Dalle parole ai factory

Il calembour nel titolo ci sta sempre bene, e in questo caso è pure azzeccato, perché proprio dalle parole si parte, e a maggior ragione il gioco funziona considerando che la rubrica "letteraria" di questo blog si chiama proprio così. Lo scopo del post è di segnalare la nascita di una nuova iniziativa, a cui mi sono affiliato, e che inizierà a muoversi nei prossimi mesi: la Factory Editoriale I Sognatori.

Sì, lo so che a leggere questa formula avete alzato un sopracciglio e state pensando che si tratta di qualche roba alla scientology per scrittori, e che tra poco vi proporrò di fare il test di ammissione e poi iscrivervi così ci prendo la percentuale per ogni persona che portate. Le cose in effetti non stanno così, e concedetemi almeno il prossimo paragrafo per provare a spiegare. Il discorso vi risulterà più familare se siete addentro il panorama editoriale underground italiano, ma cercherò di renderlo comunque comprensibile.

Si parte dal fatto che il nostro è un paese di scrittori, in cui quasi tutti hanno un "romanzo nel cassetto", ma quasi nessuno legge più di un libro al mese, e molti in effetti nemmeno uno all'anno (poi c'è gente come me che alza la media, come dovreste constatare se seguite i miei rapporti letture). Da questa stortura di base si origina tutta una serie di fenomeni che si sovrappongono e si mischiano creando un ambiente piuttosto malsano: editoria a pagamento, vanity press, autopubblicazione, print on demand, concorsi, premi, selezioni, circoli e così via. Non sto dicendo che questi siano fenomeni dannosi a priori, ma il loro proliferare confonde parecchio le idee, e tende a elevare delle barriere tra gli interlocutori su cui la scrittura si basa: scrittore, editore, lettore. La "factory editoriale", che non è un'invenzione recente, ma finora mai messa in pratica (almeno non a questi livelli) in italia, è una soluzione intermedia che consente di integrare maggiormente il rapporto tra scrittore ed editore, dando maggiori possibilità a entrambi e garantendo trasparenza reciproca. In pratica, una factory è una scuderia di un numero preciso di autori, che l'editore si impegna a seguire e pubblicare, e che a loro volta si impegnano a seguire la linea e gli obiettivi dell'editore. Eliminando così tutta la fase di selezione, corrispondenza, ricerca, entrambe le parti sono più libere di dedicarsi alle rispettive competenze.

I Sognatori è una piccola casa editrice attiva da diversi anni, che pubblica narrativa mainstream, di genere, e poesia, e che non si avvale della distribuzione tramite le librerie. Il suo direttore Aldo Moscatelli, dopo anni di lavoro, di sforzi e di scontri con tutte le parti in gioco (efficacemente riassunti nel'ebook gratis Le invio manoscritto, attendo contratto), ha deciso di cambiare formula, e adottare il sistema della factory. Dopo una fase preliminare di selezione di circa 100 autori, la factory è pronta a muovere i primi passi, e inizierà presto a lavorare sui suoi progetti, condivisi e portati avanti da tutta la scuderia. La factory I Sognatori rappresenta quindi un approccio diverso, potenzialmente innovativo, all'editoria, e ha potenzialmente i mezzi per realizzare qualcosa di significativo, in tempi medi.

Volete sapere come si svilupperà la factory? Quali libri pubblicheremo? Dove e quando presenteremo i nostri libri? Quali iniziative metteremo in campo per far sentire la nostra voce? Allora iscrivetevi alla mailing list della factory: mandate una mail a info@casadeisognatori.com e dite all’editore (Aldo Moscatelli), in maniera chiara e diretta, che lo contattate per chiedere di essere iscritti alla sua mailing list, in modo da essere tempestivamente aggiornati sulle mosse compiute dalla factory.

Questo per quanto riguarda l'aspetto istituzionale de I Sognatori. Dal punto di vista personale, invece, mi preme spiegare le ragioni per cui ho deciso di entrare in questo progetto. Senza modestia di facciata, penso di poter affermare di essere uno scrittore con un buon curriculum, di certo non un professionista (non ho mai percepito un cent per le mie pubblicazioni) ma nemmeno un esordiente totale, e in diversi anni di attività ho anche iniziato a conoscere il mercato in cui mi muovo (è triste ridurre il tutto a un "mercato", ma di fatto è così). L'idea della factory può apparentemente essere in contrasto con la logica del trovare il grande editore che ti piazza sugli scaffali di fianco alla cassa nei bookstore, ma ho sempre creduto che, al di là del successo commerciale (che pure è gradito), ci siano altri aspetti da ricercare: la professionalità, il riconoscimento, il rispetto e l'appoggio dei colleghi. La factory, a mio avviso, è un'ottima occasione non tanto (o non solo) per raggiungere il classico obiettivo della "pubblicazione con isbn", ma per prendere parte a un progetto ampio e originale. Questa motivazione è per me una componente importante, visto che, forse per la mia naturale pigrizia, fatico a scrivere senza un obiettivo o una scadenza: tra 100 autori a lavoro, avremo sicuramente un ordine del giorno molto fitto, che mi impegnerà a tempo semipieno. In più, devo ammettere che l'idea di entrare a far parte di una comunità di scrittori con obiettivi ben precisi, e un editore capace e onesto alle spalle, mi esalta, visto che mi sento un po' orfano quanto a "community" dopo la chiusura di Edizioni XII. E confrontarmi con autori non specializzati in generi specifici come lo sono di solito io può anche farmi bene.

Insomma, questo è quello che si prospetta. Non posso garantire successo e non so quali saranno i tempi e i modi per iniziare ad ottenere dei risultati. Ma vi terrò aggiornati, e spero di avervi incuriositi al punto di seguire I Sognatori e dargli l'appoggio chemerita.

1 commento:

  1. Ho seguito un po' la vicenda, sono felice che qualcuno che conosco sia entrato nella fabbrica.
    Buona avventura!

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