Rapporto letture - Settembre 2019

Di solito faccio i rapporti letture del mese un po' prima, ma stavolta... niente, me ne stavo semplicemente dimenticando. Quindi recuperiamo quasi allo scadere del tempo e procediamo con le letture di settembre. Che, posso anticipare, sono un po' fuori genere da quello che consumo di solito, che come si può constatare gira sempre dalle parti della fantascienza. Stavolta invece di fantascienza pure non c'è niente, anche se le contaminazioni weird o più indefinibili ci stanno sempre.


Cominciamo con una raccolta che probabilmente si può considerare un classico, che tenevo sugli scaffali da forse una decina d'anni. È Antologia della letteratura fantastica, compilata da Borges/Ocampo/Bioy Casares. Un volume interessante, che raccoglie una serie di testi che non si limitano a soli racconti. In alcuni casi si può parlare di fiabe, aneddoti, aforismi, sceneggiature teatrali e anche estratti di testi più ampi. Gli autori inclusi sono di ogni epoca e luogo, anche se c'è una buona rappresentanza di scrittori sudamericani del novecento, per ovvie ragioni di vicinanza dei curatori. Ci sono sicuramente molte storie di grande impatto (soprattutto per l'epoca in cui sono state scritte) e che è difficile trovare altrove, come Enoch Soames di Beerbohm, Il calamaro sceglie il suo inchiostro di Bioy Casares, La casa occupata di Cortazar, La zampa di scimmia di Jacobs, e così via. Molto presenti di autori tradizionali cinesi. I temi più ricorrenti sono quelli del sogno e dei fantasmi, tutti delcinati in senso ampio. Il difetto che si può torvare è che laddove sono inclusi semplici estratti di poche righe è come leggere il messaggio di un biscotto della fortuna, quindi non si viene trascinati molto. Nel complesso però un'antologia molto significativa, e soprattutto da sbattere in testa di tagio a tutti quelli che "ma la narrativa è realismo" quando il realismo è una moda passeggera dell'ultimo secolo, stronzi. Voto: 7.5/10


A seguire altra raccolta, stavolta di stampo horror o similare, ovvero il numero 2 della rivista Il Buio che se avete studiato sapete che è quella in cui è presente anche un racconto di L. Chan da me tradotto. Oltre a questo ce ne sono altri tre, di cui due autori italiani. Le atmosfere sono decisamente buie, anche se alla fine L'ultimo giro di pub tradotto da me è il più leggero e positivo di tutti. Gli altri sono in effetti più angoscianti, in particolare l'ultimo di Stefano Lapadula riesce a essere davvero disturbante visto che mescola insieme tabù come cannibalismo, tortura, pedofilia, insomma roba che fa bene la mattina a colazione. Il racconto di Francesco Corigliano di contro è un po' prevedibile nella rivelazione finale, che arrivando proprio all'ultima riga non è più così efficace. Nella media però la qualità è buona, per cui si merita un buon voto 7/10.


Passiamo poi al weird western che è uno dei miei dirty pleaures, infatti come sapete nella nuova edizione de Il lettore universale c'è anche un racconto con questa ambientazione (lo sapevate, vero?). Evidentemente è una passione anche dei signori di Moscabianca, perché hanno pubblicato qualche tempo fa Black Hills di Luca Mazza. Mazza è un autore bolognese che ho già incrociato, in particolare nella lettura di Riviera Napalm scritto in coppia con Sensolini, e di cui torneremo a parlare a breve. Questo libro è un romanzo breve ucronico/horror/pulp/weird in cui Giuseppe Garibaldi è finito a vivere in nordamerica, ha combattutto nalla guerra civile americana e viene reclutato dopo il suo ritiro per una nuova missione. Di mezzo però non ci sono solo questioni politiche ma anche forze oscure meno controllabili, e il team Garibaldi dovrà unire le forze a quelle dei nativi. L'ambientazione è resa in modo eccellente, i personaggi, come nei migliori western, sono tutti stereotipi perfetti dal ruolo definito, e lo dico seriamente in senso positivo, perché questo tipo di storie funzionano proprio per la loro aderenza a un certo modello. Lo stile di Mazza è duro e tagliente, come già avevo riscontrato appunto in Riviera Napalm, anche se lì poteva esserci il dubbio su quale autore influenzasse di più il registro. L'unico appunto che mi viene da muovere a questo romanzo, è che dopo l'introduzione dello sciamano-guerriero Ofiuco sembra diventare lui il protagonista, mentre a Garibaldi sono riservate meno sequenze. Comunque una lettura veloce e soddisfacente, che si mantiene sempre su un livelli alti di tensione. Voto: 7.5/10


Infine un altro romanzo che se riuscite a dargli un'etichetta vi offro da bere. Ammetto di essere stato attirato dall'inequivocabile disco volante sulla copertina minimale. E gli alieni in un certo senso ci sono davvero in Medusa. Forse. La storia segue un ragazzo tardoadolescente durante le sue vacanze al mare, tra famiglia e gruppo di amici, passeggiate sulla spiaggia, partite a ping pong, serate in discoteca, tentativi di abbordaggio. Tutto materiale per un film di Virzì, se non fosse che lui è evidentemente dissociato, tant'è che ogni tanto si affaccia una seconda voce che accompagna la narrazione, e per di più ogni tanto incontra gli alieni (che poi boh sono davvero alieni?) a cui deve offrire in sacrificio delle sensazioni/emozioni/ricordi in cambio. Ci sono anche gli indizi di qualcosa di brutto successo anni prima, la tragica morte di una bambina in un incidente di cui non si sono mai scoperte le cause ma che il protagonista probabilmente conosce bene, anche se pure qui, non è che sia tanto chiaro. La forza di tutto questo sta sicuramente nello stile di Luca Bernardi, assolutamente irrispettoso delle convenzioni della narrativa, ma che segue comunque un suo codice che, una volta interpretato, rende la lettura perfettamente coerente. Non per niente il protagonista sta infatti compilando un Dizionario Semiologico Abissale che spera di dare alle stampe anche se pare che a parte l'idea non gli stia dedicando così tanta attenzione. Insomma una lettura complessa, ma meno complessa di quanto possa sembrare a primo impatto, perché superato lo straniamento di questo modo di scrivere il nucleo della narrazione è tutto sommato semplice da seguire. Sicuramente lo si può considerare un testo sperimentale e per certi versi anche l'aggettivo "abissale" ha senso. Voto: 7.5/10

L'esatta percezione

Dopo aver pubblicato Spore nel 2013 e Il lettore univrsale l'anno scorso, avevo pensato che non mi sarebbe più capitato di far uscire una raccolta di racconti. Perché i racconti non si leggono, non si pubblicano, il mercato tende al romanzo perché la gente (e gli editori) è convinta che più lungo uguale più bello. Quindi è stata una mezza sorpresa anche per me ricevere la proposta da parte dell'Associazione RiLL di far uscire una nuova antologia delle mie storie.

A partire da fine mese sarà disponibile infatti L'esatta precezione, parte della collana "Memorie dal futuro", le raccolte personali che RiLL ha iniziato a pubblicare da alcuni anni, e che nelle edizioni precedenti ha visto autori come Francesco Troccoli, Massimiliano Malerba, Davide Camparsi, Luigi Musolino.


Come da impostazione di questa collana, il libro raccoglie innanzitutto i racconti che nel corso degli anni sono arrivati in finale al Trofeo RiLL o al concorso parallelo SFIDA, per cui la maggior parte dei racconti sono già usciti in raccolte precedenti del premio, come Karma, La legge dei padri, Pr-Medjed, Lamarckia. Altri ancora erano usciti in edizioni precedenti e ormai introvabili, come Sinestesia (che era in Spore, ormai fuori catalogo), La bella lavenderina, In un istante. Pixel lo avevo autopubblicato su Amazon ed era poi stato incluso in un numero della rivista Futuri. Hype invece è del tutto inedito. In ogni caso, tutti i racconti sono stati opportunamente rivisti ed editati insieme ad Alberto Panicucci, boss del team RiLL che fa questo lavoro da quando ancora io dovevo cambiare i denti.

Il titolo L'esatta percezione è volutamente criptico, perché uno potrebbe chiedersi "ma l'esatta percezione di che?" Ecco appunto, è proprio quella la questione. La tesi di fondo della raccolta è proprio che questa percezione precisa non esista. I concetti di realtà, di verità storica, di sanità mentale sono spesso messi in discussione in questi racconti. Contrariamente alle mie solite uscite, stavolta non si parla di fantascienza in maniera preponderante. Il Trofeo RiLL da sempre premia storie fantastiche ad ampio raggio, e infatti anche in questo volume sono contenuti racconti di sf, horror, urban fantasy, e altra roba meno definibile. Come dico sempre la fantascienza è il mio primo grande amore, ma questo volume potrebbe essere interessante proprio perché contiene parecchi sconfinamenti in territori attigui.

La copertina è di Valeria De Caterini, che da sempre disegna le illustrazioni dei libri di RiLL, e ha interpretato nel suo stile sognante il tema della decostruzione della realtà. Si nota appena, ma se ci fate caso, la realtà si sfilaccia ai margini del campo visivo. E non mi riferisco solo a questo disegno.

Per quanto mi riguarda pubblicare una raccolta con i tipi di RiLL è davvero una grande soddisfazione, proprio perché questo premio è stato uno dei miei primi approcci alla narrativa. Alcuni dei miei racconti più apprezzati sono stati scritti proprio per partecipare al premio, come ad esempio Il lettore universale, e sappiamo tutti com'è finita. Inoltre sono convinto che il lavoro fatto dai Rillini sia uno dei più importanti scouting per gli autori di genere, e infatti molti dei nomi che sono emersi negli ultimi anni sono passati da loro, come quelli citati in precedenza.

L'esatta percezione è già disponibile sullo store di RiLL, e lo sarà presto sugli altri store online. Il 31 ottobre inoltre sarà presentato al Lucca Comics & Games, a lato della premiazione del Trofeo RiLL che si svolgerà alle ore 18:00 nella sala Ingellis. Mi troverete quindi lì con il libro sia giovedì che venerdì 1 novembre, nei pressi dello stand RiLL o in giro.

Ultimi acquisti - Ottobre 2019

È passato così tanto tempo da un post con gli ultimi acquisti musicali che avevo quasi dimenticato che esistesse una rubrica del genere su questo blog. I motivi non li sto a ripetere, che sennò sembra che mi lagno sempre, ma se scavate nel passato li trovate. Fatto sta che nelle settimane scorse ho sentito l'esigenza di acquisire nuova musica, e a motivarmi è stata essenzialmente l'uscita di un disco in particolare, dalla quale poi ho colto l'occasione per aggiungere altra roba.


Iniziamo quindi da chi ha reso possibile questo post, ovvero Dominik Eulberg. A settembre di quest'anno, otto anni dopo l'uscita di Diorama, Dominik ha pubblicato il suo nuovo album Mannigfaltig. Non che fosse rimasto fermo in questo tempo, perché di EP ne sono usciti parecchi, ma finora nessuna raccolta organica di tracce come questa. Mannigfaltig ovvero "molteplicità" se riesco a interpretare abbstanza il tedesco, trae ispirazione come sempre nel caso di Eulberg dal mondo naturale. Ogni traccia infatti è dedicata a un animale, nello specifico ogni titolo è il nome di una creatura che (sempre in tedesco) contiene nel proprio nome comune un numero da uno a dodici. Lo stile di questo autore è inconfondibile e non riesco a capacitarmi di come pur producendo una techno a volte anche abbastanza dura ma ricca di calore, Eulberg riesca a far risuonare davvero l'armonia di questo mondo naturale come lui la percepisce. Sfido chiunque ad ascoltare Goldene Acht e non percepire la fiera leggiadria di questa farfalla, oppure non venire sopraffatti dalla maestosità dei ghiacciai a cui è dedicata Elfenbein-Flechtenbarchen. Questo è un disco da secondo-terzo-quarto ascolto, perché se al primo passaggio certe tracce possono sorprendere, in seguito si riesce a capire meglio ciò che rappresentano. Dominik Eulberg si conferma così uno dei miei artisti preferiti, una mente profonda e ingenua allo stesso tempo.


Parlando di bestie, mi ricollego con James Holden, qui presente nell'imaginaria compagnia di un collettivo denonimanto The Animal Spirits, con un album intitolato, appunto The Animal Spirits. Un disco di difficile collocazione, da parte di un autore che praticamente da solo ha inventato un nuovo genere di musica elettronica, la neotrance, e poi con la stessa nonchalance l'ha abbandonata, uno che si è permesso nel suo primo album di inserire una traccia intitolata Intentionally left blank, con cinque-sei minuti di silenzio, alla John Cage. Insomma, da Holden ci si può aspettare l'inaspettato, e qui lo troviamo perché le tracce contenute in questo album per certi versi sembrano delle improvvisazioni, intrecci di IDM, electro-jazz e ambient. Musica piacevole ma straniante, che a volte come in Thunder Moon Gathering sembra non prendersi troppo sul serio e altre invece come con The Animal Spirits forma una cappa di claustrofobia difficile da reggere. Si sente comunque la presenza di un'ispirazione che si collega in qualche modo a suoni naturali, ritmi da raduni pagani nei boschi sotto la luce della luna.


Propaganda è un album del 2017 di Oliver Huntemann che mi ero perso. Una collezione di tracce techno-electro oppressive e cupe, una variazione sul tema introdotto già tempo prima in Paranoia, come già la copertina suggerisce. Tracce da titoli poco rassicuranti come Kamikaze, Malaria, Egoist, Doppelganger. Non c'è niente in questi pezzi che metta a suo agio l'ascoltatore, anzi la generale sensazione di inquietudine è il nucleo intorno a cui si sviluppa tutta l'opera. Viste le prove precedenti di Huntemann probabilmente non si può dire che si tratti di materiale di grande originalità, ma la capacità di evocare certe atmosfere è innegabile.



Discorso simile si può fare anche per Drown, ultimo album dell'anno scorso di Fritz Kalkbrenner. Anche qui si avverte per lo più una sensazione di urgenza e ansia. La differenza sta nel fatto che finora il meno famoso dei fratelli Kalkbrenner si era invece contraddistinto per il calore dei suoi pezzi, che declinavano la techno quasi in chiave folk, con testi ricchi e avvolgenti, e l'aggiunta di strumenti come armonica, sax e sitar. In Drown invece è tutto diverso: non c'è un solo vocal in tutto l'album, le sonorità sono asciutte, asettiche, l'ispirazione è una tech-house precisa e impersonale, come già i titoli dei pezzi composti da singoli verbi fanno intuire. Si farebbe fatica ad attribuire questi pezzi a Fritz Kalkbrenner, se non ci fosse il suo nome sulla copertina. Difficile dire se si tratti di un'evoluzione cercata dall'autore, oppure di un esperimento in un territorio a lui meno familiare, proprio per dimostrare di potersi sganciare dall'immagine che finora si era creato. Di per sé forse questo album non sarebbe così innovativo, tutt'altro, ma considerato all'interno del percorso artistico del suo autore acquisisce tutto un altro significato.

Fanta-Scienza

Tra un paio di settimane ci sarà la quinta edizione di Stranimondi, festival dedicato alla narrativa fantastica, dalla fantascienza al fantasy al weird e non ve lo devo stare a dire io. In occasione di questa fiera che è già la più importante del settore, almeno per quanto riguarda il fantastico scritto, molti editori ne approfittano per tirare fuori qualche novità, e gira che ti rigira finisce sempre che mi ci ritrovo dentro pure io. L'anno scorso era toccato a Strane Creature (di cui peraltro quest'anno viene presentato il volume 2), stavolta invece è il turno di Fanta-Scienza.

Mai titolo fu più vago nel definire il contenuto, ma la cosa su cui dovete concentrare l'attenzione è quel trattino. Avete presente quando i soloni delle collane da edicola se ne escono con "si chiama fanta [pausa] scienza, quindi deve esserci la fantasia ma anche la scienza". Ecco, questo libro è pensato proprio per loro. In Fanta-Scienza infatti le parti scientifiche e quelle immaginifiche hanno lo stesso peso: il volume contiene infatti otto brevi saggi di ricercatori italiani su argomenti di stretta attualità scientifica, dai robot alla micromedicina, temi caldi nella comunità scientifica su cui si sta già lavorando e potrebbero avere notevoli breakthrough nell'imminente futuro. Sulla base di questi saggi poi gli autori hanno scritto un racconto, liberamente ispirato al tema centrale. E così ti trovi per le mani la tua fanta+scienza.


Il progetto è stato ideato e curato da Marco Passarello, e ha richiesto un impegno notevole nei mesi scorsi, soprattutto per la delicatezza degli argomenti. Tra gli autori coinvolti ci sono alcuni dei più rilevanti sulla scena sf attuale, come Lukha Kremo, Alessandro Forlani e Alessandro Vietti.

Il mio racconto NIMBY è basato su un articolo di Paolo Decuzzi sul tema della medicina di precisione interna all'organismo. Preciso che non ha niente a che vedere con il racconto omonimo che ho scritto pressappoco una decina di anni fa, se mai qualcuno avesse il dubbio spulciando la mia bibliografia. Anzi ho voluto proprio riprendere lo stesso titolo per una storia completamente diversa, e che non facesse schifo come quella di allora che fortunatamente non si trova più in giro ma fidatemi, non la vorreste leggere.

Fanta-Scienza è disponibile sul Delos Store sia in cartaceo che in ebook, e sarà appunto presentato in anteprima a Stranimondi, con una breve pesentazione del progetto domenica 13 ottobre alle ore 15. Ci sarò anch'io, a meno di imprevisti durante il pranzo. E visto la gente che gira, non mi sentirei di escluderne.