Un episodio che inizia con Leela all'interno dell'orfanotrofio in cui lei stessa è cresciuta si preannuncia già come dedicato alla vena filantropica della monocola. La dedizione di Leela a certe "nobili cause" come ad esempio quelle ecologiche (vedi The Birdbot of Ice-Catraz e Into the Wild Green Yonder) è uno dei caratteri della sua personalità che emerge spesso, in contrasto alla solida determinazione di capitano. In questo caso, dopo un tentativo fallito di intrattenere gli orfani con una storia inventata, Leela prende a cuore la questione, e torna con una nuova storia popolata da un gruppo di buffe creautrine zuccherose che vivono in un'idilliaco mondo chiamato Rumbledy-Hump. L'indice di gradimento dei bambini viene notato da un agente televisivo, e a Leela viene proposto un contratto per mettere in onda il suo show. Il successo è immediato e Rumbledy-Hump ottiene diversi riconoscimenti, fruttando a Leela un discreto capitale, ma soprattutto l'adorazione dei suoi compagni orfani, a cui lei tiene maggiormente. Solo in seguito si scopre che non è stata del tutto onesta, e che per accontentare i bambini ha compiuto un inganno forse peggiore.
Gli Humplings, ovvero i personaggi di Rumbledy-Hump, sono esserini ingenui e bonari, che non perdono nessuna occasione per mettere in forma di canzone i loro insegnamenti sul mangiare verdura, non leccare il brodo dal pavimento, le novantotto parole da non dire, e così via. Sono quindi una chiara riproposizione di quei gommosi personaggi degli show per bambini, Teletubbies in testa. Sono ripetitivi e irritanti, sdolcinati e didascalici, e qualsiasi spettatore adulto non può desiderare altro che vederli spiaccicati sotto un hovertir. Ma la loro presenza nell'episodio non è insopportabile, e serve solo a mettere in piedi il successo di Leela. Oltre a lei, che già dal titolo si capisce essere la protagonista, gli altri membri dell'equipaggio hanno un ruolo marginale, limitandosi a interpretare gli Humplings indossando i costumi e recitando gli script consegnati da Leela. Solo Bender ha un ruolo più attivo, e con la sua solita avidità mette in piedi le premesse per la rivelazione finale. Per cui, si può dire che questo sia un episodio totalmente Leela-centrico, e forse per questo non è dei più convincenti. Focalizzandosi sul suo idealismo e sui buoni sentimenti che ha intenzione di ispirare, lo svolgimento rimane un po' fiacco, anche se la conclusione, in cui tutte le intenzioni iniziali sono rovesciate dagli stessi innocenti che Leela credeva di tutelare, è comunque efficace.
Come anche Attack of the Killer App, questo episodio è uno di quelli in cui un aspetto della cultura popolare moderna viene traslato un millennio nel futuro, mostrando in chiave parodistica come la natura umana sia in sostanza la stessa (niente significati esistenziali: mi riferisco alle pulsioni più basse, come può esserlo il semplice bisogno di divetimento). Insomma, se il pubblico di oggi è lo stesso che ci sarà nel 3000 e rotti, è scontato che verranno fuori show come Popular Slut Club e Spongebot Squarebolts. La critica all'industria dell'intrattenimento è appena accennata ma percepibile, e gli autori non si sono lasciati scappare la possibilità di citare di nuovo come "i programmi migliori vengono sempre cancellati... anche due o tre volte". In definitiva, Yo Leela Leela non è un episodio forte, la trama e il livello di gag non sono ai massimi, ma non si può nemmeno dire che sia mal riuscito. È probabile che lo stesso team di Futurama non si aspettasse niente di più, da questa puntata. Voto: 6/10
Nessun commento:
Posta un commento