Sono un po' indeciso iniziando questo post su cosa includere nel periodico aggiornamento sugli acquisti musicali appena effettuati. Questo perché da quando sono entrato in possesso di un giradischi, mi sono finalmente aperto al mercato del vinile, e questo comporta una serie di conseguenze sul mio modo di condurre gli acquisti. Se infatti limitandomi ai cd acquistavo album o compilation, adesso mi posso dedicare anche a singoli ed EP. Il che pone una questione: ha senso recensire un disco single-sided, ovvero una traccia sola? Ci ho pensato e sono giunto alla conclusione che sì, ha senso anche questo, perché è un po' come recensire un singolo racconto piuttosto che una raccolta o un romanzo, e se mi capita di leggere un e-book con un solo racconto anche breve non vedo perché non dovrei commentarlo. Da adesso in poi, quindi, negli "ultimi acquisti" non commenterò più soltanto album e raccolte, ma anche singoli. E si comincia proprio da oggi.
Partiamo comunque rispettando la tradizione, con un buon album su cd. Si tratta di Self Portrait, secondo album di Joseph Capriati, dj italiano che ha acquisito negli ultimi anni una crescente autorevolezza nell'ambito techno. Se in Save My Soul Capriati si prendeva una pausa dal suono techno puro, fatto di cassa distinta e lineare, in questo secondo lavoro punta invece soprattutto sulle sonorità techno-minimal, con poche concessioni a suoni più distesi. Non a caso quindi l'album si chiama "auoritratto", visto che quanto si trova qui dentro corrisponde proprio al Joseph Capriati come si è fatto conoscere nel mondo. Non si trova niente di eccezionale o innovativo nelle tracce contenute qui, ma una serie di pezzi techno autentici e affidabili.
La sezione album finisce già, perché si passa subito agli ep. Il primo della serie è Repetitive Digital Noise di i, disco del 2006 uscito su Recognition, l'etichetta del polacco Jacek Sienkiewicz. Ancehe in questo caso ci troviamo di fronte a techno forte e loopposa, il che dovrebbe essere abbastanza chiaro visto il titolo dell'EP. Suoni ruvidi che non lasciano alcuno spazio a melodie di qualunque tipo, qui tutto è monocromatico.
Troviamo poi un singolo di Ruede Hagelstein, che da tempo ho imparato ad apprezzare. Nei 10 minuti di Minus Hagelstein ci fa scorrere lungo un efficace percorso minimal-house, basato su un'ottima composizione di bassi e percussioni, con il previsto drop a due terzi dall'inizio e il rush finale che conclude l'opera. Un pezzo di qualità, che mantiene l'atmosfera tesa per tutta la durata.
Forse di tutti i dischi che ho riportato a casa stavolta questo è quello per cui mi sono esaltato di più. Sì perché per Dominik Eulberg nutro un'estrema adorazione, e la collaborazione con Gabriel Ananda non fa che accrescere le aspettative (già in Heimische Gefilde c'era un pezzo realizzato a quattro mani da loro). Firend of All that Lives riflette già dal titolo la dedica al mondo naturale tipica di Eulberg, e le due tracce esprimono al solito questa sua attitudine, con la capacità subliminale di evocare in qualche modo proprio quest'idea di "selvaticità". Si tratta comunque di pezzi techno, ma è un'interpretazione unica e ormai caratteristica di questo genere.
L'ultimo vinile della tornata è una raccolta di pezzi curata da Trentemoller, che fa parte della serie Late Night Tales: una selezione di pezzi da lui considerati significativi e importanti per la sua formazione, e conoscendo il soggetto c'è ovviamente da fidarsi. Uscita dapprima su cd, questa raccolta è stata da poco ristampata in vinile per soddisfare i collezionisti, ed è grazie a Trentemoller che ora posso dire di avere in archivio pezzi di This Mortal Coil, Velvet Underground, Ekko, Low. Difficile identificare un genere che li accomuni tutti, ma è evidente la presenza di un forte valore intrinseco in ognuno di questi, e dal tizio che ho visto esibirsi a Bologna all'inizio di quest'anno non ci si poteva aspettare di meno.
Concludo quindi con l'ultimo mix made in Cocoon: Neun, mixato da Chris Tietjen, che prosegue la serie parallela alla Cocoon Compilation con i migliori pezzi dell'etichetta in un set continuo. Stavolta abbiamo davanti un set molto profondo, grazie al contributo di tracce di Matt John, Minilogue (tratto da Blomma), Nick Curly, Julien Bracht, e la notabile presenza di Mauro Picotto e Riccardo Ferri con il loro singolo uscito per questa etichetta. Molte delle tracce sono state estratte dalla già storica raccolta Cocoon 100 e dalla Cocoon Compilation M, e in questo modo il cerchio si chiude sulla stagione musicale appena trascorsa per l'etichetta che sta in pratica inventando la techno degli ultimi dieci anni.
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