Qui abbiamo passato la boa di ottobre e ancora non s'è visto il rapporto letture del mese scorso? Bisogna provvedere subito! Tanto più che a differenza di altre occasioni la lista conta di appena quattro libri da riferire.
Dopo aver terminato l'ottimo Nation di Terry Pratchett, devo aver pensato che il fantasy che mi ero scansato avrei dovuto cercarlo da qualche altra parte. Scalando gli scaffali tuttavia di fantasy ne ho trovato ben poco, e mi sono dovuto accontentare de I draghi del ferro e del fuoco, titolo (vagamente e forse non casualmente affine alle Cronache del ghiaccio e del fuoco) sotto il quale Urania ha riunito due Michael Swanwick: La figlia del drago di ferro e I draghi di Babele. Le due storie si svolgono nello stesso mondo, un'insolita ambientazione "fantasy moderno": ci sono creature fantastiche, incantesimi e tutti gli elementi tipici del genere, ma non si trovano nel classico contesto simil-medievale. Quella di Swanwick è la declinazione fantasy dell'epoca contemporanea, con metropoli e università, automobili e cellulari, mode ed élite culturali. La struttura stessa delle storie è simile: due ragazzi umani che entrano in contatto con un drago (che sono macchine da guerra biomeccanice semisenzienti che necessitano comunque di un pilota), e grazie o per colpa di questo iniziano una scalata verso la vetta della società, fino a un confronto finale coi loro nemici. I romanzi sono appassionanti, ma forse un po' prolissi, e le situazioni presentate a volte sembrano fini a se stesse. L'ambientazione stuzzicante riesce comunque a compensare, e alla fine la lettura risulta soddisfacente. Probabilmente si tratta del miglior compromesso tra fantasy e mainstream. Voto: 7/10
Per uno che si proclama come grande appassionato di fantascienza, ho aspettato anche troppo per iniziare a leggere Robot, la rivista italiana dedicata alla sf diretta da Vittorio Curtoni, almeno fino alla sua recente scomparsa. Mi sono abbonato a partire da questo numero 63, e la prima esperienza non è stata deludente. Tralasciando gli articoli che pure sono interessanti (soprattutto quello sui videgame Lego!), i racconti del volume sono di qualità media, senza grandi capolavori ma comunque buoni. Tra gli autori stranieri, c'è il vincitore del Nebula Il leviatano che tu hai creato, che sfrutta il tema dei rapporti con una specie aliena che vive negli spazi interstellari per porre dilemmi religiosi, mentre quello di Stanley G. Weinbaum è una vecchia space opera con un buon ritmo. I racconti italiani indulgono un po' troppo nell'ucronia, senza però riuscire a disegnare mondi alternativi eccezionalmente affascinanti, tuttavia le storie rimangono leggibili e interessanti. Voto: 7/10
Se aveste una macchina del tempo che può viaggiare solo nel passato (invece che convenientemente solo nel futuro), dove andreste? Sono sicuro che una delle mete più frequentate dei cronoturisti sarebbe la crocefissione di Gesù, ammesso che sia mai avvenuta, intorno al 28 AD (d'altra parte anche Stewie Griffin ci è stato). Anche il protagonista di questo libro di Michael Moorcock ha fatto questa scelta, e il suo percorso di avvicinamento al personagio di Gesù lo porterà, in pratica, a sostituirsi a lui (non è un spoiler, mi pare piuttosto evidente già dalla copertina di Franco Brambilla). L'odioso protagonista di I.N.R.I., un aspirante psichiatra con evidenti e irritanti turbe psichiche, si inserisce nella storia e fa quello che sa deve essere fatto, anche se non sa perché dovrebbe farlo lui, se non per un certo desiderio represso di punizione e martirio. In questa storia il viaggio nel tempo è solo un pretesto, infatti non viene specificato come è reso possibile. Il confronto e la sostituzione del messia da parte di un personaggio tanto disturbato dovrebbe probabilmente fornire un messaggio, che a me non è arrivato. La storia è più interessante nelle prime fasi, ma quando diventa chiaro che il protagonista è a tutti gli effetti il verso Gesù, le cose si fanno prevedibili. Voto: 6/10
In Agenti della Noosfera, l'autore Christopher Evans mette in campo diversi elementi interessanti: la stessa "noosfera", una specie di realtà virtuale in cui vengono scaricate le personalità dopo la morte, un sistema solare colonizzato grazie a una tecnologia biologica simile a quella degli Yilanè, e una costruzione della trama che mette in relazione personaggi apparentemente slegati tra loro. La storia segue all'inizio un misterioso "grembo" che contiene un feto di natura sconosciuta, che passa di mano ai diversi personaggi principali, e si capisce essere il nucleo centrale della vicenda. Verso metà libro però si inizia a intuire quale sarà la rivelazione finale, per cui le cose si fanno più prevedibili. In ogni caso questo è un libro in cui si assapora una deliziosa atmosfera fantascientifica, con un'ambientazione esotica ma convincente, e gli stessi concetti di base del romanzo che venogno messi in discussione. Voto: 7.5/10
Per uno che si proclama come grande appassionato di fantascienza, ho aspettato anche troppo per iniziare a leggere Robot, la rivista italiana dedicata alla sf diretta da Vittorio Curtoni, almeno fino alla sua recente scomparsa. Mi sono abbonato a partire da questo numero 63, e la prima esperienza non è stata deludente. Tralasciando gli articoli che pure sono interessanti (soprattutto quello sui videgame Lego!), i racconti del volume sono di qualità media, senza grandi capolavori ma comunque buoni. Tra gli autori stranieri, c'è il vincitore del Nebula Il leviatano che tu hai creato, che sfrutta il tema dei rapporti con una specie aliena che vive negli spazi interstellari per porre dilemmi religiosi, mentre quello di Stanley G. Weinbaum è una vecchia space opera con un buon ritmo. I racconti italiani indulgono un po' troppo nell'ucronia, senza però riuscire a disegnare mondi alternativi eccezionalmente affascinanti, tuttavia le storie rimangono leggibili e interessanti. Voto: 7/10
Se aveste una macchina del tempo che può viaggiare solo nel passato (invece che convenientemente solo nel futuro), dove andreste? Sono sicuro che una delle mete più frequentate dei cronoturisti sarebbe la crocefissione di Gesù, ammesso che sia mai avvenuta, intorno al 28 AD (d'altra parte anche Stewie Griffin ci è stato). Anche il protagonista di questo libro di Michael Moorcock ha fatto questa scelta, e il suo percorso di avvicinamento al personagio di Gesù lo porterà, in pratica, a sostituirsi a lui (non è un spoiler, mi pare piuttosto evidente già dalla copertina di Franco Brambilla). L'odioso protagonista di I.N.R.I., un aspirante psichiatra con evidenti e irritanti turbe psichiche, si inserisce nella storia e fa quello che sa deve essere fatto, anche se non sa perché dovrebbe farlo lui, se non per un certo desiderio represso di punizione e martirio. In questa storia il viaggio nel tempo è solo un pretesto, infatti non viene specificato come è reso possibile. Il confronto e la sostituzione del messia da parte di un personaggio tanto disturbato dovrebbe probabilmente fornire un messaggio, che a me non è arrivato. La storia è più interessante nelle prime fasi, ma quando diventa chiaro che il protagonista è a tutti gli effetti il verso Gesù, le cose si fanno prevedibili. Voto: 6/10
In Agenti della Noosfera, l'autore Christopher Evans mette in campo diversi elementi interessanti: la stessa "noosfera", una specie di realtà virtuale in cui vengono scaricate le personalità dopo la morte, un sistema solare colonizzato grazie a una tecnologia biologica simile a quella degli Yilanè, e una costruzione della trama che mette in relazione personaggi apparentemente slegati tra loro. La storia segue all'inizio un misterioso "grembo" che contiene un feto di natura sconosciuta, che passa di mano ai diversi personaggi principali, e si capisce essere il nucleo centrale della vicenda. Verso metà libro però si inizia a intuire quale sarà la rivelazione finale, per cui le cose si fanno più prevedibili. In ogni caso questo è un libro in cui si assapora una deliziosa atmosfera fantascientifica, con un'ambientazione esotica ma convincente, e gli stessi concetti di base del romanzo che venogno messi in discussione. Voto: 7.5/10
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