Proprio due settimane fa parlavo del nuov filone delle "favole riadattate", ma il mio discorso riguardava i film di animazione, e avevo scioccamente tralasciato di citare anche film veri e propri, come quello che è stato visto al Coppi Club la settimana scorsa. Come il titolo suggerisce infatti, la storia è quella dei due bambini abbandonati nel bosco, che dopo aver sconfitto la strega della casetta di marzapane proseguono la loro "carriera", diventando witchunters professionisti, assoldati dai villaggi per eliminare le streghe che minacciano i cittadini e rapiscono i bambini.
La trama principale segue uno strano sommovimento di streghe, che sembrano più interessate del solito ai bambini, e che, si scoprirà, stanno complottando per compiere un rito che le renderà più forti. I due cacciatori si metteranno sulle loro tracce, ma ci vuole un po' prima che riescano a inutuirne il piano. Da questo punto di vista niente di originale, solo un modo per alzare la posta in gioco rispetto a una caccia "ordinaria", tuttavia il film è cosparso di piccole rivelazioni e dettagli davvero gustosi. Evito gli spoiler, ma si capisce abbastanza presto che i due fratelli hanno qualcosa di speciale, che li rende adatti a fare i cacciatori di streghe, e che il loro abbandono nel bosco quando erano piccoli nasconde un segreto più profondo della semplice negligenza dei genitori.
Il film si basa per gran parte su scene di azione, inseguimenti e combattimenti (arricchiti di una moderata dose di splatter), ed è qui che emerge uno dei maggiori punti di forza: l'arsenale di Hansel e Gretel è una deliziosa raccolta di strumenti steampunk, dalla tripla balestra alla mitragliatrice componibile, dal defibrillatore a dinamo (!!!) al grammofono. Non so se la fiaba originale avesse una precisa collocazione storica, ma qui l'epoca è stata spostata in una sorta di età preindustriale, che comprende cittadine, sindaci e sceriffi, ma anche proiettili esplosivi e macchine protoelettriche. Oltre a streghe, maledizioni e troll. L'ambientazione è quindi un efficace miscuglio steam-ucronico-fantasy, e per chi riesce a cogliere questi particolari risulta davvero godibile. Un altro aspetto riuscito è la reinterpretazione della fiaba originale, che non fa solo da preludio ma si integra anche nel proseguo della storia, e trascina con sé alcuni dettagli come il diabete di Hansel, che era stato costretto da piccolo a nutrirsi per mesi soltanto di dolci, ed è quindi costretto a farsi iniezioni di insulina (in effetti non viene specificato che si tratta di diabete, ma pare evidente).
Da tutto ciò deriva che questo sequel spurio della truce fiaba di Hansel e Gretel è sicuramente ben riuscito, mantiene un tono leggero ma carico di azione, e si collega bene tanto alle sue origini che alla moderna mitologia cinematografica. Un prodotto certo non impegnativo ma di buon livello.
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