Aprile è stato un mese dedicato agli "esordienti", estendendo il significato tradizionale di questo termine non solo agli autori ma anche agli editori. I tre libri letti infatti appartengono tutti a case editrici nuove, piccole, e sicuramente coraggiose. Il che di solito non basta a determinare il successo, ma, chissà, le basi ci sono...
Il primo libro non è certo di un autore sconosciuto, anzi, si tratta di uno scrittore affermato da anni a livello internazionale, se pur nel limitato ambito della fantascienza. Ian MacDonald è stato il primo autore scelto da Zona 42, una nuova casa editrice nata pochi mesi fa con l'intento di diffondere appunto le migliori opere sf, con particolare riguardo per quelle inspiegabilmente mai giunte in Italia. Desolation Road è infatti un romanzo vecchiotto, ma che per qualche ragione non era mai stato tradotto (mentre molti altri libri di MacDonald successivi ci sono arrivati). È difficile inquadrare la storia che si sviluppa in questo complesso romanzo: volendo descriverla proprio in termini generici si tratta di un'epopea marziana, che segue la nascita della cittadina di Desolation Road, la sua successiva popolazione, e le gesta tra loro interconnesse di tutti i personaggi in un modo o nell'altro collegati a questo posto. All'inizio le atmosfere sono quelle di un western, con il villaggio sperduto in mezzo al deserto (il nome del borgo non è certo casuale) a cui approdano in sequenza fuggiaschi, profughi e disperati di varia origine. Le famiglie poi si stabilizzano, crescono e si incrociano, le generazioni si succedono e i figli dei figli lasciano il loro villaggio per scoprire le grandi metropoli del pianeta, ognuno segue un percorso diverso ma tutto alla fine converge nello stesso punto da dove è iniziato, finché Desolation Road stessa viene abbandonata e dimenticata. La storia è corale e imprevedibile, e se a un certo livello si parla di fantascienza (perché siamo su Marte, perché ci sono giganteschi robot terraformatori e tecnologie avanzate), in un altro senso si trovano anche mitologia e mistero (penso ad esempio alle gerarchie angeliche e alla divinità delle macchine). Le influenze in effetti sono diverse, molte delle quali io non sono in grado di cogliere. Quello che rimane è una storia articolata, imprevedibile, che non sorprende tanto per la presenza di rivelazioni o colpi di scena, ma perché dopo qualche capitolo si impara che è impossibile districarsi e capire dove si andrà a parare, per questo ogni capitolo è a suo modo una storia nuova e coinvolgente. Un romanzo quindi di ampio respiro, forse non di facilissima lettura, non tanto per la presenza di concetti complicati, ma per la presenza che richiede al lettore. Voto: 8/10
A seguire viene il primo "libro vero" di Stefano Andrea Noventa, un autore che conosco da alcuni anni e di cui ho avuto modo di apprezzare altrove (in raccolte e online) le capacità. Pubblicato da Plesio Editore, L'ultimo Khama è apparentemente un romanzo fantasy. E già qui mi dovrei mordere la lingua, perché da quand'è che leggo fantasy? In realtà quella fantasy è solo una crosta, perché l'autore qui descrive un universo estremamente complesso, con precise meccaniche che se pure si manifestano in fenomeni "magici" hanno alla base una spiegazione del tutto coerente. La storia segue due sorelle, entrambe destinate a diventare Interpreti, ovvero (per intendersi) delle "sacerdotesse" in grado di fare da tramite tra il mondo degli uomini e quello dei daimoni, le divinità-macchine che rappresentano le forze dell'universo. Con il rito periodico del Khama il patto tra uomini e dèi viene rinnovato, fino a quando le perturbazioni nelle forze cosmiche richiedono di nuovo che gli Interpreti si facciano avanti per ristabilire l'equilibrio. Ma il ciclo si sta spezzando, perché l'ultimo interprete degli dèi del buio ha intenzione di sovvertire l'ordine cosmico, perciò le sorti del mondo risiedono nelle mani di chi ha il potere per contrastarlo. La narrazione procede su due piani paralleli, e guida il lettore nella serie di nozioni che servono per comprendere l'universo (un universo "progettato" da entità precedenti) in cui si muovono i personaggi. E se c'è un punto debole in questo romanzo sta proprio qui: i concetti infatti sono forse fin troppo densi, e non c'è quasi un capitolo che non contenga spiegazioni determinanti per il procedere della trama. Sembra che le pagine del libro siano troppo strette per contenere tutto quanto c'è da sapere su questo universo, e laddove pare che manchino alcuni particolari ci si rende conto che in realtà non c'è il tempo di approfondire i temi come meriterebbero, perché l'azione narrata è troppo pressante per potersi perdere in dettagli marginali che tuttavia avrebbero arricchito e "umanizzato" il tutto. Inoltre bisogna anche dire che, fin da quando l'antagonista viene presentato, e viene spiegato quale sia il suo obiettivo, si intuisce da subito che è lui ad avere ragione, per cui tutta la lotta successiva perde in una certa misura di intensità. Il romanzo quindi non è perfetto, e probabilmente con uno spazio maggiore per svilupparsi (basterebbe una lunghezza di una volta e mezzo quella attuale) renderebbe molto meglio, riuscendo a far davvero immergere il lettore nell'universo dei daimoni e degli Interpreti. Si tratta comunque di una prova più che buona, anzi, ce ne fossero di esordi di questo livello! Voto 7.5/10
Ultimo esordiente del gruppo è Michel Franzoso, mio collega autore della Factory Editoriale nella collana di fantascienza (siamo a 2 titoli di sf su 3 uscite, una bella proporzione!) che con Il mondo sopra ci porta in un'ambientazione fantascientifica tipica: la megalopoli futura, con grattacieli altissimi di cemento e acciaio. In realtà il mondo di questo romanzo è diviso in due, e (non è difficile da capire) esiste anche un "mondo sopra" a quello conosciuto dalla giovane protagonista Meela. Sarà infatti lei, insieme al suo tutore robot, ad avventurarsi in questo mondo sconosciuto e proibito, per scoprire che c'è molto che lei e tutti i suoi concittadini ignorano. La storia si può definire un romanzo di formazione, perché abbiamo una ragazzina per protagonista, che lentamente oltrepassa i confini delle proprie conoscenze e matura in funzione di queste nuove scoperte. A funzionare è soprattutto la coppia Meela-Cyman, così come la successiva alleanza del robot con uno dei personaggi introdotti più avanti. Si tratta di una storia semplice, che non si basa su azione esagerata o complotti da sovvertire, ma si focalizza soprattutto sui personaggi, e su come la loro nuova consapevolezza modifica il loro modo di pensare e concepire il mondo. Si termina la lettura con un sorriso e tanti buoni sentimenti, e in effetti sembra che possa esserci spazio per un seguito. Questo è sicuramente un libro adatto "ai ragazzi", con il che non intendo che si tratti di un young adult, e nemmeno che si tratti di roba scontata; piuttosto, il punto di vista e lo svolgimento della trama si adattano bene a quello che un ragazzo può cercare in una storia. Voto: 7/10
Ultimo esordiente del gruppo è Michel Franzoso, mio collega autore della Factory Editoriale nella collana di fantascienza (siamo a 2 titoli di sf su 3 uscite, una bella proporzione!) che con Il mondo sopra ci porta in un'ambientazione fantascientifica tipica: la megalopoli futura, con grattacieli altissimi di cemento e acciaio. In realtà il mondo di questo romanzo è diviso in due, e (non è difficile da capire) esiste anche un "mondo sopra" a quello conosciuto dalla giovane protagonista Meela. Sarà infatti lei, insieme al suo tutore robot, ad avventurarsi in questo mondo sconosciuto e proibito, per scoprire che c'è molto che lei e tutti i suoi concittadini ignorano. La storia si può definire un romanzo di formazione, perché abbiamo una ragazzina per protagonista, che lentamente oltrepassa i confini delle proprie conoscenze e matura in funzione di queste nuove scoperte. A funzionare è soprattutto la coppia Meela-Cyman, così come la successiva alleanza del robot con uno dei personaggi introdotti più avanti. Si tratta di una storia semplice, che non si basa su azione esagerata o complotti da sovvertire, ma si focalizza soprattutto sui personaggi, e su come la loro nuova consapevolezza modifica il loro modo di pensare e concepire il mondo. Si termina la lettura con un sorriso e tanti buoni sentimenti, e in effetti sembra che possa esserci spazio per un seguito. Questo è sicuramente un libro adatto "ai ragazzi", con il che non intendo che si tratti di un young adult, e nemmeno che si tratti di roba scontata; piuttosto, il punto di vista e lo svolgimento della trama si adattano bene a quello che un ragazzo può cercare in una storia. Voto: 7/10
"Desolation Road" sarà probabilmente fra i 3 prossimi libri che inizierò. Se la gioca con "Spore". E poi, nonostante sia un autore internazionalmente affermato, non avendo ancora letto nulla di suo mi sembra il giusto momento per conoscerlo, supportando una casa editrice esordiente.
RispondiEliminatra Desolation Road e Spore, OVVIAMENTE la priorità va a Spore! :D
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