Se si considera che gli acquisti di luglio non sono stati fatti in negozio ma online, con la visita pre-ferie a Mastelloni mantengo la media di una visita ogni due mesi. Questa volta il bottino è stato di 12 dischi, che come sempre divido per comodità in due post, questo dedicato agli album techno/house e il successivo ad album di altri generi e compilation.
Iniziamo con qualcosa di soft. A Broken Shape of You è il primo album dei Public Lover, duo tedesco (anche se uno dei due è di chiara ascendenza italiana) attivo da un paio di anni. Non rientrano nei "grandi nomi", ma non per questo sono da scartare. Le otto tracce ammontano a meno di tre quarti d'ora di musica, che consistono essenzialmente in pezzi lounge/house, con solo un paio di tentativi di cercare suoni più duri. Tutte le tracce sono comunque a tema "sentimentale", come è evidente dai titoli, con ricco uso di vocal melodici. Musica piacevole e non troppo impegnativa.
Affine in quanto a genere, ma con una maggiore varietà di suoni (e qualche anno in più di carriera), è Sasse, con il suo Third Encounter. Anche qui ci si muove principalmente nell'ambito house, con qualche contaminazione electro, ma si rimane sempre in un genere di facile ascolto. Nessun grandioso virtuosismo, ma dieci pezzi ben confezionati, che si rifanno in parte alla moderna house in stile Crosstown Rebels e in parte alle sonorità disco anni '90.
I System of Survival sono invece una coppia italiana che in qualche modo è arrivata a pubblicare un album con BPitch Control, l'etichetta di Ellen Allien. Needle and Thread è il loro primo album, fresco fresco di stampa. Qui ci troviamo di fronte a una electro-house di qualità, con suoni moderni che riescono a comporre pezzi avvolgenti. La presenza di vocal riesce poi ad alleggerire il tono in quei momenti in cui l'archetipo musicale techno inizia ad emergere in modo evidente, consentendo così di mantenere il tema di base per tutta la durata dell'album.
Con un po' di ritardo sono riuscito a ottenere anche The Drawing Board, album dell'anno scorso degli Art Department, una delle più interessanti figure in ambito house in giro negli ultimi anni (una delle stelle dei già citati Crosstown Rebels). I pezzi che compongono l'album sono house come-deve-essere-fatta, curata in ogni aspetto, dal beat ai bassi, dalle percussioni ai vocal. La ricercatezza si riscontra anche nella schiera di collaboratori, da Seth Troxler a Soul Clap, oltre all'utilizzo di alcuni testi originali di Frank Knuckles. Volendo essere onesti però, mi pare che molti pezzi siano troppo lunghi rispetto a quanto hanno da dire, con ben due tracce oltre i 10 minuti. Forse una riduzione ai minimi termini avrebbe fatto guadagnare in sostanza.
Nina Kraviz è una dj russa che si sta distinguendo ultimamente con le sue produzioni, adocchiate da diversi professionisti in tutto il mondo. Forte di questo successo, a inizio 2012 ha prodotto il suo primo album, che porta il suo stesso nome. Lo stile della Kraviz è una techno abbastanza pulita, che si affida soprattutto a synth e percussioni, con l'aggiunta del suo cantato. Il risultato complessivo è buono, tuttavia mi sarei aspettato da lei un maggior "calore", mentre le tracce sembrano tutte più fredde, tecnicamente perfette ma senza quella scintilla di ispirazione che si dovrebbe percepire, a partire dal singolo Ghetto Kraviz fino al pezzo accappella The Fire che chiude il disco.
Quella di Shackleton è una musica piuttosto ermetica. E la collaborazione con Pinch, in questo Pinch & Shackleton (che si può considerare alternativamente il titolo, o semplicemente l'indicazione dell'autore per un album "untitled") conferma la sua particolarità. Musica eterea, quasi astratta, che procede seguendo criteri imprevedibili, con ripartenze e pause, voci distorte che si sovrappongono a percussioni e una totale assenza di synth. Roba difficile da inquadrare, e ancora di più da apprezzare, ma che racchiude una valenza artistica forse superiore alla media.
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