Factory Day 2015 - Telese (BN), 30 maggio

Arrivo un po' in ritardo, perché sto segnalando solo adesso un evento che si svolgerà tra pochi giorni, quindi mi scuso per lo scarso preavviso, ma la concentrazione di impegni delle ultime settimane mi ha impedito di essere più tempestivo.

Comunque sia, vengo ad annunciare anche sul blog il Factory Day 2015! Vi ricordate l'edizione dell'anno scorso, che poi è stata anche la prima? Nell'agosto del 2014 il giorno dedicato alla Factory Editoriale I Sognatori si è svolto a Viareggio, quindi dalle mie parti. Quest'anno invece, con qualche mese di anticipo, la giornata si svolgerà a Telese Terme (provincia di Benevento), negli spazi del Palazzo Congressi e del Parco delle Terme, sabato 30 maggio, a partire dalle ore 10 e fino alle 21 circa.
 



La giornata prevede presentazioni di libri (naturalmente del vasto gruppo degli autori della Factory), workshop, panel, intervalli musicali e teatrali. Tra i vari altri eventi ci sarà anche una presentazione del mio Spore insieme alla raccolta di racconti Mostri di Natale di Flavio Pagani, durante la quale parleremo di letteratura di genere in senso ampio. Ma la lista di interventi è molto più lunga e stimolante, quindi riporto qui anche la locandina estesa con il programma dettagliato:



Tutte le informazioni del caso potete trovarle sulla pagina del Factory Day e/o sull'evento Facebook dedicato. Sarà sicuramente una bella giornata, con tanta gente interessante e tanti discorsi da fare. Per me sarà di certo anche l'occasione di rivedere (o vedere per la prima volta) alcuni colleghi della Factory, ma anche per voialtri meriterà comunque di fare un salto. Che tanto sono giorni di ponte, tanto vale che allungate il percorso e passate da Telese.

E lo so che ci sono le elezioni, ma tanto lo sappiamo come va a finire. Votate con i piedi, piuttosto, e venite a trovarci!

Placebo

Eddatti una calmata, che questo blog sembra diventato il volantino dell'esselunga! Lo so, diventa pesante quando su dieci post la metà sono segnalazioni di eventi e pubblicazioni, ma d'altra parte non posso evitare di far presente queste novità, e quando si presentano tutte insieme l'incidenza sulla varietà dei post si fa sentire. Questo non vuol dire che stia tramutando il blog in una vetrina commerciale, eh, continueremo a parlare dei soliti argomenti di sempre.

Quindi per farla breve, segnalo che un paio di giorni fa il mio racconto lungo Placebo è uscito per la collana Robotica.it di Delos Digital, ed è quindi acquistabile, eslcusivamente in formato digitale.



Placebo è una sorta di sci-fi-medical-thriller, o almeno così lo definirebbe il marketing dell'Einaudi se lo avessi pubblicato con loro. Io preferisco dire che è una storia che parla di volontà e autodeterminazione, con toni abbastanza leggeri. Delos invece lo presenta con queste parole, che posso sottoscrivere e citare:

Un giocatore d'azzardo, una donna in depressione dopo un aborto, un culturista dipendente dagli steroidi, due alcolizzati, uno spacciatore, una tentata suicida. Sette persone con problemi, sette persone in terapia alle quali viene proposto di partecipare a un esperimento. Una nuova cura, o qualcosa del genere; il ricercatore ha anche lui i suoi problemi, è insicuro, confuso nelle spiegazioni. Forse vale la pena tentare se può voler dire levarsi prima di torno quelle sedute. Sempre che la nuova cura non abbia effetti secondari imprevisti. Dall'autore di Dimenticami trovami sognami  un thriller psicologico sul sottile confine tra paura e ironia.

Placebo si può acquistare al ridicolo prezzo di 1.99 € direttamente dal Delos Store, oppure sui maggiori canali di distribuzione di ebook, da Amazon a iTunes. Quindi filate a prendere la medicina. O forse è solo zucchero?

DTS live @ I libri per strada - Sarzana 24 maggio

Errore mio. Abbiate pazienza ma non avevo ancora ricevuto tutte le informazioni del caso, per cui quando ho anticipato gli appuntamenti di queste settimane ho detto che domenica prossima sarei stato a Sarzana al Festival della mente. Sbagliato: la manifestazione è I libri per strada, una serie di eventi che si svolgeranno nell'arco di più giornate grazie al contributo di diverse librerie di Sarzana.


La presentazione di Dimenticami Trovami Sognami si terrà domenica 24 maggio alle ore 21:15 in Piazza Luni, con la collaborazione della libreria L'Altro Luogo. Per gli altri eventi previsti dalla manifestazione potete consultare la pagina facebook de I libri per strada, segnalo che nel pomeriggio di sabato 23 i miei mecenati di Zona 42 presenteranno anche Arresto di sistema, l'ultimo libro pubblicato di fresco (potete seguire entrambi gli appuntamenti sull'evento creato da Zona 42).

È la prima volta che mi capita di presentare in un orario del genere, solitamente ho sempre svolto le presentazioni nel pomeriggio, quindi non so bene cosa aspettarmi. Forse la sera dopo cena la gente è più libera di spostarsi, ma d'altra parte può darsi non ne abbia troppa voglia, che poi il giorno dopo si lavora, no? Non ho nemmeno ben presente che affluenza di pubblico abbia la manifestazione, ma visto che (a quanto ho capito) è la quarta edizione presumo che qualcuno ci vada. Spero anche di arrivare abbastanza carico vista la settimana di "fuori per lavoro" che mi aspetta, rientrerò giusto sabato pomeriggio e domenica sarò subito qui.

Insomma, sarà la presentazione di DTS più imprevedibile che mi è capitata finora, quindi vedete di darvi una mossa e venire a fare interventi su interventi per far protrarre il tutto ben oltre la mezzanotte, già che lunedì mattina mi aspetta una settimana di mail arretrate in ufficio...

Coppi Night 09/05/2015 - Facciamola finita

Here we go again, il mondo finisce di nuovo! Da queste parti le storie sulla fine del mondo sono più che gradite (Quattro Apocalissi vi dice nulla?), quindi i film su questo tema sono ben accolti, a patto che non si tratti di disaster movie alla Emmerich/Bay/Asylum. Addirittura penso di poter annoverare uno dei film apocalittici visti negli ultimi tempi (quello con il cristallino titolo La fine del mondo) tra i migliori film visti negli ultimi 2-3 anni, ma lì si parla di un film di Edgar Wright con la coppia Pegg/Frost, quindi vabbè, siamo su altri livelli.

Questo This Is the End è sicuramente molto atipico. È un film apocalittico, e in senso praticamente letterale visto che la fine del mondo messa in scena è proprio quella del libro dell'Apocalisse, con il rapimento dei giusti, la discesa di Satana sulla Terra eccetera. Non ci sono ovviamente pretese di plausibilità in tutto questo, tanto meno di morale religiosa (insomma non è Left Behind), ma l'apocalisse è una buona scusa per mettere su una storia tra il survivalisa, il surreale e il demenziale.

Il valore aggiunto è che si tratta di uno di quei meta-film in cui gli attori interpretano se stessi. Tra protagonisti e comprimari troviamo James Franco, Seth Rogen, Michael Cera, Emma Watson, e parecchia altra gente che probabilmente è abbastanza nota in USA ma che a me sfugge, principalmente interpreti di commedie demenziali. In ogni caso non ha tanta importanza il calibro delle celebrità, quanto il fatto che sono appunto accomunate dal fatto di essere tutti nomi noti nell'ambiente Hollywoodiano e che la fine del mondo inizia proprio durante un party a casa di Franco (ok, detta così sembra che parlo del mio vicino, diciamo allora J.Franco). Naturalmente tra gli attori nessuno viene rapito nei Cieli, essendo tutti ipocriti pervertiti, e i pochi sopravvissuti alla pioggia di fuoco iniziale si barricano in casa per cercare di resistere ai demoni scorazzanti per le strade. In seguito si accorgeranno che possono ancora essere salvati, se saranno in grado di dimostrare la loro purezza, e sarà quindi quello l'obiettivo di quasi tutti.

Il film è abbastanza gradevole, certo non ricco di contenuti ma riesce a far sorridere in più di un'occasione. Si dimostra anche piuttosto volgare in qualche occasione, ma senza passare il limite. Alcune scene sono sicuramente memorabili, prima fra tutte il finale alla Bollywood. Probabilmente rende ancora meglio se si conoscono i personaggi/attori presenti, visto che ognuno viene tratteggiato con una personalità abbastanza caratteristica, ma rimane comunque una visione simpatica per passare un'ora e mezza in serenità.

The Wimshurst's Machine - Mondo9 Soundtrack

Come sa chi frequenta questo posto, nella rubrica più inutile del blog (quella dedicata alla musica, ndr) mi prendo l'impegno di segnalare roba insolita, di nicchia, con particolare predilezione per tutto ciò che è strumentale e/o elettronico. Tant'è che ho voluto parlare dell'album del thereminista italiano Vincenzo Vasi, oppure del viaggio pop-folk di Tryfux. E se vi state chiedendo chi sono, vuol dire che sto facendo bene il mio lavoro.

Il caso dei qui presente The Wimshurst's Machine (TWM per gli amici) è ancora più intricato del solito. Infatti sono entrato in possesso di questo album all'Italcon di un paio di settimane fa (vi ricordate?), anzi il cd in oggetto è l'unico acquisto che ho fatto nella mezza giornata passata nel centro congressi di Bellaria. Questa anomalia si spiega col fatto che quando mi trovo in un ambiente che contiene decine di oggetti che focalizzano il mio desiderio di possesso vado in overload ed entro in una sorta di modalità di sicurezza che mi porta a teneremi le mani in tasca. Ma con la musica, beh, con la musica non ho difese così efficaci, e così alla fine questo ho voluto prenderlo.

Forse non vi è nuovo il titolo di questo album: non è una roba scritta, qualcosa di fantascienza? Ebbravi, anche se non era difficile: Mondo9 è il titolo sotto cui si riunisce una serie di opere ambientate nell'universo narrativo sviluppato da Dario Tonani a partire dal racconto Cardanica. Alla serie di Mondo9 appartengono 9 (guardacaso) racconti dello stesso Tonani (che presto saranno riuniti tutti in un unico volume pubblicato su Urania), qualche decina di racconti di altri autori ispirati a queste storie, parecchie illustrazioni realizzate da Franco Brambilla e, da qualche mese, una colonna sonora realizzata dai TMW. Ma come, mi metto a parlare di una colonna sonora? Ma mica è musica vera, no!? Guess what, non è la prima volta che lo faccio, perché ho parlato ad esempio di Krieg und Frieden, o LISm, o Global Player...

Ammetto di non aver saputo niente dei TMW prima di questo disco, ma stando alle informazioni rintracciabili in giro si tratta di un gruppo italiano specializzato proprio in colonne sonore, che si ispira in buona parte alle tematiche di fantascienza e in particolare allo steampunk (come si deduce dal nome stesso della band). La lunga discografia di oltre 10 anni di attività è recuperabile sul loro sito, e merita sicuramente una scorsa.

Nel caso di questa soundtrack, si parla di un totale di 9 (guardacaso) tracce, i cui titoli riprendono nomi e temi della serie (troviamo citate le navi Robredo, Afritania e Chatarra). Ci troviamo nei pressi di un genere electro arricchito e/o contaminato da sonorità ambient e componenti acustiche. Di fatto, il tipo di musica che ci si aspetta per la colonna sonora di un film o di un videogioco. All'interno dell'EP il tono cambia più volte, passando da pezzi sincopati ad altri più soft. Uno degli elementi che ricorre più spesso è la compresenza di elementi elettronici ed acustici, che risultano efficacemente evocativi per uno dei temi chiave di tutto Mondo9. Anche nei brevi pezzi di interludio (come Lament of the Cogwheels) si sente emergere questa compresenza di vita biologica e meccanica, tra loro antitetiche ma difficili da scindere. In altri come Nightmares of Chatarra o Escape from the Robredo è più marcata la componente elettronica, mentre Mountains of Mourn calca invece l'accento su suoni più caldi e... vivi?

Come in molti altri dischi presentati in questo blog non è detto che l'ascoltatore casuale riesca a cogliere tutte queste sfumature, a maggior ragione considerando che la Mondo9 Soundtrack assume pieno significato solo dopo aver già letto le storie di Mondo9, ma l'ascolto di qualcuno dei pezzi potrebbe essere un incentivo a scoprire l'universo narrativo di Tonani. O magari vi piace la musica di per sé, chi lo sa?

Come tutti gli altri album dei TMW, Mondo9 Soundtrack si può acquistare (e ascoltare) dal sito della band, o sui soliti store come Amazon e affini. Potete inoltre seguire le novità del gruppo sulla loro pagina facebook. Se invece vi interessano le altre istanze di  Mondo9, il punto di partenza è la pagina ufficiale dedicata alla serie. Buon ascolto/lettura/visione.

Futuri n. 5

Mentre l'onda d'urto di DTS continua ad avanzare a più riprese (sabato scorso la presentazione a Rimini, altre in arrivo nei prossimi mesi, le recensioni continuano ad affluire... presto preparerò una nuova rassegna stampa), continua l'attività anche su altri fronti. In particolare il mio racconto Pixel, che mi sono autopubblicato su Amazon già qualche tempo fa, ha riscosso l'attenzione dell'Italian Institute for the Future, ed è stato incluso a chisura del numero 5 della rivista Futuri, in uscita in questi giorni.


http://www.instituteforthefuture.it/futuri5-cyberculture/


Questo numero di Futuri è dedicato alla Cyberculture (come si legge in copertina), è quindi abbastanza chiaro come Pixel si inserisca nel tema della distinzione tra realtà e simulazione. Cioè, risulta chiaro dopo che lo avete letto. Sia che abbiate già letto Pixel o meno, questa è una buona occasione per scoprire anche la rivista che contiene numerosi contributi interessanti, dai possibili scenari futuri di evoluzione della società (sotto l'aspetto tecnologico, sociale, ambientale) all'approfondimento del rapporto tra civiltà analogica e digitale. In chiusura al volume alcuni consigli di lettura e il mio racconto. Per il sommario completo potete sbirciare sulla pagina fb dell'Italian Institute for the Future.

See you on some other reality.

Coppi Night 03/05/2015 - Quella casa nel bosco

Un paio di settimane fa per il mio turno avevo proposto una selezione di potenziali film horror meritevoli di visione, tra i quali aveva prevalso The Mist. Tra i vari titoli proposti c'era anche questo, che non aveva passato la fase di votazione ma che invece stavolta ha prevalso sui film proposti dagli altri. In effetti io me l'ero già visto (non molto tempo fa, forse solo pochi mesi) e sapevo quindi di avere a che fare con un film intrigante.

Quella casa nel bosco (The Cabin in the Woods) si apre apparentemente come un qualunque b-movie horror con protagonisti un gruppo di ragazzi dalle personalità assortite (e stereotipate): la bella scema, la pura, il campione, lo scemo, lo studioso. I cinque partono per una vacanza in una sperduta casetta su un lago, ma poco dopo il loro arrivo vengono attaccati da una famiglia di zombie sadici. Sulle prime l'inquadramento così netto dei personaggi nel cliché può risultare quasi irritante, ma poco per volta le cose iniziano ad assumere un senso differente, quando si capisce che i ragazzi sono controllati e in qualche modo pilotati da una misteriosa organizzazione che li ha scelti appositamente per il loro ruolo di stereotipo. Verso metà film avviene appunto la svolta, quando i sopravvissuti all'attacco di zombie realizzano di non essere semplicemente vittime di una maledizione dall'oltretomba ma di qualcosa di ancora più oltre. I protagonisti in effetti non sono solo i ragazzi ma anche i membri dell'organizzazione che li controlla, una delle tante con gli stessi scopi distribuite su tutto il mondo.

La cosa davvero interessante di questo film, al di là della storia in sé, è che riesce in qualche modo a giustificare e dare una radice agli stereotipi del genere horror, riadattandoli più al concetto di archetipo, lo stesso al quale appartengono i ragazzi. Anche i comportanti delle vittime sono sensati in questo contesto, tanto che quando uno dei protagonisti propone "rimaniamo sempre uniti" deve essere opportunamente indirizzato per passare al più consono "dividiamoci" che ci si aspetta in un horror. Non si tratta tanto di una parodia, quanto di un tentativo di razionalizzazione di un meccanismo che ormai diamo per scontato, abituati a un tipo di prodotto che in media non si sforza nemmeno di proporre qualcosa di diverso. È questa componente metatestuale, oltre all'efficace umorismo, a rendere la visione estremamente piacevole e stimolante. Questo, e la scena in cui gli ascensori si aprono...

Rapporto letture - Aprile 2015

Aprile è stato un mese dedicato interamente al racconto di fantascienza. Non che l'abbia fatto volutamente, ma in qualche modo mi sono trovato a scegliere tra i vari volumi a mia disposizione (alcuni in attesa da anni, altri acquisiti da poche settimane) solo raccolte, di uno o più autori.

La prima antologia che ho voluto leggere sostava sugli scaffali da parecchio, credo almeno 5-6 anni. Non avevo mai trovato la disposizione mentale per iniziare a leggere la raccolta di Tutti i racconti 1947-1953 di Philip K. Dick, ma alla fine mi sono deciso. In realtà non sapevo bene cosa aspettarmi, perché pur avendo già letto molto di Dick non sempre mi sono ritenuto soddisfatto. Si tratta di uno di quegli autori che a mio avviso si "impara ad apprezzare", come ad esempio anche Stanislaw Lem. Tornando alle origini della sua produzione temevo di perdere un po' quella maturità artistica che appunto ho imparato a riconoscere ed apprezzare. In parte avevo ragione, ma fortunatamente non mi sono ritrovato troppo spiazzato. Buona parte dei racconti qui contenuti infatti sono storie di fantascienza molto regolari, dall'avventuroso alla hard sf, con qualche intrusione di fantastico e mistery. Solo in alcuni si scorgono i temi per i quali Dick è stato in seguito (molto in seguito) ricordato. Il livello medio dei racconti è buono, ma difficilmente eccellente, sembra di leggere una tipica antologia di racconti di fantascienza della golden age: per alcuni decisamente mediocri (Il teschio, Il cannone) ce ne sono altri notevoli (Roog). Questo mi ha permesso quindi di gradire almeno in parte le storie anche se non erano quello che mi aspettavo. Ho anche notato che qui Dick ha sfruttato un paio di idee che mi ero appuntato e avevo intenzione di usare per scrivere dei racconti, in particolare in Tony e i coleotteri e Cavie. Queto comporta che dovrò cassare le idee dalla mia to-write-list, o quantomeno integrarle notevolmente. Perché ormai non c'è più niente da inventare... voto: 6.5/10

La seconda raccolta letta invece l'ho acquistata meno di un mese fa, forse non ho saputo resistere al Dalek in copertina. In Intanto, da qualche parte nello spazio sono raccolti i racconti di fantascienza selezionati dalla piccola casa editrice Gorilla Sapiens (che normalmente non pubblica sf). Mi sembrava quindi un esperimento interessante leggere cosa avesse da proporre. In effetti sono rimasto abbastanza sorpreso, perché anche in questo caso non ho trovato esattamente quello che mi aspettavo. Questo perché io ho una mia idea di "antologia di fantascienza", che evidentemente però non è condivisa dai curatori di questo libro. Attenzione, non dico che siano brutti i racconti contenuti, solo ho qualche difficoltà a considerarli effettivamente di fantascienza. O meglio ancora, lo sono per gli elementi narrativi presenti (automi, astronavi, androidi), ma lo sono meno per lo sviluppo e lo stile delle storie, che raramente ha a che fare con la speculazione scientifica e più spesso vira verso il surreale, o il satirico, o il nonsense vero e proprio. Non che non si possa scrivere sf surreale, o sf satirica, ma in questo caso sembra che queste siano le uniche strade percorribili, il che mi pare anomalo. Insomma, sembra di leggere una raccolta di fantascienza messa insieme da qualcuno che non legge fantascienza, il che probabilmente è molto vicino alla realtà. Quindi rimane un buon libro, ma non è il libro che consiglierei a chi mi chieda una buona raccolta di racconti di fantascienza di autori italiani. Voto: 7/10


Concludiamo il mese con il numero 69 di Robot, che essendo dell'estate 2013 mi era effettivamente rimasto sullo scaffale più del dovuto... della parte saggistica niente di particolare da rilevare (solo che i resoconti delle convention di Pohl mi sembrano alquanto noiosi visto che si concentrano sulla sua vita personale di cui faccio volentieri a meno). Per quanto riguarda i racconti ci sono alti e bassi: buone le storie di Giovanni De Matteo (viaggio nel tempo e senso della storia contemporanea italiana) e Jay Lake, qualche dubbio in più sulle altre presenti. In particolare il racconti di Valeria Barbera, anche questo incentrato sui viaggi nel tempo, mi è sembrato forzatamente contestualizzato nell'ambiente camorristico, con personaggi al limite del macchiettistico e un assunto fantascientifico di base che in realtà sembra più funzionare come la maledizione di un genio dispettoso. In definitiva niente di memorabile ma lettura mediamente interessante. Voto: 6/10