Dopo aver conosciuto la nuova companion e appreso che il Dottore si è impegnato a tenere sotto controllo una stanza sigillata sotto l'università (qui mi ero perso qualche battuta nell'episodio precedente, infatti nel mio commento dicevo che non si era ancora intuito quale fosse l'arco narrativo di questa stagione, ma è già abbastanza chiaro che sarà proprio quella stanza segreta), siamo pronti per la prima avventura off-world della stagione 10. Come spesso accade, è il Dottore stesso a chiedere alla nuova compagna di viaggio dove vuole andare: passato o futuro? La scelta è per il futuro, e il Tardis porta i due su un pianeta non identificato che costituisce una delle prime colonie umane al di fuori della Terra. Troviamo qui i temibili emojibot, piccoli e goffi robottoni con facce da emoji che rilevano lo stato d'animo degli umani. Questi sono in realtà solo l'interfaccia dei veri occupanti robotici della colonia, stormi di nanobot che di fatto costituiscono la struttura stessa della città deserta. Qualcosa è andato storto e i robot uccidono gli umani che si dimostrano infelici, così quando il Dottore e Bill scoprono cosa è successo sono costretti a fuggire con il sorriso. Salvo poi tornare per sistemare le cose.
Lasciando quindi da parte l'originalità come criterio di valutazione, la puntata presenta comunque qualche inceppamento. I primi due atti riescono a creare tensione (per quanto sia possibile farlo attraverso gli emoji): si passa da identificare la minaccia a decidere come eliminarla. È nella parte finale che le cose si fanno confuse e contraddittorie. Quando si scopre che sul pianeta sono già presenti i coloni e questi si armano subito per distruggere i robot, il Dottore è costretto a intervenire e lo fa con un colpo di cacciavite sonico, semplicemente resettando i robot così che possano reimparare da capo la convivenza con gli umani. Anzi, è a questi ultimi che raccomanda "teneteveli buoni, perché i veri padroni di questo mondo sono loro". Francamente, se io fossi stato uno di quei coloni appena decriogenizzato e mi avvessero detto di farmi amico i robot idioti che hanno ammazzato la mia famiglia perché non sapevano come rapportarsi con il dolore... beh, insomma, qualche dubbio su come quel vecchio pazzo con la giacca ha gestito la faccenda mi rimarrebbe. Non è la prima volta che DW si scontra con un problema simile, costruendo con abilità una situazione complessa che si risolve poi in modo banale e poco soddisfacente. Con la variante che, in questo caso, mi pare sia la prima volta in cui la soluzione non è a vantaggio degli umani!
La parte più interessante dell'episodio è forse il modo in cui si sta costruendo la relazione tra il Dottore e Bill. La nuova companion si dimostra ancora curiosa ma abbastanza umile, piena di domande, quasi come un'allieva in gita con il professore. Probabilmente lei stessa non sa ancora come considerare il Dottore, infatti in questa puntata solleva l'ipotesi che sia un poliziotto che va in giro a sistemare le cose. Da parte sua il Dottore sembra anche piuttosto protettivo, in più di un'occasione suggerisce a Bill di rimanere al sicuro mentre lui si occupa dei problemi. La breve presenza di Nardole conferma invece il cambio di ruolo dell'assistente, che adesso sembra comportarsi quasi come "la coscienza" del Dottore, ricordandogli i suoi doveri.
Pesando i vari elementi, Smile non si può ritenere un episodio di buon livello, e riesce a salvarsi forse solo per la presenza di Capaldi e Mackie e il modo in cui va definendosi la loro chimica. Fosse stato un episodio della passata stagione con una companion stagionata come Clara avrebbe perso anche quell'attrattiva, e ci saremmo probabilmente trovati con un pastrocchio come In the Forest of the Night, che guardacaso è dello stesso autore. Quindi per sicurezza direi che è il caso di smettere di farglieli scrivere, ok? Voto: 5/10
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