Dopo un lungo digiuno da Doctor Who interrotto solo da un richiamino sotto Natale, si riparte finalmente con la stagione 10, che segnerà un punto di svolta nella serie in quanto è già noto che sarà l'ultima con l'attuale incarnazione del Dottore e sotto la guida di Steven Moffat, che ha condotto lo show per cinque stagioni e attraverso il cinquantesimo anniversario.
Probabilmente c'è un significato che va oltre lo schermo nel titolo di questo episodio, che è in un certo senso il pilot di una serie che prova a ripartire. Riparte perché abbiamo una nuova companion, quindi l'occasione di fornire un nuovo punto di vista sulla vicenda del Time Lord, e riparte perché con la stagione nove e gli speciali successivi si sono chiusi alcuni degli archi narrativi che avevano trattenuto il Dottore negli ultimi anni: la ricerca di Gallifrey, la relazione morbosa con Clara Oswald, l'ultima (lunga) notte con River Song. Quello che incontriamo all'inizio della stagione dieci è un Dottore dal basso profilo, che si è limitato negli ultimi decenni a fare il professore universitario. "Non faccio più queste cose" dice "ho promesse da mantenere." Sappiamo bene che qualcosa lo porterà fuori dal suo isolamento, e d'altra parte ci aveva già provato in passato a tornare nell'ombra (vedi la fine della stagione 6), ma è chiaro che non gli è possibile.
Conosciamo anche Bill, e appare fin da subito come qualcosa di fresco e leggero. Molti fan si erano lamentati che ultimamente tutti gli accompagnatori del Dottore fossero in qualche modo "le persone più speciali dell'universo", e l'apice di questa tendenza si è raggiunto proprio con Clara, che da personaggio ricorrente in tutta la storia del Dottore è diventata per lui così importante da dover essere dimenticata. Bill invece, almeno per quanto possiamo vedere, è una ragazza normale. Non si presenta come straordinariamente brillante o coraggiosa, è curiosa ma anche spaventata, si rendo conto di trovarsi di fronte a eventi più grandi di lei. È anche lesbica, come già si sapeva, tratto che in The Pilot assuma una sua importanza, ma lo fa con naturalezza, come dovrebbe sempre essere per l'orientamente sessuale di un personaggio (cosa che non si può dire ad esempio del rapporto omo-interspecifico tra la siluriana Vastra e la sua assistente, che fin troppe volte viene sottolineato). L'altro companion occasionale Nardole, per cui avevo espresso già parecchi dubbi in precedenza, non si è dimostrato irritante quanto avrei pensato, anzi ridotta la componente macchiettistica il suo ruolo di spalla del Dottore potrebbe avere un senso, soprattutto se come è plausibile Bill non avrà il tempo (e la predisposizione) per diventare una Vicedottoressa come è stato per molte companion recenti.
La storia di The Pilot è un monster of the week abbastanza blando, una minaccia non così terribile ma abbastanza misteriosa, che il Dottore stesso non riesce a comprendere del tutto. Non c'è un vero senso di minaccia e non è in ballo la salvezza dell'umanità, il che per un episodio che è tutto sommato una series premiere va più che bene. Per la verità ci sono un paio di elementi che sembrano provenire di peso da storie precedenti: l'astronave in cerca di pilota (The Lodger, stagione 5) e le creature grondanti acqua (The Waters of Mars, uno degli speciali dopo la stagione 4). Forse si sarebbero potute trovare soluzioni estetiche diverse per non richiamare troppo le puntate passate, ma la storia fa del suo meglio per distanziarsi da queste. E anzi, per quanto accennata, la storia della ragazza che si sente fuori posto, forse a causa di una piccola imperfezione che si porta dietro da sempre, riesce ad apparire credibile e attirare empatia. Il mostro che non è davvero cattivo ma solo incompreso è un cliché ricorrente, anche in DW stesso, e può funzionare o apparire patetico: stavolta funziona.
Un'altra cosa che si può notare sotto la superficie della storia sono i numerosi particolari riferiti al passato di Doctor Who, e in particolare alla serie classica degli anni 60-80. I vecchi cacciaviti sonici (in uso dal Terzo Dottore in poi), l'incursione nella guerra tra Dalek e Movellan (visti in Destiny of the Daleks, una storia del Quarto Dottore) e soprattutto la fotografia di Susan, la nipote del Dottore che ha iniziato a viaggiare con lui tanto tempo prima, proprio nei primi episodi della serie del 1963. È da tempo che si vocifera una comparsa di Susan, e forse quel momento è arrivato, considerando che finora nella serie moderna è stata giusto citata un paio di volte ma mai nemmeno mostrata. L'impressione anzi è che quest'ultima stagione di Peter Capaldi si ricongiunga in qualche modo a quelle di William Hartnell, vista anche la presenza del primo design dei cyberman, che sono i responsabili della rigenerazione del Primo Dottore.
È ancora presto per poter dire dove punterà questa decima stagione e qual possa essere l'arco narrativo che quasi sempre si snoda lungo i vari episodi, ma alcuni indizi si possono già raccogliere. Susan, la "promessa" del Dottore, l'imminente arrivo di ben due versioni del Master... vedremo cosa ne viene fuori. Rimane il fatto che The Pilot si è dimostrato un ottimo inizio di stagione, con una bassa posta ma un'efficace gestione dei nuovi personaggi e della componente emotiva. D'altra parte si viene da una stagione nove che nonostante un paio di scivoloni è stata di livello davvero alto. E speriamo di aver sentito davvero per l'ultima volta il tema di Clara. Voto: 7/10
Probabilmente c'è un significato che va oltre lo schermo nel titolo di questo episodio, che è in un certo senso il pilot di una serie che prova a ripartire. Riparte perché abbiamo una nuova companion, quindi l'occasione di fornire un nuovo punto di vista sulla vicenda del Time Lord, e riparte perché con la stagione nove e gli speciali successivi si sono chiusi alcuni degli archi narrativi che avevano trattenuto il Dottore negli ultimi anni: la ricerca di Gallifrey, la relazione morbosa con Clara Oswald, l'ultima (lunga) notte con River Song. Quello che incontriamo all'inizio della stagione dieci è un Dottore dal basso profilo, che si è limitato negli ultimi decenni a fare il professore universitario. "Non faccio più queste cose" dice "ho promesse da mantenere." Sappiamo bene che qualcosa lo porterà fuori dal suo isolamento, e d'altra parte ci aveva già provato in passato a tornare nell'ombra (vedi la fine della stagione 6), ma è chiaro che non gli è possibile.
Conosciamo anche Bill, e appare fin da subito come qualcosa di fresco e leggero. Molti fan si erano lamentati che ultimamente tutti gli accompagnatori del Dottore fossero in qualche modo "le persone più speciali dell'universo", e l'apice di questa tendenza si è raggiunto proprio con Clara, che da personaggio ricorrente in tutta la storia del Dottore è diventata per lui così importante da dover essere dimenticata. Bill invece, almeno per quanto possiamo vedere, è una ragazza normale. Non si presenta come straordinariamente brillante o coraggiosa, è curiosa ma anche spaventata, si rendo conto di trovarsi di fronte a eventi più grandi di lei. È anche lesbica, come già si sapeva, tratto che in The Pilot assuma una sua importanza, ma lo fa con naturalezza, come dovrebbe sempre essere per l'orientamente sessuale di un personaggio (cosa che non si può dire ad esempio del rapporto omo-interspecifico tra la siluriana Vastra e la sua assistente, che fin troppe volte viene sottolineato). L'altro companion occasionale Nardole, per cui avevo espresso già parecchi dubbi in precedenza, non si è dimostrato irritante quanto avrei pensato, anzi ridotta la componente macchiettistica il suo ruolo di spalla del Dottore potrebbe avere un senso, soprattutto se come è plausibile Bill non avrà il tempo (e la predisposizione) per diventare una Vicedottoressa come è stato per molte companion recenti.
La storia di The Pilot è un monster of the week abbastanza blando, una minaccia non così terribile ma abbastanza misteriosa, che il Dottore stesso non riesce a comprendere del tutto. Non c'è un vero senso di minaccia e non è in ballo la salvezza dell'umanità, il che per un episodio che è tutto sommato una series premiere va più che bene. Per la verità ci sono un paio di elementi che sembrano provenire di peso da storie precedenti: l'astronave in cerca di pilota (The Lodger, stagione 5) e le creature grondanti acqua (The Waters of Mars, uno degli speciali dopo la stagione 4). Forse si sarebbero potute trovare soluzioni estetiche diverse per non richiamare troppo le puntate passate, ma la storia fa del suo meglio per distanziarsi da queste. E anzi, per quanto accennata, la storia della ragazza che si sente fuori posto, forse a causa di una piccola imperfezione che si porta dietro da sempre, riesce ad apparire credibile e attirare empatia. Il mostro che non è davvero cattivo ma solo incompreso è un cliché ricorrente, anche in DW stesso, e può funzionare o apparire patetico: stavolta funziona.
Un'altra cosa che si può notare sotto la superficie della storia sono i numerosi particolari riferiti al passato di Doctor Who, e in particolare alla serie classica degli anni 60-80. I vecchi cacciaviti sonici (in uso dal Terzo Dottore in poi), l'incursione nella guerra tra Dalek e Movellan (visti in Destiny of the Daleks, una storia del Quarto Dottore) e soprattutto la fotografia di Susan, la nipote del Dottore che ha iniziato a viaggiare con lui tanto tempo prima, proprio nei primi episodi della serie del 1963. È da tempo che si vocifera una comparsa di Susan, e forse quel momento è arrivato, considerando che finora nella serie moderna è stata giusto citata un paio di volte ma mai nemmeno mostrata. L'impressione anzi è che quest'ultima stagione di Peter Capaldi si ricongiunga in qualche modo a quelle di William Hartnell, vista anche la presenza del primo design dei cyberman, che sono i responsabili della rigenerazione del Primo Dottore.
È ancora presto per poter dire dove punterà questa decima stagione e qual possa essere l'arco narrativo che quasi sempre si snoda lungo i vari episodi, ma alcuni indizi si possono già raccogliere. Susan, la "promessa" del Dottore, l'imminente arrivo di ben due versioni del Master... vedremo cosa ne viene fuori. Rimane il fatto che The Pilot si è dimostrato un ottimo inizio di stagione, con una bassa posta ma un'efficace gestione dei nuovi personaggi e della componente emotiva. D'altra parte si viene da una stagione nove che nonostante un paio di scivoloni è stata di livello davvero alto. E speriamo di aver sentito davvero per l'ultima volta il tema di Clara. Voto: 7/10
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