Io confondo sempre Cronenberg e Carpenter, penso per semplice assonanza, e anche perché in generale i film di entrambi mi piacciono, anche se su livelli diversi. Cronenberg mi piace per la sua complessità e chiusura (roba come Il pasto nudo o anche eXistenZ), Carpenter perché è uno che sa fare un bel film di genere senza perdersi dietro alle mode del momento (La cosa, Fantasmi da Marte). In questo caso però Cronenberg non c'entra nulla, perché The Ward è un film di Carpenter. E fin qui ci siamo.
The Ward è un film decisamente horror che riprende alcuni dei topoi del genere sfruttandoli per creare un'atmosfera efficacemente inquietante. Abbiamo una clinica di igiene mentale (leggi: manicomio) che ospita in un reparto speciale diverse ragazze (solo ragazze), ognuna caratterizzata in modo quasi macchiettistico, con infermieri cattivi e insensibili, un direttore moderato ma inflessibile, strane presenze che si aggirano di notte, sparizioni e segreti. Elementi che combinati tra di loro riescono a tenere alta la tensione, perché lo spettatore è portato a cercare gli indizi che possono fornire la soluzione della vicenda. La storia quindi funziona modestamente fino a che... beh, fino a che non si ottiene proprio quella soluzione.
Qui vado leggermente nello spoiler, senza citare i particolari ma parlando comunque della rivelazione finale, quindi evitate se credete. Il fatto è che la soluzione "il protagonista è pazzo" è una scappatoia troppo facile, con la quale si riesce a spiegare qualunque cosa, quasi alla pari del "era tutto un sogno". In questo caso specifico la dinamica è più complessa, tuttavia a mancare sono anche gli indizi opportunamente disseminati per consentire allo spettatore di trovare la soluzione prima che gli venga spiattellata davanti con lo spiegone del medico curante. È anche questa modalità finale a rendere il tutto poco elegante, e far pericolosamente ondeggiare la storia sull'orlo del banale. È mia opinione infatti che una storia "misteriosa" (con il che non intendo una storia "del mistero", ma una in cui ci sia un mistero di fondo da scoprire) per funzionare debba concedere al suo pubblico gli elementi che possano portarlo alla soluzione, e che visti in retrospettiva provochino la folgorante reazione "Ah, ma certo, ora torna tutto!". In questa storia purtroppo non è così, perché da quello che viene descritto nella prima parte del film non c'è modo di ricavare la soluzione che alla fine verrà presentata. Al di là di questo il film è ben realizzato, capace di suscitare qualche brivido e con una sana dose di violenza esplicita. Il "mostro" forse ricorda un po' troppo qualcosa già visto in The Ring, e in certi casi si arriva pericolosamente vicino alla parodia di uno Scary Movie (non ricordo quale), ma non basta a distruggere il clima claustrofobico che si respira per tutta la durata.
Un film quindi piacevole, che maneggia abilmente gli schemi tipici del genere senza per questo diventare scontato, perché c'è differenza tra sfruttare un topos e ricalcare il già visto. Allo stesso tempo però la soddisfazione non è piena, perché tutta questa magistrale costruzione crolla al momento della risoluzione della trama, che invece lascia diverse perplessità per il significato e le modalità.
The Ward è un film decisamente horror che riprende alcuni dei topoi del genere sfruttandoli per creare un'atmosfera efficacemente inquietante. Abbiamo una clinica di igiene mentale (leggi: manicomio) che ospita in un reparto speciale diverse ragazze (solo ragazze), ognuna caratterizzata in modo quasi macchiettistico, con infermieri cattivi e insensibili, un direttore moderato ma inflessibile, strane presenze che si aggirano di notte, sparizioni e segreti. Elementi che combinati tra di loro riescono a tenere alta la tensione, perché lo spettatore è portato a cercare gli indizi che possono fornire la soluzione della vicenda. La storia quindi funziona modestamente fino a che... beh, fino a che non si ottiene proprio quella soluzione.
Qui vado leggermente nello spoiler, senza citare i particolari ma parlando comunque della rivelazione finale, quindi evitate se credete. Il fatto è che la soluzione "il protagonista è pazzo" è una scappatoia troppo facile, con la quale si riesce a spiegare qualunque cosa, quasi alla pari del "era tutto un sogno". In questo caso specifico la dinamica è più complessa, tuttavia a mancare sono anche gli indizi opportunamente disseminati per consentire allo spettatore di trovare la soluzione prima che gli venga spiattellata davanti con lo spiegone del medico curante. È anche questa modalità finale a rendere il tutto poco elegante, e far pericolosamente ondeggiare la storia sull'orlo del banale. È mia opinione infatti che una storia "misteriosa" (con il che non intendo una storia "del mistero", ma una in cui ci sia un mistero di fondo da scoprire) per funzionare debba concedere al suo pubblico gli elementi che possano portarlo alla soluzione, e che visti in retrospettiva provochino la folgorante reazione "Ah, ma certo, ora torna tutto!". In questa storia purtroppo non è così, perché da quello che viene descritto nella prima parte del film non c'è modo di ricavare la soluzione che alla fine verrà presentata. Al di là di questo il film è ben realizzato, capace di suscitare qualche brivido e con una sana dose di violenza esplicita. Il "mostro" forse ricorda un po' troppo qualcosa già visto in The Ring, e in certi casi si arriva pericolosamente vicino alla parodia di uno Scary Movie (non ricordo quale), ma non basta a distruggere il clima claustrofobico che si respira per tutta la durata.
Un film quindi piacevole, che maneggia abilmente gli schemi tipici del genere senza per questo diventare scontato, perché c'è differenza tra sfruttare un topos e ricalcare il già visto. Allo stesso tempo però la soddisfazione non è piena, perché tutta questa magistrale costruzione crolla al momento della risoluzione della trama, che invece lascia diverse perplessità per il significato e le modalità.
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