Il libro di cui sto per parlare è il seguito di uno molto più noto, ma questa maggiore notorietà fa del primo un libro comunque conosciuto solo in certi ambienti. Questo vi dà un'idea di quanto San Leibowitz e il Papa del giorno dopo sia conosciuto al grande pubblico. In effetti, è probabile che anche il nome del suo autore non evochi nulla nella mente della maggior parte dei lettori.
Per cui, concediamoci una piccola introduzione parlando del romanzo che lo precede, che è relativamente più conosciuto. Un Cantico per Leibowitz ha una sua fama, che forse dipende dal fatto che si tratta di un capolavoro. Pubblicato nel 1959, il Cantico è un romanzo di fantascienza, anche se definire così categoricamente il genere di appartenenza ne sminuisce il valore, perché è innanzitutto un libro profondo, con una storia intelligente e temi interessanti: collocarlo sotto l'etichetta FANTASCIENZA rischia di fargli perdere una meritata porzione di pubblico, che in genere diffida di quella parola. Il romanzo è ambientato in un mondo post-apocalittico, in una zona degli ex Stati Uniti devastati da un olocausto nucleare che ha praticamente azzerato la civiltà. Negli anni bui che hanno seguito il disastro, un movimento popolare chiamato "Semplificazione" ha portato alla distruzione di quasi tutti i libri e alla diffusione dell'analfabetismo come virtù. Solo grazie all'intervento di Isaac Leibowitz la cultura e la conoscenza sopravvivono. Leibowitz infatti fonda un ordine monastico il cui compito principale è proprio quello di nascondere e preservare i libri, di memorizzarli per poterli diffondere e trascriverli quando rischiando di rovinarsi, in un processo simile a quello in uso tra i frati amanuensi nel medioevo. Leibowitz non ha solo imposto il rispetto per i libri, ma anche trasmesso alcune conoscenze scientifiche sottoforma di preghiere e litanie, nella speranza che in futuro qualcuno potesse di nuovo comprenderle. La storia inizia nel XXVI secolo, seicento anni dopo l'apocalisse, nell'abazia di San Leibowitz, da tempo morto e canonizatto. Il romanzo si sviluppa in tre capitoli, in cui vengono mostrate fasi successive della storia dell'uomo che segue un percorso già noto: un'epoca primitiva e feroce, una fase paragonabile al Rinascimento, e un'età tecnologica in cui sono presenti le stesse armi che hanno annientato la civiltà precedente. Tutte queste fasi sono mostrate dal punto di vista di monaci dell'ordine di Leibowitz, che si dedicano alla loro missione in modi diversi nelle varie età. Un Cantico per Leibowitz, oltre ad aver vinto un premio Hugo, è stato riconosciuto come un'opera di grande influenza. Umberto Eco ha detto di essersi ispirato a questo per scrivere Il nome della rosa, ed è facile riscontrare l'influenza considerando l'ambientazione monastica e la centralità dei libri come strumento di conoscenza. Anche in opere più recenti come il film The Book of Eli si possono notare chiari riferimenti.
Questo è il Cantico del 1959. Dopo il successo di questo libro, all'autore è stato proposto di scrivere un seguito. Miller, la cui produzione non è comunque molto vasta, ha accettato, e aveva scritto circa 600 pagine del nuovo romanzo quando, nel 1996, si è suicidato. Il libro era quasi terminato, e gli eredi hanno ritenuto che fosse meritevole riuscire a pubblicaro comunque, così è stato assoldato lo scrittore Terry Bisson per mettere insieme, rivedere e completare l'opera. Saint Leibowitz and the Wild Horse Woman è stato pubblicato nel 1997, ma solo tredici anni dopo è stato tradotto e proposto in Italia dalla casa editrice Profondo Rosso, con un titolo che per una volta, pur non essendo fedele all'originale, ha comunque un senso.
San Leibowitz e il Papa del giorno dopo è una storia unica, e non divisa a episodi come il suo prequel. Cronologicamente si colloca tra la seconda e la terza parte del Cantico, in un'epoca post-rinascimentale in cui il potere del papato in esilio e quello dell'imperatore Hannegan si scontrano, controbilanciati dalle orde dei Nomadi che occupano le vaste praterie circostanti. Il protagonista è un monaco, Fratello Dentenero, un nomade entrato nell'ordine leibowitziano che sta attraversando una fatale crisi di fede. Preso in custodia dall'influente cardinale Cavallocupo, che punta alla restaurazione del papato a Nuova Roma, Dentenero si troverà coinvolto in lunghi viaggi e strani incontri, battaglie e macchinazioni politiche. Il percorso di Dentenero è lungo e variegato, si sviluppa su molti anni di spostamenti e relazioni, e anche se generalmente la narrazione segue lui, in alcuni capitoli il punto di vista si sposta su altri personaggi presentati in precedenza. La storia segue Dentenero fino alla sua morte, soffermandosi tutto il tempo necessario sugli avvenimenti più importanti tanto per la Storia con la maiuscola, che per quella personale del monaco.
Riassunto in questo modo non sembra granché. Ma Il Papa del giorno dopo non è semplicemente una storia: è un mondo. Più di quanto mi sia capitato ultimamente con i romanzi che ho letto, questo è stato capace di mettere insieme un mondo alternativo, con una coerenza e un'abbondanza di dettagli tale da far sospettare che Miller abbia davvero vissuto in una dimensione del genere. Se la trama in sé non è complicata, se non si assiste a nessun esaltante colpo di scena e non si trovano idee fantascientifiche di portata rivoluzionaria (di fatto, l'unico elemento "estraneo" alla nostra storia sono i mutanti), a stupire sono soprattutto i personaggi, che mostrano, tutti, un livello di complessità difficilmente riscontrabile altrove. Dal giovane protagonista Dentenero in cerca della sua aspirazione al subdolo cardinale Cavallocupo, dal fiero samurai Ascia alla maliziosamente santa mutante Aedrea, dal deciso sharf delle Orde Nomadi Chur Hongan all'eterodosso Papa eremita Amen I, dai monaci agli imperatori, dai guerrieri agli sciamani fino al solitario (e presumiblmente immortale) ebreo errante che appare anche in tutti gli episodi del Cantico, quelli che si incontrano in questo libro non sono personaggi, ma vere e proprie persone. È estremamente facile riuscire a empatizzare con esse, perché risultano tanto autentiche che non si può dubitare dei loro sentimenti e motivazioni.
La scrittura stessa è di livello elevato. Pur procedendo lentamente, prendendosi tutto il tempo per illustrare i dettagli che l'autore reputava importanti, la storia non è "annacquata", e ogni riga è essenziale al compimento dell'opera finale. Non è una lettura agevole, ma non è nemmeno pesante: è un libro impegnativo ma soddisfacente, che assorbe le risorse del lettore ma non le spreca. L'apporto di Terry Bisson, per sua stessa ammissione, è marginale. Ha dovuto scrivere alcuni capitoli (non rivela quali, ma dal cambio di tono si intuisce che si tratti di alcuni di quelli finali) per i quali Miller aveva lasciato solo alcuni appunti, ma tutto quello che era stato originariamente scritto dall'autore è stato preservato. Solitamente, in particolare dopo il triste caso di Dune, dubito degli autori che dichiarno di completare il lavoro di altri, ma in questo caso non mi sento di definire Bisson un ciarlatano. Credo che il suo sia stato un lavoro del tutto onesto, e probabilmente molto difficile e faticoso.
Insomma, San Leibowitz e il Papa del giorno dopo è un ottimo libro. Ha un solo, grande difetto: è inevitabilmente paragonato a Un Cantico per Leibowitz, che gli è sicuramente superiore pressoché in ogni aspetto. Perciò, chi si accosta a questo libro lo fa con aspettative molto elevate, che vengono in parte deluse, anche se non si può negare di trovarsi al cospetto di un grande romanzo. Forse per questa ragione, sarebbe quasi meglio leggere prima Il Papa del giorno dopo (che funziona egregiamente come storia a sé, una volta chiaro il contesto) e poi il Cantico.
A voler essere onesti, l'edizione italiana ha anche un altro paio di difetti. Uno è il formato, che è piuttosto ampio e non lo rende un libro agevole da portare in giro. Questo può rendere la lettura meno comoda per chi è abituato a portarsi dietro il libro per leggere in treno, in fila dal dentista o alla mensa aziendale, e ammetto che il Thumb Thing non mi è stato d'aiuto nel reggere aperte le pagine... ma questo è uno svantaggio che vale la pena di superare.
L'altro inconveniente rilevante è il prezzo: 23 € è una cifra che non tutti sono disposti a pagare per un pacchetto di carta rilegata. Io l'ho fatto, e non me ne sono pentito. Ma io ho una conclamanta dipendenza dai libri, per cui ho limiti molto labili nel giudicare cosa posso e non posso permettermi. A favore dell'elevato prezzo di copertina va rilevato che l'edizione è molto curata, e anche se nel testo si può trovare qualche refuso, l'introduzione, le lunghe note conclusive e le numerose immagini che si trovano all'inizio e alla fine del volume riescono a trasmettere tutta la passione che coloro che hanno preparato questo volume ci hanno messo dentro.
In ogni caso, se deciderete di acquistare il libro, che potete trovare in una libreria leggermente più fornita di quella dell'Esselunga, oppure ordinare direttamente on line, penso di potervi garantire che non vi troverete male. Qualunque sia la vostra disposizione iniziale, che amiate o meno la fantascienza, la religione, la storia, i monaci, i mutanti, i cavalli e gli ebrei immortali, sono convinto che non potrete rimanere delusi. San Leibowitz e il Papa del giorno dopo è un libro capace di trasportarvi in un mondo che, da qualche parte, sicuramente esiste davvero.
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