Non è facile scrivere questa recensione, perché A Scanner Darkly non è un film facile, cosa che lo accomuna dal libro di Philip K. Dick da cui è tratto. Intanto, per i fanatici e/o i criti delle trasposizioni: il film è piuttosto fedele al romanzo, sia negli eventi che nei temi e nei toni. Da questo punto di vista, si può dire che è un'operazione riuscita. Ma anche isolandolo dal libro, rimane un'opera comunque interessante e dai molteplici livelli di lettura .
Il protagonista è il personaggio interpretato da Keaneu Reeves, che ricopre la duplice identità di Bob Arctor/Fred: Arctor è un cazzone drogato che vive insieme ad altri amici cazzoni e drogati quanto lui, tutti dediti a una sostanza chiamata M, o più amichevolemente Morte; Fred è il nome che utilizza sotto copertura, quando lavora per la narcotici all'interno di una "tuta disindividuante", ovvero una particolare tuta che rende fisico, lineamenti e voce completamente indistinti, assicurando il più completo anonimato degli agenti. All'interno della squadra narcotici, nessuno conosce le identità degli altri, e questo si rivela un problema quando a Fred viene chiesto di sorvegliare Bob. Naturalmente Fred segue gli ordini, e si ritrova così a rivedere se stesso in differita, ed è forse questo, assieme all'effetto della droga, a causare la netta scissione della personalità di Bob/Fred, che all'interno della tuta si ritrova a pensare a Bob in terza persona, nutrendo dei sospetti sulle attività del sorvegliato, quando in realtà conosce (o almeno dovrebbe) tutto quello che fa l'altro (cioè se stesso). In questa storia si insericono anche delle sequenze grottesche di paranoia e dissociazione all'interno del gruppo di amici di Arctor, al limite del comico, se non si considera che le discussioni assurde sono provocate dall'abuso della sostanza M che ha un pesante effetto sulle doti intellettive di tutti. Basta citare come esempio l'impossibilità del gruppo di determinare il numero di marce di una bicicletta con sei rapporti e tre moltipliche, acquistata come una 18 marce, numero che rimane per tutti impossibile da determinare, tra addizioni e sottrazioni senza criterio. La dissociazione di Bob, confermata anche da alcuni test, peggiorerà sempre più, e le cose non si metteranno bene per lui, e nemmeno per Fred. Che comunque sono la stessa persona. Forse.
Ad aumentare l'effetto allucinatorio del film c'è la particolare tecnica di ripresa, in cui le immagini sono "cartoonizzate" (come sempre manco di termini tecnici, ma cercate un fotogramma del film e capite subito), particolarità che perdura per tutto il film, e riesce nel doppio intento di rendere più comiche le scene leggere (inclusi le varie bestiacce mostrate di tanto in tanto), e più inquietanti quelle drammatiche. Se come si è detto il protagonista è Reeves, personalmente ritengo comunque migliore l'interpretazione di Robert Downey jr, che ha la parte di uno degli amici di Bob, il più disturbato, logorroico, sedicente esperto di tecnica, paranoico, o in una parola, pazzo di tutti. I lunghi ininterrotti discorsi con cui illustra ad esempio il sistema di sorveglianza ad attivazione automatica con cui ha proteto la casa, così come le sue sofisticate soffiate alla polizia, mostrano un livello recitativo davvero elevato.
Nel complesso, A Scanner Darkly rimane come dicevo all'inizio un film abbastanza difficile, in alcuni tratti ponderoso nei due o tre soliloqui del protagonista, lento in altre fasi, ma comunque fedele alle sue intenzioni e di forte impatto.
Yes, film non facile ma molto interessante. A me era piaciuto parecchio. :)
RispondiEliminaCiao,
Gianluca