Non sono mai stato un grande amante dei film horror. O meglio: apprezzo la trashosità di certe produzioni splatter, preferibilmente semiamatoriali, quando è chiaro che l'intento è tutt'altro che serio. Datemi L'armata delle tenebre e ve lo guardo per un giorno intero a ripetizione. Ma quando gli autori si mettono in testa che vogliono davvero spaventarmi, allora la storia cambia. Non perché sono particolarmente refrattario alla paura, ma semplicemente perché i meccanismi che dovrebbero portare all'"orrore" sono così prevedibili che volendo potrei balzare sulla sedia con qualche minuto d'anticipo. E se un film si basa interamente sulla sua pretesa di suscitare paura, mi appare di conseguenza del tutto inutile. Non funziona nemmeno il ribrezzo, dato che ho una soglia dello schifo molto alta, e non basta vedere un occhio penzolante dall'orbita per farmi vomitare. Anzi, è più probabile che la cosa mi susciti divertimento, ricordandomi qualche gioiosa gag degli Happy Tree Friends.
Questo film in particolare, nell'ambito dell'horror, tratta anche uno degli argomenti che mi ha sempre coinvolto meno, cioè quello di fantasmi o "spiriti", ai quali preferisco di gran lunga demoni e mostri più concreti. Forse è proprio la natura eterea di questi esseri a rendermi scettico, dato che gli consente di fare un po' tutto quello che gli pare, da attraversare i muri a possedere i corpi, da spostare oggetti a generare convenienti nebbie occultatrici. Insomma, è troppo facile poter fare quello che si vuole! E tuttavia, in ESP si raggiunge un livello ancora superiore di incredulità, visto che gli spiriti riescono addirittura a materializzare dei braccialetti personalizzati per gli ospiti del loro manicomio!
La trama non merita approfondimenti, è solo la solita riproposizione dell'archetipo "uomo che sfida forze superiori e viene sconfitto". Il tutto presentato come materiale reale di una registrazione, e realizzato con l'odioso sistema della videocamera "interna" alla scena. Di sicuro non si dice così, ma io non so i termini tecnic, per cui vediamo di capirsi se dico "alla Cloverfield". Se questo dovrebbe aiutare a immergersi nella storia, non funziona. Anzi, pare un trucco troppo comodo per nascondere sequenze rilevanti che avvengono off-screen.
Parliamo invece del titolo, vi va! Quello originale è Grave Encounters, che sarebbe il titolo dell'ipotetica trasmissione/documentario per il quale il materiale era stato girato. In Italia, è diventato ESP - Fenomeni paranormali. Ora, capisco che tradurre qualcosa come "incontri di tomba" aveva poco senso, anche perché si perde il gioco di parole con "close encounters", ma perché inventarsi un titolo e sottotitolo? E perché poi "ESP", che è l'acronimo di Extra-Sesnory Perception, ovvero percezioni extrasensoriali? L'ESP sono la telepatia e le capacità affini, che non hanno niente a che vedere con fantasmi e sbudellamenti! E poi, perché cazzo pronunciarlo all'interno del film "èsp", invece di "e esse pì"? Non siamo ai livelli de "la ragazza del ricevimento", ma l'irritazione è comunque notevole. Rinnovo la mia offerta come traduttore di titoli: lo faccio anche a gratis, contattatemi signori distributori cinematografici italiani!
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