Altra mesata dedicata quasi interamente alla fantascienza, seppur declinata in varie forme e contaminata con tematiche differenti, più o meno equamente divisa tra autori italiani e stranieri.
Il primo libro del mese è una delle periodiche raccolte di David G. Hartwell, lo Year's Best SF 17, trasposto in Italia da Urania con il titolo Il fantasma di Laika. Come sempre questa raccolta annuale offre una serie di racconti di buon livello (come è giusto aspettarsi da un best of) di autori più o meno noti. Tra questi poi non sono in molti a spiccare, visto che non si trovano idee eccezionalmente originali o storie assolutamente sconvolgenti. Da segnalare in questo lotto sono probabilmente La cosa più vicina, un racconto lungo che tratta in modo profondo (ma alquanto ambiguo) il tema della progettazione di un IA, mentre diverse altre storie interessanti trattano della civilità successiva al tracollo ambientale. Un particolare da notare è come molti dei racconti qui inclusi sono stati originariamente pubblicati solo online, e la loro inclusione nello Year's Best è di fatto la prima versione cartacea. Fa riflettere il fatto che nel campo della letteratura internazionale lavori usciti online o in cartaceo siano sostanzialmente equiparati, mentre qui da noi, ogni volta che si pensa a un premio o una menzione, un'opera online (ma anche un e-book vero e proprio) sia di fatto considerato inesistente. Eppure a quanto pare, un buon numero di ciò che compare sulle testate digitali poi finisce nel meglio dell'anno: vorrà dire qualcosa? Voto: 7.5/10
E visto che si parla di editoria (solo) digitale, tra un tomo e l'altro ho infilato pure due e-book di autori italiani. Il primo è I Robot di La Marmora, primo capitolo di una trilogia di Alessandro Girola, blogger e selfpublisher piuttosto noto per essere stato nominato tra i 10 più interessanti secondo il sondaggio di Wired Italia. Si tratta di una storia ucronico/steampunk, in cui la divergenza storica sta nell'atterraggio di un contingente di alieni (i Nekton) in Europa alla fine del 1800. Le nazioni europee già in lotta tra loro hanno così attinto dalle tecnologie messe a disposizione dagli alieni, aggiungendo al loro arsenale potenti macchine da guerra tra le quali mecha chiaramente ispirati agli anime classici (io non li conosco granché, ma quella roba tipo Gundam e Goldrake, capito?). La storia è ben contestualizzata, con parecchi riferimenti a fatti e personaggi dell'epoca (illustrati nelle note), tuttavia sembra mancare qualcosa, al di là degli epici scontri tra mecha e creature aliene. Inoltre mi sono trovato a cogliere fin troppe affinità con la serie di Leviathan di Scott Westerfeld. Non sto parlando di plagio, anche perché l'autore chiarisce fin da subito le influenze riversate nel libro (da Invasione di Turtledove a Pacific Rim), tuttavia quando di scopre che le due fazioni di alieni si dividono in quelli che usano tecnologie meccaniche e biologiche sembra proprio di trovarsi di fronte a Darwinisti e Clanker. La cosa emerge ancora di più quando gli alieni attaccano a bordo di un'ammiraglia che è una grossa balena, e in una frase questa viene chiamata "il leviatano"! Westerfeld non è stato citato nelle influenze, quindi non credo che l'autore conoscesse Leviathan (che poi è ambientato all'epoca della Grande Guerra, quindi sono sotanzialmente contemporanei), però trovare così tanto coincidenze ha smorzato parecchio il gusto della lettura. Voto: 6.5/10
Il secondo e-book italiano è La polvere del tempo di Daniele Picciuti, pubblicato dal nuovo e agguerrito e-editore La Mela Avvelenata. Si tratta di un racconto di media lunghezza ambientato in una Roma postapocalittica, anche se, a dirla tutta, non ho capito di preciso di che entità fosse l'apocalisse in questione. La storia segue la giovane protagonista nel suo quotidiano percorso di sopravvivenza, che comprende sciacallaggio, fughe e resistenza ad aggressioni e tentativi di stupro. Tutto regolare fino a quando non si decide a scappare dalla città, e si stabilisce sulla spiaggia dove fa una scoperta sconvolgente. Ora, per la verità, io non ho capito così bene in che cosa sia rivoluzionaria questa scoperta finale. O meglio, si intuisce qualcosa, ma mi sembra che tutto sia lasciato piuttosto nel vago, quasi nel mistico, e avendo da poco finito di vedere Battlestar Galactica mi viene quasi spontaneo fare dei parallelismi. Insomma, alla fine sembra che manchi qualcosa, che la storia lasci fin troppi particolari sottintesi, quasi come se un racconto molto più ampio fosse stato pesantemente sforbiciato per ottenere questo. Voto: 6/10
Torniamo quindi all'appuntamento con Stephen Baxter e la sua saga degli Xeelee. Il terzo romanzo dell'omnibus è Flux, che come Raft è una storia a sé stante, parallela a quella principale dello scontro universale tra Xeelee, umani, photino birds e tutte le altre specie senzienti. I protagonisti di Flux sono delle creature che si autodefiniscono umani, ma sono versioni in scala microscopica (in senso letterale, un uomo è alto 10 micron) adattati per vivere sulla superficie di una stella. La stella in sé ha tutto un suo ecosistema, con flora, fauna e cicli ecologici, nel quale gli umani sono stati inseriti a forza per uno scopo preciso. Questo scopo però è stato dimenticato, ed è solo quando i glitch della stella minacciano di destabilizzare il delicato campo magnetico che permette la vita degli umani che qualcuno inizierà a cercare una risposta e una soluzione, scoprendo così il ruolo di questi microumani nella guerra con gli Xeelee. La storia in alcuni tratti si dilunga forse un po' troppo nel descrivere la biologia e la società di questa specie artificiale, mettendo in secondo piano la storia principale. È sicuramente interessante scoprire come Baxter sia riuscito a inventarsi un modo per sostenere la vita in un ambiente e su una scala del genere, tuttavia sembra che si sia compiaciuto anche troppo della sua immaginazione. In ogni caso niente che risulti sgradevole, soltanto qualche piccolo inceppamento nel ritmo della narrazione. Rispetto a Raft inoltre questa storia ha collegamenti anche più diretti con il contesto complessivo, per cui si incasella meglio nella saga. Voto: 7.5/10
Infine si torna agli e-book italiani, con Naraka di Caleb Battiago (pseudonimo di qualche autore probabilmente già noto nell'ambiente), pubblicato da Mezzotints e pompato con intense campagne di hype, proclamato come rivoluzionario e destrutturante e inclassificabile eccetera. Allora, per quanto mi riguarda devo dire che non mi è dispiaciuto, perché la storia di fondo, pur intrecciata e non originalissima (uno dei temi principali è l'allevamento di umani da carne: soylent green, anyone?) ha comunque degli spunti interessanti, soprattutto per come riesce a mostrare un'umanità marcia, autodistruttiva, irredimibile, nella quale l'industria del cannibalismo non è che un sintomo del totale dissesto sociale. Tuttavia questo argomento di fondo viene fin troppo esasperato, e l'autore sembra spesso dimenticarsi di stare raccontando una storia per la voglia di colpire, presumibilmente scandalizzare con la descrizione accurata di sordide scene di sesso violento (anche letale) e un linguaggio esplicito e sboccato. Ora, non che a me disturbi leggere in continuazione cazzo-fica-culo-troia-sperma, ma qui sembra che il linguaggio e i temi siano forzatamente esagerati proprio per suscitare reazioni viscerali, quando appunto, a me lettore del 2014, non è certo leggendo di frullini infilati nel culo che mi sale lo sturbo. C'è quindi del potenziale, ma se non si fossero perse così tante energie a rendere il tutto "cattivo" probabilmente ne sarebbe uscito un prodotto migliore. Voto 7/10
Il primo libro del mese è una delle periodiche raccolte di David G. Hartwell, lo Year's Best SF 17, trasposto in Italia da Urania con il titolo Il fantasma di Laika. Come sempre questa raccolta annuale offre una serie di racconti di buon livello (come è giusto aspettarsi da un best of) di autori più o meno noti. Tra questi poi non sono in molti a spiccare, visto che non si trovano idee eccezionalmente originali o storie assolutamente sconvolgenti. Da segnalare in questo lotto sono probabilmente La cosa più vicina, un racconto lungo che tratta in modo profondo (ma alquanto ambiguo) il tema della progettazione di un IA, mentre diverse altre storie interessanti trattano della civilità successiva al tracollo ambientale. Un particolare da notare è come molti dei racconti qui inclusi sono stati originariamente pubblicati solo online, e la loro inclusione nello Year's Best è di fatto la prima versione cartacea. Fa riflettere il fatto che nel campo della letteratura internazionale lavori usciti online o in cartaceo siano sostanzialmente equiparati, mentre qui da noi, ogni volta che si pensa a un premio o una menzione, un'opera online (ma anche un e-book vero e proprio) sia di fatto considerato inesistente. Eppure a quanto pare, un buon numero di ciò che compare sulle testate digitali poi finisce nel meglio dell'anno: vorrà dire qualcosa? Voto: 7.5/10
E visto che si parla di editoria (solo) digitale, tra un tomo e l'altro ho infilato pure due e-book di autori italiani. Il primo è I Robot di La Marmora, primo capitolo di una trilogia di Alessandro Girola, blogger e selfpublisher piuttosto noto per essere stato nominato tra i 10 più interessanti secondo il sondaggio di Wired Italia. Si tratta di una storia ucronico/steampunk, in cui la divergenza storica sta nell'atterraggio di un contingente di alieni (i Nekton) in Europa alla fine del 1800. Le nazioni europee già in lotta tra loro hanno così attinto dalle tecnologie messe a disposizione dagli alieni, aggiungendo al loro arsenale potenti macchine da guerra tra le quali mecha chiaramente ispirati agli anime classici (io non li conosco granché, ma quella roba tipo Gundam e Goldrake, capito?). La storia è ben contestualizzata, con parecchi riferimenti a fatti e personaggi dell'epoca (illustrati nelle note), tuttavia sembra mancare qualcosa, al di là degli epici scontri tra mecha e creature aliene. Inoltre mi sono trovato a cogliere fin troppe affinità con la serie di Leviathan di Scott Westerfeld. Non sto parlando di plagio, anche perché l'autore chiarisce fin da subito le influenze riversate nel libro (da Invasione di Turtledove a Pacific Rim), tuttavia quando di scopre che le due fazioni di alieni si dividono in quelli che usano tecnologie meccaniche e biologiche sembra proprio di trovarsi di fronte a Darwinisti e Clanker. La cosa emerge ancora di più quando gli alieni attaccano a bordo di un'ammiraglia che è una grossa balena, e in una frase questa viene chiamata "il leviatano"! Westerfeld non è stato citato nelle influenze, quindi non credo che l'autore conoscesse Leviathan (che poi è ambientato all'epoca della Grande Guerra, quindi sono sotanzialmente contemporanei), però trovare così tanto coincidenze ha smorzato parecchio il gusto della lettura. Voto: 6.5/10
Il secondo e-book italiano è La polvere del tempo di Daniele Picciuti, pubblicato dal nuovo e agguerrito e-editore La Mela Avvelenata. Si tratta di un racconto di media lunghezza ambientato in una Roma postapocalittica, anche se, a dirla tutta, non ho capito di preciso di che entità fosse l'apocalisse in questione. La storia segue la giovane protagonista nel suo quotidiano percorso di sopravvivenza, che comprende sciacallaggio, fughe e resistenza ad aggressioni e tentativi di stupro. Tutto regolare fino a quando non si decide a scappare dalla città, e si stabilisce sulla spiaggia dove fa una scoperta sconvolgente. Ora, per la verità, io non ho capito così bene in che cosa sia rivoluzionaria questa scoperta finale. O meglio, si intuisce qualcosa, ma mi sembra che tutto sia lasciato piuttosto nel vago, quasi nel mistico, e avendo da poco finito di vedere Battlestar Galactica mi viene quasi spontaneo fare dei parallelismi. Insomma, alla fine sembra che manchi qualcosa, che la storia lasci fin troppi particolari sottintesi, quasi come se un racconto molto più ampio fosse stato pesantemente sforbiciato per ottenere questo. Voto: 6/10
Torniamo quindi all'appuntamento con Stephen Baxter e la sua saga degli Xeelee. Il terzo romanzo dell'omnibus è Flux, che come Raft è una storia a sé stante, parallela a quella principale dello scontro universale tra Xeelee, umani, photino birds e tutte le altre specie senzienti. I protagonisti di Flux sono delle creature che si autodefiniscono umani, ma sono versioni in scala microscopica (in senso letterale, un uomo è alto 10 micron) adattati per vivere sulla superficie di una stella. La stella in sé ha tutto un suo ecosistema, con flora, fauna e cicli ecologici, nel quale gli umani sono stati inseriti a forza per uno scopo preciso. Questo scopo però è stato dimenticato, ed è solo quando i glitch della stella minacciano di destabilizzare il delicato campo magnetico che permette la vita degli umani che qualcuno inizierà a cercare una risposta e una soluzione, scoprendo così il ruolo di questi microumani nella guerra con gli Xeelee. La storia in alcuni tratti si dilunga forse un po' troppo nel descrivere la biologia e la società di questa specie artificiale, mettendo in secondo piano la storia principale. È sicuramente interessante scoprire come Baxter sia riuscito a inventarsi un modo per sostenere la vita in un ambiente e su una scala del genere, tuttavia sembra che si sia compiaciuto anche troppo della sua immaginazione. In ogni caso niente che risulti sgradevole, soltanto qualche piccolo inceppamento nel ritmo della narrazione. Rispetto a Raft inoltre questa storia ha collegamenti anche più diretti con il contesto complessivo, per cui si incasella meglio nella saga. Voto: 7.5/10
Infine si torna agli e-book italiani, con Naraka di Caleb Battiago (pseudonimo di qualche autore probabilmente già noto nell'ambiente), pubblicato da Mezzotints e pompato con intense campagne di hype, proclamato come rivoluzionario e destrutturante e inclassificabile eccetera. Allora, per quanto mi riguarda devo dire che non mi è dispiaciuto, perché la storia di fondo, pur intrecciata e non originalissima (uno dei temi principali è l'allevamento di umani da carne: soylent green, anyone?) ha comunque degli spunti interessanti, soprattutto per come riesce a mostrare un'umanità marcia, autodistruttiva, irredimibile, nella quale l'industria del cannibalismo non è che un sintomo del totale dissesto sociale. Tuttavia questo argomento di fondo viene fin troppo esasperato, e l'autore sembra spesso dimenticarsi di stare raccontando una storia per la voglia di colpire, presumibilmente scandalizzare con la descrizione accurata di sordide scene di sesso violento (anche letale) e un linguaggio esplicito e sboccato. Ora, non che a me disturbi leggere in continuazione cazzo-fica-culo-troia-sperma, ma qui sembra che il linguaggio e i temi siano forzatamente esagerati proprio per suscitare reazioni viscerali, quando appunto, a me lettore del 2014, non è certo leggendo di frullini infilati nel culo che mi sale lo sturbo. C'è quindi del potenziale, ma se non si fossero perse così tante energie a rendere il tutto "cattivo" probabilmente ne sarebbe uscito un prodotto migliore. Voto 7/10
Non avevo ancora sentito la parola "sturbo"... :O
RispondiEliminaero indeciso tra quello e "onta", ma quest'ultimo era inteso nel senso che gli diamo qui dalle mie parti quindi fraintendibile.
Elimina