No, il Coppi Club non va in vacanza (almeno finché non lo fanno i suoi membri... e credetemi, almeno per quest'estate non lo faranno), e se per tre settimane non ci sono stati aggiornamenti è solo perché l'invadente (e a posteriori, inconcludente) sovrapposizione degli europei di calcio ha sottratto alle ultime domeniche lo spazio necessario alla proiezione dei film. Conclusa la parentesi calcistica, si torna alle vecchie abitudini.
Questo film diretto da Cronenberg ha ottenuto l'unanimità nella votazione finale, successo probabilmente dovuto al fatto che in precedenti occasioni alcune produzioni dello stesso regista avevano ottenuto un notevole succeso (da eXistenZ a Il pasto nudo). Forse però gli spettatori si aspettavano anche in questo caso (come d'altra parte il titolo poteva suggerire) di vedere la comparsa di simpatiche bestiacce insettoidi... magari non necessariamente alieni spigolosi che secernono sostanze psicotropiche lattiginose dalle proposcidi sulla loro nuca, ma insomma, almeno qualche cosa con le zampe multiarticolate.
Spider, invece è una storia del tutto "umana". Non c'è nessuna componente fantastica, se in questa definizione non si include anche la malattia mentale. Il protagonista infatti, interpretato da Ralph Fiennes (che proprio nell'ultima Coppi Night era stato apprezzatissimo, e qui non è da meno), fin dalle prime immagini si mostra chiaramente disturbato, e viene infatti spiegato presto che è appena stato dimesso da un ospedale psichiatrico. La sua condizione tuttavia non sembra essere migliorata, e si assiste (con molta, mooolta calma) allo svilupparsi della sua paranoia, che affonda le radici in un trauma infantile di cui ripercorre la storia attraverso una serie di flashback. Senza rischiare lo spoiler, si può dire che il bambino, così come l'adulto che diventerà in seguito, sono ossessionati dalla figura della madre, tanto adorata da lui quanto disprezzata dal padre, e che arriverà a confondersi e sostituirsi con una prostituta. Dai tentativi di ricostruire questa storia passata si vede svolgersi la trama, nella quale la versione giovane e anziana del protagonista si alternano e si sovrappongono, entrambe mostrando i sintomi di una alterata percezione della realtà. Alla fine non è del tutto facile spiegare cosa è successo, proprio perché molto di quello che succede intorno ai 3/4 deve essere in qualche modo interpretato per poter avere un senso univoco. In ogni caso, questo non è uno di quei film che si conclude con un laconico "oh, era tutto un sogno".
In effetti, Spider non è un film molto facile da seguire. Estremamente lento, poco dialogato, si basa principalmente sulle immagini e i borbotti di Fiennes, e alcune sequenze non hanno un preciso senso o collocazione cronologica. Tutto concorre comunque a creare quel senso di inquietudine e straniamento che poi si completa nelle ultime scene, quando si vede il "ragno" entrare in azione. Comunque, probabilmente merita una visione, forse ancora meglio in solitario che in compagnia, in modo da potersi concentrare sui piccoli dettagli che vengono portati all'attenzione dello spettatore.
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