L'arco narrativo del Dodicesimo Dottore

Stanno uscendo in questi giorni i primi teaser e promo dell'undicesima stagione del NuWho, che vedrà il Dottore interpretato per la prima volta in più di cinquant'anni da una donna, ragione per cui molti associano il nuovo cacciavite sonico a un vibratore. Ma prima di buttarsi su questo soft reboot (nuovo Dottore, nuovi companion, nuovo Tardis, nuovo cacciavite, nuovo showrunner, nuovi autori, nuovo compositore...) potrebbe essere il caso di riguardare in prospettiva alle ultime stagioni, quelle del Dodicesimo Dottore di Peter Capaldi, e provare a capire cosa ha rappresentato nella storia della serie e del personaggio. È passato tempo a sufficienza dalla sua struggente rigenerazione da poter affrontare l'argomento senza lucciconi.

Disclaimer: Peter Capaldi è il mio Dottore preferito. E lo dico quando sono arrivato con pazienza a metà del periodo del Sesto Dottore di Colin Baker, e posso essere ragionevolmente sicuro che né il Settimo Sylvester McCoy né l'Ottavo Paul McGann potranno fare miracoli. Di conseguenza la mia analisi potrebbe essere in parte viziata da questa adorazione, ma prometto che cercherò di limitare le considerazion da fanboy.

Come abbiamo visto tempo fa, tutto il percorso dell'Undicesimo Dottore di Matt Smith è inscrivibile in un unico ampio arco narrativo, arrovellato su se stesso, presentato in ordine non cronologico e più volte retconizzato... ma comunque presente. Riesaminando invece il Dodicesimo Dottore, ci si accorge invece che una storia unitaria che abbraccia tutte le tre stagioni non esiste. Ci sono dei temi ricorrenti che sono risolti nel season finale (la Terra Promessa nella stagione otto, l'Ibrido nella stavione nove, la Cella con Missy nella stagione dieci), ma non c'è un unico plot che poi riannodi insieme tutti i fili. Quindi, di arco narrativo non si può parlare

A meno che non prendiamo in considerazione l'arco di trasformazione del Dottore stesso. Perché il Dodicesimo Dottore è forse quello più tormentato, più cupo ma anche più determinato, quello che si evolve maggiormente nel suo percorso. Proviamo a ripassare questo percorso.

Il Dodicesimo è il primo Dottore che sa cosa è successo a Gallifrey durante la Time War. In seguito agli eventi di The Day of the Doctor, Dodici "nasce" con la consapevolezza di aver salvato ma al tempo stesso perso per sempre il suo popolo. Non è un peso da poco, perché fin dall'inizio abbiamo seri dubbi sul fatto che questa incarnazione del Dottore sia "buono" nel senso classico. Tutti i Dottori hanno le loro ombre, ma quella di Dodici sembra più scura e meno timida delle altre. Tutta l'ottava stagione porta avanti questo tema, il tentativo del Dottore di capire se è davvero un buono: lo chiede a Clara, esplicitamente: "Am i a good man?" e lei non gli sa rispondere (forse ancora un po' turbata dalla trasformazione del piacione Undicesimo in questo vecchio zio scorbutico). Nel suo primo episodio, Capaldi potrebbe aver ucciso il suo nemico buttandolo nel vuoto (non ci è dato di saperlo, ma io propendo per questa ipotesi); nell'episodio successivo, un Dalek lo riconosce come suo simile per l'odio che porta dentro di sé; in seguito il Dottore dimostra più volte la sua scarsa considerazione per i piccoli umani che chiedono il suo aiuto, e arriva quasi a farsi ammazzare da Clara che sopporta la sua indifferenza. È solo nel finale della stagione che di fronte all'esercito di cyberman e al ritorno del Master nella sua versione femminile, arriva alla realizzazione di non essere né buono né cattivo, ma solo un qualunque idiota che commette errori.

Nella nona stagione ritroviamo il Dottore in crisi. Forse per la sua rottura con Clara (presto riparata per esigenze di produzione, ma probabilmente nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto uscire di scena dopo lo speciale di natale), il nuovo scontro con Missy e l'incontro con il giovane Davros, pare che si sia rassegnato al suo declino e stia solo aspettando la fine. Una sorta di crisi di mezza età con tanto di chitarra elettrica, capelli in disordine e occhiali da sole. Il suo cinismo inizialmente continua a esondare, ma quando si accorge a più riprese di come il suo intervento influenza la vita delle persone, raggiunge un altro momento di epifania. È allora che capisce anche la ragioen per cui porta il viso del pompeano che ha salvato tanto tempo prima, quando la sua faccia era quella di David Tennant: "I am the Doctor, and i save people". Questa sua determinazione a voler salvare l'insalvabile lo porterà al limite estremo, fino a tentare di impedire la morte (meritata) di Clara. Anche il ritrovamento di Gallifrey e il confronto con i Time Lord passerà in secondo piano rispetto a questo.

Questa nuova attitudine proseguirà anche nella decima stagione, e anzi la sua voglia di fare la cosa giusta si estende anche a Missy, che cercherà di redimere e che costituirà il suo metro di paragone per capire se le sue azioni hanno un peso. Il suo discorso finale ai due Master "Who i am is where i stand; where i stand is where i fall" è la sintesi della consapevolezza che raggiunto, l'idea finale che la sua persona è definita da ciò che decide di difendere, pur senza ricompensa, senza speranza, senza testimoni. E stavolta parla sul serio di morte, perché quando arriva il momento in cui il suo fisico non lo regge più e vorrebbe rigenerarsi, è lui a volerlo impedire. Non per paura di morire, non per vanità o perché pensa di poter ancora fare molto come all'epoca del Decimo, ma per non cambiare: per non dover riniziare da capo il percorso che lo ha portato a emergere da una profonda crisi e a capire di nuovo chi è. Questo Dottore vuole semplicemente morire, perché sente di aver raggiunto un punto di equilibrio con se stesso. Ha la forza di farlo ancora? Ovviamente sì, lo sappiamo, ma è una scelta molto sofferta, tanto che prima di andarsene ha l'accortezza di lasciare al suo successore alcuni preziosi consigli.

Tutto questo arco è a mio avviso ineguagliato da qualsiasi altro Dottore, e fa del Dodicesimo quello con la storia più interessante, perché è un percorso di crescita, di presa di coscienza, di cambiamento, che nessuno aveva dimostrato prima. Secondo un'altra interpretazione che ho letto tempo fa da qualche parte (probabilmente su qualche subreddit), ogni stagione del Dodicesimo Dottore mostra un personaggio che cerca di diventare come il Dottore: nell'ottava stagione è il Dottore stesso, dopo la rigenerazione; nella nona è Clara; nella decima Missy. Come chiave di lettura può funzionare, ma secondo me rimane comunque valido l'intero arco di trasformazione proposto prima.

Con ciò non voglio dire che il periodo del Dodicesimo Dottore sia perfetto. Anzi. Ci sono degli abissi davvero bui, con alcuni degli episodi più brutti della serie moderna (Sleep No More, In the Forest of the Night). L'ottava stagione soprattutto è stata influenzata da un cambio troppo brusco del protagonista: molte delle storie sembravano scritte per il Dottore sornione di Matt Smith, piuttosto che quello ruvido di Capaldi. E nonostante l'eccellente spirito di adattamento dell'attore, le stonature si notano. Inoltre anche le continue incertezze sulla presenza o meno di Jenna Coleman hanno portato a una volatilità del personaggio di Clara, che sembra cambiare negli atteggiamenti e intenzioni da una stagione all'altra.

È noto che in queste ultime tre stagioni gli ascolti di DW sono calati, non in modo drammatico ma comunque costante. Probabilmente la scelta di un Dottore anziano, incollocabile nelle fanfiction e nei sogni di ship dei fan (Tennant e Smith hanno giovato molto di questa loro piacevolezza estetica), ha allontanato una parte di pubblico giovane che fino a quel momento aveva seguito il Dottore. La scelta di Steven Moffat di prendere Capaldi in questo senso è stata audace, e ha permesso quanto meno di riportare in scena un Dottore maturo, refrattario al romanticismo di cui il personaggio si era ammantato fin dall'epoca di McGann. Mi permetto quindi di suggerire un percorso essenziale degli episodi dell'epoca di Capaldi da vedere per potersi mettere in pari prima dell'arrivo di Jodie Whittaker. Quelle che elenco sono le puntate essenziali per poter seguire questo percorso del Dodicesimo Dottore, scansando il materiale meno funzionale. Tra quelle elencate compare anche qualche puntata mediocre, ma che contiene elementi necessari per poter seguire lo sviluppo del personaggio.

Stagione 8: Deep Breath, Into the Dalek, Listen, The Caretaker, Kill the Moon, Dark Water/Death in Heaven

Stagione 9: praticamente tutta tranne Sleep No More, essendo interamente composta da episodi doppi tutti significativi

Stagione 10: The Pilot, Thin Ice, Oxygen, Extremis (tecnicamente questo è il primo di un tre-parti, ma le due successive si possono evitare), World Enough and Time/The Doctor Falls, Twice Upon a Time


Forse prima dell'inizio della nuova stagione dedicherò un post anche a una retrospettiva sull'intera era di Moffat a capo della serie, per cercare di capire se al netto delle critiche si possao considerare un periodo positivo o no. Ma non vorrei addentrarmi troppo nei territori del fandom rabbioso, per cui non prometto niente.

Nessun commento:

Posta un commento