Per una volta mi sento di promuovere il titolo italiano, decisamente più accattivante dell'originale Wrong Turn che non dà nessuna indicazione sul contenuto.
Un onesto b-movie horror con classico gruppo di ragazzi sprovveduti braccati dal mostro di turno, nel caso specifico un trio di montanari cannibali. Tutto inizia con il protagonista che rimane bloccato nel traffico e per arrivare in tempo a un colloquio importante decide di fare una strada alternativa che passa in mezzo al bosco. Qui si schianta contro il camper di un gruppo di amici fermo in mezzo alla strada, mettendo fuori uso entrambi i mezzi di trasporto. Per cercare aiuto sono costretti quindi ad attraversare il bosco per raggiungere la civiltà.
Tutto procede come da copione: il gruppo si separa e si assiste alle prime vittime che come nella migliore tradizione sono quelli rimasti da parte a drogarsi e fare sesso (non c'era nessun nero nella comitiva, altrimenti sarebbe toccato a lui). Gli altri raggiungono invece proprio l'abitazione dei cannibali, e quando capiscono che c'è qualcosa di strano nei vasetti di interiora conservati in frigorifero è troppo tardi, perché gli inquilini sono rientrati portandosi dietro i cadaveri dei loro amici.
Dopodiché si succedono fughe, nascondigli, infortuni e morti alla spicciolata. Degno di nota comunque il fatto che i ragazzi non si comportino da decerebrati come avviene di solito in questo tipo di film, e che le loro reazioni sono per lo più ragionevoli per quanto possano esserlo in un contesto del genere. Dall'altra parte anche i tre cannibali (non è chiaro se imparentati tra loro) si dimostrano piuttosto intelligenti e capaci di rappresentare una sfida reale, cosa non scontata per questo livello di horror, dove di solito i protagonisti soffrono unicamente per la loro propria stupidità. Tutto sommato la credibilità vacilla solo in un paio di occasioni, e non in modo così drammatico.
Naturalmente nessuno grida al capolavoro, ma il film non si rivela irritante quanto le premesse potevano far supporre, ha un buon livello di gore e delle sequenze d'azione valide. Quindi alla fine un prodotto più gradevole di altri sul tema del cannibalismo, tabù così forte che in molti casi pare che basti invocarlo per dare spessore a una trama, quando in realtà non c'è niente intorno. Ce l'ho con te, Green Inferno.
Un onesto b-movie horror con classico gruppo di ragazzi sprovveduti braccati dal mostro di turno, nel caso specifico un trio di montanari cannibali. Tutto inizia con il protagonista che rimane bloccato nel traffico e per arrivare in tempo a un colloquio importante decide di fare una strada alternativa che passa in mezzo al bosco. Qui si schianta contro il camper di un gruppo di amici fermo in mezzo alla strada, mettendo fuori uso entrambi i mezzi di trasporto. Per cercare aiuto sono costretti quindi ad attraversare il bosco per raggiungere la civiltà.
Tutto procede come da copione: il gruppo si separa e si assiste alle prime vittime che come nella migliore tradizione sono quelli rimasti da parte a drogarsi e fare sesso (non c'era nessun nero nella comitiva, altrimenti sarebbe toccato a lui). Gli altri raggiungono invece proprio l'abitazione dei cannibali, e quando capiscono che c'è qualcosa di strano nei vasetti di interiora conservati in frigorifero è troppo tardi, perché gli inquilini sono rientrati portandosi dietro i cadaveri dei loro amici.
Dopodiché si succedono fughe, nascondigli, infortuni e morti alla spicciolata. Degno di nota comunque il fatto che i ragazzi non si comportino da decerebrati come avviene di solito in questo tipo di film, e che le loro reazioni sono per lo più ragionevoli per quanto possano esserlo in un contesto del genere. Dall'altra parte anche i tre cannibali (non è chiaro se imparentati tra loro) si dimostrano piuttosto intelligenti e capaci di rappresentare una sfida reale, cosa non scontata per questo livello di horror, dove di solito i protagonisti soffrono unicamente per la loro propria stupidità. Tutto sommato la credibilità vacilla solo in un paio di occasioni, e non in modo così drammatico.
Naturalmente nessuno grida al capolavoro, ma il film non si rivela irritante quanto le premesse potevano far supporre, ha un buon livello di gore e delle sequenze d'azione valide. Quindi alla fine un prodotto più gradevole di altri sul tema del cannibalismo, tabù così forte che in molti casi pare che basti invocarlo per dare spessore a una trama, quando in realtà non c'è niente intorno. Ce l'ho con te, Green Inferno.
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