[quote] # 11



Vi è una sorte unica per tutti:
per il giusto e per il malvagio,
per il puro e per l'impuro,
per chi offre sacrifici e per chi non li offre,
per chi è buono e per chi è cattivo,
per chi giura e per chi teme di giurare.
Questo è il male in tutto ciò che accade sotto il sole: una medesima sorte tocca a tutti e per di più il cuore degli uomini è pieno di male e la stoltezza dimora in loro mentre sono in vita. Poi se ne vanno fra i morti. Certo, finché si resta uniti alla società dei viventi, c'è speranza: meglio un cane vivo che un leone morto.
I vivi sanno che devono morire, ma i morti non sanno nulla; non c'è più salario per loro, è svanito il loro ricordo. Il loro amore, il loro odio e la loro invidia, tutto è ormai finito, non avranno più alcuna parte in tutto ciò che accade sotto il sole.
Su, mangia con gioia il tuo pane
e bevi il tuo vino con cuore lieto,
perché Dio ha già gradito le tue opere.
In ogni tempo siano candide le tue vesti
e il profumo non manchi sul tuo capo.
Godi la vita con la donna che ami per tutti i giorni della tua fugace esistenza che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua parte nella vita e nelle fatiche che sopporti sotto il sole. Tutto ciò che la tua mano è in grado di fare, fallo con tutta la tua forza, perché non ci sarà né attività né calcolo né scienza né sapienza nel regno dei morti, dove stai per andare.
Tornai a considerare un'altra cosa sotto il sole: che non è degli agili la corsa né dei forti la guerra, e neppure dei sapienti il pane e degli accorti la ricchezza, e nemmeno degli intelligenti riscuotere stima, perché il tempo e il caso raggiungono tutti. Infatti l'uomo non conosce neppure la sua ora: simile ai pesci che sono presi dalla rete fatale e agli uccelli presi al laccio, l'uomo è sorpreso dalla sventura che improvvisa si abbatte su di lui.

Una bella dichiarazione di  fatalismo, in tono cinico e a tratti ironico. Un inno al materialismo, non inteso nel senso dispregiativo di "superficialità", ma come capacità di cogliere il buono e bello che la vita materiale offre a tutti, a dispetto degli imprevedibili capovolgimenti della sorte. Perché, che che se ne dica, non è vero che ognuno ha quel che si merita. Una lezione che tutti, all'ingresso della vita adulta, dovrebbero aver compreso.

E da chi proviene questa lezione? C'è un motivo se non ho citato subito, come al solito, la fonte e il contesto di questo [quote]. Quella appena presentata è nientepopodimenoché una citazione della Bibbia. Sì, proprio il testo sacro di ebrei e cristiani dal quale, a quanto si dice, emerge il sacro messaggio di amore universale di Dio. Per la precisione, si tratta del libro di Qoelet, capitolo 9.

Ho voluto proporre questo estratto per rimanere vagamente in tema con il post precedente, anch'esso a contenuto pressoché biblico. Quindi, oltre a essere una citazione che mi pare interessante, credo che meriti un attimo di riflessione anche la collocazione di questo testo. Tanto per dare un'idea di quello che si può trovare anche in un cosidetto "testo sacro", di cui spesso mi sembra di sapere di più di quelli che se ne dichiarano ferventi osservatori. La lezione è sempre la stessa: basterebbe leggere, leggere davvero, non per sentito dire, e si capirebbero tante cose.

Sono forse troppo didascalico? Può essere. Prometto che il prossimo posto sarà una cazzata.

1 commento:

  1. Ciao Piscu. Dubito che la maggior parte dei credenti abbia mai letto veramente la Bibbia. Qua trovi altri gustosi aneddoti, se hai voglia di approfondire: http://fastidio.noblogs.org/2007/06/07/sex-and-bible/ ;)

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