Nella prima parte degli acquisti di giugno ho elencato gli album acquisiti nell'ultima razzia al miglior negozio di dischi della Toscana. Mi manca adesso da elencare compilation e raccolte, che spaziano anche su generi estranei alla elettronica "pura".
Devo riconoscere a Chris Tietjen, che ha mixato tutte le label compilation della Cocoon, il merito di avermi insegnato i numeri in tedesco (almeno fino al sette, finora). Sieben è appunto il settimo capitolo della serie, che idealmente fa da controparte all'annuale Cocoon Compilation (che esce in estate, e probabilmente otterrò alla prossima occasione), e contiene alcuni degli ultimi successi usciti sull'etichetta tedesca che sta facendo la storia della techno da dieci anni buoni. Niente da obiettare alla qualità dei pezzi e la validità del mix, con tracce di Maetrik (aka Maceo Plex), Nick Curly (di cui parlavamo giusto nell'altro post), Boys Noize, Guy Gerber, Dinky. Il tutto si conclude poi con la meravigliosa True Romance di David August, ed è l'epilogo giusto per mettere voglia di ascoltare il prossimo capitolo.
Altro mix-cd è Body Language vol. 11, compilato e mixato da Nico, ovvero metà formazione dei Noze, duo francese che si distingue ultimamente, e il cui album Dring avevo indicato tra i migliori del 2011. Incaricato dai suoi colleghi della Get Physical di realizzare il periodico set, "Nico from Noze" mette insieme un percorso variegato, che se da una parte contiene pezzi di buona techno, dall'altra trova spazio anche per inserti più eccentrici con punte di etnicità, grazie all'apporto di tracce di Nicolas Jaar, Ruede Hagelstein, Oliver Koletzki. Notevole, e decisamente sopra le righe, l'inserimento di Tu veux ou tu veux pas, classico del francese Zanini, attivo principalmente tra gli anni 50 e 70 del secolo scorso, che sorprendentemente si mescola alla perfezione con le due tracce che lo racchiudono. Un omaggio che Nico ha voluto riservare al suo conterraneo cantante, e che concorda in pieno con lo stile proposto dai Noze.
Diary n. 2 è a sua volta una label compilation curata da Marcus Meinhardt della Upon.You. In questo caso non si tratta di un mix, ma di una semplice raccolta delle più recenti e valide tracce pubblicate dall'etichetta. Per la verità niente di entusiasmante, pezzi techno-house di buona qualità, alcuni superiori alla media e altri regolari. I contributi più interessanti sono forse quello di Douglas Greed, che fa da intro, Santorini e Melhoman & Javi Bora. Tra gli altri nomi notevoli si trovano Pele, ONNO, e lo stesso Meinhardt.
Si esce poi dall'ambito strettamente techno/house, con un'altra raccolta (non mixata) che, pur uscita nel 2011, ha soprattutto un valore storico. Philadelphia International: the re-edits è composta di due cd, per un totale di 21 tracce che raccontano la storia della musica soul/jazz tra gli anni 70 e 80, quando proprio a partire da questi generi si andava evolvendo il prototipo di quella che sarebbe stata la musica elettronica, la figura del dj e il concetto di clubbing. So che a leggerla questa cosa vi sembra incredibile, e che mai direste che possa esserci un legame tra il tunztunz e il jazz, ma le cose sono andate proprio così. I "re-edits" sono appunto versioni editate, di solito estese rispetto alle tracce originali, di questi pezzi di autori principalmente afroamericani che all'epoca hanno avuto un estesissimo successo. A risentirli adesso certo il legame con la techno non è evidente, ma si comincia a intuire nell'utilizzo di certi loop e nell'attenzione che viene dedicata ai ritmi di base. Roba da cultori.
Concludiamo con un altro doppio cd, che stavolta non è in realtà nemmeno una compilation, ma un live. Si tratta del live di Fela Kuti a Detroit del 1986. Anche qui, in questo afrobeat, si scorgono le origini di quella che si stava già affermando come elettronica, anche se in questo caso le sonorità calde, i cori, l'improvvisaizone e i testi cadenzati nell'inglese fortemente accentato di Fela Kuti, evocano atmosfere ben diverse da quelle postindustriali della house che proprio lì a Detroit era appena nata. Cd che mi è stato consigliato, e che, nonostante si discosti parecchio dai miei soliti ascolti, non posso negare di aver apprezzato. Certo, per quanto la qualità audio sia perfetta, non si può fare a meno di pensare che essere presenti sarebbe stata un'esperienza ben diversa. Peccato che quando il concerto si è tenuto io ero ancora in gestazione...