Coppi Night 10/06/2012 - Impostor

Questa domenica stava a me proporre i film al Coppi Club, e per dare un tema alla mia selezione ho individuato una lista di film incentrati sui robot, da Io, robot a Corto circuito, da Metropolis a Wall-E (ci riuscirò a farglielo vedere!). Il robottino spazzino è anche arrivato in finale, ma poi ha perso contro questo Impostor, trasposizione dell'omonimo racconto di Philip K. Dick. E non è la prima volta che nella mia rosa prevale un film basato su un'opera di questo autore, ma stavolta l'esito si è rivelato piuttosto diverso.

Non avevo mai visto Impostor, e se l'avessi fatto prima credo che non l'avrei proposto. Questo perché, semplicemnte, è un film brutto. Ma procediamo con ordine. Dick, il cui successo come guru è arrivato in buona parte postumo, non era uno scrittore molto sicuro di sé, e anzi tendeva a sminuire i suoi lavori. Da qualche parte (forse nei commenti di qualche sua raccolta di racconti), ho letto che, di tutta la sua produzione, c'era un'unica idea di cui andava fiero, e che riteneva di aver cristallizzato all'interno dell'immaginario fantascientifico: l'idea del robot che non sa di esserlo. Attenzione, non stiamo parlando semplicemente di robot umanoidi come quelli di Asimov, in tutto simili agli uomini, ma anche di robot convinti di essere umani.Questa, appunto, è l'idea di base di Impostor... o almeno, del racconto. In un'ipotetica guerra interstellare contro degli alieni cattivi (mai mostrati), uno scienziato che lavora all'arma finale in grado di salvare l'umanità viene arrestato e accusato di essere un robot, progettato dai nemici per infiltrarsi all'interno dell'organizzazione degli uomini e sterminarne i capi in un attacco suicida. Ma il protagonista non è un robot, o comunque, lui è convinto di questo. Per cui fugge, e va in cerca dell'astronave che avrebbe dovuto condurre il suo assassino-doppelganger, in cerca delle prove per dimostrare la sua umanità. Quello che trova, e come va a finire, ve lo lascio scoprire leggendo il racconto (credo si possa trovare in Rapporto di minoranza e altri racconti, edito da Fanucci, che contiene proprio una serie di racconti di Dick da cui sono stati tratti dei film, tra cui questo, Minority Report, Atto di forza, ecc...).

L'idea è intrigante, e infatti il racconto è molto valido, anche se datato. Ma la sua resa in questo film del 2001 è davvero imbarazzante. Colpa forse dell'insipida interpretazione di Gary Sinise, che ricordiamo, oltre che per il suo ruolo in Forrest Gump, anche per quello in Pianeta Rosso, il film che ci ha insegnato che le tute da astronauti hanno la patta apribile per fare la pipì? Sì, sicuramente ci ha messo del suo (e pure Tony Shalhoub non è ai suoi massimi), ma sarebbe disonesto prendersela solo con lui. Il problema di questo film è molto più radicale. Volendo anche accettare che, per esigenze cinematografiche, la trama del racconto sia stata alterata, in realtà il film è proprio realizzato male. Sequenze in slow motion, inquadrature fantasiose, panoramiche inutili, scenografie ridicole... tutto puzza di b-movie, al punto che sembra di guardare un lungometraggio di Walker Texas Ranger, senza però il gusto del puro trash. Non si può dire che sia noioso, perché comunque è un film composto principalmente di azione (nonostante parecchie sequenze si rivelino alquanto irrilevanti ai fini della trama), tuttavia è esasperante, a causa di queste sue evidenti mancanze. Insomma, se non altro, Impostor riesce a mostrare come nemmeno una buona storia basti per realizzare un buon film, ma che la realizzazione, soprattutto a partire dalla regia, è fondamentale.

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