Doctor Who 60 Special 3 - The Giggle

Arrivati alla parte conclusiva degli special del sessantesino di DW, sapevamo già tutti chi sarebbe stato l'avversario terribile e misterioso: il Toymaker. In una delle operazioni periodiche di ripescaggio di vechi nemici, il Toymaker arriva addirittura dall'epoca del Primo Dottore, un'entità sovradimensionale il cui unico scopo è quello di giocare e sfidare nuovi avversari. È questo che fece secoli fa, nel suo incontro con il Dottore in cui venne battuto. A distanza di tanto tempo, il Toymaker ritorna e vuole il rematch.

 

Le premesse per una storia epica ci sono tutte, e il casting di Neil Patrick Harris per interpretare un ruolo del genere promettevano bene, oltre al fatto che sapevamo che sarebbe comparso anche il nuovo Dottore di Ncuti Gatwa. Purtroppo però questa puntata non funziona del tutto, soprattutto nella gestione della minaccia posta dal villain.

L'episodio inizia con un cold open in cui vediamo un antefatto negli anni 20, in cui il Toymaker si invischia nell'invenzione della televisione in modo da impiantare un suo messaggio subliminale in tutte le trasmissioni video (come questo sia tecnicamente possibile non è chiaro, ma crediamoci pure). Questa cosa una volta attivata nel 2023 porta tutta la popolazione mondiale a ritenere di avere ragione (quindi di "aver vinto") e causa quindi il collasso delle istituzioni. Forte come idea, perché rappresenta in modo macchiettistico la malattia dell'epoca dei social, in cui tutti urlano per far sentire più forte le proprie cazzate, e da qui si sarebbe potuta costruire una puntata di forte critica sociale. Peccato che invece questa cosa si vede solo nei tre minuti prima dei titoli, e il resto dell'episodio si svolge tutto nella sede UNIT, senza nessun contatto col mondo esterno.

Lo stesso Toymaker è piuttosto inutilizzato. Da una parte il personaggio è stato rappresentato fin troppo folle, e per quanto l'intrpretazione di Harris sia eccellente e il balletto sulle Spice Girls già un cult, questa resa del personaggio lo fa assomigliare più al Master psicopatico di John Simm che alla creatura serafica ed eterna che dovrebbe essere (e che era) il Toymaker. Inoltre, per essere un'entità cosmica appassionata di sfide, si accontenta davvero di poco: gli unici giochi che propne al Dottore sono un'estrazione di carte e il lancio della palla. Manca proprio la sfida vera e propira, il confronto tra intelligenze mostuorese, la battle of wits che ci si aspetterebbe come degna conclusione dello scontro tra questi antichi nemici. Invece niente di tutto questo, il Toymaker si limita a minacciare e provocare (e sparare un laser). Curioso che il senso di sfida si sia percepito di più nell'episodio precedente in cui il Dottore e Donna avevano come nemici dei semplici "mostri". Inoltre anche il modo in cui il Toymaker alla fine viene sconfitto non è costruito sulla presena di due Dottori, non è una consegenza del trucco di avere una sfida estesa a due avversarsi che non è in grado di gestire. Perde perché... gli scappa una palla di mano. Tutto qui. So epic.

Dobbiamo poi parlare ovviamente della bi-generation, la soluzione pensata da RT Davies per tenersi David Tennant sempre in riserva. Il lato positivo di questa nuova modalità di rigenerazione è stato vedere i due Dottori incontrarsi e parlarsi, e la chimica tra Tennat e Gatwa è stata subito esplosiva, così come i momenti più seri in cui il Quindicesimo dice al Quattordicesimo che è il momento di prendersi una pausa. E se è confortante vedere il nostro amato Ten/Fourteen starsene in pensione con la famiglia Noble, il fatto che anche lui abbia un Tardis funzionante nel giardino di casa invalida un po' l'ide che debba fermarsi e riprendersi da millenni di battaglie e tragedie. Mi sa un po' di soluzione paracula, con cui Davies si è assicurato di poter portare (un altro) David Tennant nella serie all'occorrenza.

Il cameo di Melanie non mi ha suscitato nessuna emozione se non una punta di timore, perché Mel è stata la peggior companion ever. Da notare il setting per qualche altro nemico da arco narrativo ("the one who waits") e il ritorno di (un altro) Master. C'è stato anche un breve accenno alla possibilità di retconizzare il timeless child, con il Toymaker che afferma di aver giocato con le origini del Dottore, ma non è niente di confermato, probabilmente solo un modo per confondere le acque e poter in futuro dire "ecco, vedete, l'avevamo detto".

Insomma, alla fine è comunque un episodio gradevole, ma in sostanza solo grazie alle interpretazioni convincenti dei protagonisti Tennant, Harris e Gatwa. Spogliato di questo, la storia avrebbe mostrato tutta la sua inconsistenza, e il finale si dimostra piuttosto anticlimatico per una serie di speciali celebrativi. Forse il Toymaker avrebbe meritato un doppio episodio, uno per affrontare la minaccia sul pianeta e una per battere la sua sfida, invece di un raffazzonamento così rapido. Comunque la premessa e la promessa per il Quindicesimo Dottore, che "sta bene" grazie alla riabilitazione del Quattordici (che presumibilmente al momento della rigeneraizone "confluirà" in Quindici) è intrigante. Forse la stagione 14 sarà davvero un reboot che partirà con un Dottore non più appesantito dai fardelli del passato... ma mi chiedo quanto possa durare, anche Chibnall ci aveva provato all'inizio della stagione 11 e non ha funzionato (ma era pur sempre Chibnall). Voto: 6.5/10


Doctor Who 60 Special 2 - Wild Blue Yonder

Dopo un primo episodio del 3-part-special che serviva soprattutto a riprendere il ritmo e familiarizzare con il ritorno della serie (nel senso, il ritorno della serie come dovrebbe essere), e che aveva per lo più un tono leggero e avventuroso, questo nuovo episodio cambia drasticamente di tono e punta su una storia carica di tensione, mistero e rischio. Se siamo abituati a considerare Dotcor/Donna come la coppia più "frivola" della serie, bisogna ricordare che nelle occasioni in cui c'è stato da mostrare situazioni drammatiche il loro legame si è rivelato ancora più forte (come The Fires of Pompei o Silence in the library), e questo episodio ce lo dimostra di nuovo.

Wild Blue Yonder è una di quelle storie claustrofobiche, con un nemico subdolo e sfuggente, che fa percepire davvero il pericolo in cui può incorrere il Dottore (e relativi companion) nelle sue avventure, soprattutto quando si confronta con avversari di cui non conosce niente. È facile tracciare un parallelismo tra quetso episodio e Midnight, proprio della stagione quattro, in cui il Dottore si trovava confinato in uno spazio ristretto, e subiva l'attacco di una creatura misteriosa capace di imitare gli altri. Stavolta succede qualcosa di simile, anche se più esplicito, ma la variabile in più è la presenza di Donna, che in Midnight se ne stava alla spa.

L'astronave al confine dell'universo è uno scenario già impressionante, e per chiarire da subito la mavità della situazione (wink wink), il Tardis sparisce portandosi via anche il sonic, lasciando così Dottore e Donna a trovare una soluzione senza particolari gadget (anche se poi il Tardis fa comunque la sua parte di deus ex machina). Per cui quando iniziano a mostrarsi i misteri e abbiamo l'apparizione dei due mostri mutaforma, è ancora più importante sforzarsi per trovare una soluzione che proviene solo dalla velocità di ragionamento e reazione... e qui sta il vero twist dell'episodio (forse un po' sottoutilizzato), il fatto che proprio la ricerca della soluzione sia una sconfitta in sé, perché favorisce anche il nemico. Mi sarebbe piaciuto che si facesse un passo in più in questa direzione, e che la battaglia finale fosse una battle of wits a parti invertite (con le copie che ragionavano meglio degli originali, e magari sceglievano autonomamente di annientarsi), piuttosto che concludersi con una corsa e un'esplosione. Comunque vedere i successivi confronti e le classiche situazioni di sospetto in stile La Cosa (o anche Murder on the Planet Express) è stato davvero appagante.

È stato bello vedere i personaggi in crisi, doversela cavare separatamente e puntare tutto sulla loro capascità di conoscersi e riconoscersi. In questo senso mi è sembrato un po' fuori fuoco il fatto che alla fine il Dottore scegliesse la Donna sbagliata (a meno che non mi sia sfuggito che l'abbia fatto apposta), ma presumo che fosse solo per far sembrare imminente la fine di Donna (non ci ha creduto nessuno, sorry). I momenti di cristi di Fourteen si sono rivelati intensi, e in un certo senso hanno mostrato che questo Dottore ha comunque una personalità diversa da Ten, non è soltanto una sua riproposizione ma una versione più matura, un po' come la faccia che porta.

Notevole anche la distruzione dell'universo operata in Flux e i riferimenti velati al Timeless Child (il fatto che il Dottore non sia originario di Gallifrey), a significare che Davies non è intenzionato a retconizzare tutto quanto messo in opera da Chibnall. È una decisione controversa, molti si sarebbero aspettati che tutte le modifiche al canon sarebbero state ignorate, ma così lui ne riconosce l'esistenza, il che potrebbe anche portare a scelte interessanti. Vuoi vedere che alla fine Davies ci risovle anche le porcate delle tre stagioni precedenti con due o tre battute di dialogo buttate lì.

Ora non resta che aspettare il ritorno del Toymaker e l'arrivo del nuovo nuovo Dottore, con tutte le altre eventuali sorprese che forse la BBC è riuscita a non far leaker. Voto: 8/10


Doctor Who 60 Special 1 - The Star Beast

E così un anno dopo siamo di nuovo qui a parlare di Doctor Who, e per la prima volta dopo molti anni, ne parliamo con un minimo di entusiasmo e speranza. Non sto a fare tutto il riassunto delle puntate precedenti, è sufficiente ricordare che per me la conduzione di Chris Chibnall e le tre-ish stagioni del Tredicesimo Dottore di Jodie Whitaker sono state disastrose. E non devo essere stato l'unico a pensarlo visto che qualcuno ai piani alti ha pensato di fare un bel resettone, rimettendo al comando Russel T Davies e riportando David Tennant e Catherin Tate per riacchiappare i fan persi lungo la strada. E non solo loro, in realtà, perché questa nuova stagione è intesa come un soft reboot della serie, anche grazie al passaggio su Disney+, tanto che stanno proponendo contenuti dedicati a chi non ha mai seguito DW e la numerazione delle stagioni riparte da 1. Non sarà così per me, passati gli special, io continuerò a contare dalla stagione 14.

Questo quello che è successo nell'universo produttivo di DW. Nell'universo narrativo invece, abbiamo Tennant, che non è più Ten-nant ma ora Fourteen-nant, che ricompare a Londra proprio davanti a Donna, che aveva abbandonato quindici anni fa dopo averle cancellato la memoria con la promessa che non l'avrebbe mai più rivista, pena la friggitura del suo cervello umano troppo limitato per contenere il potere di un timelord. Questo dà l'avvio a qualche buona gag nel momento in cui il Dottore vuole starsene lontano da Donna ma è costretto dagli eventi ad avere a che fare con lei.

La trama non è poi così complessa, si tratta di un classico monster of the week che si gioca la carta della cuteness, e in cui anche il "twist" è abbastanza deducibile. Ho avuto piacere però di vedere come quei particolari che normalmente in una storia sono considerati come secondari (il fatto che i colpi delle armi non danneggiassero l'auto) sono diventati invece una parte importante della narrazione, è qualcosa di estremamente rinfrescante dopo anni di pistole di Checov a salve a cui ci aveva abituato Chibnall.

Naturalmente il momento che tutti stavamo aspettando nella puntata era il risveglio di Donna, che sapevamo essere inevitabile, e per quanto la sequenza sia ben gestita, con la coppia Doctor/Donna che spara technobabble a raffica come solo loro due insieme sanno fare, forse proprio questo aspetto è quello più deludente dell'episodio, ovvero la soluzione al problema della prevista friggitura del cervello. Il problema è che da una parte viene offerta una soluzione semplice ma credibile (avendo una figlia, ha trasferito a lei parte della sua natura Timelord, e quindi può sopportare la parte che resta), dall'altro su questa si rilancia dicendo che lei in quanto donna ha il potere di "lasciare andare", e quindi puff!, tutto passato. Che stupido il Dottore, con la sua identità maschile, a non capire.

A parte la non necessità di questa ulteriore spiegazione favolistica, mi è sembrato sminuente nei confronti del Dottore, che fino a poche ore prima era una Donna, e che di certo non ha un'identità di genere incasellata nel binarismo come lo intendiamo noi (e questo è stato suggerito già da tempo nella serie moderna), affermare che lui non possa capire in quanto uomo. Alcuni dei fan più tradizionalisti si sono indignati anche da altre parti dell'episodio, il dialogo sui pronomi, e l'insistenza sul non-binarismo, ma quelli a mio avviso per quanto un filo didascalici sono comunque tematizzati bene nella storia. Questo appunto finale invece l'ho trovato pedante e un po' incoerente rispetto anche al messaggio che si voleva lanciare.

Comunque, si tratta davvero di una pecca di pochi secondi in un episodio che per tutto il tempo funziona. Anche se certamente non è niente di complesso e profondo, The Star Beast ha tutte le caratteristiche tipiche di DW, e riaccende l'amore che si era assopito nelle stagioni precedenti. La chimica tra i due protagonisti è eccezionale (ma Ten/Donna sono sempre stati la migliore coppia), la musica è tornata presente, le gag funzionano (finalmente si torna a sghignazzare in DW!), c'è il giusto livello di grottesco e campiness... insomma, è tutto quello che era mancato questi anni. E potrebbe essere anche quello che può portare altro pubblico a scoprire e innamorarsi della serie. Voto: 7/10