Jeremy Scott - The Ables

Da quest parti si parla poco di supereroi. O meglio, sono più o meno costretto a parlarne quando vedo un film di questo filone in una serata del Coppi Club, ma avrete notato che il tono è sempre poco entusiasta. Mi sono quindi avvicinato con un certo scetticismo a The Ables, opera prima di Jeremy Scott, che proprio di supereroi tratta.

Spettampò, ma se non mi interessano i supereroi, e questo qui è il primo libro che scrive, come l'ho trovato? Ecco un po' di background: Jeremy Scott è uno dei due ideatori del canale youtube CinemaSins (come d'altra parte la copertina stessa ci ricorda), il cui prodotto di punta sono i video della serie Everything Wrong With, dove un film viene percorso scena per scena e tutte le incongruenze, incoerenze, errori e cliché sono evidenziati e conteggiati. Si tratta di un gioco, certo, ma dopo averne visti qualche decina ci si accorge come tutti i film di un certo tipo ricadono negli stessi peccati, e la cosa si fa interessante, a maggior ragione per qualcuno che ha la pretesa di narrare storie in modo efficace.

Qualche mese fa Jeremy ha annunciato che avrebbe pubblicato un libro, ovviamente forte di un pubblico già disposto a leggerlo: quattromilioni-quasicinque di iscritti al canale sono un buon bacino in cui pescare lettori. E ci sono cascato anch'io nella rete, con la curiosità di scoprire cosa Jeremy potesse riuscire a dire, lui che fa le pulci a tutti quanti, vediamo come se la cava, allora, dai! No, in realtà non credo che questo sia l'atteggiamento giusto per approcciarsi a un libro, e in questo caso in effetti è stato un altro il motivo a spingermi all'acquisto: l'idea di base della storia.

Come ho detto, The Ables è una storia sui supereroi, quindi per me non avrebbe pressoché nessuna attrattiva. Ma questo romanzo affronta il tema da un punto di vista inusuale: i protagonisti sono infatti supereroi disabili. Cosa te ne fai della telecinesi se sei cieco e non puoi vedere gli oggetti da muovere col pensiero? Come sfrutti il tuo superudito se sei sordomuto? A che serve poter diventare un gigante se la tua asma cronica ti impedisce di fare qualunque sforzo? Sono queste le situazioni dalle quali partono i giovani protagonisti della storia, un gruppo di ragazzini appena entrati al loro primo anno di super-scuola... di cui frequentano la classe speciale per disabili.

Volendo inquadrare il libro, siamo dalle parti del young adult, ma senza la componente sentimentale, con personaggi principali che hanno un'età compresa tra i dodici e i diciassette anni, il trasloco della famiglia, la nuova scuola, i nuovi compagni e così via. Nell'universo narrativo di The Ables i supereroi vivono in una sorta di cerchia ristretta di cui gli umani "normali" non sono a conoscenza, si concentrano in poche piccole città in cui possono vivere liberamente senza mascherare la propria identità, e fanno di lavoro i custodi. Questo è il termine con cui sono definiti quelli di loro impegnati nella protezione dell'umanità, anche se questa ne ignora l'esistenza (grazie alla presenza di superpoteri in grado di alterare la memoria degli spettatori di eventi supereroistici). Il narratore in prima persona della storia è Philip, il telecinetico cieco di cui sopra. Dopo aver scoperto di avere dei superpoteri (che emergono nell'adolescenza, e prima sono tenuti segreti anche dai genitori), Phil e il suo gruppo di amici cercheranno in qualche modo di dimostrare che anche loro, nonostante le evidenti limitazioni, possono essere degli eroi.

Detta così può sembrare stucchevole. Si può subito pensare al romanzo furbetto che prende un "tema sociale" forte e quindi deve essere per forza apprezzato, come quando fanno i Film Profondi Sull'Olocausto. No, Jeremy Scott è bravo a non cadere in questo circolo vizioso di autocompiacimento e mantiene i piedi per terra con la sua storia, schierando personaggi ben consci tanto dei loro limiti che delle loro potenzialità, e che non una volta approfittano della loro condizione. Anzi, con un pragmatismo tipico di un ragazzino alle prime scariche di ormoni, cercano il modo di aggirare i loro handicap: Phil riesce in effetti a trovare il modo di vedere, anche se in modo approssimativo, e allo stesso modo la squadra di giovani eroi cerca di compensare ognuno le mancanze dell'altro. Premesso tutto questo, ci troviamo comunque di fronte a un'avventura, con un supercattivo che si manifesta molto presto e sembra particolarmente ossessionato proprio da Philip e i suoi amici, e che ha intenzione di sovvertire l'intero mondo dei custodi.

Ho detto che non aveva senso affrontare il libro pensando ai peccati che si potevano rilevare, mettendosi per una volta dall'altra parte dello schermo rispetto a Jeremy. Tuttavia è automatico trovarsi a pensare se l'autore sia riuscito a evitare tutti quei cliché di cui accusa continuamente i film che gli passano sottomano. La risposta è: sì e no. Di cliché ce ne sono a decine: il bullo, il fratellino rompicoglioni, il preside stronzo, la profezia, e più di un deus ex machina. A ben guardare però si tratta di cliché usati nel modo giusto, di meccanismi narrativi forse scontati ma universali ed efficaci, quindi per la maggior parte non irritanti. Neanche i colpi di scena che si succedono (nello scontro finale ce ne sono quattro o cinque di seguito) sono tutti imprevedibili, ma hanno quel giusto livello prevedibilità che serve a far sentire soddisfatto il lettore attento. Forse si può dire che la scrittura non sia così eccellente, si sente l'assenza uno stile narrativo definito, e sembra in effetti che si sia cercato soprattutto di tradurre in parola scritta una storia concepita a livello visivo, come un film. Infine c'è da rilevare che ci sono un paio di fili narrativi che sono evocati a un certo punto ma poi non sono più ripresi, lasciando il dubbio sulla loro funzione.

Alla fine dei conti quindi The Ables non è certamente un libro che brilla per originalità assoluto, ma è costruito con criterio e riesce ad appassionare ed intrattenere. Naturalmente l'universo narrativo si presta ad ulteriori approfondimenti, e ci sono sicuramente aspetti interessanti sia nel seguito della storia raccontata (l'ultimo capitolo sembra già piantare i semi per qualche novità gustosa) che nel passato, visto che ci sono già numerosi elementi per una vera e propria "mitologia" dietro a quanto succede nel romanzo. Insomma, è probabile che ne vedremo ancora di questi superhandicappati, e se solo Jeremy riesce ad affinare la sua scrittura, potrebbe essere una buona serie da seguire.

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