo qui, visto che ho già avuto modo di parlarne tempo fa). Alla fine, nel duello finale tra Memento e L'esercito delle 12 scimmie, il primo ha prevalso con uno schiacciante 8-0.

Su Memento c'è poco da dire. Innanzitutto perché è un capolavoro, e in secondo luogo perché è uno dei film che soffre più di possibile spoileraggio. Senza entrare nel merito della vicenda, per non rovinare il piacere ai pazzi che ancora non lo avessero visto, posso dire che è un film che adoro (è sicuramente nella mia personale top ten) per l'altissimo livello di coinvolgimento dello spettatore. E non solo per la storia, per quanto appassionante e originale, ma per come viene mostrata: per comprenderlo è necessario seguire attentamente, ricollegare gli indizi, che come avviene al protagonista stesso vengono forniti uno per volta, tenere tutto a mente (a che punto ci si trova, a che punto si era arrivati) e trarre le conclusioni in duplice gioco di logica e memoria. Per questo la visione provoca una soddisfazione così intensa: perché non abbiamo solo visto un film, ma vi abbiamo partecipato. E c'è chi è rimasto tanto coinvolto da metteri in seguito a disegnare un grafico della struttura del film:

Per quanto riguarda il dolce, invece... beh, ho voluto metterci dell'impegno. Forse troppo. Mi sono industriato per proporre un remix all'ananas del classico tiramisù. Non fosse che non ho trovato i savoiardi, ed ho utilizzato al loro posto dei panini. E nemmeno di zucchero ce ne ho messo tanto, perché non credo in esso come non credo nel sale. E sì, forse la crema all'ananas era un po' più liquida del previsto. Il risultato finale, per quanto di aspetto non troppo presentabile, secondo me era più che commestibile. Ma non tutti i partecipanti alla Coppi Night erano della stessa opinione, tanto che sono stati espressi commenti del tipo: "non è male... ma me lo porti un secchiello di merda così mi ci sciacquo la bocca quando ho finito?".

Come diceva il mi' nonno: vai a fa' der bene a' ciui...

N.A.S.F. 6

Pubblicare due autopromo a così breve distanza non mi piace, perché può portare all'idea che questo sia un blog con fini pubblicitari, quando l'intenzione non è affatto quella. Ma con il trasloco di mezzo ho dovuto rimandare alcuni post, e così mi ritrovo a dover segnalare una nuova uscita pochi giorni dopo quella di Short Stories 9.

Il libro in questione è N.A.S.F. 6 - Blood, Dust & Steel.


L'acronimo sta per "Nuovi Autori Science Fiction", e si tratta di una raccolta annuale che viene messa insieme dal gruppo NASF, una divisione del portale Nuovi Autori. Tutte le edizioni hanno un tema o un genere preciso. In questo caso, citando il bando, sono state scelte tre particolari declinazioni della fantascienza:

Il sangue. A rappresentare i migliori racconti dei nostri autori, fantascientifici come ambientazione, come tempi, come soluzioni, ma dove a farla da padrone saranno la tensione e la paura. Quale inaspettato orrore si cela in quel racconto?
La polvere. La polvere delle carovane, della conquista, degli "assalti alla diligenza", il West della caccia all'oro, perché chi può dire, oggi, dove saranno le miniere del futuro, dove si spingeranno gli Umani nella loro colonizzazione, e chi saranno i nuovi indiani? Racconti sci-fi dove trionferà la pistola, magari laser, e la voglia umana di esplorare e adattarsi al territorio.
L'acciaio. La lama dello scaltro ladro, la spada del tonante conquistatore, il ferro, strumento e allo stesso tempo padrone sul lontano pianeta, le cui razze e i cui costumi sono così lontani dai nostri, ma le cui potenti armi, fuori dal tempo, non finiranno mai di affascinarci.
Sono stati selezionati 41 autori, tra i quali il vincitore è di Daniele Picciuti. E a parte lui, uno degli altri quaranta sono io, che sono riuscito a guadagnarmi il mio spazietto come in occasione di N.A.S.F. 5 e N.A.S.F. 4. Il libro è pubblicato on-demand tramite il portale ilmiolibro, dove è possibile visualizzare un'anteprima in pdf, e sul quale è disponibile anche il numero precedente, dedicato a X-Punk / OOPart.

Sul forum NASF è già aperta una sezione dedicata al nuovo volume, dove chi vuole potrà commentare i racconti e scrivere direttamente agli autori che in buona parte si rendono disponibili. Sì, ci sarò anch'io. In buona parte.

Futurama - Stagione 6

Potreste aver già letto questo post. Ma probabilmente non è così. Lo dico perché questa introduzione era già stata inserita sul vecchio blog, quando ho deciso di iniziare a recensire gli episodi della nuova stagione di Futurama. Ma visto che come ho detto nel post inaugurale, alcuni contenuti saranno ripresi anche da lì, ho deciso di riproporre le recensioni già scritte, e proseguire con quelle mancanti. Ecco perché l'etichetta "flashback" (vedi le rubriche per maggiori dettagli) su questo e i successivi riguardanti le nuove puntate.


Ma procediamo con ordine: riassunto delle puntate precedenti.


Rapporto letture - Novembre 2010

Siamo a metà mese, quindi è bene redigere il rapporto di quello precedente prima che ricordi e impressioni comincino a svanire. Fortunatamente posso affidarmi ai miei supporti mnemonici esterni, localizzati nei server di Hong Kong che ospitano aNobii. Stando a quanto ho fedelmente riportato sulla mia pagina, a novembre ho letto 7 libri, come il mese precedente.

More about Gli orrori di OmegaSi comincia con Gli orrori di Omega di Robert Sheckley (Urania Collezione). Di Sheckley non ho letto molto altro, ma come nelle altre sue storie qui si ritrova la vena ironica, che si potrebbe paragonare a quella di Eric Frank Russell e qualche altro autore di fantascienza dell'epoca. Al di là di questo, la storia parte in modo interessante, con un detenuto che viene esiliato in un pianeta-prigione per un crimine che non ricorda di aver commesso. Poi la parte centrale si perde un po' troppo dietro ad avventure un po' raffazzonate sul pianeta in cui il bene è male e il male è bene. Nel complesso si tratta quindi di un buon libro, che avrebbe potuto essere migliore se l'autore si fosse trattenuto dal raccontare fughe e combattimenti e si fosse invece concentrato sul tema centrale. Voto: 7/10

More about MelodiaDa un pezzo di fantascienza oldschool americana, si passa a un fantastico contemporaneo italiano: Melodia di Daniele Bonfanti (Edizioni XII, che se ancora non lo avessi fatto presente sono quelli dei Corti) è un libro eccellente. Una storia che mescola alieni e angeli, religioni e leggende, musica e gatti. Non è facil definire il genere, se non come un "fantastico" generico, vista la varietà di elementi che lo rendono un po' horror, un po' mistery, un po' fantascienza. Quello che posso dire è che è un libro che cattura totalmente, come gli occhi gialli che fissano dalla copertina, e che una volta finito si cominciano a considerare alcune cose sotto una luce diversa, che poi è quello che ogni buon libro dovrebbe fare al lettore. Voto: 9.5/10 - best of the month!


More about Millemondi Estate 2009: L'altra faccia della realtàNell'uscita semestrale "Millemondi" da diversi anni Urania pubblica (seppure con un certo ritardo), i numeri annuali del volume Year's Best SF curato da David G. Hartwell. Quello che ho preso in mano a novembre risale al 2005, e raccoglie la selezione dei racconti anglofoni ritenuti migliori dal curatore. Trattandosi di un best of raramente si rimane delusi, perché i lavori presenti sono sempre di buon livello. Questo numero non fa eccezione, con la presenza di alcuni testi davvero notevoli come Seconda persona tempo presente di Daryl Gregory e Oltre lo squarcio di Aquila di Alastair Reynolds. In questo volume sono contenuti anche numerosi racconti brevi che nel 2005 la rivista Nature ha iniziato a pubblicare. Voto: 8/10


More about Segnali dal sole Nonostante i miei rapporti con il panorama fantastico francese, sono piuttosto scettico nei confronti delle opere di autori francesi (e in generale, europei non-anglofoni) per motivi vari che includono anche una certa incompatibilità di intenzioni. Ma questa è un'altra storia. Soprattutto perché Jacques Spitz, autore di questo Segnali dal sole, mi ha convinto pienamente. Mi aveva già sorpreso in precedenza, quando ho letto i suoi due romanzi brevi La guerra delle mosche (da cui ho tratto anche un [quote] sul vecchio blog) e L'uomo elastico, e qui ho dovuto di nuovo riconoscere la sua abilità, sia nell'ideare una storia sia nel renderla credibile. Se poi si considera che il libro è stato scritto negli anni '40, e si perdona qualche ingenuità (Marte e Venere considerati come pianeti abitati!), ci si trova ad aver letto un ottimo libro. Voto: 8/10


More about Raimondo Mirabile, futuristaDue libri delle Edizioni XII (quelle dei Corti, l'avevo detto?) in un mese! Questa volta non ho problemi a inquadrare il romanzo di Graziano Versace come fantascienza, anche se si tratta di una fantascienza particolare, che non porta nel futuro ma narra una sorta di "storia sommersa" svoltasi in Italia nei primi del '900, quando un gruppo di alieni molto volenterosi (sembra una cazzata, ma dico sul serio) ha cercato di infiltrarsi nella nostra società per arrivare a controllarla. Sui libri di storia non si trovano tracce di tutto questo, eppure... lo mettereste in dubbio? Narrato dal maggiordomo del protagonsita che compare nel titolo, Raimondo Mirabile, futurista riesce a far muovere una trama di complotti e misteri nei salotti milanesi di inizio secolo scorso, e riserva qualche buona sorpresa. Qualche appunto ci sarebbe da farlo, non è un libro perfetto, ma quanto a originalità e ambientazione è sicuramente valido. Voto: 7.5/10


More about Il linguaggio segretoIl linguaggio segreto di Ruth Nestvold è un racconto lungo pubblicato dalla Delos un po' di tempo fa, che mi sono letto durante un viaggio in treno di tre ore. Una storia abbastanza ordinaria di contatto con una colonia abbandonata, con un problema di comunicazione da risolvere. Il fatto è che, risolto il problema, non rimane altro. Quindi, per quanto possa essere brillante l'idea che sta alla base della ricerca, non ha alcuna conseguenza. Voto: 6/10





More about Riflessi di mondi incantatiConcludiamo con un libro che state vedendo comparire a tratti lì sulla destra, o potete trovare elencato nella pagina "pubblicazioni". Con una certa calma, inframezzandolo agli altri libri del mese, mi sono letto anche Riflessi di Mondi Incantati, il volume che raccoglie i finalisti del XVI Trofeo RiLL e altri lavori collegati. Tra questi, ci sono anche due miei racconti (all'epoca opportunamente segnalati sull'altro blog): Il lettore universale (terzo classificato) e Pr-Medjed (finalista del concorso parallelo SFIDA). Qualcuno potrebbe mettere in dubbio la mia obiettività parlando di un libro in cui sono presente io stesso, per cui dimostrerò la mia buona fede dicendo che non è un capolavoro. Mi spiego: i quattro racconti vincitori del Trofeo, e quelli provenieti da SFIDA sono di buon livello. Meno efficace invece la parte centrale, in cui sono presenti racconti di alcuni giurati e collaboratori di RiLL. Ma questa è un po' una costante nei volumi della serie Mondi Incantati, che comunque meritano attenzione. Se poi oltre alle storie del libro volete anche un reportage della premiazione (so che stavate per chiedermelo in privato), lo tovate qui. Tengo a puntualizzare che quello vestito da Indiana Jones non sono io. Voto: 7.5/10

11/12/2015 - dieci piccoli coreani

pochi giorni fa ho finito di leggere dieci piccoli indiani di agataha christie. è buffo pensare che quando il mondo era vivo, prima della pandemia gialla, ero preoccupato di non avere il tempo per leggere tutti i libri che accumulavo. adesso che sono costretto a rimanere barricato in casa, ho tutto il tempo per dedicarmi alla lettura. eppure a volte mi viene da pensare che potrei comunque non arrivare mai a chiudere l'ultimo libro rimasto da leggere. che tutto potrebbe finire prima, per me e per gli altri. fores non è così buffo.

leggere quel libro mi ha turbato, perchè la situazione descritta dall'autrice mi pare troppo simile a quella che sto vivendo: alcune persone costrette in un ambiente chiuso, da cui non possono scappare, e un germe di sospetto che passa dall'uno all'altro, quando tutti potrebbero allo stesso momento essere vittime o assassini. non siamo dieci in effetti, ma solo sei. eravamo sette, fino a due giorni fa.

oltre a me ci sono mia sorella con il suo ragazzo, due miei amici e un tizio che ho incontrato venendo qui e che ho deciso di ospitare. è uno sveglio, ed era l'unico che sapesse usare delle armi, e ci ha insegnato a farl. il settimo era un vicino di casa che quando ci siamo stabiliti qui è venuto in cerca d'aiuto. lo abbiamo cacciato quando ci siamo accorti che non mangiava più e da remissivo e taciturno com'era all'inizio cominciava ad essere sempre più scontroso. non so cosa ne sia stato di lui. ma il fatto che abbiamo convissuto per settimane con una persona potenzialmente infetta ci porta a credere che anche qualcuno di noi avrebbe potuto contrarre il prione, nel frattempo. e quando cogli di sfuggita uno sguardo di sospetto e minaccia negli occhi di chi ti sta seduto accanto a tavola, ti senti annichilito. se anche non diventeremo dei gialli, ci stiamo trasformando lentamente in bestie.


questa era la situazione fino a oggi. oggi che ho scoperto che ci sono altri, là fuori, oltre a me e gli altri cinque in questa casa. le linee telefoniche non funzioano, ma più per noi che per altro stamattina ho provato ad accendere il portatile e collegare la chiavina per la connessione wireless... e ha funzionato. non avevo notizie dal mondo esterno da quando sono scappato di casa, mesi fa, e sono venuto qui. qui non si ricevono trasmissioni televisive, e se ci sono radioamatori su qualche frequenza non siamo riusciti a trovarli. ma poter accedere a internet... wow! all'inizio non sapevo cosa muovermi. sono andato a cercare alcuni dei siti che frequentavo solitamente, ma non ho trovato tracce di aggiornamenti. poi ho allargato la ricerca, e ho trovato qualcosa. c'è qualcun'altro, vivo e deciso a rimanerlo. un gruppo di persone sparse in posti diversi, ma che si tiene in contatto tramite i propri blog, che in qualche modo funzionano ancora. si riuniscono intorno al blog di un tale alex, dove ho trovato anche una guida alla pandemia gialal con tutti i punti salienti dell'infezione che ha distrutto la civiltà. fino a quando non ho visto i primi gialli corrermi incontro, non avevo mai seguito gli sviluppi di quelle che cosnideravo guerre lontane, e per questo capire come siamo arrivati a questo punto mi è stato utile. ma ce ne sono anche altri, ognuno con la sua storia terribile di resistenza e sopravvivenza.

sapere che in qualche modo non sono solo (perché, anche se qui con me ci sono altre persone, mi sentivo così) mi ha ridato forza. non voglio parlare di speranza, ma...


a beneficio degl altri survival blogger, fornisco alcuni dettagli sulla mia situazione. mi trovo in toscana (mi scuserete se non specifico dove, ma non sono completamente sicuro di potermi fidare di chiunque acceda alla rete), e come ho spiegato sono barricato con altre cinque persone in una casa. era la vecchia casa dei miei. quando la situazione si è fatta pesante e sono stato costretto a scappare da casa mia sono venuto qui, avevo ancora le chiavi. non ho trovato nessuno, e non ho voluto chiedermi dove fossero andati i miei genitori. i miei amici mi hanno raggiunto dopo che li ho contattati, dicendo che avevo trovato un buon posto. mia sorella è arrivata alcuni giorni dopo, deve aver avuto la mia stessa idea.

ci sono due motivi principali per cui ho scelto questo posto.

1- l'orto. i miei avevano un orto, piccolo, ok, ma attivo. io non ho mai coltivato niente, ma sapevo di poter trovare qui tutto quello di cui c'è bisogno per farlo. per adesso non è stato necesario ricorrere agli ortaggi per mangiare, le scorte che erano qui e quelle che hanno portato gli altri dureranno ancora un po. ma ci stiamo dando da fare per ottenere un raccolto, quando ce ne sarà bisogno.

2- i gatti. i miei tenevano intorno casa parecchi gatti, quando son arrivato ne ho contati sedici. e sono delle ottime sentinelle, o almeno così ho sentito dire. non ho trovato conferme, ma mi hanno detto che sono immuni al prione, a differenza di cani e altri animali. e poi, quando ci sono gialli nei paraggi, spariscono. quindi, finchè ci sono qui fuori gatti che dormono o si leccano, siamo al sicuro. almeno credo.

finora non abbiamo subito attacchi violenti da parte dei gialli. un paio di volte ne sono passati alcuni (e in effetti in questi casi i gatti non erano qui), ma si sono dileguati poco dopo, senza tentare di entrare in casa. il pericolo, come dicevo, sembra provenire da noi stessi, più che dai mostri...



non so quanto la connessione possa reggere, per questo scrivo di fretta e non rileggo. sicuramente avrò fatto degli errori, vi chiedo scusa. ma volevo lanciare il mio appello: IO CI SONO.

Short Stories 9

Con il trasloco di mezzo ero rimasto indietro con le segnalazioni, ecco quindi che sono tenuto a dare notizia solo adesso dell'uscita di un volume che raccoglie, tra gli altri, un mio racconto.

La rivista Sort Stories, pubblicata dalle Edizioni Scudo e curata da Giorgio Sangiorgi e Luca Oleastri, da alcuni anni sta promuovendo la diffusione della letteratura fantastica italiana (e non solo), con racconti che spaziano dalla fantascienza all'horror, dal fantasy al weird. Ogni numero è incentrato su una tematica particolare, attorno al quale ruota la maggior parte dei racconti inclusi. Short Stories viene pubblicata a cadenza irregolare e distribuita in e-book o con il print-on-demand tramite il portale Lulu.

Il numero 9 è intitolato "Equipaggi e astronavi", e come la copertina suggerisce ha un contenuto prevalentemente fantascientifico. Tra gli autori alcuni nomi noti del panorama italiano, altri già visti sulle pagine della rivista, altri ancora finora sconosciuti.

 

Per quanto mi riguarda, è la terza volta che appaio su Short Stories. Era già successo con il numero 5 e il precedente numero 8. Per completezza, sul numero 4 è comparso anche un mio racconto-in-una-riga, che costituisce di fatto la mia prima riga mai pubblicata. E la mia esperienza con le Edizioni Scudo non si limita a Short Stories, dato che la mia antologia in e-book Il senso della vita e comparsa proprio nella collana Long Stories. E poi è ancora tramite loro che sono entrato in contatto con Pierre-Jean Brouillaud, che in seguito ha tradotto tre miei racconti in francese...

Ma, insomma, questa non è la storia della mia vita, stiamo parlando di un libro! Basta chiacchiere e mostrate il dovuto rispetto.

Coppi Night 5/12/2010 - Benvenuti al sud

Fino al primo novembre di quest'anno non mangiavo i porri. Forse per il nome disgustoso, forse per qualche ricordo infantile che mi portava a classificarli nella categoria "da non toccare mai" insieme a kiwi e quelle noci scure a forma di mezzaluna che ora non mi ricordo come si chiamano. Ma dopo aver azzardato una polenta con sugo ai porri, mi sono ricreduto sulle loro potenzialità, tanto che ho iniziato a usarli io stesso al posto della cipolla per fare il soffritto.

Questo serve a spiegare perché in tre anni di Coppi domenicale (più altre non rare istanze infrasettimanali) non avessi mai provato la pizza baccalà e porri. Domenica scorsa l'ho fatto, uscendone pienamente soddisfatto. Per questo posso dire che non è stata una serata sprecata. Se dovessi valutarla solo in base al film visto, avrei fatto meglio a stare a casa a guardare ballando con le stelle (o qualsiasi programma-contenitore facciano la domenica sera).

Benvenuti al sud ha vinto nella votazione finale su Ocean's 11 perché uno dei partecipanti ha dichiarato "lo voto per spregio a quel comunista di Bisio, così glielo guardo a scrocco il film". Ecco che anche qui si dimostra come sia tutta colpa dei comunisti!

Anche per un film che è intenzionalmente basato sugli stereotipi, Benvenuti al sud è scoraggiantemente prevedibile. Non una sola delle scene che si susseguono è più sorprendente di un giovedì che segue un mercoledì, il che è un problema quando si dovrebbe presentare una gag irriverente e frizzante. Bisio non è sicuramente un attore da cinema, ma in altre occasioni era riuscito in un'interpretazione credibile del personaggio (come in Amore bugie e calcetto, visto durante una Coppi Night non ancora documentata nemmeno sul vecchio blog). Qui invece risulta fuori luogo, cerca di mostrarsi come il polentone prima a disagio, poi spaventato, poi assorbito, ma rimane sempre lo stesso.

La trama stessa, per quanto labile, è comunque confusa, con indefiniti salti temporali e inutili dettagli di contorno. Come si può pensare che a qualcuno interessi l'esito dell'interrotta storia d'amore tra due impiegati delle poste di Castellabate, tanto più quando questa non ha alcuna influenza sulla storia principale? Alla fine tutti sono innamorati, tutti sono amici, e due popoli così diversi come polentoni e terroni si scoprono reciprocamente fratelli. Oh, la commozione. La scena finale dei saluti sembra quella di un film molto più dignitoso come Muzungu, nella quale assumeva un senso. Qui invece sembra voler trasmettere il messaggio "anche i terroni sono persone".

Stupisce che un flim del genere abbia avuto un notevole successo. O forse no. D'altra parte cosa ci si poteva aspettare da una neo-commedia italiana che è il remake di una francese? Soldi, ecco cosa ci si poteva aspettare. E pare che quelli ci siano stati, mannaggia a loro.

Fortunatamente la Coppi Night riesce a coinvolgere anche al di là della proiezione, e nonostante le scarse risate provocate dal film ci sono stati momenti di alta comicità quali scambi del genere:

- Ma che è il marsan?
- Marsala! È un liquore, cazzo!
- Oh, scusa se non sono terrone come te!
- Non sono io terrone, sei te un ignorante di merda!

This. Is. Coppi.

Johannes Heil - Loving

Avviandomi a parlare dell'ultimo album di Johannes Heil, devo fare una premessa: il mio giudizio su quest'uomo non sarà affatto imparziale. Questo perché, detta in due parole: lo adoro. Fin da quando ho sentito, su una vecchia compilation, il suo pezzo The Chains of Babylon, ogni sua nuova uscita è stata per me un momento di estasi.

È per questo che, quando quattro anni dopo Freaks R Us mi sono trovato in mano il nuovo cd, ho provato un brivido paragonabile a quando ci si lancia per la prima volta col paracadute. Cosa che non ho mai fatto, in realtà, ma immagino non possa essere tanto differente. Devo ammettere che ho saputo dell'uscita con un certo ritardo, ovvero solo quando me lo sono visto davanti, e anzi, nemmeno allora. Sulle prime infatti non mi ero reso conto che quello che stavo guardando nell'espositore del Disco Mastelloni era l'album di Heil, forse perché la copertina mi era risultata pressoché incomprensibile.

Col senno di poi riesco a individuare benissimo le parole, ma lipperlì ho capito con cosa avevo a che fare solo esaminando più da vicino la custodia e leggendo sulla costola il titolo scritto in caratteri normali. Ed è stato allora che mi sono lanciato col paracadute.

Per chi non lo conoscesse, inquadriamo un attimo  il personaggio. Johannes Heil è tedesco, ed è attivo dagli anni '90, quando è stato scoperto da Heiko Laux e ha realizzato i suoi primi dischi con la Kanzleramt, con la quale ha lavorato per parecchio tempo. Appartiene a quella minoranza di Dj che non suonano selezionando e mixando dischi, ma si esibiscono in performance "live". Ovvero, suonano i propri pezzi (e solo quelli) inserendo uno per uno loop ed effetti, con improvvisazioni e versioni diverse ogni volta. Si tratta quindi dell'equivalente elettronico di un "concerto" suonato con strumenti convenzionali. Io l'ho visto, e credetemi, Johannes Heil che suona è qualcosa di impressionante, quando si muove frenetico toccando tasti e girando manopole, con il piede destro che batte continuamente il tallone allo stesso ritmo con cui i colibrì battono le ali, su una console come questa (è proprio la sua, a cui ho fatto una foto):


Ma soprattutto, Johannes Heil è un hippy. Uno che vede gli spiriti della luce e ottiene da loro rivelazioni (come dichiara nell'album Future Primitive), che crea pezzi a partire dai discorsi di predicatori e maestri. A dimostrarlo anche la dedica riportata in quest'ultimo album:

There is nothing greater in life than the power of love and to share it wit all living beings in eacha and every moment. I thank god i am lover.


Ma quindi, in cosa consiste questo nuovo album? Dopo le esperienze con Datapunk e Klang, Heil è tornato alla Cocoon, con la quale aveva già prodotto alcuni singoli ma nessun LP. Loving, come lui stesso racconta nel podcast che ha accompagnato l'uscita, è un album più emotivo rispetto ai precedenti. Se infatti il sound electro di Freaks R Us era del tutto nuovo, e la collaborazione con Marcelus Nealy ha reso The World un album unico, la nuova raccolta si attesta su sonorità techno/house abbastanza ordinarie, ma non per questo banali. La produzione di Heil, sempre varia (al punto che ogni album si può inquadrare in un particolare genere e stile), si stava già spostando da alcuni anni verso questo tipo di sonorità, con le uscite sulle sue nuove etichette Metatron e in seguito Shit Happens. Loving è quindi l'espressione finale di questa evoluzione, con una considerevole componente house (ma house vera, non quella che sentite al tg e vi spacciano come tale).

Si parte quindi con Hallelujah, un pezzo break-beat che se all'inizio può sembrare We Will Rock You, si rivela poco dopo un omaggio alla savana africana, con canzoni tribali e qualche cameo di bestie esotiche. Decisamente più techno sono All Is One, Seeded e The Ace, che ricordano lo stile di album precedenti come Illuminate the Planet, mentre Twentythree (secondo me la migliore tre le dodici tracce) pur conservando un kick serrato riprende alcune atmosfere morbide di 20000 Leagues Under the Skin. Il filone electro è degnamente rappresentato da A Holo Static, e a chiudere ci sono i due pezzi prettamente house Could this Be e Loving. Qui ecco un sample dell'album, tanto per dare un'idea delle cazzate che vado raccontando:



In definitiva, un album che a differenza di alcuni precedenti lavori di Johannes Heil non si presenta come rivoluzionario, ma che nel complesso contribuisce ad affermare quello che è il percorso di un artista (in questo caso la parola non è utilizzata a sproposito) che ha sempre avuto qualcosa da dire. E che spero continuerà a farlo.

Corti ma non morti


A pochi mesi dall'uscita nelle librerie di Corti Seconda Stagione, ecco come le maggiori testate internazionali hanno commentato il libro:

"Breve e intenso, come piace a noi"
Le Ore

"Audace e diretto come un vero ariano"
La difesa della razza

"Shortly epic"
Failblog

"Court, tout-court"
Le Figheron

L'entusiasmo è quindi evidente e unanime, ma tutti sembrano lamentare una caratteristica che, d'altra parte, era piuttosto prevedibile. I Corti sono, di fatto, corti!


Ecco perché, con l'intento di prolungare il piacere derivante dall'usufrutto del libro, sul blog delle Edizioni XII sono apparsi 24 raccoRti, di quelli che più raccoRti non si può, contenuti in 200 misere battute. Fanno parte di quella schiera che purtroppo non è riuscita, all'ultimo momento, a emergere dalla lunga selezione che ha preceduto la pubblicazione. Ma per chi ha letto e goduto il libro, saranno un graditissimo spin-off.

Se poi vogliamo dirla tutta, tra i Corti non-morti c'è anche un altro mio microcomponimento.


Siete pertanto invitati a sbirciare, ghignare e commentare, nel post stesso o su quello pubblicato dal curatore della raccoRta. E se siete così sciagurati da non averlo ancora fatto, è l'occasione giusta per procurarsi anche il libro. A coRti fatti, se tutti tranne voi ce l'hanno, probabilmente loro hanno ragione e voi Corto.

Ho esagerato coi giochi di parole?

Immagine # 22

Affacciato alla finestra che dà sulla strada, un ometto suona la fisarmonica.


La prima immagine pubblicata sul nuovo blog! È la # 22 perché le precedenti ventuno sono apparse su quello vecchio, come spiegato nella pagina illustrativa delle rubriche.

Detta così non sembra niente di eccezionale, mi rendo conto. Contenstualizziamo: è domenica mattina, sto correndo per le strade di Firenze. In giro ci sono un po' di turisti, qualche altro corridore, un paio di signore con il cane. Non ricordo bene la strada, ma nei pressi dell'ambasciata americana, sento il suono di una fisarmonica. Sulle prime penso che sia un suonatore ambulante, di quelli che si trovano ogni tanto a suonare chitarra o violino o, appunto, fisarmonica, per le strade o nelle stazioni. Ma passando accanto a una casa sull'angolo, lo vedo: un uomo anziano, rotondo e pelato, che suona davanti alla finestra di quella che sembra la sua cucina, al piano terra, rivolto alla strada da cui lo separa la grata in ferro battuto.

È stato un attimo, ma mi è sembrato di essere in un film neorealista.