Il Coppi Club si era preso qualche settimana di pausa per via delle assenze alternate dei vari membri, ma da domenica scorsa siamo di nuovo tutti riuniti per pizza & film, e si riparte alla grande con un filmetto scifi/horror tutto sommato godibile.
Volevo vedere questo film già da qualche tempo, perché ne avevo sentito parlare più volte come uno di quei rari casi di film a basso budget che inspiegabilmente, con il passare degli anni, assurgono allo status di cult, ed ero quindi curioso di scoprire quali fossero le sue doti nascoste. Attack the Block è una storia di invasione aliena, con le creature che approdano sulla Terra e gli eroi protagonisti impegnati a difendersi e respingere la minaccia. Al tempo stesso però non si tratta della tipica invasione, con dischi volanti e raggi laser, ma di un più silenzioso attacco da parte degli extraterrestri, che di fatto sono poco più che bestie feroci. Non intervengono eserciti e presidenti, anzi il tutto passa quasi inosservato, perché l'invasione è circoscritta praticamente a un unico quartiere, "il blocco", un sobborgo di Londra popolato per lo più da famiglie di colore di basso livello sociale, tra spacciatori e delinquentelli di varia natura.
Il protagonista è Moses, un John Boyega che nessuno conosceva prima che si mettesse l'armatura da stormtrooper, che interpreta uno di questi piccoli boss del quartiere, silenzioso e chiuso in sé stesso (a differenza dei suoi compagni, tutti piuttosto esuberanti), responsabile del primo alieno ucciso, e per questo, si scopre in seguito, obiettivo primario dell'ondata successiva dell'invasione. Il film si sviluppa principalmente come un monster movie, con i personaggi principali che devono prima identificare la minaccia, cercano poi di fuggirla o ottenere aiuto, per capire infine di doverla affrontare da soli con le risorse a disposizione. In realtà il fatto che i mostri di turno siano alieni piuttosto che creature terrestri non influisce a livello di sviluppo della trama, ma questo non comporta problemi nell'interesse suscitato dalla storia, che riesce a mantenere un ritmo e una tensione sempre buoni. Ci sono anche diverse gag, non moltissime, ma alcune anche ben riuscite (soprattutto per la partecipazione di Nick Frost).
Come sempre in questi casi, gli alieni/mostri non sono l'unica minaccia, e Moses deve confrontarsi anche con boss rivali e con gli agenti di polizia, che nel quartiere del blocco (che corrisponde praticamente al "ghetto") non sono visti come tutori ma come avversari da cui fuggire. Si intravede in questo una sottotrama a sfondo sociale, quando più volte i ragazzi (tutti neri) affermano che se arrivano i poliziotti riterranno loro responsabili di tutte le morti e i danni successi, perché è così che funziona lì. Anche il ruolo di Moses, che sente di essere ingiustamente perseguitato e arriva infine ad accettare questa sua condizione, punta nella stessa direzione. Si tratta comunque di pennellate, che non appesantiscono il livello di lettura primario.
Gli ingredienti per un piccolo cult in effetti ci sono tutti: storia semplice ma interpretata in modo originale, buona azione, recitazione valida, temi secondari, due-tre momenti epici. Per certi versi mi ha ricordato Pitch Black, altro film a basso budget che ha riscosso negli anni un notevole successo (l'antieroe, i mostri da combattere, la fuga finale...). Quindi per una volta avevano ragione, quando dicevano che meritava una visione!