Dopo averci lasciato in sospeso da Under the Lake con alcune domande e parecchia curiosità, in Before the Flood si tirano i fili della vicenda, con una puntata che si sviluppa in due ambienti, epoche e squadre separate. Il Dottore e Clara si separano, il primo tornando col TARDIS alla valle prima dell'alluvione, la seconda nella stazione sottomarina a difendersi dai fantasmi e fare da ponte tra il Dottore il suo fantasma.
L'episodio si apre in modo insolito, soprattutto per essere la seconda parte di un doppio. Abbiamo un monologo del Dottore a beneficio dello spettatore, anzi, proprio diretto a lui, sguardo in camera e quarta parete inesistente. È una scelta atipica e fuori contesto, ma Capaldi la gestisce bene. Altri suoi monologhi si sono rivelati di grande efficacia, come quando ha scoperto il suo aspetto in Deep Breath e durante l'incipit di Listen. Con il monologo viene presentato il "bootstrap paradox", terminologia ripresa dal racconto di R.A. Heinlein per un loop temporale chiuso di cui non si può individuare l'origine. Viene fatto l'esempio classico del cronoviaggiatore che torna nel passato per conoscere un famoso artista ma scopre che questo non ha prodotto nessuna opera, allora ilviaggiatore stesso le pubblica, dato che le conosce tutte. La domanda a questo punto è: chi ha composto quelle opere? La riposta non c'è, o almeno non una risposta univoca e logica, almeno per la nostra esperienza umana.
Chiaramente il monologo si ricollega alla storia, ma solo nel finale. Tornato nel 1980, il Dottore visita la valle che nel futuro era allagata, e conosce qui l'uomo-topo che era il primo fantasma visto nella stazione sottomarina. Si scopre che è un becchino del pianeta Tivoli (quel il mondo di codardi continuamente sottomessi dalle altre razze introdotto in The God Complex [c'è da chiedersi se il Comune di Tivoli abbia intenzione di citare la BBC per diffamazione]). Il tivoliano è lì per seppellire il Fisher King, il loro più recente oppressore, ma è chiaro che come becchino non è un granché perché in realtà il sovrano è ancora vivo, e inizia la serie di omicidi per usare i fantasmi come ripetitori e richiamare il suo popolo. Dopo la morte della sua nuova fangirl, il Dottore ritiene che sia il caso di andarsene, ma il TARDIS non glielo permette. È così costretto ad affrontare il Re Pescatore, già sapendo che morirà, visto che nel futuro è già comparso il suo fantasma...
...o no? Ovviamente la comparsa del fantasma nel finale della puntata precedente non aveva scosso nessuno, perché il Dottore non può morire (o andarci vicino) nel quarto episodio della stagione, ma all'interno della storia il Dottore ha saputo da Clara che il suo fantasma si è manifestato, e questo per lui, nel passato, significa che la morte è già successa, e avverrà presto, nel suo futuro. Il Dottore quindi, a differenza dello spettatore, si muove sapendo di essere destinato a morire. Il confronto con il Fisher King è molto teso, in particolare perché il mostruoso conquistatore sembra avere le idee ben chiare su cosa può o non può permettersi, e su cosa è disposto a fare il Time Lord (subito riconosciuto come tale) per fermarlo. Il Fisher King si dimostra un avversario di alto livello, capace di mettere in soggezione il Dottore e di piegare a suo piacimento le regole della vita e della morte. Ma nonostante questo viene fregato, e finisce annegato sul fondo di quella valle opportunamente allagata dal Dottore. Peccato che la comparsa del Re Pescatore sia così breve, perché sarebbe un villain di grande effetto... ma non credo che lo rivedremo.
E così alla fine il Dottore non è tenuto a morire, ma può semplicemente ripresentarsi nella stazione sottomarina e rimettere i fantasmi in trappola usando il suo ologramma programmato e diretto tramite gli occhiali sonici. Questo è forse il punto della trama che mi è sembrato più affrettato e anticlimatico: avevo già capito da un po' che dalla camera di stasi sarebbe emerso il Dottore e non il Fisher King, ma il fatto che il suo fantasma non fosse davvero un fantasma ma un ologramma mi sembra un trucco abbastanza basso, come quello di far passare un teletrasporto per un raggio distruttore. Allo stesso tempo non mi è del tutto chiaro perché i fantasmi continuassero a diffondere il messaggio nonostante il Fisher King fosse in realtà morto (davvero) da 150 anni.
In tutto questo, quello che forse è più degno di nota è come il Dottore e Clara si comportanto con i loro compagni occasionali. Entrambi sembrano fin troppo disposti a sacrificare loro, pur di salvarsi l'un l'altra. Il Dottore si impegna davvero solo quando è sicuro che Clara sarà la prossima vittima (e per accertarsene ha lasciato che la sua fangirl fosse uccisa), e Clara lancia il ragazzo-interprete in mezzo ai fantasmi quando ha perso il suo collegamento col Dottore. Entrambi vengono accusati dai loro compagni, e alla fine dell'episodio, nonostante la situazione si sia risolta, non si può dire che loro due si siano del tutto redenti. Chi è morto è morto davvero, i fantasmi si dissolveranno col tempo, e il bootstrap paradox non permette di stabilire una vera causa di tutto quanto è successo.
Questo episodio mantiene i toni claustrofobici e cupi del precedente, e lancia forse qualche appiglio per interpretare il seguito della serie: il ministro della guerra, citato di sfuggita come una delle prossime cose che succederanno (tra i quali viene nominato anche Harold Saxon, e non sarà un caso se viene riportata alla memoria la precedente incarnazione del Mater); e il progressivo dottoramento di Clara, il suo diventare sempre più spietata ed egocentrica (chiede al Dottore di venire a salvare lei, perché glielo deve dopo tutto quello che hanno fatto insieme), che potrebbe essere una delle concause che la porteranno alla fine della sua carriera di companion. Il doppio episodio funziona, nonostante qualche piccolo scivolone sul finale, e mi sento di dire per la prima volta di aver visto una storia davvero adatta al personaggio di Capaldi, che sembra scritta appositamente per lui. Alla luce di tutto questo, penso di potergli assegnare un voto 8/10
L'episodio si apre in modo insolito, soprattutto per essere la seconda parte di un doppio. Abbiamo un monologo del Dottore a beneficio dello spettatore, anzi, proprio diretto a lui, sguardo in camera e quarta parete inesistente. È una scelta atipica e fuori contesto, ma Capaldi la gestisce bene. Altri suoi monologhi si sono rivelati di grande efficacia, come quando ha scoperto il suo aspetto in Deep Breath e durante l'incipit di Listen. Con il monologo viene presentato il "bootstrap paradox", terminologia ripresa dal racconto di R.A. Heinlein per un loop temporale chiuso di cui non si può individuare l'origine. Viene fatto l'esempio classico del cronoviaggiatore che torna nel passato per conoscere un famoso artista ma scopre che questo non ha prodotto nessuna opera, allora ilviaggiatore stesso le pubblica, dato che le conosce tutte. La domanda a questo punto è: chi ha composto quelle opere? La riposta non c'è, o almeno non una risposta univoca e logica, almeno per la nostra esperienza umana.
Chiaramente il monologo si ricollega alla storia, ma solo nel finale. Tornato nel 1980, il Dottore visita la valle che nel futuro era allagata, e conosce qui l'uomo-topo che era il primo fantasma visto nella stazione sottomarina. Si scopre che è un becchino del pianeta Tivoli (quel il mondo di codardi continuamente sottomessi dalle altre razze introdotto in The God Complex [c'è da chiedersi se il Comune di Tivoli abbia intenzione di citare la BBC per diffamazione]). Il tivoliano è lì per seppellire il Fisher King, il loro più recente oppressore, ma è chiaro che come becchino non è un granché perché in realtà il sovrano è ancora vivo, e inizia la serie di omicidi per usare i fantasmi come ripetitori e richiamare il suo popolo. Dopo la morte della sua nuova fangirl, il Dottore ritiene che sia il caso di andarsene, ma il TARDIS non glielo permette. È così costretto ad affrontare il Re Pescatore, già sapendo che morirà, visto che nel futuro è già comparso il suo fantasma...
...o no? Ovviamente la comparsa del fantasma nel finale della puntata precedente non aveva scosso nessuno, perché il Dottore non può morire (o andarci vicino) nel quarto episodio della stagione, ma all'interno della storia il Dottore ha saputo da Clara che il suo fantasma si è manifestato, e questo per lui, nel passato, significa che la morte è già successa, e avverrà presto, nel suo futuro. Il Dottore quindi, a differenza dello spettatore, si muove sapendo di essere destinato a morire. Il confronto con il Fisher King è molto teso, in particolare perché il mostruoso conquistatore sembra avere le idee ben chiare su cosa può o non può permettersi, e su cosa è disposto a fare il Time Lord (subito riconosciuto come tale) per fermarlo. Il Fisher King si dimostra un avversario di alto livello, capace di mettere in soggezione il Dottore e di piegare a suo piacimento le regole della vita e della morte. Ma nonostante questo viene fregato, e finisce annegato sul fondo di quella valle opportunamente allagata dal Dottore. Peccato che la comparsa del Re Pescatore sia così breve, perché sarebbe un villain di grande effetto... ma non credo che lo rivedremo.
E così alla fine il Dottore non è tenuto a morire, ma può semplicemente ripresentarsi nella stazione sottomarina e rimettere i fantasmi in trappola usando il suo ologramma programmato e diretto tramite gli occhiali sonici. Questo è forse il punto della trama che mi è sembrato più affrettato e anticlimatico: avevo già capito da un po' che dalla camera di stasi sarebbe emerso il Dottore e non il Fisher King, ma il fatto che il suo fantasma non fosse davvero un fantasma ma un ologramma mi sembra un trucco abbastanza basso, come quello di far passare un teletrasporto per un raggio distruttore. Allo stesso tempo non mi è del tutto chiaro perché i fantasmi continuassero a diffondere il messaggio nonostante il Fisher King fosse in realtà morto (davvero) da 150 anni.
In tutto questo, quello che forse è più degno di nota è come il Dottore e Clara si comportanto con i loro compagni occasionali. Entrambi sembrano fin troppo disposti a sacrificare loro, pur di salvarsi l'un l'altra. Il Dottore si impegna davvero solo quando è sicuro che Clara sarà la prossima vittima (e per accertarsene ha lasciato che la sua fangirl fosse uccisa), e Clara lancia il ragazzo-interprete in mezzo ai fantasmi quando ha perso il suo collegamento col Dottore. Entrambi vengono accusati dai loro compagni, e alla fine dell'episodio, nonostante la situazione si sia risolta, non si può dire che loro due si siano del tutto redenti. Chi è morto è morto davvero, i fantasmi si dissolveranno col tempo, e il bootstrap paradox non permette di stabilire una vera causa di tutto quanto è successo.
Questo episodio mantiene i toni claustrofobici e cupi del precedente, e lancia forse qualche appiglio per interpretare il seguito della serie: il ministro della guerra, citato di sfuggita come una delle prossime cose che succederanno (tra i quali viene nominato anche Harold Saxon, e non sarà un caso se viene riportata alla memoria la precedente incarnazione del Mater); e il progressivo dottoramento di Clara, il suo diventare sempre più spietata ed egocentrica (chiede al Dottore di venire a salvare lei, perché glielo deve dopo tutto quello che hanno fatto insieme), che potrebbe essere una delle concause che la porteranno alla fine della sua carriera di companion. Il doppio episodio funziona, nonostante qualche piccolo scivolone sul finale, e mi sento di dire per la prima volta di aver visto una storia davvero adatta al personaggio di Capaldi, che sembra scritta appositamente per lui. Alla luce di tutto questo, penso di potergli assegnare un voto 8/10
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