11/12/2015 - dieci piccoli coreani

pochi giorni fa ho finito di leggere dieci piccoli indiani di agataha christie. è buffo pensare che quando il mondo era vivo, prima della pandemia gialla, ero preoccupato di non avere il tempo per leggere tutti i libri che accumulavo. adesso che sono costretto a rimanere barricato in casa, ho tutto il tempo per dedicarmi alla lettura. eppure a volte mi viene da pensare che potrei comunque non arrivare mai a chiudere l'ultimo libro rimasto da leggere. che tutto potrebbe finire prima, per me e per gli altri. fores non è così buffo.

leggere quel libro mi ha turbato, perchè la situazione descritta dall'autrice mi pare troppo simile a quella che sto vivendo: alcune persone costrette in un ambiente chiuso, da cui non possono scappare, e un germe di sospetto che passa dall'uno all'altro, quando tutti potrebbero allo stesso momento essere vittime o assassini. non siamo dieci in effetti, ma solo sei. eravamo sette, fino a due giorni fa.

oltre a me ci sono mia sorella con il suo ragazzo, due miei amici e un tizio che ho incontrato venendo qui e che ho deciso di ospitare. è uno sveglio, ed era l'unico che sapesse usare delle armi, e ci ha insegnato a farl. il settimo era un vicino di casa che quando ci siamo stabiliti qui è venuto in cerca d'aiuto. lo abbiamo cacciato quando ci siamo accorti che non mangiava più e da remissivo e taciturno com'era all'inizio cominciava ad essere sempre più scontroso. non so cosa ne sia stato di lui. ma il fatto che abbiamo convissuto per settimane con una persona potenzialmente infetta ci porta a credere che anche qualcuno di noi avrebbe potuto contrarre il prione, nel frattempo. e quando cogli di sfuggita uno sguardo di sospetto e minaccia negli occhi di chi ti sta seduto accanto a tavola, ti senti annichilito. se anche non diventeremo dei gialli, ci stiamo trasformando lentamente in bestie.


questa era la situazione fino a oggi. oggi che ho scoperto che ci sono altri, là fuori, oltre a me e gli altri cinque in questa casa. le linee telefoniche non funzioano, ma più per noi che per altro stamattina ho provato ad accendere il portatile e collegare la chiavina per la connessione wireless... e ha funzionato. non avevo notizie dal mondo esterno da quando sono scappato di casa, mesi fa, e sono venuto qui. qui non si ricevono trasmissioni televisive, e se ci sono radioamatori su qualche frequenza non siamo riusciti a trovarli. ma poter accedere a internet... wow! all'inizio non sapevo cosa muovermi. sono andato a cercare alcuni dei siti che frequentavo solitamente, ma non ho trovato tracce di aggiornamenti. poi ho allargato la ricerca, e ho trovato qualcosa. c'è qualcun'altro, vivo e deciso a rimanerlo. un gruppo di persone sparse in posti diversi, ma che si tiene in contatto tramite i propri blog, che in qualche modo funzionano ancora. si riuniscono intorno al blog di un tale alex, dove ho trovato anche una guida alla pandemia gialal con tutti i punti salienti dell'infezione che ha distrutto la civiltà. fino a quando non ho visto i primi gialli corrermi incontro, non avevo mai seguito gli sviluppi di quelle che cosnideravo guerre lontane, e per questo capire come siamo arrivati a questo punto mi è stato utile. ma ce ne sono anche altri, ognuno con la sua storia terribile di resistenza e sopravvivenza.

sapere che in qualche modo non sono solo (perché, anche se qui con me ci sono altre persone, mi sentivo così) mi ha ridato forza. non voglio parlare di speranza, ma...


a beneficio degl altri survival blogger, fornisco alcuni dettagli sulla mia situazione. mi trovo in toscana (mi scuserete se non specifico dove, ma non sono completamente sicuro di potermi fidare di chiunque acceda alla rete), e come ho spiegato sono barricato con altre cinque persone in una casa. era la vecchia casa dei miei. quando la situazione si è fatta pesante e sono stato costretto a scappare da casa mia sono venuto qui, avevo ancora le chiavi. non ho trovato nessuno, e non ho voluto chiedermi dove fossero andati i miei genitori. i miei amici mi hanno raggiunto dopo che li ho contattati, dicendo che avevo trovato un buon posto. mia sorella è arrivata alcuni giorni dopo, deve aver avuto la mia stessa idea.

ci sono due motivi principali per cui ho scelto questo posto.

1- l'orto. i miei avevano un orto, piccolo, ok, ma attivo. io non ho mai coltivato niente, ma sapevo di poter trovare qui tutto quello di cui c'è bisogno per farlo. per adesso non è stato necesario ricorrere agli ortaggi per mangiare, le scorte che erano qui e quelle che hanno portato gli altri dureranno ancora un po. ma ci stiamo dando da fare per ottenere un raccolto, quando ce ne sarà bisogno.

2- i gatti. i miei tenevano intorno casa parecchi gatti, quando son arrivato ne ho contati sedici. e sono delle ottime sentinelle, o almeno così ho sentito dire. non ho trovato conferme, ma mi hanno detto che sono immuni al prione, a differenza di cani e altri animali. e poi, quando ci sono gialli nei paraggi, spariscono. quindi, finchè ci sono qui fuori gatti che dormono o si leccano, siamo al sicuro. almeno credo.

finora non abbiamo subito attacchi violenti da parte dei gialli. un paio di volte ne sono passati alcuni (e in effetti in questi casi i gatti non erano qui), ma si sono dileguati poco dopo, senza tentare di entrare in casa. il pericolo, come dicevo, sembra provenire da noi stessi, più che dai mostri...



non so quanto la connessione possa reggere, per questo scrivo di fretta e non rileggo. sicuramente avrò fatto degli errori, vi chiedo scusa. ma volevo lanciare il mio appello: IO CI SONO.

8 commenti:

  1. http://www.youtube.com/watch?v=DNjUZNTJ3PA

    tieni duro!

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  2. Fa piacere leggere altri sopravvissuti. Buona la scelta per i gatti-sentinella. Resistete, tenete duro!

    Gianluca da Cagliari

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  3. Più siamo, più sembra possibile resistere. Tieni duro, Piscu!
    Questa dei gatti non la sapevo. In effetti ho notato cani, corvi e ratti contagiati, ma i gatti... beh, un'altra informazione da tenere a mente.

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  4. Ciao, anche noi abbiamo cani e un gatto, è vero, tutti ottime sentinelle, nonchè creature che con la loro tranquillità ci danno forza, e affrontano con noi questo schifo.
    Tenete duro, nessuno di noi è più solo adesso...

    (fuori personaggio: bella introduzione, a rileggerci presto!)

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  5. non avrei mai pensato che in un momento del genere la rete avrebbe rappresentato un mezzo per mantenersi in contatto. chissà, forse verrà un giorno in cui potremo sederci insieme davanti a una birra e raccontarci di persona tutto questo. è chiedere troppo, vero?

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  6. a questo punto nulla è chiedere troppo! io voglio sopravvivere, voglio tornare in un mondo civile dove il Giallo sia bandito e perchè no, voglio pensare che un giorno berrò di nuovo una birra gelata mangiando pistacchi e raccontando tutto questo come se fosse un lontano ricordo!

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