Dopo qualche settimana di assenza da questi schermi, si ritorna ad un film horror, stavolta una declinazione vagamente originale dell'apocalisse zombie. Open Grave si apre come una storia di mistero, in cui un gruppo di sconosciuti (in quanto smemorati) si trova a convivere in una piccola cabin in the woods, circondati da qualche genere di cadaveri deambulanti. Dai pochi indizi sparsi nel corso del film si capisce presto che l'epidemia che si sta diffondendo tra gli uomini, che li trasforma appunto in quella sorta di zombie, è la ragione per cui si sono volontariamente rinchiusi in quell'ambiente ristretto e isolato, ma quale fosse il vero obiettivo della loro permanenza, e perché no ricordino nulla, è più complicato da spiegare.
Inizialmente devo dire che il film mi ha intrigato: la scena iniziale in cui Sharlto Copley si sveglia nella tomba a cielo aperto (roll credits!) e deve guadagnarsi la sua strada fuori dal mucchio di cadaveri è un incipit gustoso. Ma ben presto subentra un senso di frustrazione, perché il film sembra concentrarsi innanzitutto sulle dinamiche all'interno del gruppo: la reciproca diffidenza, la lotta per la leadership, le presunte relazioni sentimentali, eccetera. Tutte cose di cui, francamente, ci si stanca presto, quando è evidente che il vero problema sono dei cazzo di zombie che ti stanno attaccando! Insomma sembra di guardare un extendend version di The Walking Dead, con i protagonisti che vagano da una parte e dall'altra, si scontrano senza ragione, chiacchierano tanto e concludono poco. Le spiegazioni poi arrivano, ok, ma in modo così tardivo, frammentato e grossolano, che a quel punto la noia ha preso il sopravvento e non interessa più sapere cosa come e perché. Voglio dire, quando per riallacciare tutta la storia devi affidarti alla voce narrante finale, significa che hai sbagliato qualcosa nel modo di trasmettere le informazioni allo spettatore, no?
Peccato perché l'idea mi sembrava interessante, e credo che una storia scritta basata su questa trama sarebbe molto più efficace della sua versione filmica. Da apprezzare il tentativo di basare un horror su un nucleo narrativo concreto piuttosto che sui jumpscare, ma il risultato finale è traballante.
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