- aka The Campaign, ma in questo caso il titolo trasposto non mi sembra così assurdo. Tipica commedia moderna, che può essere paragonata a quelle a tema "sportivo", di cui condivide la strutura, ma trattandosi in questo caso di una competizione a livello politico, in questo caso abbiamo anche una cospicua vena satirica che pervade tutto il film. Essenzialmente è la storia di una campagna elettorale, in cui un candidato che punta alla quinta rielezione consecutiva per mancanza di avversari (interpretato da Will Ferrell) si trova come avversario uno scemo del villaggio su cui i petrolieri multimilionari hanno investito con l'idea di controllarlo dopo l'elezione (Zach Galifianakis). Da un lato abbiamo quindi Ferrell, apertamente corrotto, spudorato, megalomane, il cui ogni obiettivo è conservare il potere di cui ha goduto nelle precedenti legislature; dall'altro il sempliciotto convinto di poter davvero fare qualcosa per il suo paese che si trova invischiato nel gioco sporco della politica.
Il film riesce a gestire bene il tema, mostrande come le uscite dei candidati influenzino i loro poll, e i due si alternano continuamente in testa al gradimento, pur seguendo due approcci diversi. Non si fa nessun mistero del fatto che a dominare la scena politica, in particolare in periodo elettorale, non siano tanto i contenuti proposti quanto l'immagine resa e i valori evocati, anche se appunto rimangono solo una facciata. Tuttavia questo aspetto antipopulista non viene fatto pesare allo spettatore, ma trasmesso con leggerezza, grazie alle situazioni paradossali che si vengono a innescare. Quindi forse è esagerato dire che The Campaign è un film ceh fa riflettere, ma insomma, qualche amara constatazione la può suscitare. In ogni caso il ritmo è sempre sostenuto, e le gag sufficienti a intrattenere per tutta la durata. Naturalmente la conclusione è a suo modo positiva, e non del tutto scontata, e chiude così in modo adeguato la storia (con l'ormai usuale epilogo nei titoli di coda).
Le interpretazioni dei due protagonisti sono certamente azzeccate. Ferrell sempre ottimo nel ruolo del cinico bastardo, e Galifianakis che continua a fare come il tontolone buono. Quest'ultimo, anche se sta costruendo la sua carriera cinematografica su uno stereotipo differente, fa pensare di poter emergere come un nuovo Jim Carrey, e se così sarà ben venga. In sostanza giudizio positivo per una commedia con una storia simpatica da seguire e diversi momenti davvero divertenti.
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