Da quando si è scoperto che Leela non è un'aliena, ma un'umana mutata discendente dai mostri che abitano nella sub-New York delle fogne, il suo personaggio ha guadagnato tutta una serie di nuovi scenari verso cui svilupparsi, dall'impossibilità di vivere coi genitori alla causa per la liberazione della sua gente (culminata nel memorabile 100° episoio), fino alla scoperta di sue nuove disgustose mutazioni tenute nascoste. In questo episodio la situazione di partenza è ancora quella, perché Leela scopre di essere affetta da squidification, una malattia gentica (evidentemente derivante dalla madre) che porta il suo corpo a sviluppare una serie di tentacoli. La malattia è irreversibile e incurabile, per cui dopo la diagnosi Leela è costretta ad abituarsi all'idea di "seppizzarsi" completamente e perdere per sempre quel collegamento pur traballante che la faceva ancora considerare umana. Non si rassegna però Fry, che deciso a non lasciar trasformare la sua adorata in un mostro, va alla ricerca di una cura miracolosa, e se ne torna in effetti con dei fagioli magici. Ovviamente tutti lo redarguiscono per la sua ingenuità, per essersi fatto fregare ancora una volta, ma una volta gettati via i fagioli giganti iniziano effettivamente a germinare, e questo conduce quindi alla storia vera e propria, che si svolge in una inedita fortezza voltante della Momsanto, la divisione di ingegneria genetica dell'impero industriale di Mamma.
Il parallelismo con la favola della pianta di fagioli magici è evidente fin dal titolo, quindi non bisogna stupirsi di vedere la storia che si svolge in un castello tra le nuvole, e che comprende un gigante con la sua abitazione delle dovute proporzioni. A prima vista ci si trova davanti a fenomeni descrivibili come "magici", ma bisogna ricordare che Futurama è una serie di fantascienza, per cui applicando la Terza Legge di Clarke si ottiene che ciò che sembra magia è in realtà una tecnologia sufficientemente avanzata, e così si dimostra anche in questo caso. Da notare che "il tentacolo" si manifesta ancora, e si conferma così uno degli accessori anatomici preferito dagli autori, tanto che lo si vede davvero spesso: da Zoidberg a Yivo, da H.G. Blob a Munda Turanga. Dal punto di vista dello humor si hanno alti e bassi, e le sequenze più divertenti sono probabilmente nell'introduzione (soprattutto quando Fry si reca al mercato rionale), ma come un po' tutte le storie incentrate su Leela non ci sono situazioni estremamente assurde e diverenti, né idee di fondo particolarmente intriganti.
In realtà la puntata cerca di calcare l'accento sul tema dell'ingegneria genetica, e sulla possibilità di stabilire un confine tra come e quanto è lecito intervenire nel codice della vita, se l'uomo può "giocare a fare dio" eccetera. Il problema è che in effetti questo argomento emerge solo nella brevissima sequenza di chiusura che vede il confronto finale tra Leela e Mamma, mentre il resto dell'episodio si è soprattutto concentrato sulla parte avventurosa/favolistica. L'equilibrio quindi non è perfetto, e il messaggio finale ne esce privo di parte del suo valore. Ma quello che forse manca maggiormente è qualche forte motivazione dei personaggi. Leela infatti, profondamente turbata dalla sua trasformazione, non esita ad avventurarsi sulla pianta magica, così come Mamma, da sempre antagonista perfido e vendicativo, sembra qui muoversi a metà tra il capitalismo e la filantropia, mostrandosi fin troppo disponibile ad aiutare il prossimo senza un immediato ritorno personale (tranne, forse, il solo gusto di avere ragione). L'unico a suo modo coerente è Fry, che preoccupato per la sua compagna non perde tempo a lanciarsi al suo inseguimento, pur non sapendo niente di quanto le è successo. Ma, beh, lui è Fry, è normale che agisca così. L'episodio quindi manca il bersaglio, esprimendo il suo senso più profondo solo come chiosa finale, invece di svilupparlo, e tratta i suoi protagonisti con una certa superficialità. Per questo credo di non potergli assegnare più di un voto 5/10.
Il parallelismo con la favola della pianta di fagioli magici è evidente fin dal titolo, quindi non bisogna stupirsi di vedere la storia che si svolge in un castello tra le nuvole, e che comprende un gigante con la sua abitazione delle dovute proporzioni. A prima vista ci si trova davanti a fenomeni descrivibili come "magici", ma bisogna ricordare che Futurama è una serie di fantascienza, per cui applicando la Terza Legge di Clarke si ottiene che ciò che sembra magia è in realtà una tecnologia sufficientemente avanzata, e così si dimostra anche in questo caso. Da notare che "il tentacolo" si manifesta ancora, e si conferma così uno degli accessori anatomici preferito dagli autori, tanto che lo si vede davvero spesso: da Zoidberg a Yivo, da H.G. Blob a Munda Turanga. Dal punto di vista dello humor si hanno alti e bassi, e le sequenze più divertenti sono probabilmente nell'introduzione (soprattutto quando Fry si reca al mercato rionale), ma come un po' tutte le storie incentrate su Leela non ci sono situazioni estremamente assurde e diverenti, né idee di fondo particolarmente intriganti.
In realtà la puntata cerca di calcare l'accento sul tema dell'ingegneria genetica, e sulla possibilità di stabilire un confine tra come e quanto è lecito intervenire nel codice della vita, se l'uomo può "giocare a fare dio" eccetera. Il problema è che in effetti questo argomento emerge solo nella brevissima sequenza di chiusura che vede il confronto finale tra Leela e Mamma, mentre il resto dell'episodio si è soprattutto concentrato sulla parte avventurosa/favolistica. L'equilibrio quindi non è perfetto, e il messaggio finale ne esce privo di parte del suo valore. Ma quello che forse manca maggiormente è qualche forte motivazione dei personaggi. Leela infatti, profondamente turbata dalla sua trasformazione, non esita ad avventurarsi sulla pianta magica, così come Mamma, da sempre antagonista perfido e vendicativo, sembra qui muoversi a metà tra il capitalismo e la filantropia, mostrandosi fin troppo disponibile ad aiutare il prossimo senza un immediato ritorno personale (tranne, forse, il solo gusto di avere ragione). L'unico a suo modo coerente è Fry, che preoccupato per la sua compagna non perde tempo a lanciarsi al suo inseguimento, pur non sapendo niente di quanto le è successo. Ma, beh, lui è Fry, è normale che agisca così. L'episodio quindi manca il bersaglio, esprimendo il suo senso più profondo solo come chiosa finale, invece di svilupparlo, e tratta i suoi protagonisti con una certa superficialità. Per questo credo di non potergli assegnare più di un voto 5/10.
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