Come ho già spiegato nel post in cui vi davo qualche dritta per i libri da leggere durante l'estate, le vacanze per me sono paradossalmente il momento dell'anno in cui leggo meno. Infatti in tutto agosto sono riuscito a leggere soltanto due libri, entrambi di autori italiani. Vediamo di cosa si tratta.
Ho tirato fuori dagli scaffali il libro di un autore e curatore che è stato un personaggio di spicco della fantascienza italiana, Vittorio Curtoni. Il volume edito su Urania Collezione con il titolo Dove stiamo volando riunisce il romanzo omonimo e alcuni racconti scritti in anni diversi. Il romanzo che dà il titolo alla raccolta è una storia post-apocalittica con protagonista un mutante dal sesso indefinito, che deve compiere un lungo viaggio per raggiungre il ghetto in cui gli altri mutanti come lui possono vivere liberi. La trama è abbastanza semplice, e la scrittura si concentra molto su alcuni "sperimentalismi" che ho trovato a tratti pretenziosi. Comunque superata la lenta parte iniziale del viaggio, la storia si fa abbastanza intensa, con momenti di tensione notevoli. È chiaramente un libro che si svolge più "all'interno" del protagonista che negli eventi che si succedono, e in questo senso funziona. La lettura trasmette un forte senso di fragilità e perdita, e il ruolo metafornico del mutante all'interno dei resti della società "normale" è evidente. In alcuni casi però sembra che questa "profondità" venga forzata, che il dolore e le riflessioni del protagonista vengano acuiti in modo innaturale, perdendosi in lunghi monologhi interiori. Impressione simile deriva da molti dei racconti successivi, che si muovono quasi sempre su uno stile simile. Nei racconti c'è anche un certo surrealismo, o almeno il giocare con la decostruzione della realtà (soprattutto in Sindrome lunare) che riesce ad alleggerire i toni e risulta quindi piacevole. Ammetto di aver saltato la lunga autobiografia finale, perché la storia della fantascienza italiana l'ho già letta diverse volte (le fanzine, le fazioni politiche, ecc) quindi non avevo voglia di rileggerla. Nel complesso assegno al libro un voto 6/10, però è una sufficienza un po' striminzita e derivante da voti altalenanti nei vari racconti.
Secondo libro letto è invece di un autore autopubblicato, Lucia Patrizi, che scrive principalmente di cinema horror sul blog "Il giorno degli zombi". Anche questa è una storia postapocalittica, ma la fine del mondo che vediamo qui è decisamente lontana dai grandi classici: una sorta di crollo dimensionale che provoca fratture su tutto il pianeta e fuoriuscite di "altri mondi" nel nostro, il che comporta l'invasione di esseri e forze sconosciuti e per lo più letali all'umanità. La storia si svolge in una villa abbandonata su una scogliera (apparentemente sul mediterraneo, ma non c'è modo di saperlo), dove le due protagoniste Alice e River condividono una vita arrangiata per cercare di sopravvivere in un ambiente che ormai non fa più niente per favorire gli esseri umani. Entrambe hanno dei segreti che cercano di nascondere all'altra, per paura di perdere quel fragile equilibrio che stanno cercando di costruire, ma presto risulta evidente che un equilibrio in questo nuovo mondo non è possibile. La storia segue prima l'una e poi l'altra, alternando la narrazione presente a flashback risalenti alla crisi della realtà, iniziata un anno prima ed espansa gradualmente su tutto il pianeta. La cosa interessante è che il contesto apocalittico non è in realtà il nucleo della vicenda: non è una storia survivalista o il tentativo di far ripartire la civiltà dopo la catastrofe. Le due protagoniste lo sanno, capiscono che i paradigmi non sono più gli stessi di prima, e che l'unico modo per poter sopravvivere è cambiare, in molti sensi e direzioni. Devo dire che la prima parte del romanzo, per quanto ben scritta, stava quasi arrivando ad annoiarmi, perché non capivo dove si andasse a finire, ma quando nella seconda parte il focus passa da Alice a River si riesce finalmente a intravedere qualcosa di più. Lucia Patrizi conosce bene i meccanismi dell'horror e riesce a suscitare forti reazioni senza ricorrere allo splatter più banale, ma con una buon dosaggio di azione, sangue, mistero e sentimento. L'unico appunto che mi sento di fare è che il rapporto tra le due protagoniste mi è
sembrato non del tutto naturale, il loro legame forse troppo forte per quanto riesce a vedere nel corso della narrazione. Il posto delle onde è comunque un romanzo di buon livello, ben curato, un ulteriore conferma (ogni tanto riesco a trovarne) che nel self publishing si può trovare materiale molto valido. Voto: 7.5/10
Di Lucia Patrizi ho letto My Little Mooray Eel e mi era piaciuto parecchio.
RispondiEliminaIl posto delle onde ce l'ho in coda, prima o poi…