Come avevo detto nel post riepilogativo del 2011, era mia intenzione scrivere un paio di articoli che raccolgano il "best of" dell'anno trascorso, e comincio adesso con questo di ambito musicale, come a suo tempo ho fatto per il 2010.
Mi è sempre piuttosto difficile ripercorrere la musica uscita nel corso di un anno, visto che a differenza dei libri non ho un aNobii che mi aiuti a tenerne traccia, ma a partire dalla scorsa primavera ho compensato questa mancanza istituendo proprio su questo blog la rubrica "ultimi acquisti". C'è però da considerare che questi includono materiali più vecchi, quindi la musica del 2011 è un campo più ristretto rispetto a quello che ho trattato nei post periodici. Ulteriore premessa: nella mia definizione di "top" includo soltanto gli album, lasciando fuori compilation, raccolte e mix cd, che pur facendo degnamente parte dei miei ascolti tendo a non considerare opere complete, a differenza appunto degli album veri e propri.
Inizio citando un album che ho presentato proprio negli acquisti di dicembre: Paranoia di Oliver Huntemann, anche se acquisito sul finire dell'anno, si è imposto con sicurezza tra i migliori album ascoltati. Non c'era da aspettarsi niente di diverso da questo artista, che nell'ultimo decennio ha a suo modo plasmato un sottogenere della techno particolare e riconoscibile, di cui rimane il maestro estremo. Le sue importanti collaborazioni non fanno che aggiungere valore al personaggio, e la selezione di pezzi (inclusi i relativi video) che compongono l'album rendono in pieno lo spirito dark della sua musica puramente elettronica.
Altra menzione di merito va a Robag Wruhme per il suo Thora Vukk, qualunque cosa significhi il titolo. Quest'album, di cui sono entrato in possesso ad agosto, ha forse il primato di essere il più carico di "sentimento": pur essendo piuttosto breve per durata, ha una carica emotiva davvero forte, avvolgente, che si esprime al meglio sia nelle tracce techno che in quelle strumentali. È stato anche una sorpresa, perché da Robag, che avevo già ascoltato soprattutto in veste di remixer, non mi aspettavo una tale profondità.
Poi, ecco, mi tocca citare Jacek Sienkiewicz, ma qui ammetto di essere di parte. Il dj polacco è da sempre una delle mie maggiori fonti di ispirazione, e non c'è un album (o anche un singolo disco) che mi sia perso e non abbia ascoltato a ripetizione. In questo caso ammetto che On the Road, acquistato a giugno, possa non piacere ai più, perché è un album prettamente techno, con tracce dritte e dure, ma non per questo fredde. Anzi, proprio nel calore che riesce a imprimere alla sua musica senza privarla della connotazione techno sta la bravura di Sienkiewicz, e in quest'ulteriore prova è riuscito di nuovo a confermare la sua abilità.
E sì, in fondo credo che ance i Noze si meritino di essere ricordati. La loro musica è di carattere diametralmente opposto a quella che ho premiato finora, ma credo che il loro sia stato un lavoro più che valido. Le canzoni contenute in Dring sono tutte espressioni di un genere che sono forse gli unici a saper esprimere, una divertente fusione tra techno, jazz e big band, e pur avendo il loro album da più di sei mesi non mi sono ancora stancato di ascoltare pezzi come Marabout o C'era una volta.
E se finora ho elencato una serie di album che, pur rientrando nella top five, non riesco a collocare precisamente su diversi gradini di qualità, quello che segue è senza dubbio il top del top, l'album che costituisce la pietra miliare del 2011. Si tatta di Luna, di Stephan Bodzin e Marc Romboy. Mi è davvero difficile parlarne ulteriormente, visto che gli ho dedicato un intero post, proprio in considerazione del grande valore della produzione. In questo caso non si tratta solo della qualità della musica in sé, che pure è elevatissima, quanto del pieno successo di un'operazione iniziata anni fa, quando i due hanno iniziato a realizzare insieme le tracce nominate come i satelliti del sistema solare, e coronata infine con questo stupendo oggetto, arricchito dal contributo di remixer di eccellenza e presentato con un design di grande impatto. Non ho quindi alcuna esitazione a promuovere Bodzin e Romboy come i migliori autori del 2011.
E se la top five si dedicava espressamente agli album usciti nel corso dell'anno passato, mi sembra comunque doveroso lasciare una traccia anche degli altri pezzi e artisti che nell'ultimo anno mi hanno condizionato maggiormente, pur non rientrando anagraficamente nel 2011. Devo innanzitutto citare Trentemoller, che pur conoscendo da molto sono riuscito a seguire ed apprezzare appieno solo quest'anno, grazi all'acquisizione di molte sue raccolte, tra cui l'ultima solo un mesetto fa. Oltre all'incredibilie profondità della sua musica originale, ho scoperto le sconfinate capacità di Trentemoller in quanto remixer, capace di rendere perfettamente l'essenza di pezzi del tutto astrusi all'elettronica come Wicked Game di Chris Isaak o Too Insistent dei The Do. E ancora sconfinando dal 2011, uno degli album che più mi ha catturato, ma risalente al 2006, è stato Orchestra of Bubbles di Ellen Allien e Apparat, i cui pezzi al limite tra techno ed electro sprigionano una carica emotiva indescrivibile. Lo stesso dicasi per la raccolta di remix di Dj Koze (o meglio: Swahimi) intitolata Reincarnations, in cui l'autore dimostra tutta la sua versatilità nell'affrontare canzoni e generi tra loro differenti, ma sempre adattati (reincarnati!) nel modo migliore.
Mi rendo conto di quanto esiguo sia il mio contributo, e sono sicuro che nel corso dell'anno mi sono lasciato sfuggire almeno un paio di uscite fondamentali che magari recupererò solo in futuro, o forse mai. Il campo della musica, anche quella così particolare che seguo io (che voi potreste non ritenere affatto "musica") è davvero troppo sterminato per poter essere compreso completamente. Mi auguro che le mie risorse temporali e monetario siano state sfruttate in modo adeguato, e cerco di fare in modo che anche gli altri possano sfruttarle al meglio.
Nessun commento:
Posta un commento