Appuntamento periodico con le letture del mese scorso. Ad aprile siamo rimasti in media con sei libri assimilati. Ripercorriamoli uno alla volta.
Si comincia con un Year's Best SF, che pur essendo del 2006 è arrivato qui con l'usuale ritardo di quattro anni. In genere la raccolta curata da David G. Hartwell contiene raccongi di lunghezza varia ma di livello sempre buono. È scontato, trattandosi di un "best of". Anche in questo caso il discorso è valido, anche se a differenza degli anni precedenti sembra che nel 2006 non siano state prodotte vere e proprie "perle". Intendiamoci: i racconti sono quasi tutti buoni e la raccolta si legge bene, nonostante una certa inclinazione al genere apocalittico. Tuttavia manca la presenza di lavori davvero eccezionali, come si potevano trovare ad esempio nella raccolta del 2005. Poco male, sarà per l'anno prossimo... voto: 7.5/10
Il Premio Italia è un riconoscimento istituito da alcuni anni nel fandom italiano per affermare il merito di romanzi, racconti, fanzine, illustrazioni, siti web eccetera dedicati al fantasy o alla fantascienza. Presenta delle modalità di candidatura e di voto piuttosto oscure, che spesso portano a risultati opinabili. Il classico sistema per cui più sei "nel giro" e più hai probabilità di vincere. Che poi, forse, è il modo in cui funziona qualunque premio. Una breve premessa che serve a spiegare perché non mi sembri così starno che il romanzo di Elisabetta Vernier pubblicato dalla Delos abbia vinto a suo tempo il Premio Italia. Clipart è un grossolano e infruttifero tentativo di cyperbunk italiota, anche se non ha nemmeno il pregio di svolgersi a Bergamo o Catania, ma in un'innominata "City". La storia è prevedibile come un calendario, i personaggi sono privi di profondità e corrispondono tutti a stereotipi piuttosto precisi, l'ambientazione vaga e incolore. La caccia della protagonista alla ricerca di un video "scomodo" si svolge su un percorso lineare, con figuranti che vengono introdotti e dismessi all'occorrenza, fino all'inevitabile successo e a quella che dovrebbe essere una sorpresa finale ma non stupisce affatto. Anche lo stile è piatto, frammentato, con punti di vista che si incrociano senza un criterio preciso, lessico spreciso e un vocabolario tecnologico già obsoleto. Insomma, non voglio ritornare al solito discorso, ma di questo romanzo non posso dire altro che "si lascia leggere". Voto: 5/10
E quale cura migliore dopo una delusione che rivolgersi a un Maestro? C'è poco da dubitare aprendo un libro di Arthur C. Clarke. Ma al contrario di quanto parrebbe logico, 2010 Odissea Due non è un seguito di 2001 Odissea nello Spazio. O meglio, non lo è in senso stretto. Per comprendere meglio questa particolarità bisognerebbe conoscere la storia dietro 2001, ovvero sapere che film e libro sono stati prodotti in parallelo, con un confronto diretto e continuo tra Clarke e Kubrick. Esistono quindi delle differenze tra i due, ma i temi trattati sono gli stessi. Andando a scrivere un potenziale seguito, Clarke ha deciso di trattare libro e film com un'unica opera, traendo quando gli faceva comodo particolari dall'uno o dall'altro. Per questo, in alcuni casi 2010 (di cui esiste a sua volta un film) si discosta dal libro precedente, ad esempio nel fatto che la missione della Discovery era verso Giove, invece di Saturno. Ma è lo stesso Clarke a dichiarare di aver ret-conizzato alcuni dettagli, per rendere la storia più utile ai suoi scopi. Questo romanzo non è certo grandioso come il precedente, ma ne conserva il gustoso sense of wonder e rigore scientifico. Nessuno saprebbe scrivere una storia del genere, oggi. Voto: 8/10
Nella mia libreria si trova anche una moderata quantità di "classici" che di quando in quando mi impegno a smaltire. Il processo di Kafka era tra questi già da diversi anni. Ammetto che se avessi saputo di che libro si trattava probabilmente non lo avrei acquistato... ma ormai ce l'avevo e dovevo smaltirlo. Non che mi penta di averlo letto, ma è stata una lettura davvero faticosa, che pur consistendo di poche centinaia di pagine mi ha impegnato davvero molto, tanto a livello fisico che intellettuale. Questo è forse un segno che si tratta di un grande romanzo? In ogni caso, questa storia così assurda, a tratti quasi comica se non fosse per sua natura tragica, è riuscita a turbarmi parecchio. Non so se la mia valutazione vale qualcosa in questo caso, comunque gli assegno d'ufficio un voto: 6/10
Ad aprile sono finalmente entrato in possesso di Uomini e spettri, la raccolta edita da Bel-Ami in cui sono presente con un mio racconto. Dico "finalmente" perché, come avevo già spiegato nel doveroso post autopromozionale, questa era una raccolta in cantiere da tempo e della cui uscita sono piuttosto soddisfatto. Le aspettative non sono state tradite. Si tratta di un libro di poco più di un centinaio di pagine, con dieci racconti medio-brevi, ognuno con una sua declinazione di "horror", che non va però inteso con il classico monster of the week ma in un senso più ampio e profondo. Storie di inquietudine, di mostri del quotidiano e di segreti che ritornano. Insomma, non voglio farla lunga perché potrebbe sembrare che stia ancora cercando di farmi pubblicità, ma credo che questa si possa considerare una delle migliori antologie italiane di genere degli ultimi tempi, per livello dei testi e cura del volume. Voto: 8/10
Infine, un romanzo di altri due maestri della SF: Jack Williamson e J.E. Gunn. Peccato che, messi insieme, non abbiano saputo plasmare una storia che andasse oltre la semplice avventura con implicazioni politiche, con un sistema corrotto da rovesciare e un eroe improbabile che si incarica di farlo. Ci sono personaggi interessanti, la storia è vivace e procede bene, ma nessun guizzo rilevante. Un ponte tra le stelle rimane quindi un romanzo come tanti, valido per passare qualche ora ma di cui non rimane niente una volta chiuso. Voto: 6.5/10
Terminato il resconto, ricordo ai gentili ospiti che per maggiori dettagli e una cronistoria completa delle mie letture possono sempre farsi un giro sulla mia pagina aNobii, che se pure in questi giorni mi sta un po' sbarellando rimane comunque un supporto efficace.
Il Premio Italia è un riconoscimento istituito da alcuni anni nel fandom italiano per affermare il merito di romanzi, racconti, fanzine, illustrazioni, siti web eccetera dedicati al fantasy o alla fantascienza. Presenta delle modalità di candidatura e di voto piuttosto oscure, che spesso portano a risultati opinabili. Il classico sistema per cui più sei "nel giro" e più hai probabilità di vincere. Che poi, forse, è il modo in cui funziona qualunque premio. Una breve premessa che serve a spiegare perché non mi sembri così starno che il romanzo di Elisabetta Vernier pubblicato dalla Delos abbia vinto a suo tempo il Premio Italia. Clipart è un grossolano e infruttifero tentativo di cyperbunk italiota, anche se non ha nemmeno il pregio di svolgersi a Bergamo o Catania, ma in un'innominata "City". La storia è prevedibile come un calendario, i personaggi sono privi di profondità e corrispondono tutti a stereotipi piuttosto precisi, l'ambientazione vaga e incolore. La caccia della protagonista alla ricerca di un video "scomodo" si svolge su un percorso lineare, con figuranti che vengono introdotti e dismessi all'occorrenza, fino all'inevitabile successo e a quella che dovrebbe essere una sorpresa finale ma non stupisce affatto. Anche lo stile è piatto, frammentato, con punti di vista che si incrociano senza un criterio preciso, lessico spreciso e un vocabolario tecnologico già obsoleto. Insomma, non voglio ritornare al solito discorso, ma di questo romanzo non posso dire altro che "si lascia leggere". Voto: 5/10
E quale cura migliore dopo una delusione che rivolgersi a un Maestro? C'è poco da dubitare aprendo un libro di Arthur C. Clarke. Ma al contrario di quanto parrebbe logico, 2010 Odissea Due non è un seguito di 2001 Odissea nello Spazio. O meglio, non lo è in senso stretto. Per comprendere meglio questa particolarità bisognerebbe conoscere la storia dietro 2001, ovvero sapere che film e libro sono stati prodotti in parallelo, con un confronto diretto e continuo tra Clarke e Kubrick. Esistono quindi delle differenze tra i due, ma i temi trattati sono gli stessi. Andando a scrivere un potenziale seguito, Clarke ha deciso di trattare libro e film com un'unica opera, traendo quando gli faceva comodo particolari dall'uno o dall'altro. Per questo, in alcuni casi 2010 (di cui esiste a sua volta un film) si discosta dal libro precedente, ad esempio nel fatto che la missione della Discovery era verso Giove, invece di Saturno. Ma è lo stesso Clarke a dichiarare di aver ret-conizzato alcuni dettagli, per rendere la storia più utile ai suoi scopi. Questo romanzo non è certo grandioso come il precedente, ma ne conserva il gustoso sense of wonder e rigore scientifico. Nessuno saprebbe scrivere una storia del genere, oggi. Voto: 8/10
Nella mia libreria si trova anche una moderata quantità di "classici" che di quando in quando mi impegno a smaltire. Il processo di Kafka era tra questi già da diversi anni. Ammetto che se avessi saputo di che libro si trattava probabilmente non lo avrei acquistato... ma ormai ce l'avevo e dovevo smaltirlo. Non che mi penta di averlo letto, ma è stata una lettura davvero faticosa, che pur consistendo di poche centinaia di pagine mi ha impegnato davvero molto, tanto a livello fisico che intellettuale. Questo è forse un segno che si tratta di un grande romanzo? In ogni caso, questa storia così assurda, a tratti quasi comica se non fosse per sua natura tragica, è riuscita a turbarmi parecchio. Non so se la mia valutazione vale qualcosa in questo caso, comunque gli assegno d'ufficio un voto: 6/10
Ad aprile sono finalmente entrato in possesso di Uomini e spettri, la raccolta edita da Bel-Ami in cui sono presente con un mio racconto. Dico "finalmente" perché, come avevo già spiegato nel doveroso post autopromozionale, questa era una raccolta in cantiere da tempo e della cui uscita sono piuttosto soddisfatto. Le aspettative non sono state tradite. Si tratta di un libro di poco più di un centinaio di pagine, con dieci racconti medio-brevi, ognuno con una sua declinazione di "horror", che non va però inteso con il classico monster of the week ma in un senso più ampio e profondo. Storie di inquietudine, di mostri del quotidiano e di segreti che ritornano. Insomma, non voglio farla lunga perché potrebbe sembrare che stia ancora cercando di farmi pubblicità, ma credo che questa si possa considerare una delle migliori antologie italiane di genere degli ultimi tempi, per livello dei testi e cura del volume. Voto: 8/10
Infine, un romanzo di altri due maestri della SF: Jack Williamson e J.E. Gunn. Peccato che, messi insieme, non abbiano saputo plasmare una storia che andasse oltre la semplice avventura con implicazioni politiche, con un sistema corrotto da rovesciare e un eroe improbabile che si incarica di farlo. Ci sono personaggi interessanti, la storia è vivace e procede bene, ma nessun guizzo rilevante. Un ponte tra le stelle rimane quindi un romanzo come tanti, valido per passare qualche ora ma di cui non rimane niente una volta chiuso. Voto: 6.5/10
Terminato il resconto, ricordo ai gentili ospiti che per maggiori dettagli e una cronistoria completa delle mie letture possono sempre farsi un giro sulla mia pagina aNobii, che se pure in questi giorni mi sta un po' sbarellando rimane comunque un supporto efficace.
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