Questo è uno dei film che posso considerare legato alla mia "infanzia". Infatti, rivisto a diversi anni di distanza (certo non ho tenuto il conto, ma penso di non averlo visto da almeno una decina d'anni), mi rendo conto a livello oggettivo che le gag sono di livello piuttosto basso, e forse in certi casi di un umorismo più appropriato agli anni novanta, che adesso non funziona altrettanto bene... tuttavia, è sempre un piacere rivederlo, e qualche risata me l'ha strappata comunque. Insomma, occupa quella nicchia sentimentale che normalmente è dominata dai film Bud Spencer/Terence Hill, per me che da bambino non li ho visti (anche se probabilmente si tratta di due generi ben diversi).
Per la verità, pur con focalizzando l'attenzione sugli sketch e le assurdità, la trama di questo film non è poi così inerte. Come il precedente film della serie, il lavoro investigativo che fa da filo conduttore porta davvero a una conclusione con tanto di sorpresa finale, pertanto non si costituisce soltanto una scusa per mettere insieme una sequenza di scene scollegate. Rispetto al primo film, questo probabilmente è più esagerato in fatto di battute e assurdità (il picco è probabilmente il rinoceronte robotico), che hanno il sopravvento rispetto alla parte investigativa, ma l'insieme non è troppo squilibrato. Naturalmente, tutto il valore di questo film sta nella presenza di Jim Carrey, che da solo regge praticamente tutta la struttura. Mettere chiunque altro nel ruolo del pet detective avrebbe portato senza dubbio a una schifezza. Carrey invece, che all'epoca era probabilmente considerato ancora un attore valido solo per ruoli comici, al limite della macchietta (vedi anche The Mask). Il tempo ha dimostrato invece che si tratta semplicemente di un attore versatile e abilissimo, con una mimica eccezionale, che in questo e altri casi contribuisce a definire in modo stilizzato un personaggio improbabile, ma si presta benissimo a qualsiasi ruolo, anche "drammatico". [No, non è che il suo agente mi paga per la sviolinata, ma si tratta di uno dei pochi attori che considero effettivamente bravi, mentre per la maggior parte dei casi, pur ammettendo la bontà di un'interpretazione, non nutro particolari sentimenti per gli interpreti stessi. E poi è il protagonista di Eternal Sunshine...]
Un'altra nota meritevole è il doppiaggio italiano, o piuttosto la traduzione. Il doppiaggio di Tonino Accolla è sempre eccellente (anche se qui si sente un po' troppo l'influenza di Homer Simpson), ma è soprattutto la trasposizione delle battute, e l'adattamento delle parole e dei termini tribali a essere notevole. Questo perché spesso, in casi simili, il doppiaggio italiano si limita a mettere delle voci dialettali (un siciliano, un calabrese, un sardo...) per esprimere le differenze di linguaggio, mentre qui è stato fatto un lavoro ben più sottile... il che sembra paradossale, considerando il tipo di film.
È quasi un peccato che la serie di Ace Ventura si sia fermata qui (esiste un "Ace Ventura 3", ma è qualcosa tipo "Ace Ventura jr" con il figlio o forse Ace Ventura da piccolo; e c'è anche una breve serie animata, ma è un'altra cosa), perché una trilogia sarebbe stata più che gradita. Ma non si sa mai, visto che ultimamente al cinema si nutrono principalmente di remake e reboot, può darsi che tra qualche anno venga fuori un Ace Ventura vs Indiana Jones.
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