Rapporto letture - Settembre 2012

Di solito sono più puntuale con i rapporti letture, ma stavolta sono arrivato lungo, forse perché cercavo di incastrare il post meglio all'interno di quelli che avevo intenzione di mettere sul blog, o forse solo perché non mi era ancora venuta la voglia di scrivere il post mensile che forse richiede più impegno. Passiamo quindi ad analizzare i cinque libri letti a settembre (che è anche il mese in cui ho acquisito il kindle, ma ancora non è entrato a far parte delle mie letture quotidiane).

More about Terra imperialeSi inizia con un classico: Terra Imperiale di Arthur Clarke, di cui sono pochi i romanzi che non si possono considerare "classici". Questo forse è uno dei romanzi minori, nel senso che non è diffuso come 2001, La città e le stelle o Incontro con Rama, ma rientra comunque nel pantheon delle sue grandi opere. La storia segue la solita struttura usata da Clarke: un mondo futuro che il protagonista si trova ad esplorare, e fornendo così all'autore il pretesto per illustrare le scoperte e le idee sul futuribile. In questa storia manca forse "avventura" in senso più stretto, perché si racconta soltanto del viaggio di un titaniano sulla Terra, adibita da secoli a immenso parco naturale, e non ci sono nemici da sconfiggere, complotti da svelare o antichi segreti da acquisire. Tuttavia il complesso delle idee e la solidità della narrazione ne fanno comunque un libro coinvolgente e illuminante, che riesce a tenere ben acceso il cervello. Voto: 8/10


More about L'universo Cyber 1Anni fa avevo letto la racoclta L'universo cyber 3, trovata per caso in una bancarella dell'usato, e allo stesso modo mi sono appropriato de L'universo cyber 1, raccolta di testi cyberpunk curata da Piergiorgio Nicolazzini. Il problema con il cyberpunk, spesso, è che essendo un genere "moderno" soffre in maniera più marcata dell'obsolescenza tecnologica, che paradossalmente influisce meno su certi altri sottogeneri della fantascienza (vedi Clarke qui sopra). Anche qui si risente in alcuni casi di questo dettaglio, ma nel complesso i racconti sono buoni. Anzi, a essere migliori sono le opere di autori "minori", mentre i nomi più noti come Bansk e Gibson sembrano raccontare più degli episodi che delle storie complete. Voto: 7/10


More about KrullAlan Dean Foster è un autore che spesso si è dedicato alla novelization, cioè la trasposizione in libro di film di successi (processo inverso rispetto a quello solito), e ha realizzato per esempio quella di Alien. Krull è appunto la novelization dell'omonimo film del 1983, che pur passando come mezzo fiasco all'epoca è diventato in seguito un cult del cinema sci-fi. In realtà la storia segue più gli archetipi del fantasy, infatti abbiamo il principe eroico che parte in una quest alla ricerca della principessa rapita, raccogliendo sulla strada i compagni del party e combattendo contro i mostri e gli inganni del Mostro (che si chiama proprio così). La trama quindi non è certo originale né sorprendente, ma l'autore riesce comunque a non renderla noiosa, grazie a una caratterizzazione dei personaggi efficace, e una serie di motivazioni e interazioni del tutto credibili. Certo, andrebbe capito quanto deriva dal film stesso (che non ho visto) e quanto sia opera di Foster, ma la lettura è comunque piacevole. Voto: 7/10


More about Brooklyn senza madreBrooklyn senza madre costituisce la mia semestrale incursione in letteratura che non sia "fantastica", anche se Jonathan Lethem nella sua carriera ha scritto anche alcuni racconti di fantascienza. Qui invece siamo in un thriller, in cui il protagonista è un ragazzo orfano, affetto dalla sindrome di Tourette, che lavora insieme ad altri per conto di un piccolo esponente della malavita locale. Ma poi il loro padrone (e un po' padre adottivo) viene fatto fuori, e allora tocca a lui cercare di scoprire chi lo ha ammazzato e perché. La sindrome di Tourette è piuttosto famosa (anche Greg Bear la usa nel suo /Slant), soprattutto perché è nota come quella malattia che costringe a imprecare e insultare gli sconosciuti. In realtà le cose sono più complicate di così, e in questo libro Lethem riesce a renderlo alla perfezione: il "tourettico" è affetto da una sfilza infinita di tic, fisici verbali e mentali, che lo portano a ripetere, enumerare, emulare tutto ciò che lo circonda. Questi sfoghi improvvisi e incontrollabili rendono il personaggio in certe occasioni comico, in altre misero, e fanno oscillare il giudizio su di lui da un estremo all'altro, ottenendo comunque una grande empatia. La storia stessa, pur non essendo né originale né intricata, ha un quoziente di realismo davvero elevato: niente forzature ed esagerazioni, tutto scorre su binari che, per quanto inconsueti, risultano del tutto credibili. Voto: 8/10


More about Il lungo silenzioIl lungo silenzio invece, pur essendo presentato come sf, di fantascientifico ha solo l'ipotetico scenario di un conflitto futuro (cioè, futuro per gli anni 50) a base di armi atomiche e biologiche. Il protagonista è un caporale che si sveglia il giorno del suo trentesimo compleanno e scopre che gli USA sono stati attaccati. Cercando di ritornare alla sua compagnia, si accorge di essere rimasto sul lato sbagliato del Mississipi: il fiume infatti è stato preso come linea di divisione tra la parte infetta e quella sana del paese, e i trasgessori vengon fucilati a vista. Buona parte del libro si concentra appunto sui tentativi del caporale di attraversare il fiume, con incontri e scontri con gli altri sopravvissuti, in un ambiente che si fa via via più violento. Se c'è un aspetto notevole, è la spietatezza con cui Wilson Tucker riesce a narrare questa storia che si basa sulla ferocia e l'inganno, una vera gara di sopravvivenza tra i pochi rimasti. Il protagonista non esita a uccidere e mentire, e le sue azioni non sono minimamente giustificate di fronte al lettore. Per questo è un romanzo sicuramente crudo, ma al tempo stesso vivo. Voto: 7/10

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