L'insolita maledizione di luglio è passata, e se il mese scorso avevo letto solo un libro, ad agosto sono rientrato in media con sei titoli buttati giù, peraltro con una certa varianza di temi e stili. Merito forse anche delle brevi sortite per "vacanze" e dei viaggi da passeggero (in macchina o in treno) che mi sono trovato a fare.
Il primo libro letto è Nel segno di Titano, o Wizard, secondo capitolo della saga di Titano di John Varley. Titano, primo libro letto qualche mese fa, mi era piaciuto abbastanza: una space opera avvincente e originale, una sequenza di scoperte e un finale intrigante. Mi aspettavo pertanto buone cose da questo seguito... e ci sono rimasto piuttosto male. Il fatto è che quello che c'era da scoprire su Gea, la stazione spaziale vivente, è già stato scoperto nel primo libro, e qui non si aggiunge niente. Tutto il libro è un lungo viaggio dei pellegrini in cerca di imprese eroiche per guadagnarsi un miracolo da parte della semidivinità, ma a parte l'incontro con qualche mostro dalla fisiologia improbabile non succede niente di che. Nessuna rivelazione, nessun brivido. Solo l'epilogo, che comunque serve soltanto a piantare la premessa per il libro conclusivo, scuote qualcosa, ma il resto è fondamentalmente noioso. Voto: 4/10
Discorso diverso per L'incubatrice, raccolta di racconti di Paolo Di Orazio pubblicata in edizione digitale da Mezzotints. Ora, io non sono in effetti un esperto di horror, che rientra occasionalmente nelle mie letture ma non abbastanza da consentirmi valutazioni solide. Il motivo per cui spesso scanso questo genere è che l'immaginario horror mi pare pressoché già esplorato, e tra demoni, motri, mutazioni e assassini raramente si trova qualcosa di nuovo. I racconti qui presenti però... beh, fatico ad ammetterlo ma mi hanno seriamente turbato. Il tema che unisce tutte le storie è quello della carne: corpi stravolti e tormentati, gestazioni, madri degeneri, figli mostruosi e dolori viscerali. Il racconto che dà il titolo alla raccolta è terribile, una serie continua di doglie e parti devastanti di creature da incubo, in un continuo sogno senza risveglio del tutto disorientante. Ma anche gli altri lavori sfruttano gli stessi archetipi, con un livello di inquietudine raramente riscontrabile in altre opere del genere. Da una parte mi sento di consigliare questo libro agli amanti del genere, dall'altro sarei quasi portato a invitare cautela a chi non ha una buona resistenza alla repulsione, perché le storie e le immagini evocate sono davvero forti. Meravigliosamente disturbante. Voto: 9/10
Breve ebook scovato sul kindle store, questo Schrodinger's Telephone è una storia di fantascienza "soft", in cui l'autrice Marion Stein racconta di una telefonata impossibile, ricevuta dalla protagonista da parte di suo marito, in un momento in cui lui avrebbe dovuto essere già morto, vittima di un'aggressione in strada. Da questa impossibilità nasce la ricerca della verità, la lotta per essere creduta nonostante la sua affermazione risulti incredibile, e l'appiglio alla speranza che, da qualche parte, il marito sia ancora vivo e felice in una vita migliore di quella che ha conosciuto in questo universo. Il romanzo, in effetti, non spiega niente: non vengono proposte teorie del multiverso, non viene infine rivelato cosa è successo o se si tratta in effetti di un'autosuggestione della protagonista. Ma è forse proprio in questo dubbio, nel tentativo di trovare conforto dopo una perdita così terribile, che si trova il senso della storia. Un libro facile (ed economico) da leggere anche per chi approccia la fantascienza con diffidenza. Voto: 8/10
God Bless You, Mr. Rosewater è uno dei tanti libri di Kurt Vonnegut che mi sparo ogni tanto, per la prima volta in lingua originale. Come in tutti i suo romanzi c'è una certa "circolarità", con personaggi già visti o citati in altri libri: lo stesso Rosewater, miliardario eccentrico, e Kilgore Trout, scrittore squattrinato di fantascienza; poi gli alieni di Tralfamadore, e qualche riferimento al bombardamento di Dresda. In questa storia, però, manca secondo me quella componente "fantastica" che funge da premessa di molte altre sue opere, e in questo senso perde quindi parte del suo fascino. La storia di Rosewater, a cui un manipolo di avvocati vuole togliere il patrimonio dimostrando la sua infermità mentale, è più una parabola sulla ricchezza/povertà, sul capitalismo e la ricerca della felicità, tutto calato in termini prettamente americanizzanti. Certo la lettura è piacevole e leggera nei toni, se non nei temi, come accade sempre con Vonnegut, ma non all'altezza di altri romanzi. Voto: 6.5/10
Sì, l'ho letto davvero. Baci, amore e One Direction. Ma non l'ho comprato, sia chiaro. L'ho preso in prestito da mia nipote, per una sorta di curiosità sociologica. Il libro contiene tra racconti di tre ragazze di cui adesso mi sfugge il nome, che rappresentano in pratica fanfiction nei confronti della band inglese fenomeno del momento. Ma non voglio parlarne qui, perché più in là dedicherò un post apposito a questo tema e questo libro, quindi non voglio sprecare le argomentazioni. Non attrribuisco nemmeno un voto, perché non credo che sia un libro valutabile secondo i miei standard.
Infine un Grand Master della fantascienza: Poul Anderson, di cui non leggevo niente da parecchio tempo. In Crociata Spaziale, l'autore mette insieme una storia sorprendente e originale: un villaggio dell'inghilterra feudale assiste all'atterraggio di un'astronave aliena, e, già che era in preparazione per una crociata, ne prende possesso e si lancia in una crociata verso l'impero alieno che li ha attaccati. La formula è molto convincente, e nonostante l'incredulità iniziale l'autore è bravissimo a dimostrare in che modo con cavalli, spade e frecce si possa sconfiggere un nemico che combatte con raggi mortali e campi di forza. L'intera storia, narrata da un frate incaricato di stilare la cronaca della crociata, è pervasa di una sottile ironia, in particolare nel confrontare la visione del mondo dogmatica con le evidenze empiriche dell'era spaziale, ma queste contraddizioni non fermano i crociati, che se la cavano bene tanto in guerra quanto nella diplomazia, e cedono solo quando si presentano conflitti interni. A completare il volume un buon racconto di Sergio Donato, per cui il libro nel complesso risulta più che gradevole. Voto: 8/10
Discorso diverso per L'incubatrice, raccolta di racconti di Paolo Di Orazio pubblicata in edizione digitale da Mezzotints. Ora, io non sono in effetti un esperto di horror, che rientra occasionalmente nelle mie letture ma non abbastanza da consentirmi valutazioni solide. Il motivo per cui spesso scanso questo genere è che l'immaginario horror mi pare pressoché già esplorato, e tra demoni, motri, mutazioni e assassini raramente si trova qualcosa di nuovo. I racconti qui presenti però... beh, fatico ad ammetterlo ma mi hanno seriamente turbato. Il tema che unisce tutte le storie è quello della carne: corpi stravolti e tormentati, gestazioni, madri degeneri, figli mostruosi e dolori viscerali. Il racconto che dà il titolo alla raccolta è terribile, una serie continua di doglie e parti devastanti di creature da incubo, in un continuo sogno senza risveglio del tutto disorientante. Ma anche gli altri lavori sfruttano gli stessi archetipi, con un livello di inquietudine raramente riscontrabile in altre opere del genere. Da una parte mi sento di consigliare questo libro agli amanti del genere, dall'altro sarei quasi portato a invitare cautela a chi non ha una buona resistenza alla repulsione, perché le storie e le immagini evocate sono davvero forti. Meravigliosamente disturbante. Voto: 9/10
Breve ebook scovato sul kindle store, questo Schrodinger's Telephone è una storia di fantascienza "soft", in cui l'autrice Marion Stein racconta di una telefonata impossibile, ricevuta dalla protagonista da parte di suo marito, in un momento in cui lui avrebbe dovuto essere già morto, vittima di un'aggressione in strada. Da questa impossibilità nasce la ricerca della verità, la lotta per essere creduta nonostante la sua affermazione risulti incredibile, e l'appiglio alla speranza che, da qualche parte, il marito sia ancora vivo e felice in una vita migliore di quella che ha conosciuto in questo universo. Il romanzo, in effetti, non spiega niente: non vengono proposte teorie del multiverso, non viene infine rivelato cosa è successo o se si tratta in effetti di un'autosuggestione della protagonista. Ma è forse proprio in questo dubbio, nel tentativo di trovare conforto dopo una perdita così terribile, che si trova il senso della storia. Un libro facile (ed economico) da leggere anche per chi approccia la fantascienza con diffidenza. Voto: 8/10
God Bless You, Mr. Rosewater è uno dei tanti libri di Kurt Vonnegut che mi sparo ogni tanto, per la prima volta in lingua originale. Come in tutti i suo romanzi c'è una certa "circolarità", con personaggi già visti o citati in altri libri: lo stesso Rosewater, miliardario eccentrico, e Kilgore Trout, scrittore squattrinato di fantascienza; poi gli alieni di Tralfamadore, e qualche riferimento al bombardamento di Dresda. In questa storia, però, manca secondo me quella componente "fantastica" che funge da premessa di molte altre sue opere, e in questo senso perde quindi parte del suo fascino. La storia di Rosewater, a cui un manipolo di avvocati vuole togliere il patrimonio dimostrando la sua infermità mentale, è più una parabola sulla ricchezza/povertà, sul capitalismo e la ricerca della felicità, tutto calato in termini prettamente americanizzanti. Certo la lettura è piacevole e leggera nei toni, se non nei temi, come accade sempre con Vonnegut, ma non all'altezza di altri romanzi. Voto: 6.5/10
Sì, l'ho letto davvero. Baci, amore e One Direction. Ma non l'ho comprato, sia chiaro. L'ho preso in prestito da mia nipote, per una sorta di curiosità sociologica. Il libro contiene tra racconti di tre ragazze di cui adesso mi sfugge il nome, che rappresentano in pratica fanfiction nei confronti della band inglese fenomeno del momento. Ma non voglio parlarne qui, perché più in là dedicherò un post apposito a questo tema e questo libro, quindi non voglio sprecare le argomentazioni. Non attrribuisco nemmeno un voto, perché non credo che sia un libro valutabile secondo i miei standard.
Infine un Grand Master della fantascienza: Poul Anderson, di cui non leggevo niente da parecchio tempo. In Crociata Spaziale, l'autore mette insieme una storia sorprendente e originale: un villaggio dell'inghilterra feudale assiste all'atterraggio di un'astronave aliena, e, già che era in preparazione per una crociata, ne prende possesso e si lancia in una crociata verso l'impero alieno che li ha attaccati. La formula è molto convincente, e nonostante l'incredulità iniziale l'autore è bravissimo a dimostrare in che modo con cavalli, spade e frecce si possa sconfiggere un nemico che combatte con raggi mortali e campi di forza. L'intera storia, narrata da un frate incaricato di stilare la cronaca della crociata, è pervasa di una sottile ironia, in particolare nel confrontare la visione del mondo dogmatica con le evidenze empiriche dell'era spaziale, ma queste contraddizioni non fermano i crociati, che se la cavano bene tanto in guerra quanto nella diplomazia, e cedono solo quando si presentano conflitti interni. A completare il volume un buon racconto di Sergio Donato, per cui il libro nel complesso risulta più che gradevole. Voto: 8/10
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