L'Anfitrione della prima Coppi Night di febbraio ero io, che dopo essere riuscito nel mio precedente turno a far proiettare Memento, stavolta ho voluto proporre una selezione di film incomprensibili, da L'uomo che cadde sulla Terra a Immortal ad vitam. Ho dedicato la serata a Il pasto nudo (che era stato visto in una Coppi Night precedente ai primi resoconti pubblicati sul vecchio blog), di cui ho cercato di ricalcare lo spirito di completa assurdità, evitando al tempo stesso la boria di roba come Mulholland Drive. E, vuoi per fiducia verso il regista, vuoi perché l'avevo presentato come uno dei film più coerenti nella loro incomprensibilità, è stato proprio un'altra opera di Cronenberg a passare le votazioni. Con tutto il rispeto per David Bowie che, onestamente, nel film tratto dal pur meraviglioso romanzo di Walter Tevis, è davvero inguardabile.
eXistenZ è un film strano, già per l'incosueta disposizione delle maiuscole nel suo titolo. Come molti classici (diciamo, quelli meglio riusciti) della fantascienza letteraria o cinematografica, gioca sulla definizione di realtà, costringendo lo spettatore a chiedersi se quello che sta vedendo sia quello che davvero succede o solo un livello inferiore di simulazione, coinvolgendolo letteralmente in un gioco-nel-gioco-nel-gioco di cui non si riesce a intravedere con chiarezza l'origine. E allo spettatore smaliziato, questo piace, nevvero? A questa tensione di fondo si aggiunge la limitazione del libero arbitrio, quando i personaggi si vedono costringere a eseguire azioni e battute necessarie allo sviluppo della trama (del gioco), e non ci si può che chiedere se anche gli altri personaggi non facciano lo stesso, e quindi non siano a loro volta protagonisti, e forse non siamo noi stessi spettatori, e allora forse sono loro che, e andate avanti finché ne avete voglia. Tanto no troverete una risposta convincente. In sostanza, parlandone oggi si potrebbe definire questo film come il fratello minore di Inception, dove livelli successivi di realtà nidificate vengono presentati e non si è mai sicuri di quando ci possa fermare, ma qui non è la dimensione onirica a rendere possibile questa immersione, ma una "semplice" tecnologia di simulazione che può ricordare quella di Matrix o Il tredicesimo piano, anche se in questo caso utilizzata per più innocenti scopi ludici. Ho detto che si potrebbe definirlo il fratello minore, se non fosse che è uscito undici anni prima: insomma, quando è nato Inception, eXistenZ aveva già iniziato a guardare sotto la gonnella delle compagne di scuola.
Se a tutto questo si aggiunge anche qualche simpatico mostriciattolo gommoso tipicamente cronebergiano, un pizzico di erotismo intorno alle "bioporte" che si lubrificano con la saliva come un qualsiasi altro orifizio umano, e armi costituite di ossa di lucertole mutanti che sparano denti umani (che a quanto pare sono un'ottima arma), si ottiene una miscela capace di rendere questo film quantomeno memorabile.
Bene, allora. Ho vinto io?
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