Mancano poche ore alla prossima Coppi Night e ancora devo scrivere il resoconto di quella passata! Ma in settimana non sono riuscito a tovare il momento giusto perché, come il film in questione mi ha insegnato, "se ti fermi sei morto".
Non sono un particolare estimatore del genere "sparatutto". Solitamente questo tipo di film è prevedibile, con un eroe che da solo si oppone ai nemici, spesso dei traditori, che quasi sempre tengono in ostaggio qualche suo familiare (le preferite sono le figlie adolescenti, di cui non va salvata solo la vita ma anche l'illibatezza). Per essere interessante, un film del genere deve puntare su un solo aspetto: la spacconeria. Lo spettatore sa già come la storia si evolverà, per cui per renderlo partecipe bisogna di stupirlo con un crescendo di situazioni improbablili, al limite delle possibilità umane o fisiche. Per questo, dalla ruspa che Arnodl Schwarzenegger si procurava in Commando per fare irruzone in un'armeria, siamo arrivati alla sparatoria durante l'amplesso in cui si esibisce Clive Owen in Shoot 'em up.
Da questo punto di vista, Crank è un film sorprendente. Perché è un film originale. La trama di fondo in effetti è sempre quella, ma c'è un elemento in più: una limitazione cui l'(anti)eroe è sottoposto, che cambia le regole del normale sparatutto. Jason Statham deve necessariamente correre, perché in senso letterale il suo personaggio o corre o muore. Mantenere l'adrenalina in circolo, oltre che una componente determinante della trama, è anche una buona metafora per esprimere l'intenzione di azione continua, che viene poi rispettata. Si assiste in effetti alle ultime, concitatissime ore di un assassino il cui unico scopo, ora che è già condannato a morte, è vendicarsi. Il film accompagna alla perfezione, con il ritmo, la musica e le immagini psichedeliche, il protagonista nella sua corsa finale. Queste particolarità, insieme a un assortimento di personaggi gustosamente stereotipati, e una buona dose di umorismo, fanno di Crank uno dei pochi sparatutto che riesce a intrattenere al di là del conteggio dei morti/minuto.
Tutto questo senza considerare le interessanti lezioni di chimica organica dispensate nel corso del film, grazie alle quali adesso tutti (ma proprio tutti) sanno che lo spray nasale è un ottimo surrogato delle anfetamine.
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