Il 2014 inizia benissimo! Questo infatti credo sia il miglior film che abbia visto nel Coppi Club da due mesi a questa parte, e la cosa mi conforta, perché io non sono uno di quelli che si diverte a fare recensioni negative giusto per poter sparare qualche battuta di scherno. Ma visto che i film da guardare non li scelgo io, capita spesso che sia roba che mi lascia indifferente, o irritato, o schifato. Questo The World's End, invece non solo mi è piaciuto, ma mi ha lasciato entusiasta.
Ma andiamo con ordine. La fine del mondo è una commedia, e conserva il tono essenzialmente leggero per tutta la durata. All'inizio si presenta come un qualcosa sullo stile Hangover: un gruppetto di quarantenni che si riunisce per una nottata di bagordi, con un elemento schizzato e gli altri che cercano di contenerli ma alla fine si ritrovano sempre trascinati dalle sue idee malsane. L'obiettivo dei cinque amici (che si sono persi di vista dopo vent'anni) è di tentare di compiere la missione fallita da ragazzini: percorrere il "Miglio Dorato", un percorso di 12 pub che termina proprio con "The World's End", e bere in ognuno di essi. L'idea parte da Gary King (Simon Pegg), che considera quella sera di tanti anni prima come la migliore della sua vita (e infatti non ha combinato molto da quel momento in poi). La prima parte del film scorre piacevolmente, e si pensa appunto di trovarsi di fronte a una qualsiasi commedia del genere, divertente ma niente di più.
Ma poi, a circa un terzo della durata, arriva una svolta, improvvisa e del tutto imprevedibile. E se non volete rovinarvi il film vi avviso di non leggere questo paragrafo e saltare al successivo perché vado nello spoiler, ma è anche vero che se cercate trailer e descrizioni probabilmente capirete presto qual è questa svolta (io non avevo sentito parlare del film quindi per me è stato completamente inaspettato). Di punto in bianco, si scopre che la popolazione della cittadina in cui gli amici sono cresciuti è stata sostituita da robot o androidi di qualche tipo, creature forti ma fragili che spruzzano sangue blu, e il gruppo dapprima li combatte nel bagno di uno dei pub, poi per non far capire che si sono accorti di loro decide di continuare con il Miglio Dorato. Ma i "vuoti" (come vengono poi chiamati i robot) non voglion lasciarli andare, e cercano di persuaderli in ogni modo ad allinearsi con il potere oscuro che li controlla. In seguito si scoprirà che essi sono gli emissari di una entità extraterrestre che ha raggiunto la Terra e sta preparando l'umanità per la prossima integrazione nella comunità galattica. L'entità non vuolte conquistare il pianeta con la forza, ma convincerli dell'opportunità della loro integrazione, ed è solo come misura estrema che provvede ad eliminare e sostituire le persone. Come la questione poi si risolve non lo dico, anche perché forse ho già rivelato troppo, ma posso dire che la conclusione non è affatto banale, e che anzi, pur mantenendosi nell'ambito "comedy" è pienamente coerente.
Quello che mi è piaciuto di questo film è che riunisce in sé elementi tipici di molti generi: abbiamo innanzituto la commedia di tipo inglese, sempre presente come tema di fondo; poi troviamo echi fantascientifici che richiamano innanzitutto L'invasione degli Ultracorpi, ma anche l'indimenticabile racconto di Fredric Brown Un uomo esemplare (in cui gli alieni rapiscono un uomo per capire se è adatto ai lavori forzati, ma essendo lui completamente ubriaco viene giudicato inadatto alla schiavitù e l'umanità è quindi salvata dalla conquista), e qualche romanzo distopico in cui il potere centrale cerca di "convincere" i suoi sottoposti piuttosto che soggiogarli (forse scomodare Il mondo nuovo è troppo, ma siamo da quelle parti); c'è l'azione, con inseguimenti sconclusionati e combattimenti frenetici; è infine non manca nemmeno una forte componente sentimentale, che emerge soprattutto nelle parti finali, quando Gary continua da solo la sua marcia verso The World's End, perché non gli è rimasto altro da poter realizzare, e tutto quello che vuole è tornare al momento più felice della sua vita (non ammetterò di essermi commosso a vederlo combattere per potersi versare l'ultima birra, ma diavolo, è andata così).
Forse non si tratta in ultima analisi di un film perfettamente equilibrato e tecnicamente ineccepibile (a livello di struttura forse il confronto/spiegone finale è forse anche troppo lungo), ma rispetto alla media di quanto si vede in giro, e non parlo solo delle commedie, ma anche dei film di genere, è un prodotto davvero di qualità, che se non altro supera egregiamente le aspettative. La fine del mondo, ho scoperto in seguito, è l'ultimo film della "Trilogia del Cornetto" (sì, proprio il gelato), in cui il regista/autore Edgar Wrigth (aiutato nella scrittura dallo stesso Simon Pegg) parodizza a modo suo alcuni filoni archetipici del cinema: lo zombie-movie (Shaun of the dead/L'alba dei morti dementi), il poliziesco (Hot Fuzz), e infine la fantascienza. Gli attori protagonisti dei tre film sono in pratica gli stessi, e si possono così vedere declinati nelle diverse tematiche. Dei tre devo ancora vedere Hot Fuzz, e a questo punto credo che lo farò presto.
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