Inauguro oggi la nuova rubrica, con l'obiettivo di rinfoltire il filone musicale del blog, che è stato finora un po' trascurato. La cosa non dovrebbe dispiacervi più di tanto, visto che l'ambito musicale di cui mi occupo probabilmente non vi interessa minimamente, ma io ci tengo a dare una visione d'insieme di quello che macino, per cui ho pensato a questa sottorubrica, analoga a quella dei rapporti letture per l'ambito letterario.
Gli acquisti risalgono a ieri pomeriggio, quando sono riuscito a trovare l'occasione per passare dal fido Disco Mastelloni e fargli assaggiare il bancomat nuovo. Devo ammettere, nessun grande capolavoro stavolta, ma qualche disco di ascolto piuttosto facile, oltre a una piccola chicca.
Quando parlo di "ascolto facile" il riferimento a Ocean Eyes di Owl City è tutt'altro che casuale. In questo album del 2009 si trova un tipo di synthpop talmente cheesy che si potrebbe usare per una festa di compleanno di bambini di nove anni. Canzoncine sempliciotte, con qualche azzardato suono elettronico, ma niente che l'orecchio dell'ascoltatore medio non sia disposto a classificare come "rumore". Per quale ragione mi piaccia una cosa del genere non mi è chiaro, e un po' me ne vergogno anche. Ma se avete sentito qualche tempo fa Fireflies in radio dovete ammettere che è graziosa. Certo, poi leggere la dedica all'interno "all praise and glory to Jesus Christ, whom i owe everything" mi ha un po' stranito. Ma d'altra parte anche Johannes Heil ha dedicato un album a "the greates architect of the universe, G.", per cui facciamo finta che questa gente sia sana di mente e passiamo oltre.
Gesù probabilmente non sarebbe fiero dei Thievery Corporation, un duo dedito al remixaggio in chiave elettronica di pezzi di genere vario: per loro stessa ammissione, dei ladri. Ma ladri con stile, e anche in Babylon Rewound, un album di remix del precedente The Richest Man in Babylon questo si sente. Un genere insolito, fusione tra house e raggae, che non sono nemmeno sicuro che si scriva così, e che se può sembrare una boiata in fondo ha un suo perché, dato che le ritmiche si prestano bene a essere rese in forma unzunzata, pur senza esagerare col tamarro. Ideale per far muovere le fighette, a cui di solito il raggae scatena qualche reazione istintiva che le porta a tirare su un braccio e oscillarlo mollemente a tempo.
Mai sentito parlare prima dell'etichetta Baroque, e tantomeno di Slok, ma questa compilation Exploring Italy l'avevo già adocchiata un paio di volte nell'esposizione di Mastelloni e alla fine ho dovuto cedere. Slok si è curato di raccogliere una decina di autori del panorama house italiano e mixarli in una compilation che, a mia stessa sorpresa, si rivela davvero valida. Data la situazione della "club culture" italiana credevo che avrei trovato molta più monotonia, mentre invece le sonorità sono varie e raggiungono buoni livelli, dandomi inoltre lo spunto per qualche altro nome da seguire in futuro. Graditissimo anche, oltre al cd mixato, quello con le versioni complete, molto dj-friendly.
E siamo arrivati alla "chicca" di cui parlavo. Nemmeno della Nang sapevo nulla, fino a quando mi è stato fatto sentire questo cd. Potete immaginare la mia anima di nerd salire in paradiso quando mi sono reso conto che le tracce erano tutte interpretazioni di famose sigle o colonne sonore di film, telefilm e show di fantascienza! Classiconi come Visitors, Fuga da New York, Spazio 1999. In From the Stars gli artisti dell'etichetta (e non solo) hanno preso i temi più classici e li hanno remixati in modo gustoso, mantenendo le caratteristiche sonorità vintage ma dando loro maggior corpo. Non è facile descrivere questo tipo di mix, ma se volete farvi un'idea provate a sentire questo, poi moltiplicatelo per 12, che sono le tracce della raccolta. Vi ho convinti, ora?
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