Uno di quei film in cui Bruce Willis si sveglia una mattina e decide che deve sparare a qualcuno. Da presupposti del genere può venire fuori di tutto, ma il rischio più temibile è quello di finire le prevedibile, e questo film ci casca in pieno.
Una storia che si basa essenzialmente su un eroe (che di solito è un antieroe, in quanto portatore di valori convenzionalmente negativi [è un alcolizzato, tratta male sua moglie, e in definitva è uno stronzo]) in lotta contro dei cattivi per ideali più o meno elevati, di per sé non ha una grande attrattiva. Come già facevo notare in un'altra occasione, l'unico modo perché oggigiorno un film del genere funzioni, è il gioco al rilancio nell'improbabilità delle situazioni e nella spettacolarità dei combattimenti. Qui purtroppo non si trova nessuna delle due, e il film rimane su un livello di mediocirà appena stemperato da qualche battuta azzeccata. Il climax del film si raggiunge quando una pallottola viene intercettata da un pallone da football. Dopodiché il cecchino fa la cosa più insensata che un professionista del suo calibro può pensare di fare, ovvero inizia a sparare a raffica su obiettivi casuali, rivelando la sua posizione.
Unire poi il complotto politico alle lobby che stanno dietro il football americano (o è rugby? ma poi che differenza c'è?) rende la storia ancora più avvilente. Questo senza considerare il dramma familiare che si risolve quando marito e moglie si fanno una grassa risata assistendo all'esplosione della casa di uno dei cattivi. Naturalmente nel frattempo gli avevano anche rapito la figlia, ma tutto sommato il sequestro è durato poco, buon per lei.
Insomma, alla fine il motto dei boy scout si rivela profetico, in quanto per tutta la drurata del film si è ben preparati a quanto sta per succedere. Sarebbe stato molto più avvincente vedere Bruce vestito coi pantaloncini verdi e le coccardine sul petto, aggirarsi per i boschi a sgozzare i capoclan che si opponevano all'abolizione delle scout-girl. Se esiste un film del genere, fatemelo sapere.
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