E si completa un'altra annata di rapporti letture. Visto che si parla dell'ultimo mese del 2013, forse ci starebbe bene mettere qui qualche statistica sulle letture dell'anno, anche perché non credo che farò un post con il best e il worst.
Nel 2013 ho letto 46 libri, il che conferma una tendenza in calo dai 77 del 2010 in poi. Non sto a cercare ragioni o giustificazioni, perché so che sono comunque di parecchio oltre la media nazionale, e non mi interessa arrivare a numeri da record. C'è comunque da considerare che alcuni e-book non indicizzati su aNobii non figurano nelle statistiche, quindi in realtà qualcosina in più ci sarebbe. Gli ultimi cinque libri letti quest'anno sono nell'ordine:
Mondo9 di Dario Tonani, e so che sono l'ultimo ad averlo letto. Non avevo però trovato occasione di procurarmelo fino al Lucca Comics di quest'anno, che mi ha consentito di averne una copia autografata da autore e illustratore! Il libro raccoglie quattro racconti ambientati nello stesso universo narrativo, e collegati tra loro principalmente per la presenza della stessa "nave" Robredo. I racconti sono un misto tra sf/dieselpunk e horror, in quanto le gigantesce macchine semisenzienti che attraversano i desrti del pianeta si presentano come entità malevole, dedite alla più spietata sopravvivenza, e in grado di influenzare in modo inquietante le creature con cui entrano in contatto, dai gabbiani agli umani. Per la verità, anche se mi è sicuramente piaciuto, pensavo che i racconti, che sono stati messi insieme e arricchisti da una sorta di "cornice" di collegamento, mostrassero una maggior interdipendenza, mentre invece si leggono storie quasi del tutto separate (e ho avuto qualche difficoltà a collocare cronologicamente la terza). Insomma, il libro è buono, ma forse sarebbe più indicato presentarlo come una semplice raccolta di racconti. Voto: 7/10
Un paio di giorni dopo di questo ho finito Mara conta i passi, uno dei libri pubblicati dalla Factory Editoriale insieme al mio Spore. Il romanzo di Valentina Morelli è una storia che riesce a dare una convincente dimensione matematica alla vita di tutti i giorni, attraverso una protagonsita con la quale si empatizza fin da subito, e che accompagna il lettore in una serie di nozioni semplici ma sorprendenti (soprattutto per chi la matematica non la tratta). Queste si incastrano nella sua storia personale, fatta di insicurezza e timidezze, che la portano a cercare conforto nella prevedibilità dei numeri. Il pregio del libro è proprio quello di trattare la matematica in modo "caldo", facendone uno strumento per ottenere un contatto più diretto col mondo. Dei temi presenti (frattali, quarta dimensione) mi sono occupato io stesso in qualche mio racconto, ma qui probabilmente sono stati inseriti con maggior eleganza all'interno della storia. Un libro sorprendente, che se anche lascia aperta qualche questione cattura fin da subito. Voto: 8/10
Psyconegozio è un libro scritto da due autori che adoro: Alfred Bester e Roger Zelazny. In realtà Zelazny ha ripreso il manoscritto incompiuto di Bester dopo la sua morte, lo ha terminato, e il libro è stato pubblicato esso stesso dopo la sua morte, quindi si tratta di una pubblicazione postuma di una collaborazione postuma. A parte questo trivia, il romanzo parte dall'inchiesta di un giornalista su un negozio di Roma, la bottega di uno "scambia-anime" in cui è possibile barattare tratti della propria personalità con altri. Il giornalista rimane però coinvolto nelle vicende del negozio, e in seguito si scopre che il suo arrivo al negozio è tutt'altro che casuale, e che anzi dalle attività della Bottega Oscura dipende in pratica il destino dell'universo. Il romanzo è denso di idee, di citazioni, di humor, e la lettura è dapprima divertente, poi avvincente. Di fatto all'inizio sembra di leggere quasi un divertissement, ma dopo metà la vicenda inizia a prendere forma, e il ritmo si fa più intenso. Un'ottima prova, una fantascienza inusuale ma piacevolissima. Voto: 8/10
Danilo Arona ed Edoardo Rosati hanno collaborato per scrivere Protocollo Stonehenge. Ora, io non sono esattamente un esperto di horror italiano, quindi non ho familiartà con Melissa, una sorta di figura mitologica creata da Arona e che ricorre in varie forme in molte delle sue storie. Anche qui la protagonista è lei, anche se lo si scopre molto avanti nella storia. La trama segue principalmente una ragazza che come molte altre prima di lei è stata colpita dalla "maledizione" di Melissa, il suo fidanzato che cerca di salvarla, e due medici che hanno alcuni collegamenti con i casi precedenti e che pensano di aiutarli. Dopo alcuni capitoli iniziali che servono giusto a far intuire la minaccia presente, la storia si stabilizza intonro a questi personaggi principali, e mette in campo una buona dose di temi classici e pseudoscientific, dalla radiazione di Schuman ai rapimenti alieni, dalla morte nel sonno al potere delle pietre di Stonehenge. Queste parti sono a loro modo interessanti, anche se spesso viene da dubitare della credibiltà di quello che viene raccontato. L'azione è resa in modo efficace, meno le parti di infodump che si inseriscono ogni tanto. Inoltre, alcuni dei capitoli iniziali non sembrano aver nessun collegamento con il resto (come l'intera storia della suora che morirà poco dopo) e viene da chiedersi che cosa ci stiano a fare. L'epilogo da b-movie poi fa scadere un po' tutto, considerando anche che rende vani tutti gli sforzi e i sacrifici compiuti dai protagonisti. Per questi particolari, che possono sembrare marginali ma nell'economia del romanzo pesano abbastanza, devo dargli un voto 5.5/10.
E per terminare l'anno ho deciso di leggere l'ultimo di Ted Chiang. Per farvi capire quanto fosse eccitato per questo libro vi rimando alla recensione di Storie della tua vita, con la differenza che qui non si tratta di singoli racconti ma di un'unica storia. Tuttavia Il ciclo di vita degli oggetti software non mi ha convinto altrettanto. O meglio: si tratta di un libro più che buono, con una storia davvero interessante inserita in un contesto perfettamente credibile. Le intelligenze artificiali (i "digienti") che crescono accudite dai loro "padroni" umani sembrano davvero uno sviluppo prossimo della tecnologia, e il modo in cui si comportano e vengono trattate tiene conto di tutte le tendenze attuali. Ma in questo romanzo Chiang non è riuscito, come invece fa di solito, a eguagliare la componente fantascientifica (o anche solo scientifica) con quella emotiva, quasi impedendo al lettore di interessarsi alle vicende dei protagonisti. Di fatto i digienti che parlano come caricature di pellerossa, e fanno capricci da preadolescenti, mi sono risultati soprattutto irritanti, e anche se ho capito che la loro natura volubile è proprio una manifestazione di intelligenza e senso critico, davvero non sono riuscito a fare il tifo per loro. Nelle parti finali, quando viene presentata la soluzione per la minaccia di estinzione delle creature, vengono richiamate alcune idee molto stimolanti, ma anche questo non basta a volere il bene delle IA. Con questo non voglio dire che si tratti di un brutto libro, ma rispetto agli standard di Chiang (e quindi, forse, alle mie aspettative) siamo piuttosto al di sotto, quindi devo "limitarmi" a un voto 7/10.
Un paio di giorni dopo di questo ho finito Mara conta i passi, uno dei libri pubblicati dalla Factory Editoriale insieme al mio Spore. Il romanzo di Valentina Morelli è una storia che riesce a dare una convincente dimensione matematica alla vita di tutti i giorni, attraverso una protagonsita con la quale si empatizza fin da subito, e che accompagna il lettore in una serie di nozioni semplici ma sorprendenti (soprattutto per chi la matematica non la tratta). Queste si incastrano nella sua storia personale, fatta di insicurezza e timidezze, che la portano a cercare conforto nella prevedibilità dei numeri. Il pregio del libro è proprio quello di trattare la matematica in modo "caldo", facendone uno strumento per ottenere un contatto più diretto col mondo. Dei temi presenti (frattali, quarta dimensione) mi sono occupato io stesso in qualche mio racconto, ma qui probabilmente sono stati inseriti con maggior eleganza all'interno della storia. Un libro sorprendente, che se anche lascia aperta qualche questione cattura fin da subito. Voto: 8/10
Psyconegozio è un libro scritto da due autori che adoro: Alfred Bester e Roger Zelazny. In realtà Zelazny ha ripreso il manoscritto incompiuto di Bester dopo la sua morte, lo ha terminato, e il libro è stato pubblicato esso stesso dopo la sua morte, quindi si tratta di una pubblicazione postuma di una collaborazione postuma. A parte questo trivia, il romanzo parte dall'inchiesta di un giornalista su un negozio di Roma, la bottega di uno "scambia-anime" in cui è possibile barattare tratti della propria personalità con altri. Il giornalista rimane però coinvolto nelle vicende del negozio, e in seguito si scopre che il suo arrivo al negozio è tutt'altro che casuale, e che anzi dalle attività della Bottega Oscura dipende in pratica il destino dell'universo. Il romanzo è denso di idee, di citazioni, di humor, e la lettura è dapprima divertente, poi avvincente. Di fatto all'inizio sembra di leggere quasi un divertissement, ma dopo metà la vicenda inizia a prendere forma, e il ritmo si fa più intenso. Un'ottima prova, una fantascienza inusuale ma piacevolissima. Voto: 8/10
Danilo Arona ed Edoardo Rosati hanno collaborato per scrivere Protocollo Stonehenge. Ora, io non sono esattamente un esperto di horror italiano, quindi non ho familiartà con Melissa, una sorta di figura mitologica creata da Arona e che ricorre in varie forme in molte delle sue storie. Anche qui la protagonista è lei, anche se lo si scopre molto avanti nella storia. La trama segue principalmente una ragazza che come molte altre prima di lei è stata colpita dalla "maledizione" di Melissa, il suo fidanzato che cerca di salvarla, e due medici che hanno alcuni collegamenti con i casi precedenti e che pensano di aiutarli. Dopo alcuni capitoli iniziali che servono giusto a far intuire la minaccia presente, la storia si stabilizza intonro a questi personaggi principali, e mette in campo una buona dose di temi classici e pseudoscientific, dalla radiazione di Schuman ai rapimenti alieni, dalla morte nel sonno al potere delle pietre di Stonehenge. Queste parti sono a loro modo interessanti, anche se spesso viene da dubitare della credibiltà di quello che viene raccontato. L'azione è resa in modo efficace, meno le parti di infodump che si inseriscono ogni tanto. Inoltre, alcuni dei capitoli iniziali non sembrano aver nessun collegamento con il resto (come l'intera storia della suora che morirà poco dopo) e viene da chiedersi che cosa ci stiano a fare. L'epilogo da b-movie poi fa scadere un po' tutto, considerando anche che rende vani tutti gli sforzi e i sacrifici compiuti dai protagonisti. Per questi particolari, che possono sembrare marginali ma nell'economia del romanzo pesano abbastanza, devo dargli un voto 5.5/10.
E per terminare l'anno ho deciso di leggere l'ultimo di Ted Chiang. Per farvi capire quanto fosse eccitato per questo libro vi rimando alla recensione di Storie della tua vita, con la differenza che qui non si tratta di singoli racconti ma di un'unica storia. Tuttavia Il ciclo di vita degli oggetti software non mi ha convinto altrettanto. O meglio: si tratta di un libro più che buono, con una storia davvero interessante inserita in un contesto perfettamente credibile. Le intelligenze artificiali (i "digienti") che crescono accudite dai loro "padroni" umani sembrano davvero uno sviluppo prossimo della tecnologia, e il modo in cui si comportano e vengono trattate tiene conto di tutte le tendenze attuali. Ma in questo romanzo Chiang non è riuscito, come invece fa di solito, a eguagliare la componente fantascientifica (o anche solo scientifica) con quella emotiva, quasi impedendo al lettore di interessarsi alle vicende dei protagonisti. Di fatto i digienti che parlano come caricature di pellerossa, e fanno capricci da preadolescenti, mi sono risultati soprattutto irritanti, e anche se ho capito che la loro natura volubile è proprio una manifestazione di intelligenza e senso critico, davvero non sono riuscito a fare il tifo per loro. Nelle parti finali, quando viene presentata la soluzione per la minaccia di estinzione delle creature, vengono richiamate alcune idee molto stimolanti, ma anche questo non basta a volere il bene delle IA. Con questo non voglio dire che si tratti di un brutto libro, ma rispetto agli standard di Chiang (e quindi, forse, alle mie aspettative) siamo piuttosto al di sotto, quindi devo "limitarmi" a un voto 7/10.
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