Top music 2012

Forse è un po' tardi per un post riepilogativo dell'anno passato (quello riferito alle letture è stato inserito in un'epoca più adatta), ma il ritardo è dovuto al fatto che sono stato piuttosto indeciso di scriverlo o no. Ho già scritto articoli simili per il 2010 e il 2011, ma in entrambe le occasioni, col senno di poi mi sono accorto che avrei dovuto inserire in quelle classifiche dei dischi che ho acquisito solo in seguito. Per esempio, nel 2011 ho eletto come miglior album Luna di Stephan Bodzin e Marc Romboy, e penso di poter tuttora confermare questo primato, tuttavia le altre posizioni le avrei sicuramente messe in discussione dopo aver ottenuto solo il mese scorso Diorama di Dominik Eulberg, e anche III di Gui Boratto un suo posto forse l'avrebbe meritato. Per cui, ho pensato che fare una classifica dei migliori dischi del 2012 sarebbe piuttosto stupido, quando magari i veri migliori in realtà non li ho sentiti!

Quindi ho deciso di cambiare prospettiva. Posto che in qualche modo voglio comunque fornire una selezione delle migliori cose che ho ascoltato l'anno scorso, applicherò però un criterio diverso, che poi è lo stesso utilizzato per valutare i libri: semplicemente farò la classifica degli album migliori che ho ascoltato nel 2012, indipendentemente dall'effettiva data di pubblicazione. Perché, anche se forse lo ripeto troppo spesso, in fondo la buona musica non invecchia mai, no?

Partiamo quindi con questa top 5 astorica dei migliori album che ho ascoltato l'anno scorso. In realtà a parte la posizione numero 1, alle altre quattro non saprei dare un'effettiva scala di valore.



Doveroso citare intanto Berlin Calling di Paul Kalkbrenner. L'album, che costituisce anche la colonna sonora dell'omonimo film, rappresenta un'ottima selezione dello stile dell'artista, che da alcuni anni a questa parte è uno dei pochi della scena elettronica ad aver guadagnato un minimo di popolarità anche presso il pubblico mainstream. Qui dentro si trovano pezzi come Aaron, Altes Kamuffel e Sky and Sand, scritta insieme al fratello Fritz, e anche un edit di Mango di Sascha Funke. Tutti pezzi di ottimo livello e capaci di colpire durante l'ascolto.




Anche il primo album dei Moderat, che si chiama appunto Moderat, è di grande impatto. Il trio formato dai Modeselktor e Apparat ha iniziato questo progetto collettivo nel 2009 (e lo ha ritirato fuori proprio di recente, yippi!) ed è riuscito a mettere insieme una serie di tracce di una profondità incredibile. A New Error, Rusty Nails, Porc, Nasty Silence... e vabbè, le sto per elencare praticamente tutte, ma davvero non c'è una traccia che appaia superflua. Lo stile si riconosce, ma i suoni non vengono mai a noia, e scavano nel profondo.




Ci metto poi Death by Misadventure di Chymera, che è effettivamente un album del 2012. Un altro disco carico di emozioni, di un autore che pur muovendosi nell'ambito della techno tradizionale riesce a dare una grande corposità ai suoi pezzi. L'album è arricchito anche da pezzi più strumentali, e può risultare gradito anche al di fuori del contesto elettronico, ad esempio per The Chase, Aloof, An Island in Space.





Ho detto che le quattro posizioni sotto la prima non avevano un ordine preciso, ma forse Primavera lo potrei considerare al secondo posto della top 5. In questo sue secondo album (anche questo del 2012) Basti Grub riesce come pochi prima di lui a mescolare in modo armonioso le atmosfere latine e la techno. Ho già descritto abbastanza le impressioni nel post in cui commentavo l'acquisto quindi evito di ripetermi, ma il lavoro dietro questo album è davvero impressionante. Per un paio di settimane buone ho ascoltato a ripetizione Verano, e l'unica cosa che mi ha impedito di sentirla più di cento volte in un giorno è il fatto che dura 10 minuti e, beh, sei-sette ore al giorno le dormo.



E quel primo posto dichiarato fin dall'inizio non vi sorprenderà essere Diorama di Dominik Eulberg. Anche in questo caso ho già parlato molto di cosa mi ha suscitato l'ascolto di questo album nel post a lui dedicato, quindi non mi ripeto. Le ragioni che mi portano ad eleggerlo il migliore del 2012 stanno lì, e nel fatto che oltre alla musica in sé, questo album ha anche un tema, una storia, un significato che mescola suoni, parole, natura, scienza. È una combinazione difficile da azzeccare, ma Eulberg ci riesce pienamente, e stupisce. Credo anzi di poter dire che questo è il suo album migliore, per quanto tutti siano di per sé ottimi.


Per quanto riguarda le compilation, credo che la migliore si possa considerare Bar 25: Tage Ausserhalb der Zeit, che raccoglie in due cd una serie di canzoni appositamente scritte per celebrare la chiusura dello storico locale berlinese Bar 25. E poi ovviamente il top di gamma è sempre la Cocoon, tanto per l'annuale Cocoon Compilation (giunta alla lettera L) quanto per il mix di Chris Tietjen, arrivato invece al numero Sieben.

Volendo fare una panoramica più ampia, in generale il 2012 è stato per me l'anno di Gui Boratto, Dominik Eulberg, Apparat (tutti già citati nella top 5 sopra), Fritz Kalkbrenner e Miike Snow. A volte mi stupisco di quante cose ancora mi rimangono da scoprire in ambito musicale, e ringrazio il cielo che sia così.

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