Prima dell'inizio della stagione nove, Steven Moffat aveva annunciato che in questa stagione sarebbero abbondati gli episodi doppi, e che anzi sarebbe stato difficile capire fin da subito se si stava assistendo a una puntata conclusiva o alla prima parte di due. La cosa è abbastanza evidente se i titoli sono affini, come nel caso della doppia premiere (o del prossimo episodio sugli Zygon), ma stavolta è stato più difficile capire che la storia non sarebbe finita. Mi sono trovato però a un paio di minuti dalla fine con troppe questioni ancora aperte, e ho iniziato a pensare: "vuoi vedere che...?" E infatti è andata così, e Under the Lake è finito con un to be continued.
L'episodio ripete una struttura abbastanza tipica in Doctor Who: il Dottore arriva in un luogo isolato, in cui una piccola squadra di persone si trova a confrontarsi con qualcosa di anomalo e da cui non può sfuggire. Che sia una stazione spaziale, un'astronave, un sottomarino, o come in questo caso una base sottomarina, il discorso cambia poco. L'aspetto interessante di questo tipo di storie è che quando sono costruite bene i personaggi secondari non sono solo delle redshirt, ma riescono ad avere un loro spessore e ruolo definito. In Under the Lake la squadra sottomarina (o almeno sottolacustre) non è composta da macchiette, semplice carne da macello di cui l'unica cosa importante è il body count, e questo arricchisce l'episodio.
Questo è anche uno dei rari episodi in cui il Dottore si confronta con qualcosa che non capisce. Nella maggior parte dei casi, pur trovandosi di fronte a un problema, sa con chi ha a che fare e quali sono i suoi punti deboli, mentre stavolta i "fantasmi" sembrano essere davvero una novità, qualcosa da comprendere prima ancora di affrontare. Il fatto che il Dottore sia stato costretto ad adottare la strategia
"torno indietro nel tempo per capire di cosa si tratta" è un indice
della sua incapacità di comprendere con cosa ha a che fare. È probabile che scopriremo che le entità ectoplasmiche non sono davvero fantasmi, anche se tutti gli indizi raccolti finora non permettono una definizione migliore. D'altra parte in tante altre occasioni in Doctor Who fenomeno apparentemente paranormali si sono poi rivelati come interpretabili in chiave fantascientifica (sort of). Molto interessante è il tema emerso nel finale, di un meccanismo di comunicazione che si insinua nel cervello degli "ospiti" e li usa per ritrasmettere un messaggio: il linguaggio che modella i pensieri di chi lo utilizza è un argomento estremamente complesso, che qui probabilmente sarà appena accennato, ma ha sempre un fascino notevole.
C'è di nuovo da notare una certa incostanza nel rapporto tra il Dottore e Clara, ma devo essere sincero, ora che so che la companion non durerà ancora molto non ci sto facendo più molto caso, mi sono messo l'animo in pace e faccia un po' come voglia. Il Dottore invece si è mostrato piuttosto manipolativo, convincendo gli altri membri del gruppo a partecipare alla sua ricerca, nonostante gli altissimi rischi.
La puntata si conclude con una scena alla "NOT PENNY'S BOAT" e il fantasma del Dottore nell'acqua. Ora, è abbastanza scontato che non sia davvero morto (come probabilmente quelli non sono davvero fantasmi), tuttavia a differenza del supposto cliffhanger di The Magician's Apprentice, qui rimane davvero la curiosità di scoprire come e perché sia successo questo al Dottore. Nel complesso quindi Under the Lake si è rivelata una puntata appassionante e ben strutturata, che prepare il terreno per qualcosa di potenzialmente buono. Per quanto si possa valutare solo la prima parte della storia, gli assegno un voto 7.5/10
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