Coppi Night 19/06/2011 - Il rito

Ci sono storie che non possono più essere raccontate. Situazioni che sono state riprodotte così efficacemente che è inutile, e infruttuoso, cercare di riprodurle in altro modo. Per esempio, chi mai penserebbe oggi di realizzare un film sul Titanic? Dopo il capolavoro (massì, dai, non è certo tra i miei preferiti ma è un gran film) di Cameron, non ha senso. Lo sciagurato che tentasse un'operazione del genere sarebbe sconfitto in partenza. Con quale coraggio si continuano a fare film sulla vita di Francesco d'Assisi, dopo Fratello Sole sorella Luna?

Credo di aver reso l'idea. Uno di questi temi ormai non più raccontabili è l'esorcismo. Dopo L'esorcista, che forse (ma ammetto di non saperlo) è stato anche il primo film su questo argomento, non è rimasto altro da dire. Ci hanno anche provato, con seguiti più o meno apocrifi del primo, ma il risultato non è cambiato: l'esorcismo non ha più alcun contenuto sviscerabile.

Ecco perché Il rito è soprattutto un film vuoto. Forse non è esatto dire che sia noioso, ma lo spettatore si aspetta tutto quello che gli viene proposto, e non è nemmeno un problema di banalità, quanto una questione puramente narrativa: una storia di esorcismo non può che svolgersi in questo modo (il modo di L'esorcista), per cui non c'è niente di diverso da aspettarsi. C'è anche qualche guizzo di originalità, con l'esorcista che diventa posseduto, ma non basta a rendere la storia appassionante.

La storia del quasi-prete scettico viene forse protratta un po' troppo, e si fa pesante nel tentativo di voler dimostrare che ci sono cose che vanno "oltre" la ragione e la scienza (commettendo l'ottuso errore di prospettiva secondo cui qualcosa che non è si riesce a spiegare sia necessariamente inspiegabile). Interessante l'ambientazione "esotica" (per i produttori del film), con le strade di Roma che non appaiono tanto diverse da quelle scene da terzo mondo che capita di vedere ogni tanto in altri film, intasate di traffico, clacson e motorini fuori controllo. Un Anthony Hopkins sicuramente apprezzabile e convincente, ma inserito in un film che ne spreca le potenzialità.

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