Westworld 4x08 - Que Serà Serà

Stavolta il titolo non è così complicato da spiegare. Whatever will be will be, the future's not ours to see. È abbastanza evidente a cosa si riferisca, visto il punto in cui ci aveva lasciato l'episodio precedente che viene confermato qui. Nessun deus ex machina, nessun salvataggio in extremis: l'apocalisse innescata da Hib (ma forse dovremmo chiamarlo William?) è definitiva e inevitabile. Insomma, Rehoboam aveva ragione, come abbiamo già detto, ma il suo modo di dirigere l'umanità non era la soluzione, così come non lo era quello di Halores. Perché la soluzione, semplicemente, non c'è.

Procediamo con ordine per esaminare un finale che ha tanti particolari e forse vuole chiudere troppe cose tutte insieme. La riduzione a otto puntate per una stagione a mio avviso è di nuovo eccessiva, perché anche in questo caso come nella stagione 4, gli episodi 7 e 8 sembrano affrettati, dopo una costruzione bilanciata fino a metà stagione poi si perde un po' l'equilibrio e ci si trova a dover correre. In realtà, nell'economia dell'intera stagione, forse proprio questo episodio finale è il più debole, nonostante sia tematicamente perfetto e coerente per quanto riguarda gli archi narrativi.

 

L'impressione però è che gli autori (Joy & Nolan) si siano trovati a dover dare una risoluzione rapida a molte plotline aperte, e soprattutto a molti personaggi ancora in vita. E così dopo aver eliminato Bernard e Maeve nella puntata prima (Hale sapevamo che sarebbe tornata), in questo episodio vengono fatti fuori (oltre a qualche host cameo come Rebus e Craddock) Clementine, Stubbs, e di nuovo William e di nuovo Halores, questi ultimi due in maniera definitiva. Certo, in Westworld la morte non è mai definitiva e infatti il suo valore non è quello di minaccia finale, ma rimane sempre la possibilità che un morto rimanga tale. E forse il proposito era quello di dare una chiusura, in certi casi frettolosa, ai personaggi secondari che abbiamo visto muoversi, per poter dire "ecco, è finita". Perché c'è la possibilità che non ci sia una quinta stagione e che questa sia davvero la fine di Westworld. Oppure che la stagione 5, per come è stata già preparata adesso, funzioni da soft reboot e consenta di scegliere chi riprendere a bordo (anche per questioni di budget, visto che HBO sta andando incontro a  forti stravolgimenti e molti progetti sono in bilico). Peccato quindi che non ci sia stato modo di dare un possibile ultimo saluto più prolungato soprattutto a Bernard, Maeve e Stubbs.

Per quello che riguarda lo sviluppo della puntata, gli unici personaggi ancora in gioco sono Halores e Christina. Halores ha chiaramente intenzione di vendiarsi di William per il tradimento, ma la spinge anche qualcos'altro, e il video lasciato da Bernard la porta definitivamente nella direzione di quella metanoia suggerita nell'episodio precedente: "questo non è il mondo che volevi, ma è il mondo che hai creato". Perché per quanto vendicativa, traumatizzata e disempatica possa mostrarsi, Hale è pur sempre Dolores dentro di sé, e non voleva altro che la libertà e la serenità per sé e gli altri. La realizzazione che non è riuscita a ottenerla aleggiava già dall'episodio sei quando è stato Caleb a metterla di fronte alla verità. Ma adesso è troppo tardi per tornare indietro, forse anche senza l'apocalisse apeshit scatenata da William non avrebbe fatto differenza: l'unica alternativa (speranza, come diceva Bernard) è il reset.

Quindi il confronto finale è per il controllo del Sublime, che William vuole (di nuovo) distruggere, mentre Dolores vuole (di nuovo) usare per dare una possibiltà alla sua specie. Solo che adesso la sua specie non è più solo quelal degli host, ma sono entrambe, host e umani. La battaglia tra i due, per quanto non proprio esaltante (come molti combattimenti di questa stagione, bisogna ammettere), è comunque carica di tensione e alla fine Halores riesce a prevalere. William viene eliminato del tutto, almeno dal mondo materiale e lei è libera di portare a compimento il piano, che era "il sentiero" visto da Bernard: c'è tempo per un ultimo gioco.

E la chiave di quell'ultimo gioco è Christina. La prevedibile rivelazione è che si tratta appunto di una versione di Dolores usata come IA per dirigere la torre, anche se non è chiaro se sia la Dolores Prime (che dovrebbe essere stata cancellata da Rehoboam) o un'altra sua copia come quella che stava dentro Lawrence, di cui si sono perse le tracce. In ogni caso, Christina arriva a capire la propria natura grazie all'aiuto di Teddy e Maya, che si rivelano tutte proiezioni della sua stessa identità, voci della mente bicamerale che da sempre in WW rappresenta il modo con cui può essere risvegliata la coscienza. Abbiamo un'altra scena di Dolores che parla con sé stessa, come alla fine della stagione 1, e questo ci lancia direttamente in un finale che ricollega tutto all'inizio.

Perché mentre Halores, rimasta fuori, decide per un sereno suicidio nel suo corpo autenticamente robotico, Dolores (non più Christina) è nel Sublime e capisce qual è il suo scopo: scoprire se host e umani meritano una nuova possibilità, se si può costruire un nuovo mondo per tutti, dopo il fallimento di quello attuale. E così, un nuovo gioco, un ultimo loop, il viaggio inizia dove finisce: a Westworld.

Secondo alcuni questo finale vorrebbe far intendere che quello che abbiamo visto nella stagione uno fosse già un loop di Dolores/Storyteller/Admin, ma non credo che questo sia plausibile. Certo, finché diamo per scontato che riprodurrà gli stessi cicli di allora, tecnicamente qualunque scena potrebbe essere replicata (e bisogna ricordare la scena post credit della stagione 2, che ancora deve essere collocata sulla timeline), ma questo non significa che tutto quanto abbiamo visto fosse una simulazione. Che poi Dolores decida di ripetere questi loop è perfettamente possibile, anzi è probabilmente la direzione che prenderà la serie, facendo in modo di soddisfare i fan occasionali che volevano "tornare nel parco" con quelli hardcore che invece volevano "avanzare di livello".

Tutto questo, certo, se ci sarà davvero una stagione 5. Altrimenti, questo potrebbe essere il finale definitivo di Westworld e in fondo non sarebbe male. Qualcosa che ricorda Battlestar Galactica e The Good Place insieme, due show che ho sempre associato a WW.

Forse farò un recap finale della quarta stagione rivista in prospettiva come avevo fatto per la terza, ma vorrei prima aspettare di sapere se effettivamente ci sarà una stagione conclusiva o il gioco finisce qui. Dove era iniziato.


Westworld 4x07 - Metanoia

Altro episodio, altro finale di stagione. In questa puntata abbiamo la tanto attesa renunion di tutto il cast principale, il classico showdown in cui tutti convergono in un unico posto, che ovviamente è la torre, e qui hanno il loro confronto. Prima di questo però c'è un altro showdown più personale, quello tra HiB e William in stasi: dopo gli scrupoli di coscienza dell'episodio 5, Host-William è ancora turbato e si rivolge al suo involontario creatore, l'originale da cui lui è stato copiato, il suo modello base. E quello che trova non è compassione ed empatia, ma nemmeno rabbia o invidia, solo condiscendenza. William era funzionalmente morto molto tempo fa, quando è uscito dalla terapia dopo aver acettato che "if you can't tell doesn't matter" e ha riconosciuto che il suo ruolo non fosse altro che quello del distruttore. E se ora c'è qualcun altro, più forte e durevole di lui, a prendere in carico quel ruolo, tanto gli basta. HiB trova nel proposito iniziale di William, quello che aveva fin dall'inizio della serie quando è tornato nel parco dopo il suicidio della moglie, la sua vera missione. Quindi, in un certo senso, HiB è proprio William.

 

La "metanoia" sarebbe un profondo cambiamento di opinione che comporta l'uscita da una stasi morale, e questo probabilmente è proprio quello che vediamo. Ma non solo in William: ci sono altri due possibili soggetti ad aver subito questa trasformazione. Una è Maeve, che se nella simulazione di Bernard mirava soltanto a entrare nel Sublime (mi hanno fregato iniziando la puntata nella simulazione, perché pur essendo abituato al diverso scale ratio, non ci ho fatto caso iniziando a vedere da subito in quelle proporzioni) per ricongiungersi alla sua famiglia, adesso dopo che Bernard le ha prospettato le vere alternative sceglie comunque di combattere, anche se le possibilità sono remote. Infatti, nel confronto con Hale, lo dice chiaramente: "non siamo qui per vincere, ma c'è speranza".

E Halores è infatti l'altra possibile vittima di metanoia. Già nell'episodio scorso era sembrata tentennare durante l'ennesimo fidelity test di Caleb, e anche adesso non sembra per niente felice quando si prepara a "trascendere" per entrare nel suo nuovo non-corpo (anche perché in effetti quei piedistalli senza braccia non sembrano essere una soluzione pratica per vivere nel mondo, ma evidentemente l'avanzatissima intelligenza degli host li ha portati a capire che non hanno bisogno di mani) e sembra mossa dalle parole di Maeve dopo il loro combattimento. Forse anche lei si è resa conto che non c'è più possibilità di vittoria, per nessuno... peccato che a risolvere i dubbi ci sia proprio HiB.

Prima di parlare del finale vale la pena fare un accenno anche a Christina/Dolores e il suo momento di risveglio, che anche se non è completo perché non la riporta a riprendere coscienza completa di sé stessa le dimostra che non è chi pensa di essere. Di fatto, come Teddy le dice (chiamandola anche per nome) lei "non è reale". Certo, in WW la definizione di "reale" è molto flessibile e ci sono numerosi modi di interpretare questa frase. La più gettonata è che Christina sia l'IA della torre, quella che impartisce i comandi alla popolazione umana infetta, modellata su Dolores (perché di chi altri si sarebbe potuta fidare Halores?) ma inconsapevole del suo ruolo. Il fatto che dopo la distruzione della torre non riesca più a far obbedire le persone ai suoi ordini sembra confermarlo.

Parallelamente abbiamo invece il salvataggio di Caleb, o almeno di un Caleb, che evidentemente aveva già avuto il tempo di passare il suo test di fedeltà e conosce la situazione. La reunion con Frankie è intensa ma sbrigativa, perché ci sono già problemi più importanti. In ogni caso si conferma l'efficacia di questo personaggio, che ha su di sé buona parte della componente emotiva di tutta la stagione.

E arriviamo quindi al finale, la frenesia omicida di massa scatenata da HiB: "host e umani, tutti gli uomini, donne e bambini uno contro l'altro, finché non rimangono solo gli scarafaggi." Il darwinismo sociale portato all'estremo, che si ricollega anche al modo in cui William viveva i suoi soggiorni in Westworld, alla ricerca di un gioco che avesse una posta più alta. Adesso HiB (cioè William) l'ha trovato, e lo impone al mondo intero: tutti contro tutti, un last man standing che provocherà probablmente la fine della civiltà.

Ed era probabilmente questo il percorso intravisto da Bernard. Dicendo più volte che non c'era modo di vincere, che non si poteva salvare questo mondo e che tutte le strade portavano all'estinzione e alla morte, voleva dire che sarebbe andata così. Che questo mondo era condannato già da molto tempo, come d'altra parte Rehoboam aveva previsto. E quindi quello innescato da HiB è un grande reset, e quell'unica e ultima speranza di Bernard risiede in... cosa, chi? Quel messaggio che ha lasciato prima di venire ucciso (per davvero?) e che finirà nelle mani di qualcuno. Probailmente di Halores, che sta attraversando la sua fase di metanoia e arriverà a capire, come quando Teddy si è suicidato davanti a lei (cosa che lei ricorda, perché si è separata dopo dalla matrice originale di Dolores) che diventare come i suoi carnefici non era la soluzione. Nel prossimo episodio vedremo se questa speranza è sufficiente.


Westworld 4x06 - Fidelity

Fin dalla stagione 2 questa parola racchiude un enorme significato, e non è un caso che torni fuori adesso, visto che la stagione 4 sta mostrando un collegamento sempre più netto con la 2 (a dimostrazione che, purtroppo, probabilmente la stagione 3 non era del tutto centrata sul plot complessivo della serie, pur essendo tematicamente coerente). Questa puntata torna a concentrarsi su Caleb da una parte e sul team Bernard dall'altra, con il tentativo di rimettere in funzione Maeve dopo una visita al parco proibizionista. Le due storyline funzionano bene in parallelo visto che ora sappiamo del collegamento che esiste tra Caleb e C/Frankie, e che entrambi stanno cercando di ritrovare l'altro.
 


La sequenza iniziale (oltre a sembrare un omaggio a Terminator) dà una breve visione di come l'infezione/sostituzione operata da Hale si sia diffusa nel mondo, ed è interessante notare di nuovo come gli outlier siano il pericolo maggiore per il sistema, quegli stessi outlier messi fuori gioco da Rehoboam nella stagione precedente (che appunto, tematicamente era in linea ma forse non così a livello di sviluppo). Viene quindi da pensare che, qualunque sia la caratteristica che rende le persone outlier (non necessariamente positiva, potrebbe essere soltanto apatia, paranoia, sfiducia, ansia), sia quello che permette loro di resistere al condizionamento e potrebbe essere, in ultima analisi, quello che permette agli umani di definirsi tali. Forse il nostro futuro risiede proprio negli outlier?

Mentre Maeve si riavvia, abbiamo occasione di dare spazio a C/Frankie, che si trova a dover risolvere un match di Among Us e naturalmente arriva a sospettare per primi di Bernad e Stubbs. Anche se noi sappiamo bene che loro non possono essere i traditori (beh, potrebbe esserlo Stubbs, ma non ci vogliamo credere, dai, Stubbs è troppo leale) è comunque interessante il fatto che Bernard si sia preocucpato di "profilare" Frankie. Quasi come se sapesse che ci sarà presto bisogno di un suo backup...

Dall'altra parte ritroviamo Caleb alle prese con il suo test di fedeltà e l'interrogarorio di Halores. A quanto pare quello che le manca di capire è cosa sia quella cosa misteriosa che ha permesso a Caleb di resistere alla sua infezione trent'anni prima, quindi anche lei è in cerca del "segreto degli outlier". Ora, sappiamo che Caleb è motivato principalmente dal proposito di ritrovare sua figlia (cfr: Maeve), quindi la soluzione potrebbe essere un banale "ha qualcosa per cui combattere", ma se così fosse Halores non ci avrebbe già pensato, dopo 278 tentativi? Soprattutto considerando che lei è comunque una "diramazione" di Dolores, quindi sa bene che cosa significhi avere un obiettivo e qualcosa da difendere. Può darsi che la sua personalità sia cambiata così tanto da non rendersene conto?

Era abbastanza prevedibile il fatto che tutto il piano di fuga di Caleb fosse parte del test, perché era evidente che ci fossero troppe coincidenze che gli permettevano di salvarsi. Tuttavia anche con questa consapevolezza la sequenza rimane interessante, perché comunque, se vi trovaste in quella situazione, non fareste lo stesso? Se ci fosse anche la più minima possibilità di fuggire davvero, andrebbe inseguita con tutte le forze perché non c'è niente da perdere e tutto da vincere. Quindi forza Caleb, che in questa stagione riesce finalmente ad acquisire personalità e centralità, dopo aver fatto per tutta la sua prima stagione il cagnolino. Si può quasi dire che nella stagione 4 il suo personaggio abbia subito un soft reboot, visto che gli è stata assegnata una nuova situazione di partenza, nuovi obiettivi e priorità. Un'evoluzioen necessaria per un personaggio che non era riuscito a conquistarsi un ruolo determinante.

Quando poi si arriva al confronto finale tra Halores e Caleb, dopo che lui è riuscito a mandare il suo messaggio (qui forse è un po' troppo convenient che ci sia una torre radio funzionante e Frankie avesse la radio accesa e sintonizzata per sentirlo in diretta, ma avevamo già visto settare il dettagio della radio quindi ci si poteva aspettare) otteniamo una delle scene migliori della stagione. Non solo Halores appare per la prima volta dubbiosa, ma sembra quasi intimidita. C'è davvero qualcosa in Caleb che la spaventa, che non riesce a capire e che è disperata di ottenere. A conferma di questo, ci viene mostrato ancora come continui ad avere il braccio martoriato, un'abitudine autolesionista che Halores si porta dietro dalle sue origini. E nell'ultima scena quando il nuovo Caleb-host n. 279 viene messo in funzione (con un'altra cover eccezionale del theme di Westworld), c'è una luce diversa nello sguardo di Halores, e nel modo in cui sospira prima di dire a Caleb "wake up". Forse, dopo tutti questi tentativi, il test di fedeltà sta in qualche modo lavorando all'inverso, ed è lei stessa a essere messa alla prova per scoprire di essere più simile a sé stessa (cioè la Dolores originale) di quello che crede. Questo per dire che non vedo così assurdo un percorso finale di redenzione anche per la villain di questa stagione.

Westworld 4x05 - Zhuangzi

Facciamo che vi spiego subito il titolo. Zguangzi è uno di qui maestri buddisti leggendari che non si sa se sono esistiti davvero, il cui aneddoto più famoso riguarda il fatto che lui avrebbe sognato di essere una farfalla e quando si è svegliato è arrivato si è posto il dubbio se era una persona che aveva appena sognato di essere una farfalla, oppure una farfalla che stava sognando di essere una persona. Si capisce molto bene come questa storiella si colleghi alle tematiche di fondo di WW, soprattutto in un episodio che si concentra in modo particolare su William/HIB e Christina/Dolores.


Dopo il cliffhanger da finale di stagione dell'episodio precedente, qui è come se stessimo vedendo il mondo dopo la fine del mondo, e già dalle prime scene si capisce bene quanto forte ed efficace sia il controllo di Halores sul mondo che ha creato infestando gli umani con le mosche. La scena di HiB al ristorante con i due umani, e quella di Halores che li fa ballare sono due tra le manifestazioni più angoscianti di soppressione della libertà che questa serie abbia mai proposto. Eppure in questo apparente paradiso (per gli host) manca ancora qualcosa: god is bored. Halores ha costruito tutto questo perché gli host potessero "trascendere" e anche se non viene spiegato del tutto, si può intendere che significhi abbandonare la dimensione materiale e accedere a un piano dell'esistenza puramente virtuale, un po' come quelli che sono entrati nel Sublime. Questo potrebbe anche ricollegare tutta la storia al prologo del primo episodio, e la ragione per cui HiB voleva acquisire i server (scena che, in effetti, non siamo ancora sicuri se si collochi prima o dopo quelle che abbiamo visto finora). Il Sublime è forse necessario, o comunque desiderato da Halores per completare la sua ascensione? Ricordiamo che Halores si è separata da Dolores in seguito agli eventi della stagione 3, quindi la motivazione che l'aveva portata a voler dare ai suoi compagni la possibilità di fuggire lì e stare al sicuro potrebbe ancora essere valida dentro di lei, parte del suo perverso senso di giustizia per la sua specie.

Ma sembra che in realtà non tutti gli host siano pronti a questo passaggio, e che alcuni anzi si facciano prendere dai dubbi, soprattutto dopo aver incontrato gli umani outlier, quelli su cui la riprogrammazione non ha avuto effetto. Qui siamo nel pieno ribaltamento della situazione, visto che gli umani visitatori del parco a volte avevano scrupoli di coscienza a vedere gli host reagire in modo umano ed esprimere dubbi e sofferenza, e adesso accade il contrario agli host in visita alla New York controllata da Halores. La faccenda è tanto grave che pensano che si tratti di un qualche tipo di infezione, e quindi gli outlier vanno semplicemente liquidati: ed è qui che anche HiB ha occasione di confrontarsi con una di loro, e venirne profondamente toccato. Da qui segue il confronto tra lui e la sua versione originale, il William ibernato che avevamo già conosciuto: è forse la prima volta in WW che abbiamo un dialogo tra un umano e un host modellato a partire da lui. Appare evidente che HiB avrà il suo percorso di risveglio e probabilmente in qualche modo arriverà a compiere le sue scelte, forse anche opponendosi a Halores.

Nel frattempo Christina continua a scoprire il suo ruolo e le sue doti, con un percorso che assomiglia invece a quello di Maeve nella prima stagione, quando la sua posizione di storyteller plasma e riscrive la realtà intorno a lei. Assistiamo anche a un'incontro tra lei e Halores, confermando quindi che le due storyline sono contemporanee e soprattutto che Halores conosce Christina, e anzi probabilmente l'ha progettata proprio lei. Ma a quale scopo? Questo, e il ruolo/origine di Teddy, sono attualmente i due misteri più grandi che la serie si sta ancora portando dietro.


Rapporto letture - Giugno 2022

Sì lo so abbiamo già scavallato agosto quindi tecnicamente dovrei fare anche il rapporto letture di luglio ma sai che c'è, fottesega, perché qui ne ho quattro belli belli che valeva la pena mettere in un unico post. Poi semmai farò luglio+agosto. Non garantisco. Ma fottesega, e soprattutto me ne preoccupo solo io.

 

Invece che dalla narrativa iniziamo con un manuale, che ogni tanto continuo a consumare. Questa volta mi sono letto Save the Cat Writes a Novel, lo spin-off dedicato alla progettazione/scrittura di romanzi del famoso Save the Cat di Blake Snyder, scritto però da Jessica Brody. Il StC base lo avevo letto qualche anno fa, e devo dire che non l'ho trovato così fondamentale, o almeno non così innovativo rispetto ad altre cose già studiate in precedenza. Presumo che spesso il modello a cui ci conformiamo di più sia quello che ci capita davanti per primo, che ci fa l'imprinting narratologico. In ogni caso, sempre per tenermi in allenamento, ho voluto provare cosa c'era di nuovo qui, e in effetti c'è un'interessante sezione in cui vengono definiti e descritti dieci "generi" per qualunque tipo di romanzo, che non hanno a che fare però con l'ambientazione o i temi trattati, quanto piuttosto sul tipo di storia che raccontano, come per esempio la bromance, la storia underdog, l'abbattimento di un sistema ecc. Un approccio interessante, che dovrò mettere alla prova, ma su cui non voglio fissarmi per le ragioni che esponevo in uno dei miei ultimi video sul canale. Comunque la lettura è piacevole anche se l'umorismo di Brody mi sembra un po' forzato nel tentativo di replicare quello di Snyder, senza però la stessa efficacia.

 

Dopodiché passiamo a uno di quei libri che se dico che ho letto la gente risponde scioccata "ma come non avevi mai letto Le città invisibili?" e io devo rispondere "eh no, altrimenti non l'avrei letto adesso, ma d'altra parte non si può nascere con la lettura innata di un libro quindi me li devo leggere volta per volta e tra una cosa e l'altra questo ancora non mi era capitato, però ora l'ho letto quindi siamo in pari e la tua domanda non ha più senso di essere posta perché si riferisce a un tempo che non esiste più e un mio stato di coscienza precedente che non posso più recuperare, Kublai." Tutta questa manfrina per dire che, come spesso nei casi di megaclassici, onestamente non credo di poter dare un contributo utile a sessant'anni di critica su questo libro, quindi non mi metto a commentarlo troppo nel profondo. Dico solo come aneddoto che questo di Italo Calvino è l'unico libro italiano mai stato candidato al premio Hugo (o il Nebula?) quindi un motivo ci sarà. E c'è davvero. Puro sense of wonder speculativo, filosofia filologia arte bellezza amore logica speranza nostalgia. Tutto con storielle di una paginetta. Eddai, de che stiamo a parlà.

 

Rimanendo su libri piuttosto brevi, mi sono letto la novella (non credo che si qualifichi come romanzo per la lunghezza) Silenziosa sfiorisce la pelle dell'autrice motswana Tlotlo Tsamaase. Ora, di base Zona 42 pubblica testi inquadrabili nella fantascienza anche se si concede ampie variazioni sul tema, soprattutto nella collana delle novelle. In questo caso invece di fantascientifico c'è davvero poco, siamo più dalle parti del weird e del realismo magico, con elementi di folklore e altri di architettura speculativa, tematiche che vanno dal colonialismo ai diritti lgbt, e soprattutto, si percepisce sotto la pelle, un forte desiderio di affermazione di rivalsa. Una lettura veloce ma profonda, ricca di frasi evocative che però non suonano vuote, anzi risuonano bene del mood di fondo. La storia è piuttosto scarna, ma non è l'obiettivo di questa narrazione, che riesce comunue a colpire. Personalmente non mi ritengo del tutto in target, per genere, stile e temi, ma ho comunque potuto apprezzare e leggerò sicuramente altro di quest'autrice. Voto: 7/10

 

Concludiamo con un'altra autrice proveniente da un paese di cui raramente leggiamo la narrativa, in questo caso l'India di Lavanya Lakshminarayan. Questo libro pubblicato da Future Fiction si compone come una serie di racconti ambientati tutti nello stesso conteto, la megalopoli Apex City che ha rimpiazzato Bangalore, e ci mostra così episodi diversi della società e della vita nel mondo dopo il crollo di tutte le istituzioni, dominato dalle corporazioni che impongono la produttività come unica legge di riferimento. In Analogico/Virtuale vengono  esasperate le contraddizioni attuali di un mondo che si sposta sempre di più nella dimensione online e social, in contrapposizione al "mondo reale" che diventa sempre più difficile da affrontare. Non c'è però paternalismo, e anzi vittime e carnefici, eroi e codardi sono presenti in entrambi i mondi. Ne ho parlato meglio in un articolo su Stay Nerd quindi rimando a quello, qui aggiungo soltanto che molte delle dinamiche mostrate in questo libro ricordano quelle che ho presentato io nei miei racconti del Memeverse. Voto: 7.5/10