A essere onesti per me non è stata una vera Coppi Night, dato che non c'è stata Pizzacoppi per me. Ma quando il pranzo termina alle 16 e comprende pietanze quali pappardelle alla lepre e tagliata di cinta senese al tartufo, forse è il caso di non mettere ulteriormente alla prova le capacità digestive dell'organismo. Tuttavia ho naturalmente presenziato alla serata, per fruire almeno della parte ricreativa.
Da una buona rosa di film sono stati infine portati in finale Il cigno nero e Limitless, e nonostante abbia spinto per il primo è stato l'altro a vincere la votazione. Dopo un'eccezionale sequenza di titoli di coda, il film procede subito con un buon ritmo, e riesce a tenere l'interesse vivo tanto quanto con la storia che con le efficaci trovate visive. La situazione del protagonista che vive in uno stato di "alterazione" e accumula nemici nel suo percorso verso l'obiettivo finale, ma proprio a causa dell'alterazione stessa non è in grado di raggiungere la soluzione, rende il film lontanamente paragonabile a Memento. Ma c'è qualcosa che non funziona a dovere.
La favola del "usiamo solo il 20% del nostro cervello" è abbastanza diffusa quanto inesatta, così come l'aumento dell'intelligenza è uno dei temi classici della fantascienza, che se in Fiori per Algernon lo faceva tramite un'operazione, oggi è più portata a realizzarla con l'implementazione di interfacce cibernetiche e nanotecnologia. Quella di Limitless è una storia che assomiglia nelle sue modalità a quella del racconto Capire di Ted Chiang (contenuto nella raccolta Storie della tua vita): nel racconto, il protagonista che ha subito danni al cervello riceve un iniezione di "attivatori" che riescono a riparare le connessioni neurali danneggiate, ma lo fanno in modo più che efficiente, rendendolo più intelligente di quanto era all'inizio. Anche lì, la brama di onnipotenza porta il protagonista a volersi procurare altre iniezioni e, mentre procede indisturbato nella sua scalat al potere, a scoprire che qualcun altro fa uso del suo stesso sistema. L'incoerenza di Limitless sta proprio nella superficialità del protagonista: una volta diventato iperintelligente, tanto da ricordarsi particolari visti di sfuggita decenni prima, la sua preoccupazione primaria avrebbe dovuto essere quella di trovare il modo di avere sempre altre pasticche miracolose a disposizione. Non è credibile che una persona che ha in testa tutte le variabili del mondo possa ignorare quella più importante, e rimanere improvvisamente sfornita. Allo stesso modo, gli antagonisti che fanno uso della stessa droga agiscono spesso in modo stupido, pur sapendo di avere davanti un avversario con le loro stesse capacità. Questo è un difetto abbastanza rilevante per un film che fa chiaramente della trama "intelligente" il suo punto di forza.
Inoltre alla fine rimangono alcuni particolari indefiniti. Quando inizia ad assumere le pasticche, il protagonista dice di avere "un piano" per cambiare tutto, e che per realizzarlo gli servono soldi, da cui segue la sua scalata finanziaria. Ma dopo il frettoloso e approssimativo finale, in cui non si capisce con chiarezza cosa sia cambiato e in che modo, non viene rivelato quale fosse questo piano. Insomma, comportarsi da Demone di Laplace non basta di per sé a sconvolgere il mondo. Anche azzeccando tutte le previsioni del tempo, il massimo che si può ottenere è di non sprecare un pomeriggio di pioggia andando in spiaggia.
Tralasciando anche l'irrilevante presenza di Robert De Niro, che probabilmente è stato chiamato solo per poter mettere un nome di spessore sulla locandina, il film rimane comunque godibile e accattivante. Ma questi dettagli stridenti gli impediscono di raggiungere l'eccellenza, e rimanere appena un gradino al di sopra della media. Ma forse avrei dovuto capire che non sarebbe stata una storia credibile, quando all'inizio il protagonista racconta di essere uno scrittore, per di più di fantascienza, con un contratto per un libro non scritto per il quale ha ricevuto un anticipo: queste cose non succedono nel mondo reale!
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